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Autore: PigRabbit    07/05/2020    3 recensioni
[Korean Odyssey]
[Korean Odyssey]Son O-Gong si è avviato nell'oltremondo per ritrovare Ji Sun Mi. Le cose però non vanno esattamente come pianificato...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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N.B. Questo capitolo è stato scritto con in sottofondo uno dei brani della colonna sonora del drama: "If We Were Destined" di BEN. 
Di seguito ho deciso di riportare la traduzione in italiano perché le parole mi sembrano molto adatte ai pensieri dei protagonisti e alla situazione. 
Se voleste ascoltarla mentre leggete potete trovarla facilmente su Youtube o Spotify. :)

"If We Were Destined" - "Se noi fossimo destinati"

Era destino. 
Tutto era stato già deciso, 
fin dal nostro primo incontro.
Io non posso cambiarlo
Anche se il mio amore non è finito. 

Come la luna, 
quando viene nascosta dalle nuvole, 
così il mio cuore si oscura. 
Ho riposto la mia tristezza nella pioggia che cade
e così l'ho lasciata scivolare via. 
Nel terrore che mi avessi dimenticato.

Se è destino, 
lo accetterò
anche se amarti diventasse un peccato. 

Ma ti troverò ancora, 
se il nostro era vero amore
se eravamo davvero legati
se eravamo davvero destinati a incontrarci.

E anche se il rumore della pioggia
che cade nella notte è triste
Sembra quasi che conosca il mio cuore
Per questo farò tesoro deila mancanza che ho di te
che cresce un giorno dopo l'altro.

Ti prego, 
non dimenticarmi, 
se noi eravamo davvero legati
e destinati davvero a incontrarci. 


Buona lettura del Quinto Capitolo. :)



Son Oh-Gong guardava Ji Seon-Mi che fissava esitante la mano che le aveva porto, mentre dentro di sé la incitava a stringere il patto. 
Non erano state queste le sue intenzioni all'inizio, ma l'attacco di quel mostro gli aveva dato l'idea. Avrebbe ricominciato tutto dall'inizio. Se il patto era stato annullato ne avrebbe stipulato uno nuovo. Anzi ne avrebbe stretti due e l'avrebbe legata a sé per sempre. In questo modo nulla avrebbe potuto spezzare il legame che li univa. 
Se lei avesse stipulato il patto poi sarebbe stata costretta a sposarlo, in questo modo nemmeno il Regno degli Spiriti avrebbe potuto rinnegare la connessione che ci sarebbe stata tra di loro per l'eternità.

La verità era che Son Oh-Gong aveva paura. Nonostante lei fosse rinata con lo stesso aspetto, con lo stesso nome, lui temeva che i suoi sentimenti per lui non sarebbero mai stati gli stessi. 
La realtà dei fatti era che Seon-Mi non aveva ricordato nemmeno il suo nome, figurarsi ricordarsi che era innamorata di lui! E se in questa vita il suo protettore designato era un altro, Oh-Gong temeva che, chiunque fosse, avrebbe potuto portargliela via. 
Lei si era innamorata di lui perché aveva iniziato a proteggerla, perchè era stato l'unica persona a "occuparsi" di lei in un mondo dove tutti gli altri l'avevano evitata e respinta, compresi i suoi stessi familiari. Se fosse arrivato un altro prima di lui a offrirle quel tipo di sostegno e affetto che cosa sarebbe successo? 
Se voleva cercare di cambiare il suo destino doveva essere più veloce e imprevedibile del fato. 

Non ricordava che cosa fosse successo nell'Oltretomba, ma una cosa era certa, doveva essere stato grave, punire lo stesso essere umano con la missione di Samjang non era cosa da poco.
Inoltre gli eventi si erano già messi in moto, il calderone delle sventure ne era una prova. 
Avanti, Ji Seon-Mi stringi il patto. Coraggio! La incitò mentalmente. 

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui. Oh-Gong continuò a sorridere come aveva fatto la prima volta, quando l'aveva incontrata che era solo una bambina, cercando di imitare lo stesso sorriso strafottente e indifferente di allora. 
La sua esile mano però non si avvicinò alla sua. 
- No. Non ho bisogno di protezione. E non voglio sposare nessuno per costrizione. Tantomeno uno sconosciuto. Sono sopravvissuta tutti questi anni senza di te e continuerò a sopravvivere da sola. 
Era ironico che anche partiti da presupposti diversi si stessero ripetendo le stesse situazioni. 
- Avanti! Mangiami! - lo incitò lei. 
Per un istante Oh-Gong le strinse più forte il collo nel tentativo di spaventarla, ma già sapeva che non avrebbe funzionato. Conosceva quello sguardo fin troppo bene. 
Lentamente il Grande Saggio lasciò andare la presa. In passato l'aveva insultata, ma ora si limitò a liberarla senza smettere di guardarla negli occhi. 
Che cosa avrebbe fatto se lei non avesse stretto un nuovo patto con lui? Come poteva fare?

Ji Seon-Mi guardò l'uomo allentare la presa sul suo collo e allontanarsi di un passo. Il suo sguardo le dava i brividi, come se volesse davvero divorarla. 
- Se non ha intenzione di mangiarmi signor Mago, allora mi lasci passare. 
Egli si fece da parte.
Raddrizzando le spalle Seon-Mi lo oltrepassò cercando di sembrare il più calma possibile. Poco prima di andare, però, senza voltarsi, lui le afferrò il braccio con forza bloccandola. Lei non ebbe il coraggio di voltarsi ad affrontarlo. 
- Mi lasci andare. 
- Stammi a sentire, Samjang, o stringerai il patto, o io verrò a mangiarti. In un modo o nell'altro otterrò ciò che voglio - la stretta sul braccio si fece quasi insopportabile, ma lei non emise un gemito. - Hai quindici giorni di tempo per decidere se venire da me volontariamente, oppure no. Dopo ti mangerò. - poi Seon-Mi sentì i suoi passi che si allontanavano inghiottiti dal buio della sera. 

Quando, una volta giunta a casa, si ritrovò sola nel suo letto per l'ennesima sera il pensiero di quello strano personaggio le occupò i pensieri mentre cercava di nascondere con tutte le sue forse, anche a se stessa, che per un momento era stata tentata dalla sua proposta. La cosa più preoccupante però era che non fosse stato il pensiero della sua protezione a tentarla, bensì quello di sposarlo. Come sarabbe stato non essere più sola e avere sempre qualcuno su cui poter contare? Certo forse lui non l'avrebbe amata ma chissà perché dentro di sé sentiva che non era vero, e mentre gli occhi le si chiudevano per il sonno iniziò a sognare di un futuro che aveva immaginato in un passato ormai lontano. 

- Che cosa pensavi di fare? - il Re Demone apostofrò duramente Oh-Gong. 
- Re Demone, teoricamente questa è la mia camera.
- Teoricamente questo è il mio hotel.
- Teoricamente potrei raderlo al suolo. Le finestre non ti sono bastate? Perciò smamma perché sono di pessimo umore. 
Il Grande Saggio Son Oh-Gong si lasciò cadere sul letto come sfinito. 
- Ehi Oh-Gong, che volevi fare prima? Un patto? Ascolta non puoi farlo. Il matrimonio? Di nuovo? Voi due non siete anime predestinate, qualunque cosa tu voglia! Devi lasciarla andare. O potresti rimetterci sul serio stavolta! 
Son Oh-Gong, gli occhi chiusi, restava immobile sul letto. 
- Ehi tu scimmiaccia mia ascolti? - non ricevendo risposta il Re Demone lasciò andare un profondo sospiro girandosi per lasciare la stanza, quando la voce dell'uomo sul letto lo richiamò.
- Re Demone, posso farti una domanda? 
- Quale?
- Se ci fossi tu al mio posto e Seon-Mi fosse stata la Regina Madre, l'avresti lasciata andare? 
Il Re Demone restò in silenzio, perché la sua risposta non l'avrebbe aiutato. Perciò se ne andò richiudendosi la porta alle spalle. 

Hong Hae-Ah era perso in uno dei suoi tanti, infiniti, videogiochi. Era una noia mortale continuare a lavorare in quello pseudonegozio di antiquariato di sua nonna. Da che si ricordava era sempre stato rinchiuso là dentro!
La vecchia poi era ancora più noiosa. Non che non le volesse bene, del resto era sua nonna e l'aveva cresciuto con affetto, ma non faceva che rimproverarlo vietandogli di fare questo o quello. Poi negli ultimi anni ci si era messo pure quel lunatico del Re Demone a dargli lo stress!
Era di sicuro il cliente più assiduo della vecchia, non solo, pretendeva anche che fosse lui a consegnargli personalmente tutti gli oggetti che acquistava!
Una vera scocciatura!
- Sei ancora davanti a quei videogiochi?
Ecco! Era tornata matusalemme!
- Dovresti iniziare a pensare ad altro, un giorno questo negozio sarà tuo. 
Hae-Ah sbuffò. Sempre la solita solfa. 
- Tra poco sarà il tuo compleanno, faremo una piccola festa. 
Questa era nuova! E da quando in qua festeggiavano i compleanni? 
- Che novità. Una festa è un fastidio. Non mi va per niente, quindi risparmiati il disturbo. 
- Puoi invitare chi vuoi. Che tu voglia o no, ho già deciso che si farà. Cento anni non si compiono tutti i giorni. Quindi vedi di invitare qualcuno per domani sera. 
-Che barba! - fu il suo unico commento mentre faceva fuori uno zombi leggermente spaventoso senza battere ciglio. 
  
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