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Autore: lmpaoli94    04/05/2020    1 recensioni
Maria Tudor, prima figlia di Re Enrico VIII è scomparsa nel nulla.
Dopo che suo padre aveva deciso di rivederla dopo tanti anni, improvvisamente sembra scomparsa dai suoi luoghi abituali.
Preoccupato, Enrico VIII organizza un piccolo esercito di uomini fidati atti a risolvere la misteriosa questione di sua figlia.
Ma il Re non poteva mai immaginarsi che dietro tutto questo si potesse celare la gelosia del potere…
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna Bolena, Enrico VIII, Maria Tudor, Thomas Cromwell, Tommaso Moro
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il Re Enrico VIII non si era mai sentito così nervoso in tutta la sua vita.
Dopo alcuni anni, si era finalmente deciso di rivedere sua figlia Maria.
Un desiderio riposto da molto tempo che la mente del giovane Re non poteva più trattenere.
Per aiutarlo del suo incontro aveva chiesto aiuto all’ambasciatore imperiale Mendoza, trovando in lui un valido alleato.
< Vostra figlia Maria è in grande salute > lo assicurava l’ambasciatore ogni volta che arrivava nel suo palazzo < E’ devota alla preghiere di nostro Signore conduce una vita illibata. >
< Nessuno gli ha ancora fatto la corte? >
< Purtroppo no. Molti sovrani d’Europa non si avvicinano a Maria per paura, se posso dire. >
< Non capisco, ambasciatore. Quindi il problema sarei io? >
< Ebbene molti non vogliono avere niente a che fare con voi. Ma non deduco le ragioni. >
< Io invece credo di sì… Ho deciso di farle visita. Domani mattina per la precisione. >
< Vostra figlia sarà immensamente felice di vedervi, maestà. >
< Ne sono certo… Adesso, se volete scusarmi, ho altre vicissitudini da portare avanti > rispose il Re congedandosi dall’ambasciatore.
Ma il Re non poteva immaginarsi che ad attenderlo dietro la stanza c’era sua moglie Anna Bolena che non sopportava minimamente la figlia di suo marito.
< Maestà, ho bisogno di parlarvi. >
< Anna. Che cosa ci fate qua? Adesso non ho tempo. Mi devo riunire con la delegazione dei vescovi d’Inghilterra. >
< Invece dovrete ascoltarmi, maestà. >
La determinazione di Anna Bolena era alquanto pericolosa e fuori luogo.
< Come osate parlarmi così? >
< Maestà, vi siete dimenticato che domani mattina terremo una festa proprio nei giardini di questo castello? Ho invitato tutta la nobiltà inglese e sarà un vero peccato che voi non siate presente. >
< Ci saranno altre feste in questo luogo. Ma domani non posso proprio essere presente. >
< Per il bene di vostra figlia voi non ci sarete? >
Sentendo una parvenza d’insistenza da parte della Regina, Enrico VII divenne scuro in volto.
< Sapete che non avete nessun diritto di parlare di mia figlia, Anna. >
< Scusate. È solo che ultimamente vi vedo molto distante. >
< Chiedetevi il perché, allora > disse infine il Re lasciando sua moglie in preda ad un pianto disperato.
 
 
Nel momento della loro cena, i rapporti tra Enrico VII e la sua consorte Anna Bolena non migliorò affatto.
I due coniugi non si guardavano nemmeno negli occhi e la consorte del Re si sentiva sempre più a disagio in presenza di suo marito.
< Non mangiate niente? > domandò Enrico VIII.
< Non ho fame, maestà. >
< Dovete mangiare qualcosa. Dovrete essere in forza in questo periodo. >
< Non riesco ad essere tranquilla. Ho paura che qualcuno possa tendermi una trappola… O peggio ancora avvelenarmi. >
< Vi siete circondata di persone che non si fidano per niente di voi. E di chi è la colpa? >
< Che cosa mai potrei aver fatto in tutto questo? Solo la vostra amata più prediletta e ubbidiente. Non merito simili sgarbi. Io sono la Regina! >
< Abbassate la voce, Anna. Non volete essere ancora sulle bocche di tutti i salotti inglesi, presumo. >
< Ho bisogno di rimanere un po’ da sola. >
< Con molto piacere. Andate pure > disse il Re senza preoccuparsi della situazione.
< Però avrei un desiderio da confessarvi, maestà. >
< E sarebbe? >
< Vorrei avervi nel mio letto, stanotte. Altrimenti come posso continuare ad adempiere ai miei doveri? >
< Non so. Stasera ho una notte molto impegnata. >
< Con alcune delle vostre amanti? perché continuate a mancarmi di rispetto in questo modo?! >
< Osate discutere i miei voleri?! Anna, non vi conviene mettervi contro di me. >
< Non l’ho mai fatto maestà e mai lo farò. >
< Non volevate essere lasciata da sola? >
Con la rabbia che imperversava nelle sue vene, Anna Bolena lasciò la cena senza aver toccato cibo mentre il Re Enrico VIII sembrava quasi divertito dalla sua furia.
Facendo richiamare un suo servitore, gli ordinò che la sua consorte fosse tenuta d’occhio da Tommaso Moro in persona.
< Anche se è molto legato alla sua fede cattolica deve accantonare i suoi desideri e fare questo lavoro per me. Non mi fido di mia moglie. Ho la presunzione che stia impazzendo da un momento all’altro. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Riferirò tutto questo immediatamente a Tommaso Moro, maestà. >
< Disturbatelo anche in mezzo alla sua cena, non m’interessa. >
< Sicuramente, maestà. >
 
 
Quando Tommaso Moro ricevette la notizia del Re, fu alquanto sorpreso.
< Farei qualsiasi cosa per nostra maestà > fece Tommaso Moro al messaggero < Ma perché ha messo in mezzo me? >
< Perché magari si fida di voi e vuole che non lo deludiate. >
< Ma io non sono una spia come vorrebbe nostro Signore. >
< Signor Moro, si limiti ad acconsentire alle richieste del Re. Domani mattina rivedrà sua figlia Maria e sua moglie Anna non deve intromettersi in nessun modo. Avete capito? >
< Farò tutto il possibile. >
Questa situazione che si era venuta a creare, quasi spaventò il giovane protettore della chiesa cattolica nonché grande amico fidato del Re.
Come poteva avvicinarsi ad Anna Bolena se nemmeno gli rivolgeva la parola?
“Signore, datemi la forza per affrontare il volere del Re. Ho paura che sotto il suo desiderio ci sia qualcosa di tremendamente oscuro che possa intaccare la mia anima… Vi prego, aiutatemi.”
 
 
Il Re Enrico VIII si alzò di buon mattino per poter rivedere sua figlia.
Non aveva altro nella sua mente, solo il desiderio di rivedere al più presto sua figlia.
Si alzò talmente presto che i suoi servitori furono molto sorpresi di vederlo in giro.
< Maestà, partite immediatamente? >
< Sì. Devo parlare al più presto con lei. >
Il Re non era mai stato così contento e fiero di sé stesso da molto tempo.
Cavalcando senza sosta verso la dimora di sua figlia Maria, Enrico gli tornò in mente il momento in cui la sua piccola primogenita aveva visto la luce.
“Non vi ho mai detto quanto vi volevo bene, Maria. In fondo mi dispiace avervi fatto soffrire. Spero che possiate perdonarmi.”
Ma giunto dinanzi al castello dove la principessa era “rinchiusa”, Enrico VIII vide subito che c’era qualcosa che non andava.
Le porte erano spalancate e che non c’erano né guardie né servitori intorno, dando al luogo una visione spettrale.
Facendosi spazio tra la paura e l’insicurezza di aver perso una figlia, le preoccupazioni di Enrico VIII si spostarono verso la sua bambina Elisabetta.
La piccola figlia di Anna Bolena e del Re alloggiava in quella piccola culla a protezione dei servitori che non la perdevano nemmeno un secondo.
Ma vedendo quella culla vuota, i timori del Re aumentarono sempre di più.
< C’è nessuno?! Maria! Elisabetta! >
< Maestà, finalmente siete qui > fece Lady Bryant recandosi verso il re con lo sguardo sconcertato.
< Lady Bryant, che cos’è successo? >
< Alcuni malviventi incappucciati si sono recati qua dentro sorprendendo tutti noi e le guardie. Ancora non riesco a capire come sia potuto succedere… >
< Dove sono le mie figlie? >
< Fortunatamente la piccola Elisabetta sta bene, ma Maria… >
La governante non riusciva a trovare le parole necessarie per descrivere che cos’era successo a Maria,
< Parlate, dannazione! >
< Non siamo riuscite a proteggerla e quei malviventi l’hanno portata via… Mi dispiace, maestà. Le guardie incaricate di proteggerla sono sulle sue tracce. Speriamo di avere notizie sul suo conto al più presto. >
Enrico VIII non riusciva a credere a quello che era successo.
Maria era scomparsa nel nulla e non c’era nessun indizio che avrebbe potuto portare a lei.
   
 
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