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Autore: storiedellasera    03/05/2020    1 recensioni
Un incubo ricorrente rivelerà qualcosa di terrificante
Genere: Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa notte ho fatto uno strano sogno… e devo ammettere che inizialmente ero persino divertito, poiché si trattava di un sogno particolarmente vivido e reale.
Ma ben presto il senso di stupore mi abbandonò per far spazio all’angoscia e al terrore.
Nel sogno infatti non riuscivo a muovermi, potevo compiere solo piccoli gesti con molta fatica e lentezza. Sentivo poco e niente e vedevo tutto sfocato, come se ogni cosa attorno a me fosse coperta da una patina opaca.
Mi sentivo debole e avevo il respiro affannoso.
Iniziai a guardarmi attorno per capire dov’ero finito. Scoprii di trovarmi in una stanza da letto: i mobili erano vecchi, brutti e dai colori scuri. L’aria era viziata e c’era poca luce.
Non mi piaceva per niente quella stanza.
Ricordo che volevo uscire e solo in quel momento mi accorsi di essere disteso su un letto scomodo, sommerso da pesanti coperte di lana ruvida. Tentai di parlare ma dalla mia bocca uscì un pietoso suono rauco e gracchiante.
Quel suono però attirò l’attenzione di qualcuno.
Entrò nella stanza pochi secondi dopo e, nonostante vedevo sempre tutto sfocato, urlai dalla paura quando posai il mio sguardo su di lui. Era un mostro dalle sembianze umane e dai bordi evanescenti, i particolari del suo corpo erano sfumati e il volto era coperto da una cupa ombra.
Si avvicinò rapidamente a me e questo mi fece provare un terrore infinito.
Tentai di urlare e di agitarmi ma ero troppo debole.
La creatura vagamente umana mi afferrò e mi bloccò con estrema facilità al letto.

-.-.-.-.-.-

Ora sono sveglio, il calore del sole riscalda la mia pelle.
Sono in cucina, seduto al tavolo di legno massiccio. Mangio un panino con la marmellata di albicocche che mia madre mi prepara sempre per colazione.
Adoro quella marmellata.
Mentre bevo del latte da un grande bicchiere, mia madre mi dice che sono il bambino più bello del mondo.

Quando giunge la notte faccio di nuovo quel terrificante sogno.
Sono sempre bloccato in quell’orribile letto, le coperte mi schiacciano ma non riesco a toglierle poiché mi sento debole, stanco e dolorante.
Attorno a me ci sono diversi mostri come quello del primo incubo.
Sono in cinque, due di loro sono seduti al mio capezzale mentre gli altri tre sono in piedi e sembrano stiano parlando tra di loro.
Il loro è un linguaggio demoniaco: le loro parole sono cupe e incomprensibili.
Si accorgono che li sto guardando e si avvicinano a me.
Uno di loro mi mette una mano sulla fronte mentre gli altri mi rivolgono misteriose parole dal suono spaventoso.
Mi metto a piangere e tento di chiamare mia madre.
Ciò scatena nei mostri uno strano comportamento: uno di loro si avvicina moltissimo al mio volto, mentre un altro si agita così tanto da far innervosire tutti gli altri.
Non riesco a capire cosa succede ma il baccano che fanno mi rende sempre più irrequieto.

Per fortuna mia madre mi sveglia, strappandomi via da quel terribile incubo.
Non riesco a dire una parola, non riesco a raccontarle nulla.
Lei mi prende tra le sue braccia e inizia a cullarmi, mi canta una ninna nanna con la sua voce dolce come il miele.

Altra notte, stesso incubo.
Mi pento immediatamente di esser andato a dormire, poiché mi ritrovo di nuovo in quell’orribile stanza. Inizio a pensare di non voler dormire mai più.
Questa volta i cinque mostri sono tutti in piedi attorno a me, mi sussurrano delle oscure parole mentre un sesto mostro entra nella stanza.
E’ vestito di bianco e ha qualcosa tra le mani, non riesco a capire di cosa si tratta ma mi fa paura, tanta paura.
Il corpo in cui mi trovo sta reagendo di fronte a quell’oggetto con spasmi e tremori. Tre di quei mostri mi tengono fermo, provo a dibattermi e a urlare ma la mia reazione fa innervosire quelle creature.
Sento che mi prendono un braccio, mi tirano su la manica.
Poi un dolore mi pervade l’arto: hanno usato quel misterioso oggettino per pungermi la pelle.
Temo si tratti di un ago.
Sento una sensazione di bruciore avanzare nelle mie vene mentre perdo i sensi.

Mi sveglio lentamente mentre chiamo mia madre.
Posso quasi avvertire il profumo della sua marmellata.
Mi sento indolenzito, quell’ultimo incubo non mi ha fatto riposare. Riapro gli occhi e scopro di essere ancora nell’orribile stanza dai mobili vecchi e brutti.
Sono confuso e agitato.
Tremo mentre il mio sguardo scende in basso: quelle sono le mie mani?
Le osservo per bene. Sono rovinate e scheletriche, la pelle è cadente, orrenda e piena di macchie.
Questo non è il mio corpo.
Sono ancora nell’incubo.
Un mostro entra nella mia stanza ma questa volta riesco a vederlo bene. Scopro che non si tratta di un mostro ma di una graziosa fanciulla che non ho mai visto in vita mia.
Mi parla e riesco a comprenderla. Le sue non sono parole infernali ma frasi pronunciate nella mia lingua.
Mi riempie di domande che non fanno altro che confondermi.
Mi dice che sono malato, che sto perdendo tutti i miei ricordi e che solo quelli della mia infanzia mi sono rimasti nella mente.
Quello che dice non ha senso. Io sono un bambino… un bambino nel corpo di un altro.
Ma lei continua a parlarmi.
Quando mi sveglierò da questo incubo?
Quando questa fanciulla la smetterà di chiamarmi “nonno”?



   
 
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