Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Ricorda la storia  |       
Autore: LetsCuddle    05/05/2020    1 recensioni
Jack Frost aveva vissuto tutta la sua vita in solitudine, nessuno poteva vederlo o sentirlo, nessuno si accorgeva della sua presenza.
Una storia in tre capitoli che narra dell'incontro con una piccola bambina dagli incredibili poteri che cambiò totalmente la sua vita, facendogli conoscere per la prima volta l'amore.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ogni volta che da qualche parte del mondo nasceva una bufera di neve, Jack Frost lo sapeva.
La maggior parte delle volte era lui stesso a causarle, ma quella sera ne sentì una davvero forte in Norvegia. Comandò le correnti d’aria come usava fare sempre e si fece trasportare fino ad un piccolo regno nascosto in un fiordo. Dall’alto vide un castello che sembrava quasi sospeso sull’acqua e con suo stupore notò che quel castello era proprio l’epicentro della bufera.
Man mano che iniziò ad avvicinarsi Jack cominciò a sentire delle urla di donna, lo Spirito si affacciò ad ogni finestra, voleva capire chi era ad urlare e perché, perlustrò ogni piano, finché non la trovò. La donna aveva dei lunghi capelli marroni, indossava una camicia da notte ed era stesa in un letto, teneva per mano un uomo alto e dallo sguardo preoccupato, attorno a loro altre donne le asciugavano la fronte, le tenevano la mano, la incitavano a spingere e Jack Frost tirò quasi un sospiro di sollievo quando capì che urlava per la sofferenza del parto.
Fece quasi per andarsene quando si ricordò il perché era lì: capire il motivo di quella bufera.
Sentiva che non era una tempesta qualunque, era insolito come i venti vorticavano proprio attorno le mura del castello, si chiese se non ne fosse proprio quella donna la causa, che avesse anche lei dei poteri come i suoi? Eccitato da un’idea del genere Jack tornò alla finestra e con gioia vide che la donna aveva dato vita ad una bellissima bambina. Nel vederla, il folletto capì subito che era lei la causa della bufera, avvertiva in quella bambina un grande potere, la vedeva scalciare e urlare e dietro di lui sentiva i venti infuriare. Non poteva sentire quello che le persone dicevo ma la curiosità in lui era troppa così entrò, passò attraverso la finestra e vorticò al capezzale della donna stremata.
“Vostra maestà, è in perfetta salute” disse un’anziana signora all’uomo dallo sguardo preoccupato mentre ridava alla madre la piccola avvolta in un telo.
“Guarda Agnarr, è bellissima” disse sfinita la donna guardando sua figlia.
Re Agnarr era commosso, guardò la moglie “è identica a te Iduna” e diede un bacio sulla fronte della neonata.
Il calore di quella scena fece dimenticare per un attimo a Jack perché fosse lì, si ricompose poi si avvicinò alla bambina: ogni tanto essere invisibile aveva i suoi vantaggi. La osservò bene e notò che i suoi pochi capelli erano già bianchi come la neve, proprio come i suoi, era tranquilla nonostante fosse nata da cinque minuti e questo fece ricordare a Jack che non sentiva più i venti infuriare contro la finestra, volò fuori per esserne sicuro e con sorpresa si ritrovò non più nell’occhio di una bufera ma sotto una candida e delicata nevicata di metà dicembre, proprio all’alba del solstizio di inverno. Tutto questo era così strano per lui, tornò subito dentro e osservò ancora più da vicino la piccola che ora sonnecchiava beata tra le braccia della Regina.
“Chi sei tu?” mugugnò tra se e se lo spiritello.
“Sai Agnarr, pensavo di chiamarla Elsa” propose quasi in un sospiro Iduna.
“Mi piace tantissimo amore mio” concluse il Re.
“Elsa” disse Jack senza staccarle gli occhi di dosso “Io e te ci rivedremo piccolina”.
Jack volò via, schivando la nevicata, oltre il fiordo, sorridendo al pensiero del miracolo a cui aveva appena assistito.

Il tempo passava e Jack tornava di tanto in tanto ad Arandelle - così aveva scoperto chiamarsi quel piccolo regno - per andare a trovare la giovane Elsa. Era fuori la finestra quando la principessa iniziò a gattonare e a scivolare sulle patine di ghiaccio che lei stessa formava, fu testimone dei suoi primi passi e degli atterraggi su dune di neve che spuntavano nel momento in cui perdeva l’equilibrio.

Quando Elsa aveva solo tre anni nacque la sua sorellina, Jack Frost era entusiasta all’idea di un’altra bambina con gli stessi poteri, già immaginava tutti e tre a volare nel cielo più su di ogni foresta o montagna, pattinare su del ghiaccio da loro creato nel centro di un lago, giocare a palle di neve anche con 20°C, finalmente poteva avere anche lui una famiglia!
Anna però, così chiamarono la nuova arrivata, non era come la sorella maggiore, Jack lo capì subito. Aveva gli stessi occhi azzurri di Elsa ma meno intensi, i capelli non erano bianchi neve ma di un biondo caldo che ricordavano la giornata d’estate in cui era nata, era una bambina vivacissima, ma in lei non c’era nessun potere magico.
“Poco male” pensò lo Spirito.

Quando i genitori di Elsa scoprirono i suoi poteri Jack era proprio lì, vicino a lei, aveva solo cinque anni e sotto i loro occhi aveva fatto nevicare sulla sorellina.
Con sorpresa di Jack i genitori si mostrarono particolarmente felici per la natura della loro primogenita, Iduna in particolare ne era quasi fiera.
Jack Frost era felice per la sua piccola amica anche se in cuor suo provava una sensazione di malessere, lui era lì, era sempre lì, giocava con lei come un fratello maggiore, ogni tanto credeva anche che Elsa potesse vederlo, si sentiva quasi parte della famiglia, ma in realtà nessuno si era mai accorto di lui.

Il giorno del suo sesto compleanno Elsa si svegliò all’alba e fu proprio quella la prima volta che vide Jack Frost.
La principessa si alzò di buonora per andare in corridoio, la sua intenzione era quella di abbellire le sale con dei cristalli di ghiaccio, ma mentre passava avanti ad uno dei balconi principali del palazzo con la coda dell’occhio notò fuori qualcuno. Forse qualcuno era un eufemismo per definire ciò che vide, poiché la persona in questione non era sul terrazzo, bensì era fuori, sospeso in aria, che giocava ad inseguire dei fiocchi di neve.
Basita la bambina non seppe resistere, spalancò la balconata ed uscì fuori sul terrazzo, i suoi piedi nudi non sentivano freddo nel toccare le mattonelle gelate ed anche se fosse stato così in quel momento era troppo presa da ciò che vedeva. Jack Frost non si rese subito conto del fatto che la sua piccola amica stava guardando proprio lui, era abituato all’idea di non essere visto quindi pensò che si era fatta prendere dalla curiosità per la nevicata.
“Ciao Elsa cosa fai già sveglia?” esclamò Jack entusiasta, il compleanno della principessa lo metteva sempre di buon umore, a palazzo era festa grande, anzi tutta Arandelle era in festa e a fine giornata Elsa dava un piccolo spettacolo di ghiaccio per i genitori e la sorella diventando ogni anno più brava.
“Ti piace questa? È il mio regalo di compleanno per te amica mia” il folletto non si aspettava una risposta ma andava orgoglioso della piccola nevicata creata per lei che le stava mostrando, l’aveva rinchiusa in una bolla di ghiaccio per potergliela dare in dono.
Non aveva ancora mai parlato con Elsa ma era comunque l’essere umano a cui era più affezionato al mondo.
Si avvicinò alla festeggiata porgendole il suo regalo ma lei fece una cosa che sorprese incredibilmente Jack: Elsa seguì con lo sguardo i movimenti del folletto, non aveva risposto alle parole di Jack ma solo perché era a bocca aperta.
Lo Spirito non era sicuro di quello che aveva visto, anzi non poteva credere a quello che aveva visto!
Si avvicinò ancora di più alla principessa e lei per riflesso condizionato si scostò quasi impercettibilmente, Jack si continuò a muovere per essere sicuro guardasse proprio lui, e ovunque si spostasse, su, giù, destra, sinistra lo sguardo di Elsa lo seguiva così ebbe la conferma che cercava.
“Tu puoi vedermi?” domandò in fine titubante. Elsa annuì, sempre a bocca aperta.
“Tu puoi vedermi!” esclamò entusiasta “Tu puoi vedermi davvero!” Jack prese a fare dei salti mortali in aria, poche volte era stato felice come la prima volta che Elsa lo vide “sapevo che eri speciale Elsa, l’ho sempre saputo!” le disse tornando da lei.
La piccola prese coraggio e finalmente parlò “Chi sei tu? Come sai il mio nome?” chiese determinata e incuriosita ma stranamente non spaventata.
“Oh Elsa ma è ovvio che io sappia il tuo nome! Io ti ho visto nascere, sei stata tu a guidarmi da te”
“Che vuol dire che sono stata io a guidarti da me?” Jack si portò proprio di fronte ad Elsa, si sedette a mezz’aria poggiandosi al suo bastone, incrociò le gambe e prese a parlare a raffica “Sei anni fa qui c’è stata una bufera di neve sorprendente ed è difficile che una bufera di neve mi sorprenda in fondo le creo io ma quella era davvero una bufera coi fiocchi! Così ho volato di corsa fin qui ho dato un’occhiata e ho visto te ho capito subito che la causa eri tu sei sempre stata speciale Elsa così da allora ogni tanto torno a trovarti ti ricordi quella palla di neve che colpì tuo padre ma che non lanciasti tu né tua madre? Fui io! Ah che scena divertente non ti eri chiesta da dove venisse? Si che te lo eri chiesto ti conosco ed invece ti ricordi quella volta che…” Jack avrebbe potuto parlare per ore ed Elsa spaventata all’idea lo interruppe: “Ok ho capito, va bene, ma quindi tu chi sei?”
Il folletto si riportò in piedi e fece un inchino alla festeggiata “Jack Frost a vostro servizio principessa, sono una sorta di Spirito delle nevi, almeno così dice l’uomo nella Luna, ho sentito chiamarmi un tanti modi diversi, la verità è che mi diverto con le nevicate qua e là, gioco con i bambini a palle di neve, nulla di più, ordinaria amministrazione”.
Il sorriso di Jack era caldo e rassicurante per Elsa, non era per niente spaventata, in fondo aveva sei anni e sapeva creare delle stalattiti di ghiaccio dal nulla perché quel ragazzo avrebbe dovuto farle paura? Ma decise comunque di metterlo alla prova.
“Va bene Jack Frost, ma allora perché se sei sempre stato qui, nessuno ti ha mai visto?”
Jack sapeva che Elsa era intelligente ed in quel momento si stava divertendo tantissimo, finalmente la sua amica lo vedeva: “In genere gli esseri umani non possono vedermi” fece spallucce.
“Allora perché io ora ti vedo?”
Jack sorride di nuovo “Perché tu sei speciale Elsa!”
“Ma allora perché non ti vedevo prima?” insistette la bambina.
“Oh piccolina tu fai troppe domande! Non basta divertirti?” Frost fece un salto di almeno tre metri ed atterrò sulla ringhiera con una capriola, poi agitò il suo bastone ed un vento freddo fece vorticare in aria Elsa. La bambina inizialmente ebbe un fremito di spavento ma quando si trovò a mezz’aria e vide tutta Arandelle dall’alto il suo cuore si riempì di gioia. Jack la portò a sorvolare tutto il regno e lei si lasciava dietro fiocchi di neve ovunque andasse.
Riatterrando Jack le carezzò i capelli e le disse: “Forse ora è meglio che io vada piccolina, devi festeggiare con la tua famiglia”
“Ti rivedrò Jack?” chiese Elsa già dispiaciuta all’idea di non vedere più il suo nuovo amico.
Jack si voltò a guardarla e le sorrise: “Beh, ora si, buon compleanno Elsa” e ancora una volta volò via.
Elsa rimase lì a guardarlo da lontano, sorridendo e salutandolo con la manina. Raccolse la sfera di ghiaccio regalatale dal folletto e rientrò nel palazzo. Quello sarebbe stato il loro segreto.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: LetsCuddle