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Autore: Wolfgirl93    06/05/2020    1 recensioni
#sixfanfiction challenge
Prompt: Villain Au
Fandom:Boku no Hero Academia
E se Izuku non avesse conosciuto All Might? Se fosse stato qualcun altro a dargli una nuova speranza per il futuro?
E se un giorno decidesse di voler trascinare qualcun altro nel suo mondo?
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dabi, Himiko Toga, Izuku Midoriya, Shigaraki Tomura, Shouto Todoroki
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Poteva dire che il mondo non era giusto, che i deboli venivano sempre maltrattati o che la società disprezzava persone come lui, eppure nulla di tutto quello si fermava, le ingiustizie continuavano e il dolore con loro.
Erano quelli i pensieri di Izuku dopo l’ennesimo sopruso di Kacchan, dopo le sue aspre parole che lo invitano a suicidarsi solo perché non aveva un quirk, era partito tutto da quello, da quell’ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

 

Era scappato da scuola con le lacrime agli occhi, stringeva fra le mani il suo quaderno ormai bruciato e bagnato mentre le strada si susseguivano diventando sconosciute e vuote.
D’un tratto si accorse di essere in periferia, quel luogo era sempre stato proibito per i ragazzi come lui ma in quel momento non gli importò.

“Hey ragazzo, ti sei perso?” La voce calma di un ragazzo dai capelli azzurri gli arrivò alle orecchie, quando si voltò rimase sconvolto nel vedere il suo viso martoriato da graffi così come il suo collo, chi era quello?
“Tomura, chi è il piccoletto?” Un altro ragazzo, forse della stessa età del primo, arrivò al suo fianco, aveva capelli neri e il suo corpo era piano di bruciature.

 

“M-Mi sono perso...” Spiegò Izuku indietreggiando appena, fece due, tre passi indietro finché la schiena non batté contro qualcosa o meglio qualcuno.

 

Un uomo con una maschera nera se ne stava fermo, sembrava fissarlo anche se Izuku non riusciva a vedere i suoi occhi, poi d’un tratto parlò.
“Non vedo nessun quirk in te, ragazzo. La vita è stata ingiusta vero? Tutti sembrano odiarti e quelli con un’unicità ti trattano come se avessi qualcosa di meno a loro, non è vero?”
Quelle parole risuonarono nelle orecchie del ragazzo, perché sembrava tutto giusto? Perché quelle parole sembravano così vere? Izuku si limitò ad annuire mentre stringeva i pugni.
“Non vorresti dimostrare loro che puoi essere alla loro altezza? Non vorresti mostrargli che anche tu puoi avere un quirk?” L’uomo allungò una mano verso Izuku e al ragazzo sembrò di percepire un sorriso. “Se ti offrissi il mio potere, tu lo accetteresti?”

Izuku osservò quell’uomo, il suo salvatore, l’unica persona che aveva creduto in lui; gli sorrise e dopo un attimo di esitazione allungò la mano per stringere quella dell’uomo.

 

 

Diversi anni erano passati da quel patto e Izuku dopo essersi messo i guanti uscì per strada, indossava una camicia bianca con un gilet scuro e dei semplici pantaloni scuri, ai piedi le sue immancabili scarpe rosse.

Era un ragazzo diverso, nuovo. Aveva un gruppo a cui appartenere, persone che lo apprezzavano per chi era e soprattutto ora aveva un quirk.

Camminò per strada con calma sorridendo alle persone con i suoi strani occhi verdi contornati di rosso – un extra di quel nuovo Quirk, All For One ne era rimasto sorpreso di quel cambiamento -.

Per molte volte aveva letto di giovani eroi che dopo essere usciti dalla UA avevano preso la licenza come Pro-Hero, tra quelli solo due avevano catturato il suo interesse: Katsuki Bakugou, il suo ex amico d’infanzia e colui che lo aveva reso ciò che era ora e Todoroki Shouto, fratello di Dabi uno dei membri della sua nuova famiglia.
‘Shouto è manipolabile, odia nostro padre e per salvare nostra madre passerà sicuramente dalla nostra parte, ma dovrai essere bravo a giocare bene le tue carte Izu-chan.’ Quelle parole gli erano rimaste in mente, doveva trovare quel Pro-Hero e convincerlo a passare dalla parte dei cattivi, per molti sembrava un’impresa impossibile ma non per Izuku.

 

Era steso per terra sull’asfalto con del sangue secco sulle gambe e sulle braccia, aveva chiamato la polizia e gli avevano assicurato che avrebbero mandato un Pro-Hero in suo aiuto, Izuku sorrise, sapeva bene che era Shouto l’unico in servizio in quel momento quindi aspettò con ansia che arrivasse.

 

“Hey, hey stai bene?” La voce calma di Shouto gli solleticò le orecchie facendogli aprire gli occhi, osservò il bel viso di quel ragazzo e gli sorrise.
“Mio eroe! Il villain se n’è andato? Ho avuto così tanta paura!” Disse in modo teatrale prima di allungare le braccia e stringerle attorno al corpo di Shouto, l’eroe si irrigidì ma non lo spinse via.
“Non ho visto nessuno al mio arrivo ma l’importante è che tu stia bene.” Non c’era sentimento in quelle parole, forse erano solo frasi fatte ma il cuore di Izuku sussultò.
“Sto benissimo adesso, Todoroki Shouto.” Disse dolcemente, come se quelle parole fossero parte di una melodia, si godette lo sguardo confuso e guardingo di Todoroki e con un gesto veloce gli iniettò nel collo il mix di anestetico che Toga aveva preparato. “Buonanotte Shouto, ci rivedremo tra poco te lo prometto.”

 

Quando Shouto aprì gli occhi notò che era una specie di magazzino, c’era odore di muffa e soprattutto davanti a sé aveva quel ragazzo aveva visto prima, provò a muoversi ma il suo corpo sembrava non voler collaborare.
“Shouto, vedo che sei sveglio. Sono così contento di vedere che stai bene, mi dispiace ma non potrai muoverti, nel tuo corpo vi è ora una neurotossina che ti impedisce ogni movimento e non ti conviene usare il tuo quirk altrimenti ti farai male.” Disse dolcemente il ragazzo dai capelli verdi prima di avvicinarsi a lui, gli fece una lieve carezza sul viso sfiorandogli la cicatrice poi si rabbuiò.
“Tutto questo dolore per colpa di tuo padre, se lui avesse trattato meglio tua madre, se non avesse allontanato Touya da casa e infine se non avesse sfruttato il potere del suo povero figlio… So che tu odi i cattivi Shouto, sei un eroe dopotutto, ma sei davvero sicuro che tua padre sia dalla parte dei buoni?”
Quelle parole fecero deglutire Shouto, non poteva parlare ma era ovvio che qualcosa sembrava essersi mosso nella sua mente.
“Proprio come quel Bakugou, sai io e lui eravamo amici d’infanzia, eravamo inseparabili ma poi lui ha iniziato a picchiarmi, a deridermi e persino a istigarmi al suicidio e sai perché? Solo perché ero nato senza un quirk. So che anche lui è diventato un Pro-Hero ma lui non segue la tua visione della vita, non parte all’attacco per salvare le persone ma solo per menare le mani; non pensa ai civili che potrebbero ferirsi ma pensa solo al suo divertimento, è davvero così un eroe, Shouto?”

 

Shouto fu nuovamente lasciato solo, la sensibilità e la mobilità del suo corpo stava pian piano tornando ma notò che non poteva comunque muoversi, ai suoi polsi e sulle sue braccia vi erano due paia di manette, le riconobbe subito, erano dei dispositivi anti-quirk che usavano di solito le forze dell’ordine quando dovevano portare in galera dei villain.
Dopo quasi un’ora il ragazzo tornò, fra le mani teneva una ciotola e un cucchiaio e il profumo che arrivò a Shouto fu di una zuppa.
“Ti ho portato qualcosa da mangiare, non voglio che tu patisca la fame, solo mi dispiace doverti dire che toccherà a me imboccarti.” I suoi occhi erano cristallini, come se ogni sua azione fosse dettata da qualche istinto buono e casto e non da scopi malvagi.
“Non voglio nulla da uno come te.” Aveva detto brusco Shouto prima di scostare malamente il viso dalla parte opposta, era un covo di cattivi e ora volevano anche fargli credere che lo stavano nutrendo? Chi glielo diceva che dentro quella zuppa non ci fosse qualche veleno o che ne so, qualche siero della verità.

 

Come se gli avesse letto nel pensiero il ragazzo di fronte a lui impallidì, affondò il cucchiaio nella zuppa e ne mangiò un po’ prima di sorridere imbarazzato. “L’ho preparata io, non sono un cuoco eccezionale ma ti giuro che non c’è niente di pericoloso qui dentro.”
Shouto rimase sorpreso per la seconda volta, come poteva quel ragazzo così dolce far parte dei cattivi? Chiunque lo aveva deviato avrebbe pagato. “Va bene...” Si arrese, sentire quel profumo gli aveva messo fame e poi non sapeva come ma si fidava di quel ragazzo, tanto da iniziare a credere alle parole che gli aveva detto prima.
“Mi chiamo Izuku comunque, qui tutti mi chiamano Izu-chan ma tu puoi chiamarmi come vuoi.” La sua voce era dolce, si premurò perfino di soffiare sul cucchiaio pieno di zuppa prima di portarlo alle labbra di Shouto che subito aprì la bocca mangiando con calma; doveva ammettere che quella zuppa non era nulla di speciale, eppure sapere che l’aveva preparata quel ragazzo la faceva sempre più… Buona.

 

“Sono contento che tu abbia mangiato tutto, prometto che la prossima volta mi impegnerò di più.” Ammise arrossendo appena.
“Izuku, quando parlavi di mio padre e di Bakugou cosa volevi dire? Vuoi ucciderli?” Shouto rimase sorpreso delle sue stesse parole, si stava veramente interessando a quelle cose? Stava realmente ponderando l’idea di unirsi a dei Villain?
Izuku lo guardò piegando appena il capo prima di sorridergli. “Tra le nostre file abbiamo molti quirk diversi e io ho ereditato quello del mio maestro, il nostro intento è usare questo quirk su Endevor e Ground Zero così da privarli del loro quirk. Saranno inoffensivi una volta privati della loro unicità e solo in quel momento il mondo sarà un posto migliore, non credi anche tu?” Assieme alle sue labbra anche la mano di Izuku si mosse, accarezzò nuovamente il viso di Shouto e gli sorrise mentre lentamente si avvicinava a lui. “Sei bellissimo… Ti ho sempre guardato da lontano...” Ammise in un sussurro, poi tutto sembrò svanire, le labbra di Izuku furono du quelle di Shouto e l’eroe non riuscì più a muoversi; non era colpa di un quirk o della droga che agli avevano iniettato, era il suo corpo che sembrava come ammaliato da quel ragazzo, era davvero quello che voleva? Era davvero possibile che un ragazzo che lo aveva rapito potesse confonderlo così tanto da farlo cedere?

Le labbra di Izuku erano morbide e avevano un sapore dolce come il miele, si muovevano lente e impacciate su quelle di Todoroki mentre le mani del villain andavano ad accarezzare il viso dell’eroe concentrandosi su la parte della cicatrice.
Shouto si sentiva inebriato da quel bacio, non capì cosa lo stesse spingendo a tanto ma voleva di più, voleva avere ogni cm di quel corpo, voleva poterlo stringere e affondare in lui.
“Ti basta solo quello?” Chiese con il fiato corto per quel bacio.
Izuku lo guardò curioso socchiudendo appena gli occhi. “Cosa?”
“Ti basta togliere loro i poteri e sarai contento?” Chiese questa volta specificando per bene ciò che voleva dire.
Il viso di Izuku si illuminò, annuì velocemente e gli sorrise. “Sì, nessuna uccisione, solo quello.”

Shouto sospirò, cosa stava facendo di male? Avrebbe fermato due persone che si fingevano eroi, avrebbe vendicato sua madre e suo fratello Touya, avrebbe vendicato Izuku. “Ci sto, solo ora liberami.” Non era un comando detto con un secondo fine, negli occhi di Shouto si rifletteva una strana luce e Izuku sorrise malizioso.
“Solo se farai il bravo, camera mia è due stanze più in là e ho un letto comodo.” Soffiò contro le labbra dell’altro sorridendo, Shouto non rispose si limitò a mugugnare e scuotere la testa in segno di assenso.

Izuku prese le chiavi per le varie manette, quando scattarono liberando le braccia e le mani dell’eroe attese per qualche secondo, la paura che l’altro lo stesse per tradire era lì che come un tarlo lo stava mangiando da dentro; Shouto invece si limitò ad avvicinarsi a lui per baciarlo nuovamente, questa volta fu un bacio bisognoso, pieno di ansiti e morsi, quando le loro labbra si staccarono erano entrambi rossi in viso e senza fiato.
“Sono felice che tu sia qui, Shouto.” Sussurrò Izuku sorridendogli maliziosamente.

Quando entrarono nella stanza di Izuku fuori dalla porta due figure guardarono la scena.
“Beh visto? Ce l’ha fatta, non sei contento che sia qui anche lui?” Chiese Toga punzecchiando Dabi.
“Gli avevo detto di usare dei metodi convincenti, non di farsi mio fratello!” Borbottò il moro alzando gli occhi al cielo mentre la risata di Toga copriva appena i gemiti che si avvertivano da dentro la stanza.

   
 
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