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Autore: Kim WinterNight    06/05/2020    6 recensioni
[Ambientata dopo la conclusione della mia long "SOAD-Factor".]
Meredith ricevette la videochiamata da Valentina su WhatsApp e si affrettò a risponderle.
Le due ragazze si sorrisero entusiaste attraverso la fotocamera e la cantante russa lanciò un’occhiataccia all’amica.
«Non cominciare, Val» borbottò Meredith.
«Stai ancora male?»
«Sì, ma non importa.»
Valentina sospirò. «La competizione è finita da due settimane. Hai più rivisto Brianna?»
Meredith scosse il capo. «No, ma so che oggi gli L.A.P.D. suoneranno al Troubadour. Janet mi ha mandato l’invito all’evento su facebook, ma non sono dell’umore.»
Valentina la fissò scettica. «Dovresti andarci.»
«Non se ne parla.»

- TERZA CLASSIFICATA al contest "Metalli sconosciuti" indetto da Frenzthedreamer sul forum di EFP.
- OTTAVA CLASSIFICATA al contest "Tarocchi Narranti" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'SOAD-Factor'
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So take me, take me far
 
 
 
 
 
 


Meredith ricevette la videochiamata da Valentina su WhatsApp e si affrettò a risponderle.

Le due ragazze si sorrisero entusiaste attraverso la fotocamera e la cantante russa lanciò un’occhiataccia all’amica.
«Non cominciare, Val» borbottò Meredith.
«Stai ancora male?»
«Sì, ma non importa.»
Valentina sospirò. «La competizione è finita da due settimane. Hai più rivisto Brianna?»
Meredith scosse il capo. «No, ma so che oggi gli L.A.P.D. suoneranno al Troubadour. Janet mi ha mandato l’invito all’evento su facebook, ma non sono dell’umore.»
Valentina la fissò scettica. «Dovresti andarci.»
«Non se ne parla.»
«Tu e Brianna potreste chiarirvi.»
Meredith sbuffò e alzò gli occhi al cielo. «Non c’è niente da chiarire, okay?»
«Avevate una relazione!»
«Una relazione? Abbiamo fatto sesso un paio di volte, stai esagerando. Senti, Val, non mi va di parlarne.»
La russa chinò appena il capo, poi le rivolse un piccolo sorriso. «Devo andare. Mi preparo e mi trucco per stasera, dobbiamo suonare.»
«Siete a San Pietroburgo?»
Valentina rise. «Ti ho mandato l’evento, suoniamo in Italia.»
Meredith ricordò vagamente la notifica ricevuta qualche giorno prima, ma l’aveva ignorata perché in ogni caso non avrebbe potuto partecipare. «Aprite per qualcuno?»
«Stai scherzando? Ti sei già dimenticata che siamo in tour con gli Infected Rain?» strillò indignata Valentina, coprendosi il viso con le mani.
«Scusa, scusa, è che ultimamente ho la testa altrove…»
«Me ne sono accorta! Senti, amica mia, fai così: alzati da quel letto, mettiti in tiro e corri al Troubadour a sentire quella band che spacca! Hai bisogno di divertirti, e poi non sarai sola: ci sarà anche Janet.»
«Lei avrà occhi solo per Michael e non baderà a me» borbottò l’americana.
«Non dire stronzate, mi hai sempre parlato bene di quella ragazza!»
Meredith guardò l’amica negli occhi attraverso la videocamera. «Ci penserò» concesse infine.
Valentina si aprì in un enorme e radioso sorriso. «È già qualcosa! Beh, augurami buona fortuna!»
«Spaccate tutto, ragazzi!» concluse Meredith.
Una volta chiusa la videochiamata, sospirò per l’ennesima volta.
Non ce la posso fare.
 

«Meredith!» esclamò Janet, sciogliendosi in un dolce sorriso.
Alla fine aveva seguito il consiglio di Valentina e si era decisa a uscire; voleva davvero rivedere alcuni dei suoi compagni conosciuti durante il talent organizzato dai System Of A Down, voleva davvero rivedere Brianna.
Aveva mentito all’amica russa: per lei la cantante degli L.A.P.D. non era stata soltanto una persona con cui aveva condiviso il letto e qualche momento bollente, no; per lei Brianna era stata fin da subito qualcosa in più.
Per la prima volta aveva trovato una ragazza tosta, una che aveva i suoi stessi interessi in materia di sesso, una che non aveva avuto paura a sperimentare insieme a lei.
E adesso non sapeva come comportarsi, perché di fronte a lei, all’ingresso del locale, c’era la dolce e innocente Janet Stars, con i suoi capelli rossi e il suo viso delicato, lei che non aveva mai sospettato di qualcosa, lei che si era sempre fatta gli affari suoi.
Meredith non aveva mai avuto molta confidenza con la rossa, erano appartenute a due team diversi, eppure in quel momento Janet sembrava così felice di rivederla.
La abbracciò di slancio e le lasciò due baci sulle guance, per poi scostarsi da lei e scrutarla con i suoi occhi chiari e insolitamente indagatori. «Sembri stanca» commentò.
Meredith sbatté le palpebre. «Cosa? Beh, un po’ lo sono, non mi sono ancora ripresa del tutto dalla competizione…»
«È stato pazzesco per tutti noi, lo so. Dai, entriamo, andiamo a salutare gli artisti della serata!» esclamò la rossa, prendendola per un polso e trascinandola con sé all’interno del locale.
Quando Meredith vi entrò, notò che c’era ancora poca gente e sperò che il salone si riempisse, non voleva che per i suoi ex avversari fosse un flop. Era la prima volta che suonavano dal vivo dopo la fine di SOAD-Factor, era una sorta di battesimo del fuoco per loro.
La mora sentì il cuore accelerare i suoi battiti all’idea di rivedere Brianna; loro due non si erano salutate con un addio melodrammatico o un fiume di lacrime, si erano semplicemente sorrise, abbracciate e augurate buona fortuna per il futuro.
Non si erano fatte delle promesse, erano state d’accordo sulla questione.
Eppure stavano per rivedersi dopo due settimane e Meredith non poteva crederci.
Luci soffuse, musica rock in sottofondo, chiacchiericcio tra i presenti. L’atmosfera era rilassata e distesa all’interno del Troubadour.
Meredith si chiese se la band avesse già fatto il soundcheck, se i suoi colleghi fossero tesi, se si fossero preparati a dovere.
Puoi chiederglielo, si disse, mentre Janet avanzava verso il retro del palco con lei al seguito.
Le due si fermarono a pochi metri da una porta socchiusa.
«Mike?» chiamò la rossa, avvicinandosi cautamente a quello che doveva essere il camerino.
Poco dopo, un ragazzo alto e magro, con addosso abiti larghi e un cappellino sulla testa si affacciò alla porta e sorrise dolcemente in direzione della rossa. «Ehi, piccola» salutò.
Janet lo raggiunse e lo abbracciò, mormorandogli qualcosa all’orecchio mentre si sollevava sulle punte dei piedi. Lui ricambiò e la baciò sulla fronte, per poi individuare Meredith con gli occhi nocciola.
«Ciao Mike, come va?»
«Meredith? Sei proprio tu?»
«Già. Volevo sentirvi suonare.»
Michael, chitarrista degli L.A.P.D., scambiò un’occhiata con la sua ragazza, poi tornò a sorridere a Meredith. «Abbiamo preso una bassista, sai?»
La mora si avvicinò a loro e lanciò una breve occhiata oltre la soglia, notando Sarah, la batterista, giocherellare con le sue bacchette. «Un’altra ragazza?»
«Ormai il potere nella band è in mano alle donne!» scherzò Michael.
Meredith sorrise, temporeggiando prima di porgli la domanda che da un po’ le vorticava in mente. «E Brianna… come se la passa?» buttò fuori infine, distogliendo lo sguardo.
«Alla grande! Lei e Misty hanno fatto subito amicizia» replicò il chitarrista, per poi trascinare Janet all’interno del camerino. «Entrate, entrate!»
A Meredith si mozzò il respiro e chinò il capo, rimanendo sulla soglia. Non si sentiva pronta a scoprire quanto Brianna e la nuova bassista della sua band avessero fatto amicizia.
Osservò Janet salutare calorosamente Sarah, battere il cinque a Scott, il dj e secondo tastierista, poi voltò le spalle al camerino e decise che era arrivato il momento di prendere qualcosa di forte da bere e cercarsi un posticino in disparte per godersi il concerto dei suoi ex rivali.
 

«Ma dov’eri finita?»
Meredith, seduta a un tavolino in un angolo buio del locale, sollevò lo sguardo dal suo cellulare e lo posò su Janet. Le sorrise appena e le fece cenno di sedersi sulla sedia accanto alla sua.
«I ragazzi stanno per cominciare. Ti stavano cercando, volevano salutarti» spiegò la rossa, accomodandosi.
«Ah sì?»
Chissà se Brianna ha chiesto di me.
«Ma certo! Ehi, andiamo sotto il palco?»
«Meglio di no…» borbottò la mora.
«Dai! Voglio stare un po’ con te, ma voglio anche godermi le prodezze di Mike con la chitarra da vicino!»
Meredith sorrise. «Siete molto carini insieme» commentò.
«Grazie, anche se…» Janet sospirò. «Quando sono uscita da SOAD-Factor ho dovuto affrontare Alejandro, il mio ex. Era davvero furioso e ferito dal mio comportamento. L’ho tradito in pubblico, non è riuscito a sopportare un’umiliazione del genere.»
«È comprensibile, ma tra te e Mike era destino» disse Meredith.
«Anche tra te e Bri.»
Meredith strabuzzò gli occhi e si ritrasse sulla sedia, assottigliando lo sguardo. «C-cosa?»
«Andiamo, non sono stupida. Mi sono accorta di quanta tensione scorreva tra voi due nel loft. Poi Mike mi ha confermato che c’è stato qualcosa, anche se Bri non ne ha parlato apertamente.»
«Per fortuna… ma, Janet, non è come dici tu. Tra me e lei non c’è stato niente di serio» borbottò la mora, sentendosi avvilita da quella consapevolezza.
Per lei Brianna era stata importante, ma non era riuscita a farglielo capire fino in fondo; forse era stato questo a farle separare con freddezza e senza grandi promesse per il futuro. Meredith, tuttavia, sapeva che all’interno di un talent come quello, quando si è costretti a convivere sempre con le stesse persone per un periodo prolungato, le emozioni e i sentimenti potevano amplificarsi e confondersi.
Perciò non aveva badato al proprio stato d’animo, per questo si era semplicemente concentrata sull’aspetto fisico della loro relazione. Ed era certa che per Brianna fosse stato lo stesso, in fondo non le aveva mai dimostrato il contrario.
«Senti, Meredith: dovresti provare a chiarire con Bri.»
«Non c’è niente da chiarire» replicò la mora, stringendosi nelle spalle.
Non è vero e lo sai anche tu, si ritrovò a pensare.
Janet disse qualcosa, ma alcuni potenti colpi di grancassa provenienti dal palco troncarono la loro conversazione e impedirono a Meredith di udirla.
La rossa si limitò ad alzarsi e afferrarla per un polso, trascinandola con sé verso il palco.
Le luci si fecero ancora più soffuse e Meredith si accorse che il locale si era riempito: gli L.A.P.D. avrebbero avuto il successo che meritavano.
Si lasciò prendere dall’entusiasmo e seguì Janet senza più opporre resistenza, mentre Brianna compariva dietro microfono e tastiere, salutando il pubblico con un grido carico di energia.
Meredith si ritrovò a osservarla incantata, come era sempre successo: robusta, fasciata in un paio di jeans neri e in una t-shirt dello stesso colore; ai piedi portava degli anfibi dal tacco grosso, mentre i capelli rasati sui lati erano sciolti sulle spalle ampie.
Il viso era in ombra, le luci illuminavano i musicisti da dietro e li rendevano delle sagome per lo più scure e invisibili ai presenti.
La mora si ritrovò a battere le mani e acclamare la band.
Posso godermi questo momento, Valentina ha ragione.
 

«Stasera, visto che siete carichi, vogliamo regalarvi una cover speciale. Chi di voi conosce gli Infected Rain?»
Meredith gridò, lei li conosceva eccome! Ricordò che la band di Valentina era in tour con loro, e si sorprese nel notare che anche molti altri dei presenti parevano sapere chi fossero.
«Vogliamo regalarvi Peculiar Kind Of Sanity, siete pronti?» proseguì la cantante.
Solo in quel momento Meredith notò che Brianna si voltava verso la nuova bassista e le rivolgeva un cenno d’intesa.
La mora sotto il palco si sentì punta sul vivo e mollò una gomitata a Janet. «Hai visto come si guardano?» urlò al suo orecchio.
La rossa le lanciò un sorrisetto malizioso. «Allora sei gelosa!»
Meredith voleva ribattere, ma subito i musicisti cominciarono a suonare e ogni conversazione fu interrotta.
Brianna prese il microfono in mano e si spostò da dietro le tastiere, passeggiando sul palco e accostandosi al bordo del palco; il suo corpo robusto emanava energia, la sua voce era pura energia, ogni singola fibra della sua personalità era in grado di infuocare il Troubadour.
 
Anger is a corrosive acid
Eating you from the inside
Sense of self importance is a narcotic
Addictive and destructive
So what to do and how to be?
 
«Wow» mormorò Meredith, fermandosi a seguire con gli occhi ogni movimento di Brianna.
Si agitava, urlava nel microfono, guardava il suo pubblico senza vergogna ed era come se chiedesse a loro un consiglio.
Se la rabbia è un acido corrosivo che ti mangia dall’interno, cosa è meglio fare?
E Meredith ripensò a loro due, ai momenti trascorsi insieme nel loft, agli attimi in cui si era chiesta se avrebbe funzionato.
È arrabbiata con me?
Forse Brianna voleva delle risposte, forse voleva soltanto parlarle e chiarire le cose con lei. E lei non gliene aveva dato il tempo, fuggendo via prima che i loro occhi potessero incontrarsi.
 
Body in a conflict with the mind
There are no rules, no one to lead
No signs of the finish line
 
Il corpo in conflitto con la mente.
Quella frase colpì Meredith nel profondo: ecco come si era sentita con Brianna. Il suo corpo aveva sempre gridato di soddisfare il bisogno di quella ragazza, mentre la sua mente le aveva impedito di legarsi davvero a lei.
Meredith chiuse gli occhi e si immerse completamente nel ritornello.
 
So take me, take me far
Where the skies embrace a star
Where the land swallows the ocean
And the water is in constant motion
 
 
«Questo tizio ha ragione» disse Brianna, affacciata alla finestra e con una sigaretta tra l’indice e il medio della mano sinistra.
Meredith le si affiancò, dopo essersi infilata frettolosamente la maglia del pigiama. La notte era buia e tetra, le nuvole minacciavano di riversare su Los Angeles un’infinità di pioggia.
«John Ruskin?»
Brianna annuì. «Sì, lui. Prima Serj ha citato una sua frase. Diceva qualcosa a proposito della fatica e del sacrificio…»
«Il miglior riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che se ne ricava, ma ciò che si diventa grazie ad essa» citò Meredith a memoria, voltandosi per sorridere all’altra.
«Io ho la memoria del pesce rosso, non mi ricordo niente. Però, insomma…» Brianna aspirò una lunga boccata dalla sigaretta e tossicchiò appena. «Ha ragione. Sembra che parli di noi, noi tutti in questo talent. Forse vinceremo, forse no. Ma l’importante è ciò che saremo dopo. Ciò che diventeremo dopo questa esperienza. Perché ci cambierà, che lo vogliamo o no. Ci segnerà per sempre.»
Meredith la ascoltò e annuì. Forse Brianna aveva ragione.
«E ci cambierà anche quello che sta succedendo tra noi» si ritrovò a mormorare la mora, perdendo lo sguardo fuori dalla finestra.
Brianna rise. «Ah, beh, se intendi dire che fare sesso estremo con me cambierà la tua vita, ti ringrazio. È un bel complimento.»
Meredith avrebbe voluto dirle che non si trattava soltanto del sesso, ma preferì tacere. Non voleva rovinare tutto con stupide paranoie o promesse che nessuna delle due avrebbe potuto mantenere.
La notte era già abbastanza cupa così.
 
 
Brianna si fermò a bordo palco proprio di fronte a lei e Janet, e Meredith la fissò mentre si chinava per cantare e molleggiare sulle ginocchia muscolose.
Aveva sempre trovato il suo corpo possente e protettivo, un porto sicuro dove cercare rifugio e dove soddisfare ogni tipo di fantasia sessuale.
Tuttavia Brianna non era mai stato soltanto questo per lei. Le piaceva ascoltarla cantare, guardarla muoversi sul palco e catturare il pubblico; adorava le sue battute, il suo modo di fare da dura, ma anche la sua lotta contro le ingiustizie e la sua sensibilità spesso celata dietro occhiate gelide e commenti sarcastici.
 
The unknown is terrifying
One thing you have to be afraid of is fear itself
Washing away the guilt
One more thing you have to learn is loving yourself
Is loving yourself
 
Devi imparare ad amare te stessa.
Meredith ascoltò con attenzione e fu colpita da quelle parole, le stesse che lei aveva detto tante volte, mentre si guardava allo specchio e si chiedeva cosa Brianna potesse trovare in quel suo corpo magro, esile, dalle forme acerbe e dal colorito tanto pallido.
Poi vedeva i segni che Brianna le aveva lasciato, ricordava i loro momenti insieme, le cose che la ragazza le sussurrava durante l’intimità, e capiva.
Capiva che amare se stessa era davvero la cosa più importante, perché solo così sarebbe riuscita a lasciarsi davvero andare con qualcuno.
Era per questo che tra lei e Brianna non aveva funzionato, forse le cose erano andate davvero così.
 
The smiles and sparkles are only an illusion
Don't get fooled, open your eyes
Reality is a lie but, there is a solution
You'll need a crystal clear mind
 
Continuò a osservare Brianna, mentre la sua voce potente e graffiante le entrava nell’anima.
Grazie all’esperienza all’interno di SOAD-Factor, Meredith era davvero cambiata; aveva tratto ogni aspetto positivo da quel talent, anche se poi era stata HellGal a vincere. Lei era stata contenta, Helena se l’era meritato e a breve avrebbe cominciato a registrare il suo primo disco con la supervisione dei membri dei System.
Eppure lei era arrivata terza e gli L.A.P.D. si erano classificati secondi, il pubblico li aveva amati comunque.
Compresa lei, la piccola e timida Meredith, colei che dietro i lineamenti dolci e l’aspetto semplice, nascondeva mondi che raramente lasciava trapelare. Durante il programma era riuscita a mostrare qualcosa di sé, la sensualità che Brianna aveva scorto in lei e che l’aveva incitata a non tenere tutta per sé.
E adesso la ascoltava cantare quel testo non suo, che però la raccontava perfettamente; desiderò di poterla davvero stringere e portare lontano, dove i cieli abbracciavano una stella, dove la terra inghiottiva l’oceano e l’acqua era sempre in movimento.
 
So take me, take me far
Where the skies embrace a star
Where the land swallows the ocean
And the water is in constant motion
 
Meredith voleva parlarle, voleva almeno salutarla e incrociare i suoi occhi scuri e penetranti. Voleva provarci, perché sentiva che forse anche Brianna ne aveva bisogno.
Sicuramente tra noi non funzionerà, ma voglio salutarla come si deve.
Si voltò a sorridere a Janet e la rossa parve capire le sue intenzioni, perché annuì appena e tornò a posare gli occhi chiari sul suo ragazzo.
 
We choose our path, we choose our lives
We choose what to see in front of our eyes
We choose our path, we choose our lives
We choose what to see in front of our eyes
 
 
La band concluse l’esibizione con l’inedito che aveva presentato a SOAD-Factor, War Cry, poi lasciò DJ Scott sul palco; il ragazzo cominciò a mandare una selezione di classici del rock, mentre i suoi colleghi smontavano l’attrezzatura sul palco.
Janet prese Meredith per mano e la trascinò nuovamente verso il retro del palco, dove avrebbero atteso la band.
La prima a scendere fu la bassista, Misty. Subito Janet la intercettò e le fece cenno di avvicinarsi a loro.
Meredith non avrebbe voluto conoscerla, ma non poteva più scappare. Così si morse il labbro inferiore e lanciò una breve occhiata alla bassista.
Misty era alta, bionda e bellissima. Sfoggiava un look total black ed era perfettamente truccata, sembrava una diva della musica e Meredith si rese conto che non poteva certo competere con una creatura del genere.
«Ciao, piacere, io sono Misty. Mi sei piaciuta molto durante SOAD-Factor, sai?» esordì la bionda, tendendo la mano a Meredith.
La mora si forzò a sorridere e gliela strinse educatamente. «Ciao. Grazie, mi fa piacere» replicò in tono piatto.
Proprio in quel momento un tizio muscoloso e tatuato, con barba e capelli lunghi, le raggiunse e strinse possessivo Misty al suo fianco. «Ehi, allora? Com’è andata la tua prima esibizione?» le chiese.
Meredith dovette trattenersi per non sospirare di sollievo.
Allora lei e Brianna non hanno una relazione.
«Eric, alla fine sei venuto!» Misty lo baciò in fretta sulle labbra, poi lo presentò alle altre due. «Lui è Eric, il mio uomo. Eric, lei è Janet, sta con il mio chitarrista. E lei è Meredith, ti ricordi di lei a SOAD-Factor? Ha fatto quella cover di Anouk che ti era piaciuta tanto!»
Il ragazzo annuì e bofonchiò qualcosa, per poi allontanarsi con la bassista verso il bancone del bar.
Michael e Sarah scesero dal palco chiacchierando e ridendo.
«Ha sbagliato il testo, te lo giuro!» stava dicendo la batterista.
«La prenderemo in giro per sempre!» replicò il chitarrista, per poi accostarsi a Janet e lasciarle una carezza tra i capelli rossi e leggermente scompigliati.
«Sei stato bravissimo» sussurrò lei. «Siete stati tutti bravissimi! L’ingresso di Misty è stato un toccasana per la band» proseguì.
Sarah sorrise e si avvicinò a Meredith, salutandola con un breve abbraccio. Mentre lo scioglieva, le sussurrò: «Bri sta per arrivare, prima ti ha visto sotto il palco».
La mora si morse il labbro inferiore e tentò di calmarsi, regolarizzando a fatica il respiro.
Il fatto che non esca con Misty non significa che sia single o che voglia stare con me.
Le venne voglia di scappare e stava per farlo, ci stava veramente pensando, quando Brianna corse giù dal palco come una furia e le puntò addosso un dito con fare accusatore.
Meredith tremò da capo a piedi quando gli occhi scuri della ragazza si posarono sui suoi.
«Da quando in qua non si saluta? Aspettami, prendo le sigarette e mi accompagni a fumare» esordì, per poi fiondarsi all’interno del camerino.
La mora scambiò un’occhiata interrogativa con Janet, ma la rossa tentò di rassicurarla con un piccolo sorriso; Michael le batté su una spalla e disse: «Tranquilla, non morde mica».
Il fatto che mi morda non mi spaventa, è ben altro a farmi sentire in ansia.
 

Meredith e Brianna si appoggiarono alla balaustra dell’area fumatori, perdendo lo sguardo nella notte cupa e nel cielo carico di nuvole scure.
A Meredith tornò in mente quella notte in cui lei e Brianna erano state insieme por la prima volta, e poi si erano ritrovate a guardare un cielo molto simile, mentre parlavano di John Ruskin e del futuro incerto che le avrebbe attese al di fuori della competizione.
«E così volevi andartene senza salutarmi» esordì Brianna, accendendo la sua stecca di tabacco.
Meredith si strinse nelle spalle, sentendo un brivido percorrerle il corpo.
Forse avrei dovuto mettermi addosso qualcosa di più caldo, pensò.
«Quel vestito ti è sempre stato da dio» proseguì la cantante degli L.A.P.D.
«Grazie» borbottò la mora, abbassando lo sguardo sull’abito in velluto nero che le sfiorava appena le ginocchia.
«Ehi» la richiamò Brianna.
Meredith sollevò cautamente gli occhi sui suoi e si perse a contemplare quei tizzoni ardenti che sapevano sempre farla fremere fin nel profondo, quei lineamenti marcati e quelle labbra sottili dipinte di rosso.
Brianna portò la mano destra sotto il mento della mora e la trasse un po’ più vicina a sé. «Hai freddo?»
«Sì, un po’.»
Allora Brianna si sfilò la pesante giacca in pelle e gliela porse, senza lasciare mai il suo sguardo. «Mettila» le ordinò bruscamente.
Ora ti riconosco, ora riconosco la ragazza che mi ha dominato quando mi sentivo persa e bisognosa di un punto di riferimento.
Meredith sorrise appena e ubbidì, sentendosi profondamente confortata da quel semplice gesto e da quel tono così deciso e sicuro.
«Ci siamo dette che non sapevamo come sarebbe andata, che la competizione ci avrebbe cambiato. Abbiamo sacrificato il nostro rapporto per non lasciarci distrarre durante la gara. Ma adesso, Meredith, è tutto finito.» Brianna prese una boccata di fumo e si passò la mano destra tra i capelli leggermente umidi di sudore. «Ora siamo libere di provarci, non credi?»
Meredith si ritrovò ad annuire perché non stava aspettando altro che udire quelle parole. Si accostò alla ragazza più bassa e robusta, guardandola intensamente negli occhi.
«Dimmi solo se lo vuoi» sussurrò Brianna, sfiorandole piano la guancia con i polpastrelli.
Meredith ripensò alla canzone degli Infected Rain e, senza smettere di guardarla, cominciò a cantare piano, delicatamente.
 
So take me! Take me far
Where the skies embrace a star
So take me! Take me far
Where the skies embrace a star
Where the land swallows the ocean
And the water is inconstant motion
 
Era strano ascoltare la sua voce su quella melodia, era strano sentirsi così bene sotto gli occhi sempre più caldi e lucidi di Brianna.
«Meredith, ho sempre pensato che avessi una voce stupenda, ma non sei adatta per questo genere.»
«Che cosa stai…?»
«Ma davvero verresti via con me e mi seguiresti in un luogo come quello descritto da Lena nella canzone?» proseguì Brianna, interrompendola.
Meredith annuì senza pensarci, perché era proprio quello che voleva comunicarle.
«Sei sempre stata imbranata con le parole, bambolina» rise Brianna, abbracciandola forte e posandole un lieve bacio alla base del collo.
Meredith tremò e la strinse al petto, riconoscendo quel suo profumo dolciastro che sapeva di tabacco e pioggia. «La canzone dice anche un’altra cosa…» farfugliò.
Brianna la lasciò andare e la tenne sott’occhio, le mani sulle sue spalle e la sigaretta ormai spenta tra le dita della sinistra. «Ah sì?»
Meredith prese un lungo respiro e riprese a canticchiare.
 
We choose our path, we choose our lives
We choose what to see in front of our eyes
 
«Oh, certo» disse Brianna, annuendo.
«Volevo solo dirti che… ho scelto di vedere te di fronte ai miei occhi. E no, non volevo davvero scappare, Bri. Mi dispiace.»
La cantante degli L.A.P.D. sorrise maliziosa e un luccichio eloquente attraversò i suoi occhi scuri. «Allora ti punirò a dovere, dovrai farti perdonare.»
E Meredith soffocò un grido di gioia, mentre Brianna le mordeva le labbra in un bacio vorace.
 
 
 
 
 
 
NOTE FINALI
Carissimi lettori, eccomi qui con una storia che avevo in mente già da un po’, e che solo grazie al contest di Frenz ha preso forma davvero nella mia mente; poi mi sono resa conto che poteva adattarsi anche all’altro contest, ed eccola qui.
 
SPIEGAZIONI PER CHI NON HA LETTO SOAD-FACTOR, CONTENGONO SPOILER SULLA STORIA PRINCIPALE, MA LEGGETELE SE VOLETE AVERE LE IDEE UN PO’ PIÙ CHIARE – CHI L’HA LETTO PUÒ SALTARLE
Devo assolutamente spiegarvi alcune cose: tutti i personaggi apparsi in questa OS (tranne Misty e il suo ragazzo e Valentina, l’amica russa di Meredith) sono stati creati per la mia storia interattiva SOAD-Factor; questa storia è un sequel/spin off del racconto principale, ma ho cercato di renderla leggibile a tutti perché in fondo non c’era tanto bisogno di leggere la storia interattiva per capire questa.
In poche parole, la storia interattiva era una sorta di X-Factor organizzato però dai System Of A Down (ecco perché si chiama SOAD-Factor) inventato da me per coinvolgere i miei lettori in una sfida interattiva. I quattro membri dei System erano i quattro giudici della competizione, e ognuno di loro era il “capitano” di una squadra.
Serj era a capo degli Under Uomini (giovani ragazzi fino ai venticinque anni), Shavo degli Over (ragazzi e ragazze dai venticinque anni in su), John delle Under Donne (giovani ragazze fino ai venticinque anni) e Daron delle Band (gruppi musicali composti da ragazzi e ragazze di tutte le età).
Gli L.A.P.D., formati appunto da Brianna alla voce e alle tastiere, Michael alla chitarra e ai cori, Scott alla consolle e alle tastiere e Sarah alla batteria, facevano parte della categoria Band; hanno gareggiato senza un bassista, ecco perché qui ho specificato che hanno integrato solo da poco Misty in formazione.
Janet Stars invece faceva parte della categoria Under Donne e, nel corso del talent, ha intrapreso una relazione con Michael, chitarrista degli L.A.P.D., tradendo pubblicamente il suo fidanzato che la aspettava a casa, Alejandro; invece Meredith, la nostra protagonista, era negli Over e durante il live dedicato agli inediti portò un pezzo scritto dalla sua amica Valentina, ringraziando lei e la sua band per averlo arrangiato per lei.
Valentina Lavrinenko è realmente la cantante del gruppo musicale russo Fallcie, e fin da quando scrivevo la storia interattiva mi è piaciuta l’idea di far sì che lei e Meredith fossero amiche; questo perché per gli inediti in quella puntata scelsi di cercare delle canzoni di artisti e band praticamente sconosciute, decidendo che per Meredith fosse adatta appunto War Cry dei Fallcie.
Inoltre, Meredith fece capire, nel corso della trasmissione, che le piacevano le ragazze e che i suoi gusti in fattore di sesso fossero piuttosto estremi ^^
Infine, ho nominato HellGal – all’anagrafe Helena – che faceva parte della categoria Under Donne e che, grazie alle votazioni dei miei lettori, ha vinto SOAD-Factor e ha avuto la possibilità di registrare il suo primo disco con la supervisione, il supporto e l’aiuto dei System!
Fortunata, eh? :P
 
ULTIMI SPROLOQUI PER TUTTI
Le frasi al centro fanno parte del testo di Peculiar Kind Of Sanity degli Infected Rain, scelta tra quelle suggerite da Frenz nel suo contest; mentre la frase di John Ruskin fa parte del pacchetto che ho scelto per il contest “Tarocchi Narranti”.
 
E niente, volevo semplicemente scrivere di queste due ragazze, approfondire un po’ il loro rapporto e renderle un po’ più reali, anche al di fuori della competizione.
Spero di esserci riuscita e di avervi intrattenuto piacevolmente; inoltre volevo scrivere da tempo una FemSlash e spero di poterne scrivere tante altre, perché ce ne sono davvero poche su EFP in confronto alle Slash, ed è davvero un peccato secondo me!
Voi che ne dite?
Questo è un indiretto – neanche tanto XD – invito a scrivere più storie FemSlash, su, datemi una mano ;)
Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui e chiunque deciderà di lasciarmi una recensione, ne sarei veramente felice! *-*
Grazie anche ai giudici dei contest per avermi ispirato e avermi permesso di approfondire questi personaggi a me molto cari :3
Alla prossima ♥
  
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