Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: vampireechelon    05/05/2020    0 recensioni
Martina laureata in lingue e traduzione si ritrova a lavorare per i 30 seconds to mars, la sua band preferita, cosa succederà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
17. Chiedo perdono, è tanto che non pubblico. Ho passato decisamente un periodo no. Con poca ispirazione e problemi personali. Spero che questo capitolo possa essere di vostro gradimento. Buona lettura.

Sento Shannon prendermi in braccio. Mi aggrappo alle sue spalle forti e apro un po’ gli occhi. Vedo che siamo arrivati all’hotel e Shannon probabilmente mi sta portando in camera.
“Shan, lasciami giù, ti peso” dico con la bocca ancora impastata dal sonno
“Sssh, torna a dormire ci siamo quasi” mi risponde dandomi un dolce bacio sull’avambraccio
La stanchezza si impadrona nuovamente di me e crollo in un sonno profondo. Al mio risveglio mi trovo in un letto enorme, solo in intimo. Cerco Shannon ma non lo trovo, mi alzo e noto subito che non è una semplice camera, ma una suite che è il triplo di casa mia a LA. Mi stiracchio e apro un po’ la finestra, c’è il balcone che dà sul lago di Como e la vista è magnifica. Sento aprirsi la porta e la voce di Shannon, pare stia parlando al telefono. Chiude velocemente la conversazione e mi viene incontro, ci abbracciamo e baciamo.
“Buongiorno” dico dolce                                       
“Buongiorno, tesoro… fra poco arriva la colazione. Jared ha detto che oggi vuole rimanere solo con Scarlett e domani ci occuperemo delle case”
“Ciò significa che abbiamo del tempo per noi?” dico maliziosa accarezzandogli il petto da sopra la maglietta
“oh si, ma ti voglio portare in un posto…quindi ora vestiti, poi facciamo colazione e usciamo” mi dice energico, mi butto tra le sue braccia e comincio a baciargli il collo
“daii – dico lagnosa – rimaniamo qui stamattina”
“per quanto mi piacerebbe, richiesta negata” mi dice scherzoso baciandomi con passione, le sue mani finiscono sul mio sedere, “ora prima che arrivi il cameriere, ti prego vai a vestirti” dice dolce, mi rassegno così vado in bagno e mi vesto con un vestitino leggero ma lungo e delle zeppe comode.
“Wow, colazione? Mi basta anche per pranzo!” esclamo mettendomi seduta e prendendo in mano il telefono con un trilione di notifiche da Instagram
“beh, in effetti sono le 11, diciamo che è un brunch” dice Shannon spostando la sua sedia più vicino alla mia
“La nostra foto fa furore, vedo!” dico ridendo
“Beh, ammetto che siamo proprio belli” dice sorridente
“a quanto pare mi hanno già rintracciata!” dico io mostrando il telefono, sorrido nel vedere di quanto siano aumentati i miei follower in una sola notte. Inizio a mangiare e nel frattempo chiamo mia madre.
“Shan, tra poco esplodo se non ci alziamo!” dico toccandomi lo stomaco
“Beh, potevi anche non mangiare fino a scoppiare!” dice ridendo
“hai ragione, ma era tutto squisito! Prendo la borsa poi possiamo andare!” dico sorridendo. Scendiamo nella hall ed essendo l’hotel abbastanza in centro decidiamo di fare una passeggiata lungo il lago e poi ci sediamo su una panchina abbracciati.
“mi mancavano questi momenti nostri” dico d’un tratto dopo qualche minuto di silenzio
“anche a me, non vedo l’ora che sia finito questo tour per poter tornare a LA con te” mi dice dandomi poi un dolce bacio sulla tempia, sentiamo dei rumori e dei vociferi dietro di noi, mi giro e vedo 5/6 ragazzine che probabilmente hanno riconosciuto Shannon.
“Shan, penso vogliano una foto con te!” dico io imbarazzata, mi guarda e prende un respiro profondo
“Mi aspetti qui? – faccio cenno di sì – a fra poco!” dice dandomi un bacio dolce sulle labbra. Sento le ragazzette parlottare e non appena Shannon le raggiunge, le vedo esplodere di felicità. Pur rimanendo molto gentile e educato ho visto un cambio repentino nel suo sguardo. Torna a sedersi accanto a me, mentre le ragazze tutte contente se ne vanno lanciandomi per un’ultima volta uno sguardo torvo.
“credevo mi avrebbero linciato” dico scherzando
“va be sono ragazzine, sono solo invidiose” intreccia la sua mano alla mia
“beh si, ma…forse abbiamo sbagliato a rendere pubblica la relazione. Insomma, non lo so…”
“Martina, ti prego non cominciare. Non ci pensare e cerca di goderti questa giornata con me, ho bisogno di te e di noi” mi dice baciandomi dolcemente la tempia
“Hai ragione scusa, affronteremo i problemi quando si presenteranno”
“ecco, brava! Che avresti fatto se non fossi stata così coraggiosa da trasferirti in America?” mi chiede cambiando discorso
“avrei continuato ad ammirare i vostri poster in camera mia probabilmente” dico per smorzare la tensione
“ah quindi hai nostre foto in camera tua!” dice malizioso
“chiaro, come qualsiasi Echelon…quando ero molto piccola baciavo addirittura i vostri poster!” arrossisco
“ma davvero? – il suo sguardo si accende – vieni qua che ora le puoi assaporare come si deve le mie labbra” dice tirandomi a sé e baciandomi con passione: ossigeno. I suoi baci, i suoi sguardi le sue parole sono ossigeno. Riapro gli occhi e si specchiano immediatamente nei suoi.
“però quando ero più piccola immaginavo di baciare Jared, sai gli occhi azzurri mi piacevano proprio tanto, era il mio prototipo di principe” dico volutamente per punzecchiarlo
“ah si eh? – dice fintamente piccato, mi comincia a fare il solletico – ora vediamo come ti salvi, sono curioso!” dice continuando, scappo ed inizio a correre, ma ovviamente lui è più veloce di me, afferra il mio braccio e mi attira a sé facendomi sbattere contro il suo petto
“Dio, non mi far fare mai più uno scatto così o ci rimetto le penne, non sono una tipa sportiva io” dico mettendo la testa nell’incavo della spalla
“sei tu che hai detto che mio fratello, sottolineo mio fratello, isterico, precisino, rompipalle e insicuro era il tuo principe azzurro”
“si va be, ma poi sono passata al lato oscuro” dico mettendogli un braccio sul fianco
“ah io sarei il lato oscuro? Non stai salvando la situazione, lo sai vero?” mi dice scherzoso
“fammi parlare – dico dandogli un pizzicotto – il mio primo concerto fu uno a Milano, poi Cannes, dove tu non c’eri e poi sono stata a Bologna, con i miei amici… Il periodo che stavo passando era pessimo, presi anche il biglietto per il firmacopie… sotto quel palco con loro quella sera mi sono sentita di nuovo viva Shan, è stato speciale. Il firmacopie è durato un battito di ciglia, non riuscivo a processare che vi avevo visti da così vicino ero come in trance. Tu mi hai firmato il foglio per primo, - mi guarda assorto e rapito dalle mie parole - ti ho guardato negli occhi ed ho sentito una scintilla dentro di me, fa strano raccontartelo e mi prenderai per pazza, però io in quel momento mi sono sentita avvolta e capita dal tuo sguardo. Mi sono sentita compresa ed è stato come se mi avessi dato la forza di andare avanti e di crescere in un certo senso” mi zittisco imbarazzata. Shannon è caduto in un mutismo assordante, siamo intrecciati nel nostro abbraccio. Lo sento prendere un respiro profondo, si morde il labbro inferiore e se lo inumidisce con la lingua. Capisco che sta pensando a quello che dire, io gli ho aperto completamente il mio cuore, forse ho esagerato. Mi stringe di più a sé.
“Non sono bravo in queste cose Marti, intendo, non riesco a parlare così apertamente come hai fatto tu, dei miei sentimenti… lo sai come sono e faccio fatica a mettermi a nudo. Quello che hai detto mi fa sentire finalmente uomo. Grazie.”
“ti amo” gli dico guardandolo sorridente, lui mi fa fermare e mi attira a sé, ci sorridiamo e ci baciamo dolcemente. Ritorniamo alla nostra passeggiata in silenzio
“Shan? Dove stiamo andando?” gli chiedo dato che ci stiamo avvicinando ad un porticciolo
“ho noleggiato una barchetta, andiamo a farci un giro, ti va?” mi dice
“ma la sai guidare quella? Non so se mi fido sai?” dico ironica
“ma lo sai che sai essere veramente stronza?” mi dice ridendo e facendomi salire sul mini-yacht. Passiamo delle ore memorabili, in totale relax a coccolarci e baciarci. Nel tardo pomeriggio decidiamo di tornare al porto e in hotel per vedere com’è la situazione tra Jared e Scarlett. Jared è seduto al bar dell’hotel, intento a macchinare qualcosa al computer.
“Jared! Come va?” dico io cercando di capire come fossero andate le cose con Scarlett
“Bene, sto progettando delle nuove t-shirt, anzi datemi il vostro parere!” dice girando il pc, mostrandoci delle magliette molto vecchio stile, che celebrano i 10 anni di ‘This is war’
“Jay, sono stupende!!!! Spero che tu le voglia mettere in vendita il prima possibile!” dico io eccitata
“Sì, ma voglio prima rifinire la stampa, non mi convince, forse i bordi sono meglio diversi…”
“Bro, smetti – dice Shannon prendendogli il computer – vieni in camera che parliamo” gli dice prendendolo per la spalla
“Shannon non voglio parlare, lasciami in pace” dice spostando la sua mano
“Jared non rompere le palle, quando sto male io mi stai addosso finché non ti parlo! Ora andiamo in camera e parliamo” dice severo, Jared lo guarda con lo sguardo ferito e poi si avvia verso l’ascensore
“Tesoro, forse è meglio se parlo da solo con Jared, ok?”
“Non ti preoccupare, io ho il computer di Jared, posso rispondere a e-mail e fare altro! Vi aspetto qui per la cena!” dico
Mi siedo su una poltroncina e inizio a scrivere di fitto, tra una e-mail e l’altra si fanno le 19. Di Jared e Shannon ancora nemmeno l’ombra, così decido di scrivergli un messaggio per chiedergli a che ora sarebbero scesi per la cena. Dopo un’ora seduta ad aspettare notizie, decido di andare alla reception e farli chiamare tramite il telefono dell’albergo.
“Signorina, mi dispiace ma non c’è nessuna risposta. Posso chiedere al collega del turno precedente se li ha visti uscire” mi dice.
“Certo, se mi può fare questo favore” dico cordiale, lui telefona al collega e dopo un paio di uhm, si, ok, chiude la telefonata e mi guarda sorridente.
“Mi ha detto hanno chiesto un taxi sul retro e sono usciti alle 18, si sono fatti prenotare una cena in un ristorante non molto lontano da qui, vedrà che saranno di ritorno presto” mi dice gentile, sospiro ma non di sollievo, sono arrabbiata, furiosa.
“Va bene grazie” mi dirigo verso il ristorante dell’hotel, mi prendo un’insalata e controllo costantemente i messaggi, ovviamente non ho notizie. Capisco il voler tirare su di umore il fratello, ma mi potevano almeno avvertire che volevano stare soli e soprattutto che se ne andavano. Perché poi uscire dal retro. Mi monta una rabbia senza precedenti.
Salgo in camera e mi metto a guardare la tv. Sono le 23 e ancora nessuna traccia dei Leto. Tutto d’un tratto il telefono prende a squillare, il numero è privato. All’ennesimo squillo decido di rispondere.
“Pronto?”
“Martina? Sono Alessandro” sento un caos in lontananza
“Alessandro chi?” rispondo confusa
“Alessandro Michele” dice ridendo
“Oddio scusami, non ti avevo riconosciuto dalla voce, dimmi”
“Senti, qui la situazione è un po’ critica – ride – siamo in un locale, meglio se vieni per dare una strigliata ai tuoi capi” e poi scoppia in una risata fragorosa
“In che senso? Dove siete?” chiedo preoccupata e arrabbiata
“Siamo al locale, l’Hollywood”
“No scusa, a Milano?”
“Si dove sennò!”
“Ale io sono a Como, dove dovrebbero essere anche loro cazzo! Mi ci vorrà un’ora per arrivare!”
“Va be l’importante è che vieni, di che entri a mio nome e vieni vestita sexy ti faranno entrare sicuramente!”
“mi vuoi dire che sta succedendo?” urlo incazzata, in tutta risposta attiva la videochiamata e mi fa vedere Jared e Shannon che ballano su un tavolo e poco più a destra due sventole bionde che gli ronzano attorno “Arrivo” e chiudo la telefonata. Chiamo la reception e mi faccio prenotare una macchina per andare a Milano fra mezz’ora. Mi vesto velocemente, in maniera sexy come richiesto, mi trucco velocemente e acconcio i capelli alla bell’e meglio. Scendo nella hall, il receptionist mi sorride, la macchina mi sta aspettando fuori.
“Buonasera, devo andare a Milano, all’Hollywood”, l’autista è un signore cicciotto, con i baffi e la faccia simpatica.
“Certo signorina, ci metteremo un po’ però, circa un’ora, non c’è traffico a quest’ora” mi risponde
“Non si preoccupi, così faccio in tempo a calmare l’ira!” dico facendolo ridere
“Se vuole parlare la ascolto volentieri!”
“I miei capi sono usciti di nascosto dal retro dell’Hotel, sono nera. Mi ha telefonato un amico dicendomi di raggiungerli perché la situazione sta degenerando – rido istericamente – ne vade la loro dignità. Sono rockstar americane comunque.” dico
“Oh, capisco. Beh non si preoccupi, sta arrivando lei in loro soccorso” mi dice sorridendomi, gli rispondo con un sorriso e poi mi metto a controllare i social. Vado sul profilo di Shannon per vedere se è stato taggato in qualche foto e vedo che la nostra foto non c’è più. Riaggiorno la pagina, sperando che sia un bug di Instagram. La rabbia aumenta, cerco di fare dei respiri profondi e focalizzare la mente. Chiamo Emma, perché il metodo respira profondamente non funziona.
“Buona…sera Martina, che succede?” mi dice preoccupata
“Emma, sono usciti di nascosto dal retro dell’hotel di Como e sono all’Hollywood, mi ha chiamato Michele dicendomi che la situazione sta degenerando. Shannon ha tolto la nostra foto da instagram.” Dico tutto d’un fiato
“L’ho notato che ha tolto la foto qualche ora fa, che è successo?”
“Jay si è lasciato con Scar. Io ero con Shan in barca nel pomeriggio, quando siamo rientrati, mi hanno chiesto di lasciarli soli, con la promessa di rivedersi a cena. Non mi hanno detto nulla, questo comportamento non è rispettoso del mio lavoro, per niente. Sono furiosa.”
“Cazzo. Dove sei?” mi dice impanicata
“In una macchina, sto andando al locale come mi ha suggerito al telefono Michele”
“Senti, stai calma, razionalizziamo”
“Emma, non c’è un cazzo da razionalizzare… comunque fra mezz’ora dovremmo essere arrivati. Tu che hai accesso ai social di Jared e Shannon, cancella ogni tag scandaloso, ne ho già visti alcuni. Provvederò al resto, ci sentiamo più tardi per sms e poi domani mattina” dico io
“Marti…” sospira
“Non dire nulla, vedrò come aggiustare la situazione. Scusa il disturbo, ero nel panico. Grazie”
“Quando vuoi ci sono” dice chiudendo la telefonata. Una lacrima mi riga la guancia, per ogni avvenimento bello della mia vita ne succedono altri mille negativi. Sono stanca, voglio solo lavorare.
Dopo 25 minuti, arriviamo al locale, c’è una fila fuori enorme. Nel frattempo, si è fatta l’una, chiedo all’autista di aspettare qui fuori e gentilmente mi sorride lasciandomi il suo numero se eventualmente si fosse dovuto spostare sul retro.
Mi avvicino al buttafuori con una camminata sexy, il vestito mi fasciava perfettamente. Con fare provocante mi avvicino al suo orecchio, gli dico ciò che mi aveva suggerito Alessandro Michele e mi accompagna direttamente nel privè.
La discoteca è colma di gente, ma attraverso un corridoio deviamo prima e arriviamo ai privé. Il buttafuori mi dice che quello che cerco è il 302, raggiungo la porta, poggio la mano sulla maniglia, prendo un respiro e busso.
“AVANTIIIIIIIIIII” sento urlare dall’altra parte, respiro di nuovo profondamente ed apro.
Lo spettacolo che mi si para davanti è raccapricciante, Champagne, bicchieri da cocktail, bottiglie di alcolici. Vedo Jared e Shannon addormentati sulle poltrone seduti tra le bionde, anche loro addormentate appoggiate rispettivamente sulle spalle di Jared e Shannon. Mi viene da piangere ma non mi pare il caso, Alessandro è con il compagno, anche loro sono allegri, ma tutto sommato vigili.
“Buonasera, grazie per avermi chiamato. Li riporto a Como” dico semplicemente, meccanica.
“Martina, non è successo niente. Te lo posso garantire, hanno solo bevuto un po’…” mi dice serio
“Si, lo vedo bene. Non mi interessa cosa è successo o non è successo. Fatto sta che io devo sapere dove stanno e dove vanno, non sarei nemmeno venuta se mi avessero detto che venivano qui con te. Sono i miei capi, ma uscire dal retro non lo accetto ed è un comportamento da bambini maleducati che non hanno rispetto per il lavoro altrui.” Urlo arrabbiata. Vedo Jared svegliarsi di scatto, mi osserva, prova ad aprire bocca ma gli faccio cenno di stare zitto.
“Ce la fai ad arrivare alla macchina?” dico io seria
“Sì”, dice alzandosi barcollante mentre Shannon è proprio fuori gioco.
“Aspetta qui, non ti muovere” dico a Jared. Esco, chiamo l’autista e lo faccio venire sul retro, poi mi dirigo da un buttafuori e gli chiedo aiuto per portare Shannon dal privé alla macchina. Jared sale dietro e faccio mettere anche Shannon dietro.
“Alessandro grazie per avermi avvertito – dico sorridendo amaramente – buonanotte” dico facendo per salire in macchina, lui mi blocca il polso.
“Mi dispiace, non pensavo che non ti avessero avvertito. Mi sento in colpa – vedo che il suo sguardo cade sulla mano con l’anello che mi ha regalato Shannon – ho fatto un buon lavoro” dice compiaciuto
“Non è il momento Alessandro, grazie e buonanotte” dico ferita salendo in macchina. Jared e Shannon dormono profondamente.
“Uno dei due non è il suo capo vero?”
“È anche il mio capo, ma non solo” dico abbattuta, mi guarda e non dice altro. Quando arriviamo sono ormai le 4.30 di mattina, pago l’autista, vedo Jared sveglio fissare il vuoto.
“Mi aiuti con Shannon, ce la fai?” dico atona
“Sì, certo” scende e facciamo uscire Shannon che apre lievemente gli occhi, biascica qualcosa che non capisco e mette le braccia attorno al nostro collo.
“Andiamo in camera tua Jared” dico e lui non obietta. Lo adagiamo sul letto, lascio due aspirine e due bottiglie d’acqua. Sento Jared mettersi a letto. In macchina ho avuto modo di riflettere e in un atto di profonda delusione mi sfilo l’anello e lo lascio accanto alle aspirine. Jared segue ogni mio movimento in silenzio.
“Annulla gli appuntamenti con le agenzie immobiliari domani” mi dice sottovoce
“L’ho già fatto, buonanotte” dico chiudendomi la porta dietro.
Vado in camera mia, risistemo un po’ le valigie, mi faccio una doccia e metto il pigiama. Mando un sms a Emma spiegandole la situazione a grandi linee e le dico che la mattina non mi sarei fatta trovare da loro, nell’eventualità glielo chiedessero.
Vado a dormire ormai alle 5 e alle 8 mi sveglio, distrutta dopo un sonno agitato e poco rilassante. Scendo a fare colazione, prendo il mio solito caffè, fette biscottate e una vagonata di nutella. Faccio in fretta perché non li voglio di certo beccare.
“Buongiorno – dico cordiale alla concierge –verso le 13 se i signori della camera 150 non sono scesi portate il pranzo in camera, uno è vegano. Avranno fame. Mi può dare un biglietto?” dico…lui mi passa un biglietto e scrivo che non sarò disponibile per tutto il giorno visti gli straordinari per riportarli da Milano. “Questo lo metta sul carrello del pranzo o al limite glielo dia quando scendono per colazione, grazie” sorrido ed esco dall’hotel. Visito un po’ la città di Como, ed alle 13 entro in un locale per pranzare. Ordino una semplice pasta al pomodoro e nell’attesa prendo il telefono. Emma mi ha risposto dicendomi di chiamarla non appena potevo e volevo. Così inoltro la chiamata.
“Hey!” dico
“Hey, non ti chiedo come stai, perché lo immagino”
“Ho lasciato l’anello sopra la scrivania ieri sera… per un po’ voglio fare solo il mio lavoro. Avevamo passato una giornata fantastica, mi ero aperta così tanto con lui. Adesso penserò al mio lavoro e basta non voglio fare altro. Anche lui almeno avrà modo di riflettere sui suoi sentimenti”
“Non ti chiudere, fallo spiegare”
“Emma, cosa c’è da spiegare? Si sono andati ad ubriacare in un locale e li ho ritrovati addormentati abbracciati a due donne. Non si ricorderanno nemmeno un cavolo perché erano sbronzi da fare schifo. Shannon e l’alcool hanno una relazione instabile, pensavo che avessimo chiuso o per lo meno messo da parte quel capitolo, e invece…”
“Mi è arrivata una email, Jared mi chiede dove sei”
“Digli che non mi hai sentito e non ti ho risposto alle e-mail stamattina. Anzi, chiedi tu spiegazioni, adesso ti saluto perché mi sta arrivando il pranzo, ciao Emma ci sentiamo”
“Ciao tesoro, per qualsiasi cosa…ci sono”
Assaporo la mia pasta e chiedo anche un dolce. Mentre sorseggio il caffè chiamo i miei genitori a cui non racconto niente e recito la parte. Gli dico che siamo a pranzo e che Como è una città molto bella. Loro mi aggiornano un po’ sulla famiglia e poi mi salutano. Vedo delle e-mail di Jared e dei messaggi di Shannon, ma leggo solo le anteprime: mi chiedono dove sono, Jared mi dice che sono preoccupati. Shannon mi dice di tornare in hotel perché mi vuole spiegare, mi dice che si ricorda tutto, che non ha bevuto molto e che non è successo niente. Delle lacrime mi riempiono gli occhi così decido di infilarmi gli occhiali da sole.
Alle 18 rientro in hotel, chiedo se è possibile andare alla spa e il concierge mi accompagna, mostrandomi dove trovare asciugamani e ciabattine. Entro nella sala massaggi e me ne faccio fare uno ayurvedico. Ad un tratto sento delle voci familiari provenire dall’altra sala, quella dove c’è la piscina dico alla massaggiatrice di andare e mi metto ad origliare.
“Jay, le dovevamo dire che uscivamo… non si sarebbe arrabbiata”
“Si sarebbe arrabbiata lo stesso perché sarebbe dovuta venire a recuperarci comunque. Ed eravamo ubriachi Shan, ci sono bastati due drink perché non bevevamo da tempo, ma eravamo ubriachi.”
“Io non ero ubriaco, io mi ricordo tutto, mi ricordo anche che quelle due bionde te le sei pomiciate. Io ero lucido!” dice Shannon arrabbiato
“Shan non eri lucido, vaffanculo, non dare sempre la colpa agli altri. Io sono responsabile di averti portato lì pur sapendo del tuo rapporto con l’alcool… ma pensavo fosse acqua passata e avessi fatto pace con te stesso grazie a lei… poi che le bionde me le sia pomiciate io mentre tu parlavi con Ale è un altro conto! Ad ogni modo non sappiamo dov’è, a te ha lasciato l’anello e stasera dobbiamo partire per la prossima data” decido di svignarmela in silenzio. Anche se non è successo nulla con quelle due sono ferita…mi vado a cambiare, vado in camera, mi faccio la doccia e asciugo i capelli, ripreparo sia la mia che la valigia di Shannon, poi vado in camera di Jared e preparo anche la sua. Prendo la mia valigia e la porto nella hall prima di andare a mangiare. Dopo cena saremmo partiti per la data successiva del tour. Così decido di aspettarli seduta sul divano di fronte alla hall. Mi metto al telefono, visualizzo tutti i messaggi che non ho visualizzato durante la giornata e rispondo solo ad Emma, dicendole che mi sarei comportata bene ma da assistente, nulla di più.
Sento vociferare, alzo lo sguardo li vedo, sono seri.
“Avete cenato?” dico io gentile
“No” risponde Jared
“Ok, vi aspetto qui andate pure al ristorante, io ho già mangiato. Veloci però che tra un’ora dobbiamo essere in aeroporto” dico rimettendomi seduta e continuando a scorrere Instagram.
“Marti – santo Dio se non la smette – dai vieni almeno al tavolo con noi così parliamo”
“Non c’è niente di cui parlare – dico il più calma possibile – io sono una vostra dipendente, non mi dovete spiegazioni” dico mettendomi seduta e non considerandoli. Così decidono di andare a cena, io faccio chiamare un taxi e poi rimango lì ad aspettarli.
Quando li vedo riemergere dalla sala, mi alzo prendo la mia valigia e faccio il check out, riconsegniamo le chiavi e mi avvio fuori per il taxi. I ragazzi mi seguono in silenzio. Salgo davanti e lascio loro sui sedili posteriori.
“All’aeroporto grazie!” dico gentile al taxista
“Martina abbiamo il nostro vero?” mi chiede Jared alludendo all’aereo immagino
“Certo, come previsto!” rispondo senza girarmi
“Hai dormito?” mi chiede Shannon
“No” rispondo secca
Il resto del viaggio lo passiamo nel silenzio più totale, penso di aver visto anche una palla di fieno di quelle che ci sono nei film western attraversare la macchina.
Arrivati in aeroporto, dopo aver passato i controlli saliamo sull’aereo diretto alla prossima tappa del tour. Mi siedo su una poltrona e mi infilo subito gli auricolari, il volo sarebbe durato solamente un’ora e mezzo. La volevo sfruttare per dormire, ma ovviamente Jared e Shannon volevano parlare.
“Martina penso che sia il momento di smettere di fare i bambini e chiarirci” dice Jared togliendomi la cuffia, lo guardo, mi siedo più composta e aspetto che inizi il suo discorso.
“Sono tutta orecchie!” dico per esitarlo
“Penso che questo comportamento che tu stia tenendo nei nostri confronti non sia giusto” dice tranquillo, ma i suoi occhi fanno trapelare serietà, a beh il mio comportamento?
“Io mi sto comportando come una vostra dipendente, quale sono, probabilmente era il mio comportamento di prima, da amicona, che non andava bene e non era professionale” dico cercando di mantenere la calma, anche se le poche ore di sonno di certo non aiutano il mio umore.
“Ma ti sei bevuta il cervello?” dice Shannon, irruento come sempre.
“Fino a prova contraria, ve lo siete bevuti voi. Ad ogni modo, quello che avete fatto non è stato rispettoso nei confronti del mio lavoro” concludo forse acida. Vedo Jared con una faccia perplessa, sta pensando a quello che dire, si sta mordendo il labbro ed è nervoso, ed è così orgoglioso che non mi vuole dare ragione neanche di fronte alla prova schiacciante del loro essere in difetto.
“Martina per l’ennesima volta, non è successo nulla io mi sono bevuto solo una birra e poi mi sono addormentato. Non capisco tu mi abbia lasciato questo – dice facendomi vedere l’anello – in camera”
“Sei tu che hai tolto l’immagine di noi due da Instagram per primo per poi andare a bervi anche l’anima, hai premuto tu per mettere quella foto, non ti ho costretto io…” dico fintamente calma, Shannon si zittisce subito, “mi avete lasciato come una deficiente. Non sapevo dove cazzo vi eravate andati a cacciare. Jared, io le capisco le tue delusioni d’amore: ti parlo da persona che ha subito delle violenze e che si è rifugiata in alcool per tanti anni per sopportare le botte, ma io avevo 22 anni… voi ne avete quasi 50 cazzo. Un po’ di rispetto per voi stessi e per le persone che si fanno il culo per starvi dietro lo avete?” dico furiosa, mi guardano in silenzio
“Ma chi ti credi di essere?” mi dice arrabbiato Shannon
“Proprio nessuno evidentemente” dico guardando Shannon con le lacrime agli occhi
“Credo che ci si debba limitare ad un rapporto esclusivamente lavorativo per un po’, almeno finchè non riusciremo a parlare civilmente” dice Jared diplomatico
“Sono d’accordo” continua Shannon
“Ottimo, ma non sono l’unica qui che si deve fare un esame di coscienza!” dico mettendomi le cuffie e fissando le nuvole dall’oblò.
Appena atterrati all’aeroporto, porto i ragazzi al loro hotel e io raggiungo gli altri, per aiutarli a fare qualsiasi cosa necessaria, per fortuna il lavoro mi sta facendo bene. Forse ci sono andata troppo pesante con le parole, in effetti sono pur sempre i miei capi e mi sono presa troppa confidenza sgridandoli come se fossero bambini. All’ora di pranzo, vado a prendermi un panino insieme a Shayla che mi osserva in silenzio.
“Sputa il rospo” mi dice ad un certo punto, la guardo confusa “mi ha accennato Emma della loro sparizione improvvisa, del tuo recupero però non c’è solamente questo vero?”
“Mi sono arrabbiata sull’aereo, li ho sgridati perché hanno mancato di rispetto anche alla mia figura professionale – hai fatto bene, dice Shayla – ed entrambi mi hanno detto che è meglio che il nostro rapporto per un po’ si limiti solo ad un rapporto professionale…Ci sto male? Sì, ma hanno ragione. Quindi non è che hai posto anche per me stanotte?” dico guardandola negli occhi
“Certo, però stasera noi usciamo con la crew. Vuoi unirti a noi?” mi chiede
“No, stanotte non ho dormito e in vista della data di domani mi vorrei riposare, magari un’altra volta” dico sorridendole grata. La location della prossima data è bellissima, finiamo di montare per l’indomani, Stevie fa i volumi e poi tutti in hotel. Saluto tutti e vado in camera di Shayla. Chiamo Emma per aggiornarla sulla situazione, mi dice che per ora è l’unica cosa che posso fare, devo stare al mio posto e cercare di godermela. Faccio una doccia veloce e poi mi metto il pigiama, mi infilo sotto le coperte e mi metto a dormire. L’indomani tutto procede in maniera professionale, sto sul mio. Scherzano più o meno con tutti tranne che con me, questa cosa mi fa veramente soffrire, ma ci dovrò fare l’abitudine. La giornata prosegue tra meet e concerto, come al solito tutto è stato così frenetico che riesco a mettere qualcosa sotto i denti solo dopo la fine del concerto. Con Shayla ci dirigiamo alla macchina dove aspettiamo i ragazzi che entrano in silenzio e una volta arrivati all’hotel si dirigono alle loro camere e io e Shayla ci dirigiamo alla nostra.
Il resto del tour trascorre così tra occhiatine fredde e gelo, con il resto della crew ho cercato di mantenere lo stesso comportamento del solito, indossando una specie di maschera. Nonostante abbiano cercato varie volte di invitarmi fuori sono sempre rimasta in hotel a riposarmi, pensare, e chiudermi sempre più nel mio guscio di cui mi ero liberata mesi fa.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: vampireechelon