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Autore: amy_hime    02/05/2020    1 recensioni
Fanfiction ispirata mooooolto
vagamente al Ritratto di Dorian Gray
(Mihael, perdonami).
Dal testo: Kaito si guardò
attorno, attonito. Intorno a lui,
nulla se non un mare di nebbia, un'uniforme distesa grigio-bianca. E
Mihael.
Mihael, immobile, sospeso a mezz'aria da una forza aliena e
sconosciuta…
immobile e terrorizzato, gli splendidi occhi verdi sbarrati a fissare
qualcosa
visibile solo al quindicenne.
Il giovane si sentì
improvvisamente la bocca secca. Stava
per accadere qualcosa di orribile, ne era certo.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Michael Arclight/ Three
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Kaito si guardò attorno, attonito. Intorno a lui, nulla se non un mare di nebbia, un'uniforme distesa grigio-bianca. E Mihael. Mihael, immobile, sospeso a mezz'aria da una forza aliena e sconosciuta… immobile e terrorizzato, gli splendidi occhi verdi sbarrati a fissare qualcosa visibile solo al quindicenne.

Il giovane si sentì improvvisamente la bocca secca. Stava per accadere qualcosa di orribile, ne era certo. Con lo stomaco stretto in una morsa, cominciò a correre in quel nulla che lo circondava, cercando di raggiungere il ragazzo che amava prima che fosse troppo tardi. Fu allora che accadde. Mihael si inarcó, urlando di dolore. Anche se la distanza era troppa, Kaito sapeva cosa era successo. Lo sentiva, in una parte recondita del suo essere. Ne era certo, come se avesse visto con i suoi stessi occhi il femore del quindicenne spezzarsi e lacerare la pelle. Perché era quello che era accaduto. Sapeva che, in quel preciso istante, il sangue stava lordando il corpo del ragazzino, riusciva quasi a vedere il liquido scarlatto colare pigro sulla pelle candida di quel fanciullo innocente.

 

Devo salvarlo si disse Kaito, cercando di ridurre la distanza che li separava. Invano. Era come inseguire un miraggio, anche se i miraggi solitamente non urlavano. Non sanguinavano, colpiti da mani invisibili. Mihael invece sì. Impotente, il diciottenne assistette troppe volte alla stessa, orribile scena: le ossa lunghe si spezzavano, ferendo il ragazzino. Le punte delle costole fuoriuscivano dal torace, rosse di sangue. Poi toccò alle articolazioni, una alla volta. Il quindicenne pareva una bambola rotta.

Fu allora che l'incantesimo si spezzò. L'ex cacciatore di Numeri poté finalmente avvicinarsi al rosa… per un istante Kaito esultó tra sé e sé, per poi agghiacciare. Ogni suo gesto corrispondeva a un nuovo sfregio su quel corpo nudo e provato. Inghiottendo bile, il biondo proseguì. Non poteva fermarsi, neanche volendo. La stessa forza che sosteneva e seviziava Mihael lo costringeva ad avanzare.

 

Finalmente lo raggiunse. Passò in rassegna tutte le ferite del ragazzo, con il cuore in gola. Al posto delle unghie, rossi cerchi sanguinanti. Labbra tagliate. Le ossa fatturate, le articolazioni lussate. Naso e orecchie parevano corrose. Lentamente, Mihael sollevò gli occhi su di lui:-Ti prego… Ti prego, Kaito… Basta. Ti…

Non riuscì a terminare la frase: con un suono simile a un tintinnio, i denti del ragazzino caddero a terra, uno dopo l'altro. Kaito abbassò lo sguardo, accorgendosi di essere immerso nel sangue fino alle caviglie. Mihael gridò di nuovo e, questa volta, sulla parte bassa dell'addome gli si aprì un lungo taglio slabbrato. Il biondo vomitó quando l'intestino del quindicenne uscì dalla ferita, cadendogli sui piedi con un suono raccapricciante. Nonostante ciò, il diciottenne non riusciva a smettere di fissare quella lunga struttura, viscida e sanguinolenta. L'odore metallico del sangue e quello dolciastro della putrefazione impregna anno l'aria, mentre la pelle di Mihael incancreniva, diventava nera e poi si rinsecchiva.

 

-Kaito…

La voce di Mihael era ridotta a un sussurro, ma bastò a riscuotere l'ex cacciatore di Numeri dalla sua trance. Il volto del ragazzino era spaventoso, privo di lineamenti. Le labbra tagliate fino all'osso, gli zigomi sporgenti, le guance incavate, a cui si sommavano naso e orecchie cancellati. Le uniche cose rimaste del vecchio Mihael Arclight erano gli occhi verdi, ora animati da una luce folle e terrorizzata, e i morbidi capelli rosa.

-Kaito… Fermati… Ti scongiuro.

Con un suono sordo e liquido, il cranio del rosa cambiò forma… Una strana infossatura comparve in corrispondenza della tempia destra, seguita da altre su tutta la scatola cranica. In breve tempo, anche la fronte si tagliò e i capelli del fanciullo si tinsero di rosso, mentre altro sangue, misto a un liquido chiaro e a… altre cose colava su quello che, fino a qualche minuto prima, era stato il bel viso di Mihael.

-Re… Shta comme, pe… fa'ore…

Kaito rabbrividì nel vedere la lingua bluastra di Mihael, e quelle palpebre nere. In qualche modo, riuscì a vincere il disgusto e l'orrore e abbracciò il corpo martoriato del quindicenne.

Con un ultimo, debole Kaito, l'agonia di Mihael si interruppe, e il diciottenne si ritrovò a stringere un cadavere tra le braccia. Lentamente, Kaito si staccò dal giovane, cercando di non guardarne il volto e, in particolare, l'occhio sinistro, che penzolava fuori dall'orbita.

 

Gridò al cielo tutta la sua rabbia, tutto il suo dolore, il senso di colpa, la sua disperazione, inutilmente. Nulla gli avrebbe restituito il suo Mihael. Si sentiva sporco, solo, dannato. In qualche modo, sapeva di essere il solo ed unico responsabile per quanto accaduto. Kaito si voltò, sfidando con lo sguardo la vastità che lo circondava. Il cielo si era fatto cupo, un grigio piombo scuro e minaccioso, foriero di altro dolore.

Non resterò qui ad attendere.

A fatica, il diciottenne voltò le spalle a quel che restava di Mihael e si incamminò in quel mare scarlatto che sapeva di morte. Il silenzio lo opprimeva, interrotto solo dallo sciabordio prodotto dai suoi piedi mentre avanzava in quel lago di sangue. Una vasta distesa rosseggiante, che si muoveva. Piccoli mulinelli ne increspavano la superficie, mentre il livello del liquido si alzava, inesorabile. Kaito si ritrovò immerso fino alla cintola in breve tempo. Acceleró il passo, voleva solo andarsene il prima possibile. Delle mani rinsecchite, scheletriche, lo agguantarono. Mani simili a quelle di Mihael… mani di cadaveri, che cercavano di trascinarlo verso il basso, verso un lento annegamento.

-È colpa tua. Le tue colpe si sono abbattute su di me.

Il corpo di Mihael era davanti a lui, si muoveva. La voce del quindicenne era carica d'odio:- Sei stato crudele, Kaito. Hai fatto soffrire molte persone. Hai strappato loro l'anima. Persone. Colpevoli o innocenti, non ti interessava. Non hai mai cercato altri modi per raggiungere il tuo scopo, ti bastava quello.

I ricordi del Carnevale affiorarono nella mente del biondo. Era vero. Era stato spietato. Voleva solo ottenere i Numeri, per salvare suo fratello. Ma non aveva mai provato gioia nel rubare le anime dei suoi avversari. Aveva odiato ogni singolo istante di quei momenti. La voce di Mihael proseguì, impietosa:- Esistevano altri modi. Non hai voluto cercarli. Hai distrutto la vita di decine di persone, non solo quelle che hai sconfitto, ma anche i loro parenti, gli amici, i conoscenti. Ti sei mai informato di loro? Sei mai andato a scusarti per ciò che hai fatto?

No. Non l'aveva fatto. Il pensiero non gli aveva mai sfiorato la mente. Kaito avrebbe voluto ribattere, ma non sapeva come. Con un violento strattone, le mani lo trascinarono nel sangue. Il diciottenne urlò, mentre la gola gli si riempiva di quel liquido rosso.

 

Si svegliò di soprassalto, madido di sudore. Con il cuore in gola, Kaito si guardò attorno. Mihael era lì, addormentato al suo fianco. Sereno. Il biondo gli passò una mano nei capelli, sorridendo.

Ti proteggerò. È una promessa, Mihael. Non ti farò mai soffrire.

   
 
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