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Autore: LadyPalma    06/05/2020    8 recensioni
| Seconda classificata al contest "Tarocchi narranti" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP.
La maledizione si abbatte sulle giovani sorelle Black quando la più grande ha dieci anni. Andromeda, che ne ha sette, è quella più turbata dalle parole dell’indovina che sua madre ha invitato alla festa. Tra Bellatrix che ridacchia e la piccola Narcissa che mantiene la sua maschera di cera, lei è l’unica che si mostra allarmata e trasale senza ritegno.
“Nessuna di voi tre avrà un matrimonio d’amore”.
/ Lucius/Andromeda; Ted/Andromeda
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Andromeda Tonks, Lucius Malfoy, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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A volte per fuggire bisogna restare immobili
 
 
 
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Regnabo.
 
La maledizione si abbatte sulle giovani sorelle Black quando la più grande ha dieci anni. Andromeda, che ne ha sette, è quella più turbata dalle parole dell’indovina che sua madre ha invitato alla festa. Tra Bellatrix che ridacchia e la piccola Narcissa che mantiene la sua maschera di cera, lei è l’unica che si mostra allarmata e trasale senza ritegno.
“Nessuna di voi tre avrà un matrimonio d’amore”.
Il signor Black, che non è mai stato appassionato di Divinazione, alza un sopracciglio mentre nasconde il viso in un bicchierino di Whisky Incendiario, mentre la signora Black accenna un sorriso divertito – come se qualcuno possa mai avere un matrimonio felice, sembra dire con gli occhi.
Andromeda, la sola ad aver afferrato la portata della rivelazione, stringe le mani a pugno e conficca in silenzio le lunghe unghie nei palmi. Riesce a pensare solamente al bambino a cui è promessa: Lucius Malfoy. Non lo conosce ancora, ma all’improvviso sente di odiarlo.
La sensazione vacilla quando s’incontrano qualche anno dopo – occhi grigi curiosi e una mano inaspettatamente calda. Le si rivolge con gentilezza, le scrive delle lettere – forse un po’ troppo artificiose ma sicuramente apprezzate – e riesce a farla sorridere. A Hogwarts sono compagni di banco a lezione e siedono vicini in Sala Grande.
Le piace – per questo piange a volte nel dormitorio femminile Serpeverde pensando al futuro infelice che la aspetta.
Le piace – talmente tanto che si sente sollevata, più che disgustata, la prima volta che lo scopre a insultare un Tassorosso solo perché NatoBabbano.
È la scusa che aspettava per convincersi che Lucius non è così affascinante come sembra, ma sa essere meschino, spietato e retrogrado esattamente come tutta la sua famiglia. Quasi non se ne rende conto ma tiene testa a Lucius apertamente nel corridoio e poi tende una mano al ragazzo che lui ha affatturato.
“Tutto bene, Tonks?” gli domanda, tirando fuori il migliore dei suoi sorrisi.
Quando Ted le chiede di uscire insieme per l’uscita a Hogsmeade, Andromeda ingoia ogni reticenza e accetta. Si sente padrona del suo destino, si sente libera.
Ma allora perché è piena di dubbi quando Ted la bacia e con la coda degli occhi scorge Lucius?

 
“Ti amo, Dromeda”.
Lei è incerta, ma non esita.
Non si accorge neanche di dire una bugia.
“Anche io, Ted”.
 
 

Regnavi.
 
Ted le ha chiesto di sposarla e lei ha detto di sì. Rompere con Lucius, fuggire di casa e sposare Ted: tutte decisioni che avrebbe dovuto ponderare con calma e invece prende con una velocità impressionante. Vuole tagliare ogni legame con la sua famiglia e rinunciare a quell’atmosfera che sa di marcio. Sembra decisa agli occhi di tutti, ma la verità è che ha ragione Bellatrix: “sei troppo impulsiva!” le urla come ultimo addio – quale ironia, detto da lei!
Scappare è l’unica certezza che ha ed è così forte che non si rende conto di perdere di vista l’obiettivo finale. Su quello – su Ted – è piena di dubbi anche se non lo ammetterà mai. Lui è la scelta libera, il matrimonio sbagliato secondo la sua famiglia, l’atto di ribellione – e lei confonde lo sgambetto al destino con la promessa di felicità.
S’illude di cancellare un destino, scrivendone un altro: non infelice, ma ribelle.
Con Ted si sente libera – dalle imposizioni e dalle convenzioni famigliari.
Con Ted si sente amata – perché lui la venera, è dolce e non le fa mancare niente.
Con Ted, però, la sensazione di incertezza non svanisce mai – se ne accorge definitivamente quando rivede, dopo tanti anni, Malfoy per le strade di Hogsmeade.
“Andromeda Tonks” sibila, sputando il nuovo cognome come fosse veleno. La guarda in faccia con alterigia, ma lei in quegli occhi freddi vede il ghiaccio frantumarsi. Parla da uomo ferito, e ferita si scopre esserlo anche lei.
Quella notte piange, mentre passivamente si fa stringere come un’ipocrita da Ted. Odia ammettere che ha sbagliato tutto e che per sfuggire davvero al suo destino sarebbe dovuta semplicemente restare immobile e magari perfino adeguarsi al ruolo di moglie di un mangiamorte. Non è pronta ad accettarlo, ma quel giorno ha compreso una scomoda verità: spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo.
Ecco perché non è certa, dopotutto. Perché non è felice come sperava, perché sta avendo un matrimonio senza amore.
 
“Perché non sei felice, Dromeda?”
Lei è incerta ed è per questo che non esita.
Non indugia più di un attimo sul pensiero che la bambina che stringe al petto sarebbe potuta essere diversa. Avrebbe potuto avere capelli di platino e occhi di ghiaccio, per esempio.
“Cosa dici, Ted? Certo che sono felice!”
 
 

Sum sine regno.
 
Ha sbagliato e ne paga le conseguenze: ogni cosa che le viene sottratta è un dolore che merita, perché in fondo non sarebbe mai dovuta essere sua. Ted, la sua preziosa Ninfadora: assiste impotente mentre nel giro di un anno perde tutto quello che ha faticato per avere. Eccola dove finisce la sua ribellione: nelle ceneri di una famiglia – i Tonks – a cui non sarebbe mai dovuta appartenere.
Le rimane solamente un bambino innocente – un altro Ted, mentirà anche a lui? Riuscirà ad amarlo più dell’altro? – e una sorella che si è consumata mentre si prendeva i suoi scarti. Alla fine ognuna delle Black ha avuto un matrimonio senza amore, ma lei è responsabile non solo per se stessa ma anche per Narcissa. Quando s’incontrano dopo la guerra e Teddy ha già due anni e trotterella nella stanza con i suoi capelli arancioni, tutti si aspetterebbero che sia la Malfoy a scusarsi, ma Andromeda sente che invece è lei a dover dire mi dispiace, nonostante tutto. Forse perché, in fondo, la Malfoy sarebbe dovuta essere lei.
 
“E… Lucius per quanto restarà ad Azkaban?”
“Perché me lo chiedi, Andromeda?”
Andromeda è incerta. Curioso: è incerta anche Narcissa.
Nessuna delle due pronuncia più una parola.

 
Regno.
 
A volte per sfuggire bisogna restare immobili, adesso Andromeda l’ha capito, così da quando ha ricevuto un’inaspettata lettera da Azkaban è rimasta inchiodata sulla sedia. Le ha scritto Lucius e non dice molto, ma tra le righe il messaggio è chiaro: si abbassa a tenderle una mano, lei sarà meno orgogliosa da afferrargliela?
È una lettera come quelle che riceveva da lui da giovane: troppo artificiosa – e ancora, nonostante tutto, tanto apprezzata. Eppure non è solo una lettera, è un segno del destino per tentare di riannodare i file di quello che sarebbe dovuto essere – ora che lui è divorziato e lei è vedova. È il destino che si ripresenta anche se lei ha cambiato strada; è la felicità che dopotutto sceglie di darle un’altra possibilità.
Indugia a lungo e decide di esplorare il dubbio che l’ha sempre attanagliata per bene, fino in fondo. Finché alla fine all’improvviso svanisce del tutto nel momento in cui si ritrova ad afferrare piuma e pergamena.
Mentre risponde e la mano si muove speditamente sul foglio, è consapevole di ciò che sta facendo: non sta scrivendo una lettera, sta riscrivendo il destino. Anzi, ne sta cucendo due insieme: quello a cui ha voltato le spalle – essere felice – e quello che si è fabbricata da sé – essere ribelle.
Perché è da ribelli in questi nuovi tempi iniziare una corrispondenza con un mangiamorte che marcisce in prigione.
 
“Cosa fai, nonna?”
Andromeda non è mai stata così certa in vita sua, eppure per una volta esita.
“Abbraccio il mio destino, Teddy”.
Sorride infine, mentre lega la lettera alla zampa del gufo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NDA: Il pacchetto che ho scelto per il contest conteneva il prompt “incertezza” e la frase “spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo. Ho cambiato mille idee sulla coppia (e perfino il fandom su cui scrivere) ma alla fine la scelta è ricaduta su Andromeda, personaggio che sento moltissimo legato all’idea di destino. Mi piace molto la coppia Ted/Andromeda, ma allo stesso tempo ho anche un headcanon personale (in realtà abbastanza plausibile) che la prima promessa a Lucius fosse Andromeda e non Narcissa. In questa storia ho dunque voluto esplorare un’idea particolare che ha alla base la ship Lucius/Andromeda e che rivede in una nuova chiave Andromeda. Non è ribelle perché ama Ted, ma ama Ted pur di essere ribelle: un’inversione di termini che in cui non credo ma che troverei estremamente interessante.
Per quanto riguarda i sottotitoli delle quattro diverse parti, esse rimandano alla Fortuna (il nome del pacchetto che avevo scelto): la ruota medievale della fortuna che ruota continuamente è infatti scandita da quattro momenti che associano la fortuna di una persona alle fasi del potere di un re: regnabo (regnerò), regnavi (ho regnato), sum sine regno (sono senza regno) e regno (regno). In particolare, ho associato il momento di ribellione di Andromeda al regnabo, la consapevolezza di amare Lucius al regnavi, la perdita degli affetti dopo la guerra al sum sine regno, e infine la ripresa dei contatti con Lucius al regno.
Si tratta di un’idea particolare, ma spero di averla resa almeno interessante.
 
   
 
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