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Autore: The LoonyBlogger    02/05/2020    1 recensioni
Spin-off di Resident Evil ambientato a Raccoon City, durante gli eventi del secondo e del terzo gioco.
Resident Evil 3: Resistence prende i protagonisti del gioco multiplayer del remake di Resident Evil 3 e li catapulta in una realtà alternativa, dove sono loro stessi a vivere gli orrori che colpiscono la cittadina del Midwest statunitense.
I sei ragazzi (a cui ad alcuni è stato cambiato il nome): Tyrone, Samuel, Martin, Julia, Alice e Valerie, affronteranno le disavventure solite dei giochi di Shinji Mikami, mostrandoci per la prima volta Raccoon City dallo scoppio dell'epidemia fino alla sua sterilizzazione.
Riusciranno a sopravvivere ed a scoprire cosa si nasconde dietro la multinazionale farmaceutica Umbrella Corporation?
[Aggiornamenti giornalieri]
Genere: Dark, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alex Wesker, Altro Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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REsistance

Capitolo 6.

Bisogna proteggere ciò che si ama, a qualsiasi costo.
Bisogna salvare se stessi, a qualsiasi costo, prima di riuscire a proteggere qualcun altro.
Bisogna sopravvivere per salvare se stessi, a qualsiasi costo.

 

24 Settembre 1998 – Strade di Raccoon City – Samuel Marini
 

Thomas non aveva idea da quanto tempo fosse tra le braccia del fratello, ma sapeva di aver pianto per un po’ dopo aver lasciato la centrale di polizia, nonostante Samuel gli intimasse di non far rumore.
Avevano lasciato indietro la sorellona, Connie, che quasi li aveva cacciati da lì e a lui la cosa non era affatto piaciuta.
Aveva paura di stare fuori, aveva paura di stare lontano da Connie, aveva paura che potesse accaderle qualcosa.
Senza che se ne accorgesse, aveva iniziato a pioviginargli in testa, mentre stretto a Samuel osservava aldilà della sua spalla le strade brulicarsi di mostri.
Allora lui si nascondeva nel petto del fratello, nella speranza di non vederli più.
Scoprì, in quel tempo indefinito, che erano tante le persone cattive adesso.
Scoprì, inoltre, che il clown della festa in giardino di una villetta nella periferia di Raccoon City mangiava i bambini.
Soprì, nonostante il terrore, che dopotutto anche il fratellone era bravo a proteggerlo dai mostri.

 

Era ormai l’ora di pranzo inoltrata quando finalmente Samuel raggiunse il vialetto di casa insieme al fratellino.
Avevano dovuto superare un paio di momenti critici, vicoli brulicanti di zombie o persone impazzite che non volevano farli proseguire, ma con un paio di colpi della sua fidata beretta il ragazzo era riuscito a sgusciare via dai suoi problemi e andare oltre.
Gli era rimasto mezzo caricatore, ma almeno aveva capito dove quei mostri fossero deboli: la testa.
Esattamente come aveva fatto la ragazza bionda al campus, sparare alla testa era apparentemente l’unico modo per ucciderli.
Arrivati davanti alla porta di casa, Samuel si accorse di non avere le chiavi dietro, la mattina prima se le era dimenticate dentro.
“Merda.” Imprecò, iniziando a cercare la chiave di riserva sull’uscio di casa, era certo che ne tenessero una copia dentro il vaso… o forse era sotto il tappetino?
“Fratellone.” Borbottò Thomas, impaurito.
“Quella non è Niky?” Chiese, facendo voltare il ragazzo.
Nel vialetto difronte al loro, l'amica di giochi di Thomas stava avanzando verso di loro a passo lento, trascinandosi dietro un piede fratturato.
“Entriamo in casa, subito.” Ringhiò Samuel, trovando finalmente le chiavi e buttandosi dentro casa con il fratellino, non volendo assolutamente uccidere una bambina, oltretutto davanti agli occhi di Thomas.
Per entrambi fu terapeutico ritrovarsi in salotto, mentre il loro naso veniva stuzzicato dagli odori di casa a cui tanto si erano abituati e che, incredibilmente, in quel momento riscoprirono di amare.
Lì dentro nulla sembrava cambiato rispetto a fuori, era ancora tutto al suo posto, come se fosse appena iniziata una normale mattinata lavorativa.
Era tutto esattamente dove lo avevano lasciato il giorno prima, Samuel sentì una fitta allo stomaco, nel rendersi conto di quanto ora gli sembrasse lontana quella quotidianità che per anni lo aveva accompagnato nelle sue giornate e che ora si rendeva conto non avrebbe mai più potuto vivere.
Le colazioni di fretta in famiglia, il perenne bagno di sopra occupato, la madre in salotto a sistemare lo zainetto di Thomas.
Quella quotidianità che già era stata stravolta dalla morte del padre, ora si faceva più pesante, più opprimente.
Chissà se la madre stava bene, chissà se era viva.
“Fratellone… io ho fame.” Il ragazzo si girò verso il piccolo, rendendosi finalmente conto di che ore fossero.
Era l’una passata, nessuno dei due aveva mangiato e capì anche lui di avere una gran appetito: non toccava cibo da un giorno.
Preparò velocemente una pentola d’acqua e la mise sul gas, portandola a bollire.
Ci versò dentro un pacco di spaghetti.
Samuel era scombussolato, quel procedimento era così normale da sembrargli irreale.
Si rese ben presto conto di non riuscire a sentirsi al sicuro nemmeno a casa sua.
“Aspetta qui.” Ordinò al fratellino, abbandonando la cucina e andando verso il box auto, dove trovò parcheggiata la jeep del padre.
Gli fece un certo effetto rivederla, ricordare le gite ai monti Arklay, le risate che si facevano quando fingevano di lasciare indietro Connie in qualche stazione di servizio… ma non poteva lasciarsi travolgere troppo dai ricordi, da lì presto se ne sarebbe dovuto andare.
Controllò lo sportello della jeep, era chiusa.
E nel garage non sembrava esserci traccia delle chiavi.
Probabilmente erano nello studio del padre.
Rientrò in casa e andò verso l’entrata, dove si trovavano le scale per il piano di sopra.
Niky, l’amica di Thomas, batteva sulla porta, incessante, famelica.
Samuel ci pensò un attimo, poi spostò la libreria posta sul muro accanto davanti alla porta, metti che in qualche modo la bambina fosse riuscita ad entrare?
Non poteva correre rischi.
Andò al piano di sopra, dove trovò chiusa anche la porta dello studio del padre.
“Merda. E adesso?” Imprecò, non sapendo in che modo arrivare alle chiavi della jeep.
“Samu la pasta!” Dovette tornare giù, scolare la pasta e condirla con uno dei sughi della madre.
Fu proprio mentre faceva ciò, pensando a dove potessero essere le chiavi, che il telefono iniziò a squillare.
Fu un suono del tutto nuovo per il ragazzo, che ormai era da ore e ore che non lo sentiva più.
Lanciò un’occhiata confusa al fratellino, che alzò le spalle come a dire che non ne sapeva nulla.
Samuel si avvicinò al telefono, alzando la cornetta e risentendo, dopo diverse ore, la voce della madre.
“Samuel? Samuel oddio stai bene?” Esclamò lei, agitata.
Il cuore del ragazzo perse un battito, finalmente la sentiva!
“Mamma! Mamma sì, sto bene, sono qui con Thomas, te come stai?” Chiese, preoccupato, mentre gli occhi gli si inumidivano.
Tyrone allora non le aveva fatto del male.
“E’ la mamma? Voglio parlarle! Mamma!” Thomas iniziò ad agitarsi, ma Samuel lo tenne a bada.
“Grazie al cielo! Ho provato a chiamare la centrale, ma non funziona più nulla! Ho sperato che in qualche modo fossi a casa! Connie e Thomas sono con te?”
“Sì, Thomas è con me, Connie è rimasta al dipartimento e ci ha chiesto di andarcene via. Tu mamma, dove sei? Ho visto quei mostri sfondare alcune porte all’ospedale e ho pensato subito al peggio.” Continuò a chiedere il ragazzo, ma l’altra non sembrava volergli rispondere.
“Bravi, prendi la jeep di papà e andatevene da Raccoon City il più in fretta possibile. Le chiavi sono nel suo studio, se non sbaglio, e la chiave dello studio in camera mia, nel cassetto.” Spiegò la donna, appoggiando in pieno il piano della figlia.
“Okay, mamma, potrei venire a prenderti, sei ancora all’ospedale?” Insistette il ragazzo, mentre Thomas urlava per farsi passare la donna.
Piper tentennò un attimo, mentre l’altro la sentiva singhiozzare.
Samuel sentì una stretta al cuore, mentre la sensazione che quella fosse la loro ultima chiamata si faceva largo nella sua mente.
“Di a Thomas che gli voglio bene, proteggilo sempre, Samuel, da tutto ciò che può ferirlo.” Disse, con la voce rotta dal pianto.
“Mamma, ti prego, dimmi dove sei, ti veniamo a prendere, ce ne andiamo insieme!” Il ragazzo strinse i denti, mentre le lacrime solcavano anche il suo viso.
“Ti voglio bene, Samuel, non dimenticarlo mai, okay? Ti voglio bene più di ogni altra cosa al mondo.”
“Mamma, ti prego, mamma!”
“Addio.”
La donna chiuse la chiamata, lasciando Samuel a pregare al vuoto.
Se ne era andata, per sempre, non l’avrebbe mai più sentita.
Thomas iniziò a tirargli pugni sull’addome, piangendo disperato, voleva anche lui parlare con la mamma, mentre Samuel sentiva tutta la rabbia montargli su.
Con un grido liberatorio lanciò il telefono lontano, spaventando il bambino.
Il ragazzo scoppiò a piangere, trascinandosi a terra, con la schiena contro i cassetti della cucina.
Non aveva solo perso suo padre, ma anche la madre e non era nemmeno certo di rivedere più nemmeno la sorella.
Tutta la sua vita era stata appena distrutta.
“S-Samuel, h-ho paura!” Thomas si avvicinò al fratello, singhiozzante, abbracciandolo e piangendo forte come lui.
Samuel lo strinse a sé, ancorandosi all’ultima cosa che gli era rimasta in quell’Apocalisse.
Aveva solo Thomas ormai e doveva far di tutto per proteggerlo, per portarlo via da quell’Inferno.
Il tempo di riprendersi e finirono di pranzare.
Samuel salì al piano di sopra, entrò nella camera della madre e aprì il suo cassetto.
Tra un libro e dei medicinali c’era la chiave dello studio.
Il ragazzo tornò nel corridoio e girò lo chiave nella toppa della porta, appoggiandosi tremante alla maniglia.
Era la prima volta che entrava, da quando il padre era morto.
Fece un passo dentro la stanza e venne travolto dai ricordi.
Diversi anni prima, poteva avere l’età di Thomas, reduce da una discussione con Connie, corse piangendo dal padre, a farsi abbracciare e consolare.
I due vennero subito raggiunti dalla figlia più grande di Enrico, che, al contrario del fratello, sosteneva che questi facesse solo capricci.
E Samuel piangeva, piangeva sempre più forte, così il padre ammonì bonariamente la figlia, anche se a questo a Samuel sembrava più una presa in giro.
Così, tutto offeso, corse dalla madre.
In un attimo i ricordi sfumarono via e Samuel venne stretto da una morsa allo stomaco.
Forse, quel giorno, avrebbe dovuto stringere il padre un po’ di più, per ancora un po’ di tempo.
Fece un lungo respiro e si addentrò nella stanza, notando quanto niente fosse cambiato da quel giorno, stessi mobili antichi, stessa libreria, stessa scrivania e stessa teca… ma certo! La teca!
Samuel scattò verso essa, mentre i suoi occhi si illuminavano di gioia.
La doppietta del padre era ancora lì, insieme ad una decina di cartucce e un paio di caricatori per la pistola!
Il ragazzo raccolse tutto, avido, mettendosi sotto la giacca le fodere ascellari in cui tenere pistola e munizioni.
Ricaricò il fucile, sicuramente molto più efficace su quei cosi che stavano conquistando la città, e andò alla scrivania del padre.
Era perfettamente in ordine, forse l’unica cosa che stonava, nei ricordi di Samuel il padre era molto disordinato, Piper doveva averla messa a posto.
Aprì il primo cassetto, dove trovò una torcia e le chiavi della jeep.
“Ma dove la tengo tutta sta roba?” Chiese a se stesso, già i caricatori era scomodo portarli nell’imbracatura, figuriamoci anche la torcia.
Corse in camera sua, raccolse uno zaino e ci mise dentro l’indispensabile.
Una volta aver sistemato l’inventario tornò giù dal fratello, che lo attendeva seduto sul divano del salotto.
“Andiamo Thomas, è ora di lasciare la città.” Gli sorrise, mentre questi guardava affascinato la doppietta che teneva tra le mani.
Era proprio un bel gioiellino.
Una volta nel box, Samuel mise Thomas nel sedile dietro, assicurandosi che fosse ben sistemato nel seggiolino, per poi andare ad aprire la saracinesca.
Appena la tirò su venne inondato nuovamente dal caos di Raccoon City, tra gente urlante, il grugnito di quei mostri e le esplosioni che percorrevano tutta la città.
Lanciò una rapida occhiata alla porta di casa, da cui Niky si era già staccata per andare verso di lui e divorarlo.
Corse quindi dentro la jeep, appoggiò fucile e zaino nel sedile di fianco al suo e partì a tutto gas, pronto ad andarsene finalmente da quella città.
Le strade erano un vero casino, tra vie barricate, gente impazzita che correva in preda al panico e zombie che uscivano da ogni angolo, andarsene si stava dimostrando più ostico del previsto.
Almeno finché non riuscirono a trovare una strada apparentemente sgombra da tutto quel caos.
“Samu dove stiamo andando?” Borbottò Thomas, dietro, facendo un attimo rimuginare il ragazzo.
Ancora non lo sapeva, ma dovevano arrivare alla prima stazione di servizio fuori Raccoon City.
Aveva promesso a Martin che si sarebbero rivisti, ma prima doveva mettere al sicuro Thomas.
Gli aveva lasciato un messaggio, sul foglio dato a Connie.
Diceva che se ne sarebbero andati da lì, che sarebbero scappati dalla città e che lo avrebbero aspettato alla stazione di servizio appena fuori Raccoon City.
Sperava, in cuor suo, che Martin riuscisse a trovare Connie e leggere il messaggio, che si sarebbe salvato.
“Non lo so, Thomas, ma sicuramente in un posto sicuro, fuori da qui.” Samuel per un attimo guardò lo specchietto retrovisore, sorridendo al fratellino.
Fu questione di pochi secondi.
Uno scuolabus spuntò da un incrocio, travolgendoli.
La jeep venne spinta fino ad un lampione, decappottandosi e strisciando per qualche metro sull’asfalto.
Dentro il rottame, Samuel e Thomas avevano perso i sensi.

 

Note d'Autore:

Eccoci tornati!
Scusate per il ritardo, ma sono stati veramente giorni intensi, dal punto di vista scolastico ahahaha
Ho cercato di ritagliarmi un pomeriggio per scrivere e pubblicare, ma molto presto dovrò tornare a studiare x(
Help me, non ce la faccio più.
Allooora, capitolo interessante, no?
Piper abbiamo scoperto che è ancora viva, forse, non sappiamo ancora per quanto, se sta bene, se è stata morsa, se è in ospedale o no, chissà!
Non so se tornerà nella storia, dubito, diamola per dispersa per ora ahahaha
Samuel ha una nuova arma, but ha avuto un brutto, bruttissimo incidente con il fratellino!
Cos'accadrà?
Bella domanda, ma il prossimo capitolo è completamente dedicato a Martin, quindi non sapremo il loro destino ahahaha
sono crudele, lo so.
  
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