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Autore: likeamigraine    05/05/2020    0 recensioni
Genos. Che starà facendo? È stranamente silenzioso. Saitama apre gli occhi e cerca il ragazzo con lo sguardo: non si è mosso dalla posizione in cui lo ha lasciato: inginocchiato davanti al loro piccolo tavolo, completamente assorto, due dei suoi taccuini neri – dall'aspetto costoso – aperti davanti. Ogni tanto trascrive qualche frase da quello vecchio a quello nuovo. Sta sistemando i suoi appunti, si dice Saitama, e si ritrova a osservarlo. Il volto dell'adolescente è rilassato, lo sguardo concentrato, in mano un'elegante penna a gel blu. È davvero ricco sfondato, che invidia. Genos continua il proprio lavoro ignaro dello sguardo del suo maestro, ogni tanto si morde il labbro inferiore, pensieroso, si gratta il naso. Sembra uno studente delle superiori. A proposito... in un secondo la mente di Saitama si riempie di domande.
[Saitama/Genos]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genos, Saitama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E anche questo tankōbon dell'Uomo Stercorario è già finito... Saitama chiude il volume, lo appoggia per terra accanto a sé e si lascia cadere all'indietro con uno sbadiglio, atterrando sul grande cuscino alle sue spalle. Infila una mano sotto l'elastico dei pantaloni della tuta e si gratta un fianco svogliatamente. Chiude gli occhi. Che fare? Senza altri manga da leggere, senza mostri da sconfiggere, la spesa fatta, la casa in ordine, i piatti lavati, la cena ancora lontana di qualche ora... insomma,. una noia mortale. Forse può chiedere a Genos di aiutarlo a scegliere un film da scaricare, qualcosa da guardare insieme mentre sgranocchiano degli edamame. C'è anche della birra nel frigo – birra che Genos non potrebbe bere, ma chissene...

Genos. Che starà facendo? È stranamente silenzioso. Saitama apre gli occhi e cerca il ragazzo con lo sguardo: non si è mosso dalla posizione in cui lo ha lasciato: inginocchiato davanti al loro piccolo tavolo, completamente assorto, due dei suoi taccuini neri – dall'aspetto costoso – aperti davanti. Ogni tanto trascrive qualche frase da quello vecchio a quello nuovo. Sta sistemando i suoi appunti, si dice Saitama, e si ritrova a osservarlo. Il volto dell'adolescente è rilassato, lo sguardo concentrato, in mano un'elegante penna a gel blu. È davvero ricco sfondato, che invidia. Genos continua il proprio lavoro ignaro dello sguardo del suo maestro, ogni tanto si morde il labbro inferiore, pensieroso, si gratta il naso. Sembra uno studente delle superiori. A proposito... in un secondo la mente di Saitama si riempie di domande.

Beh, visto che è così annoiato... perché no. Il ragazzo ha anche imparato a essere sintetico, il più delle volte.

«Ehi, Genos...» lo chiama Saitama.

Genos alza lo sguardo e posa la penna. «Mi dica, sensei.»

«Ti va una birra?» gli chiede, alzandosi e dirigendosi verso la cucina.

«Sensei, sa bene che non ho ancora compiuto vent'anni e quindi mi è pro—»

Saitama alza gli occhi al cielo, mentre pesca due Asahi (ieri c'era una super-offerta e se ne sono portati a casa un'intera cassa. A un terzo del prezzo!) dal frigo. «Non ti ho chiesto se puoi. Ti ho chiesto se ti va, Genos...». Prende anche un pacchetto di patatine, uno di edamame arrostiti e salati e si volta a guardare verso la sala. «Ti va?»

«Sì, sensei. Basandomi sulle mie esperienze precedenti, ossia le altre volte che abbiamo bevuto insieme una bevanda alcolica, lo gradirei molto. Se la cosa dovesse emergere, però, mi assicurerò di prendermi tutta la responsabilità. Lei è troppo gentile con me e non vorrei metterla nei guai per avere infranto la legge, dando da bere a un minor—»

Il monologo di Genos viene interrotto da una birra ghiacciata appoggiatagli sulla guancia. «Tieni, chiacchierone. E preoccupati meno...» gli dice Saitama con affetto. Fino a qualche mese fa si sarebbe irritato, ma adesso le stranezze dell'adolescente lo divertono quasi. Genos sorride e afferra la birra, poi la stappa utilizzando l'apribottiglie che ha nella spalla destra. Saitama si siede accanto a lui e fa lo stesso, posandogli la mano libera sul braccio, anche se solo per un istante.

«Qui c'è qualcosa da sgranocchiare...» dice, lanciando i due snack sul tavolo. Genos lo ringrazia e spinge la sua birra contro quella del suo maestro. Clink. Poi ne beve un lungo sorso, come se fosse assetato.

Saitama beve a sua volta, poi appoggia la bottiglia sul tavolo per aprire i due snack. «Magari sposta i tuoi taccuini, Genos...»

«Subito, sensei!» esclama il ragazzo, raccogliendo il suo materiale e portandolo alla scrivania di tutta fretta. «Mi scusi per il disordine!»

«Genos, stai tranquillo...» lo rassicura Saitama, per poi schiacciarsi una patatina contro il palato e tenerla lì per qualche secondo, il sale che gli pizzica la lingua. «Te lo dicevo solo perché non vorrei che si rovinassero con la birra o con gli snack». Poi beve un altro sorso di birra.

«A proposito...» dice, appoggiandosi con un gomito al tavolo e voltandosi completamente verso il ragazzo, che è tornato a sedersi al suo fianco. «Scrivi davvero bene, sei molto preciso» (Genos arrossisce al complimento – Kuseno ha pensato proprio a tutto – e mormora un grazie). «Mi chiedo come fossi a scuola.»

«Uh?» domanda Genos, con espressione stupita, riempiendosi intanto la bocca di una manciata di edamame.

«Sì, che tipo eri? Sono curioso...» risponde Saitama, strusciando l'unghia contro l'etichetta dell'Asahi resa molle dalla condensa. «O forse...» aggiunge, spingendo lo stesso dito, umido e ghiacciato, contro la guancia di Genos, «non me lo vuoi raccontare? Vuoi fare il misterioso? Vuoi mantenere l'esclusiva per una qualche intervista, ora che sei un idolo delle folle?».

«Niente di tutto ciò, sensei» risponde, dopo aver buttato giù gli edamame con un sorso di birra. «Ovviamente nulla di tutto ciò. Solo è raro che mi faccia domande del genere».

«Beh... sì,» ammette Saitama, grattandosi una guancia. «Ma ti ho visto lì, tutto concentrato sui tuoi appunti... e mi è venuta la curiosità...»

Genos cerca di nascondere il proprio rossore bevendo un altro sorso di birra, la testa all'indietro e la bottiglia quasi in verticale. Saitama sorride divertito. Tutti gli adolescenti sono così drammatici o a lui ne è capitato uno particolarmente intenso? Non si ricorda di essere mai stato così, ma forse lui aveva già al tempo una depressione non diagnosticata e... no, non è una cosa a cui vuole pensare adesso.

«Cosa vuole sapere, esattamente?»

«Scommetto che eri un secchione» risponde Saitama, con un sorrisino, per poi mettersi una manciata di patatine in bocca. «Tutto preciso e iscritto a qualche club da... secchione, insomma,» continua, parlando a bocca piena.

«In verità, sensei, no, mi spiace deluderla,» risponde Genos, finendo la sua birra con un sorso.

«No?»

(«Posso prenderne un'altra?» domanda, alzandosi. «Sì, certo. Ne porti un'altra anche a me, ché ho quasi finito questa?»)

«Andavo molto bene,» risponde rientrando in sala, con due birre, «ma studiavo il minimo indispensabile. Per quanto riguarda il club...» passa la bottiglia già aperta a Saitama e si siede nuovamente accanto a lui. «Ero iscritto a quello di cucina.»

Saitama sorride. «Questo spiega molte cose.»

«Se ho capito cosa intende, la ringrazio. Ma in verità ero totalmente incapace, ai tempi. Solo...» fa una pausa, beve un sorso di birra, inspira veloce dal naso, deglutisce, «mia sorella minore mangiava quello che cucinavo, ma soltanto perché mi voleva molto bene.»

Il ragazzo abbassa lo sguardo, triste, e Saitama cerca subito di cambiare discorso. «E poi che altro facevi?»

«Leggevo, navigavo su internet e giocavo con i miei amici. Mi spiace, ma come le ho già raccontato conducevo una vita tranquilla, banale, oserei dire...»

Saitama, però, è estremamente interessato. Se lo immagina con la divisa delle medie, come un ragazzino normale. Nel senso, con una vita normale e comportamenti normali, perché, per il resto, non è certo il suo essere un cyborg che lo rende diverso dagli altri, per quel che lo riguarda. Ma, proprio quando vorrebbe che parlasse di più, Genos sta essendo sintetico. «Giocavi a cosa? Ti ci vedo a giocare a basket. Forse avevi già allora chilometri di gambe,» domanda, con un altro sorrisetto e dandogli piccole gomitate all'altezza delle costole.

Genos arrossisce e beve un altro sorso di birra, ma almeno non sembra più triste. «No, sensei. Ero appassionato di simulazioni di combattimento fra mostri collezionabili.»

«Ossia giocavi a Pokémon.»

«Sì. La sua capacità di sintesi è incredibile. E a Pokémon GO. Anche se il mio villaggio era così piccolo che per registrare 10.000 passi dovevamo fare avanti e indietro un sacco di volte e—»

«—eravate pieni di Rattata e Pidgey.»

«Esattamente, sensei. Lei è sempre così perspicace.»

Saitama scuote la testa e non commenta tutti quei complimenti gratuiti. A parte ciò, si ripromette di riprendere l'argomento Pokémon in un'altra occasione. «Ma poi l'hai finita la scuola?»

«Certo! Il professor Kuseno ha insistito molto affinché mi diplomassi. Ma fra le operazioni per salvarmi la vita e poi quelle per trasformarmi in un cyborg, la fisioterapia e le mie missioni, beh, avevo poca presenza di spirito per studiare. Quindi ogni mese mi caricava nuovi dati sull'interfaccia cerebrale—»

«Frena, frena,» lo interrompe Saitama. «Sento che non ci sto per capire nulla. Semplifica.»

«Sì, sensei,» annuisce Genos. «Il professore mi caricava delle informazioni nel cervello che corrispondevano a quello che avrei dovuto studiare a scuola quel mese e poi se avevo dubbi ne parlavo via mail con gli insegnanti. Ho dato l'esame da esterno l'anno scorso, è andato molto bene. Potrei entrare nelle migliori università, ma non è certo la mia priorità, adesso.»

Saitama annuisce. Altro argomento da affrontare più avanti. Pokémon GO e l'iscrizione all'università. Precisamente in questo ordine.

La conversazione si esaurisce così e i due finiscono in silenzio le loro birre.

Saitama a un certo punto si alza. Si sente decisamente meglio. Insomma, un po' meno vuoto. «Vado a farmi un bagno! Non berti una terza birra, mentre sono di là». E fa una cosa non inedita, ma comunque rara: gli scompiglia i capelli.

«No, sensei!» risponde Genos, ancora seduto, con un'espressione che sembra quasi imbarazzata. Poi si alza in piedi a sua volta e inizia a raccogliere le bottiglie e gli snack. Saitama vorrebbe fermarlo e dirgli che ci può pensare lui dopo, ma come spesso accade lo lascia fare. Tanto ormai – si dice – il ragazzo sa essere molto più cocciuto di lui.

«Ah, Genos, un'ultima domanda...» domanda Saitama, un piede già in bagno.

Genos annuisce, con la sua solita espressione seria.

«Qual era il tuo starter preferito?»

«Di quale generazione?»

«Sono vecchio, vienimi incontro, la prima...»

«Sicuramente Charmander! Il suo elemento e le sue evoluzioni mi hanno sempre affascinato moltissimo!»

«Non avevo dubbi...» ridacchia Saitama, passandosi una mano sulla testa, mentre immagina Genos utilizzare con passione Lanciafiamme.

«E il suo, sensei?»

«Lo scoprirai quando ci giocheremo insieme,» gli dice, facendogli l'occhiolino.

«!!!» Saitama non gli lascia il tempo di replicare e si chiude la porta alle spalle. Bene, almeno uno dei due argomenti (Pokémon e università) che si era ripromesso di affrontare col suo allievo è andato. Del resto, fra i due, è lui l'adulto responsabile.






NOTE:
- Betata da neerapen.
- Titolo: Teen Idle, Marina & The Diamonds.
- In Giappone la maggiore età si raggiunge a 20 anni (fino al 31 marzo 2022, dal 1º aprile 2022 la maggiore età sarà abbassata a 18). Genos ne ha 19.
  
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