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Autore: AcquaSaponePaperella    06/05/2020    4 recensioni
La storia ha partecipato al contest "Tarocchi Narranti" indetto da Vintage sul forum di EFP.
Dal testo: "Nonna, vieni a guardare l'albero!" aveva gridato, attraversando il corridoio e giungendo nella stanza dell'anziana parente. La donna alzò un sopracciglio e, girando leggermente la testa verso la finestra, indicò l'albero fuori in in giardino alla bambina.
"Lo posso vedere benissimo dalla mia stanza l'albero, tesoro. E non mi pare che ci sia nulla di strano, è sempre lo stesso. Certo, ha perso qualche foglia..."
La bambina la interruppe. "Non quell'albero, nonna! L'albero in corridoio!"
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La chioma era folta, le radici sprofondavano nel terreno, il tronco si ergeva alto e solido, i rami svettavano seguendo ognuno una direzione diversa verso il cielo. Si poteva riconoscere il tocco di una mano, a giudicare dal tratto della matita non sempre perfetto, ma nel complesso era un'opera davvero ben fatta. I colori risultavano ben amalgamati, segno di una salda conoscenza in fatto di pittura da parte dell'artista. La cornice, levigata a mano, era di legno; l'autore oltre ad essere un artista, doveva essere anche un bravo falegname, a giudicare dalla perfezione della decorazione.
Era inoltre curioso l'accostamento del reale legno della cornice al legno ottenuto con i colori: probabilmente una mossa studiata appositamente per mettere in risalto il soggetto nell'immagine.
Il quadro era esposto lungo il corridoio che portava verso il salotto, e occupava quasi l'intera altezza della parete; d'inverno veniva illuminato dalla debole luce del lampadario, che conferiva al disegno un'aura molto più suggestiva di quanto già non fosse.
Non era però l'albero ciò che l'aveva da sempre incuriosita. Ad attirare la sua attenzione, fin da quando era piccola, eraano i quadratini in bianco, disposti qua e là in varie parti dell'albero, come in un gigantesco fumetto, e che nella sua ingenuità e nella sua iniziale incapacità di leggere, credeva fossero inseriti in ordine casuale.
Quand'ecco che giunse l'età scolastica, e con essa la possibilità di poter "tradurre" le scritte all'interno dei quadratini, e grande fu la sorpresa quando si accorse che si trattava semplicemente di nomi e cognomi, come fosse una specie di grande registro, di quello che si usava a scuola per fare l'appello. Lo sguardo le scivolò su uno dei quadratini situati in cima al foglio, su uno dei rami, decifrando le lettere, si accorse che componevano esattamente il suo nome.
"Nonna, vieni a guardare l'albero!" aveva gridato, attraversando il corridoio e giungendo nella stanza dell'anziana parente. La donna alzò un sopracciglio e, girando leggermente la testa verso la finestra, indicò l'albero fuori in in giardino alla bambina.
"Lo posso vedere benissimo dalla mia stanza l'albero, tesoro. E non mi pare che ci sia nulla di strano, è sempre lo stesso. Certo, ha perso qualche foglia..."
La bambina la interruppe. "Non quell'albero, nonna! L'albero in corridoio!"
La nonna, ancora più confusa di prima, si lasciò condurre per mano dalla bambina fuori dalla camera e, giunte davanti al grande quadro, finalmente capì cosa avesse entusiasmato tanto la piccola. "Guarda, c'è scritto il mio nome, vedi? Non me ne ero mai accorta prima!"
"Per forza non te n'eri mai accorta, tesoro. Non sapevi ancora leggere." le sorrise accarezzandole la testolina. "Sei sempre stata incuriosita da quest'alberto tu..."
"Nonna, ma ci sono anche quelli della mamma e del papà, sotto il mio!" disse la bambina, che solamente in quel momento aveva letto meglio gli altri nomi.
"E ci sono anche quelli dei cugini, degli zii, e dei..." cominciò ad elencare, man mano che notava nuovi nomi conosciuti, altri nomi invece le risultavano estranei, e si chiedeva a chi appartenessero.
"Sì tesoro, lo so." la interruppe la nonna. "Questo è l'albero genealogico".
"Che cosa vuol dire?" aveva domandato, euforica di aver imparato una nuova parola, senza sapere effettivamente cosa significasse, e consapevole che la nonna sarebbe stata migliore di qualsiasi dizionario. "Vuol dire che è l'albero della nostra famiglia." le spiegò paziente la donna.
"È stato tuo nonno a farlo. Sai, gli piaceva molto dipingere, e un giorno decise di dedicarsi ad un lavoro particolare: questo quadro, per l'appunto."
E fu così che la bambina capì che quei nomi e cognomi non erano affatto disposti in ordine casuale.
"È stato un grande lavoro di squadra, il nostro. Lui ricercava le informazioni sulla sua famiglia, io sulla mia. È stato parecchio faticoso, sai? Abbiamo dovuto recuperare album di fotografie, oppure chiedere l'aiuto dei nostri parenti. È stato anche un modo per conoscere meglio i nostri familiari, anche quelli che non ci sono più, o che non abbiamo mai avuto occasione di incontrare di persona. Ci sembrava di essere degli storici!" disse la nonna, con voce nostalgica e sguardo intenso.
"Devo dire però che il risultato alla fine è stato bello, non trovi?" disse orgogliosa.
"Quindi questo è un albero genealogico... Bello!" esclamò la bambina contenta di aver imparato la logica che si segue per ricostruire un'opera di quel genere.
Si era accorta però che c'era qualcosa di molto strano: i nomi sui rami, tra cui aveva trovato anche il suo (evviva!) erano scritti con inchiostro intenso e riconoscibile.
Scendendo sempre più giù, invece, tutto si faceva più sfumato, fino ad arrivare ai nomi più in basso, la cui calligrafia era ormai sciupata dal tempo, e ormai resa quasi illeggibile. Fu notando quel dettaglio che l'albero le parve incompleto, come privato di qualcosa.
"Nonna, perché alcuni nomi non si leggono bene?" disse, avvicinandosi di più e strizzando gli occhi, per provare a decifrare qualcosa, senza riuscirci.
Stava leggendo per esempio i nomi che si trovavano sotto quelli dei suoi genitori, e il suo sguardo si fece dispiaciuto. "Nonna, ma il tuo nome non si legge bene!" disse alla donna, aspettandosi una spiegazione. "Oh tesoro, cosa vuoi che ti dica? Il nonno di recente è riuscito a procurarsi un inchiostro resistente per scrivere, ma in passato aveva utilizzato delle tempere scadenti perché non potevamo permetterci chissà cosa, quindi qualche scritta si è consumata nel tempo..." la consolò la nonna. "Ma anche altri nomi non si leggono più." insistette la bambina.
"Perché ti preoccupi tanto? Io ormai sono vecchia, credo che a nessuno possa importare del mio nome, così come dei nomi dei parenti meno giovani. Quello che conta è che si leggano i nomi dei familiari che sono giovani adesso, no? Tra cui c'è anche il tuo!" le disse, strizzandole l'occhio, che però non fece cambiare di umore la bambina.
"Però non ci sarebbe il mio nome se non ci foste voi." concluse la nipotina, con una maturità che impressionò la donna, curiosa di scoprire cosa avesse in mente.
"Nonna, anche io voglio fare come te e il nonno. Voglio che mi aiuti a riscrivere i nomi che non si leggono più." le propose la nipote, e le loro mani si unirono per suggellare il patto.
Giorno dopo giorno, le due si occuparono del loro albero: la bambina, con pennelli, matite e colori, si "arrampicava" sulla scala, tenuta ferma dalla nonna -come una radice che sostiene e nutre il proprio albero, per permettere a questo di crescere e salire sempre più in alto- e ascoltando la voce della nonna, riscriveva quei nomi nel modo più creativo e bello possibile, in modo che chiunque avesse potuto leggerli.
"Anche a me sembra di essere una pittrice."
"Oh, non solo tesoro. Credo che tu possa definirti una restauratrice."
"Che cosa significa, nonna?"
"Qualcuno che riporta in vita qualcosa che si pensava fosse vecchio..." disse la nonna commossa.
La nipotina ebbe l'impressione che non si riferisse solamente all'albero genealogico.

   
 
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