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Autore: masquerade930    08/05/2020    1 recensioni
E' il 1973. Due comunissime ragazze italiane - Cecilia e Rossella - riescono ad ottenere una borsa di studio per proseguire gli studi all'estero. Molto diverse tra loro ma amiche per la pelle, si ritrovano da un giorno all'altro catapultate a Londra, la patria della musica.
In che modo le loro vite si intrecceranno con quelle di Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon?
La storia è ambientata negli anni '70, poco dopo la pubblicazione del primo album dei Queen.
La fantasia si sovrappone alla realtà e, per esigenze letterarie, alcuni fatti realmente accaduti sono stati anticipati o posticipati di alcuni anni.
Spero vi piaccia, buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Benvenuti! - esclamò una radiosa Rossella mentre invitava i ragazzi ad entrare nell’appartamento.
I quattro musicisti varcarono curiosi la soglia di quello che era il rifugio delle due giovani.
Un open space, dalle dimensioni contenute ma al contempo caldo e accogliente, si stagliò davanti ai loro occhi: sulla destra vi era la cucina a vista, piccola ma ben accessoriata, e un tavolo da pranzo già apparecchiato; sulla sinistra invece due divani di colore nero, ricoperti da numerosi cuscini colorati e separati tra loro da un tavolino di cristallo, creavano un grazioso angolo soggiorno.
Dietro i divani dei tendaggi arabescati incorniciavano la porta finestra del balcone, da cui si poteva ammirare un maestoso viale alberato.
- Wow, molto accogliente! - esclamò Freddie - sono invadente se ti chiedo di farci fare un tour della casa? - domandò il cantante
- Molto volentieri! - rispose sorridente la giovane infermiera
- A me interessano soprattutto le camere da letto - commentò con fare ammiccante Roger
- Ma aspetta - proseguì il biondo con tono incerto afferrando delicatamente il braccio di Rossella - dov’è Cecilia? -
- Come mai questa associazione di idee? - replicò pronta la ragazza alzando un sopracciglio
- Sei forse gelosa che abbia pensato subito a lei? - ribatté senza esitazione il batterista
La giovane sbuffò innervosita.
- Smettila Roger, non sei divertente! - tuonò scocciato John
- Come sei noioso - rispose il biondo allargando teatralmente le braccia
- Non hai però risposto alla domanda, dov’è la nostra star? - domandò Freddie intromettendosi nella discussione e guardandosi in giro
- Dovrebbe essere qui a momenti - replicò l’infermiera avviandosi verso il disimpegno che portava alle due camere da letto
- Questa è la zona notte giusto? - domandò John
- Caspita, che perspicacia - bofonchiò ridacchiando Roger
- Esatto - rispose Rossella facendo finta di non aver sentito il commento del batterista - da un lato c’è la camera di Cecilia, mentre dall’altro la mia -
- Fammi indovinare le rispettive proprietarie - incalzò Freddie, che aveva una passione per le case e per l’arredamento.
Entrambi gli ambienti non erano particolarmente ampi, tuttavia erano molto armonici e ciascuno rifletteva in maniera chiara la personalità delle ragazze.
Una camera emanava una sensazione di calma e serenità: l’arredo, dal design classico e dal colore prevalentemente bianco, era messo in risalto dalle pareti tinteggiate di un azzurro tenue. L’altra camera invece era più dinamica: degli imponenti tendaggi di velluto rosso sembravano richiamare le quinte teatrali e gli arredi, anche in questo caso di colore bianco ma dal design più moderno, contrastavano con il rosso purpureo delle tende e di altri accessori sempre in tono.
Brian rimase affascinato dai disegni appesi alle pareti: si trattava principalmente di schizzi in bianco e nero, realizzati a matita o a carboncino, che rappresentavano statute, persone o particolari architettonici; il segno era così espressivo che pareva trasferire le emozioni provate dalla ragazza durante la realizzazione dei disegni.
Il biondo superò il chitarrista, che era rimasto rapito dai lavori di Cecilia, e si buttò sul letto della giovane musicista abbracciando il guanciale e inspirando a pieni polmoni.
- Un po’ di contegno, Rog - lo rimproverò Freddie.
Ma al batterista quelle parole sembrarono non arrivare.
- Potrei sapere cosa stai facendo sul mio letto, abbracciato al mio cuscino? -
Una voce risuonò nella stanza e il cuore di Brian ebbe un sussulto.
Cecilia era finalmente arrivata: la ragazza stava tamburellando nervosamente con le dita della mano destra sullo stipite della porta della sua camera
- Ceci! Da dove sei sbucata? - strillò stupita Rossella prima di interrompersi bruscamente
- Buongiorno dottor Byrne - proseguì quindi la giovane infermiera con un fil di voce e abbassando leggermente il capo
- Conosci Nicholas? - chiese sorpresa l’amica
- Il dottor Byrne è l’assistente del primario del reparto in cui faccio tirocinio - rispose la ragazza in evidente imbarazzo
- E tu piuttosto, come…come lo conosci? - aggiunse timidamente
- E’ il fratello di Elizabeth, la violista che ha condiviso con me queste intense settimane di tournée. La scorsa notte mi sono fermata a casa sua - rispose la musicista con nonchalance.
Il chitarrista, dopo aver deglutito rumorosamente, dischiuse le labbra ma non riuscì a dire nulla, sembrava come in apnea;  Roger, invece, si sedette di scatto sul letto.
- Che cosa? - strillò poi il biondino stringendo nervosamente tra le mani il cuscino
- Ieri sera eravamo stanchissimi, così, dopo essere venuti al vostro concerto al Marquee Club, siamo andati tutti a dormire a casa di Liz. E’ lì che ho conosciuto Nicholas - proseguì con voce pacata Cecilia
- E come mai adesso è qui? - incalzò il batterista
- Perché mi ha gentilmente aiutata a portare a casa le valigie, che sono grandi e pesantissime - rispose scocciata la ragazza.
Roger abbassò lo sguardo, mentre Cecilia si allontanò con il giovane medico e con Liz, che nel frattempo li aveva raggiunti.
- Vi chiedo scusa per questo teatrino, Roger a volte ha un modo di fare davvero insopportabile - sbuffò la ragazza alzando gli occhi al cielo
- E’ visibilmente geloso - constatò Nicholas
- Geloso? - replicò stupita Cecilia
- Non saprei definire la sua reazione con un termine più appropriato - replicò sorridente il giovane medico e aggiunse - ora ti lasciamo ai tuoi ospiti, vedo che la tavola è già apparecchiata… -
- Perché non vi fermate anche voi? Siamo un po’ allo stretto ma mi farebbe davvero molto piacere - incalzò la ragazza
- Goditi la serata - rispose Liz facendole l’occhiolino
- Ma… - tentò di replicare Cecilia
- Niente ma, ci siamo capite? - ribatté Liz sorridendo di cuore all’amica
- Mi mancherai - disse infine Cecilia con gli occhi lucidi mentre abbracciava la ragazza sotto lo sguardo stupito di Rossella e dei quattro musicisti che nel frattempo erano ritornati in salotto
- Anche a me! - replicò la violista e aggiunse - guarda però il lato positivo, domani pomeriggio saremo di nuovo in prova assieme, e puoi venire a dormire da noi quando vuoi! -
Nicholas diede quindi un buffetto sulla guancia a Cecilia e uscì dall’appartamento, seguito da Liz.
La ragazza stava ancora fissando la porta da cui erano appena usciti i suoi due amici quando una voce la riportò alla realtà
- Scusami per prima, non volevo - disse Roger con tono mesto
- Se solo contassi fino a dieci prima di parlare - replicò severa Cecilia voltandosi verso il batterista
- Dai non fare così… - incalzò il biondo avvicinandosi alla ragazza e prendendole una mano - per favore - aggiunse con voce bassa e con uno sguardo da cane bastonato.
Cecilia si morse nervosamente il labbro.
- E va bene - disse quindi la giovane musicista espirando rumorosamente - ma adesso sediamoci a tavola - proseguì la ragazza portando al tavolo lo sgabello del pianoforte e indicando al batterista di prendere un vecchio pouf di velluto rosso - sono affamata! -.
A capotavola presero posto rispettivamente Freddie e John. Quest’ultimo aveva accanto a se le due ragazze, che si trovavano sedute una di fronte all’altra; accanto a Rossella aveva preso posto Brian, mentre Roger si era seduto affianco a Cecilia.
- Cosa si mangia? - domandò senza mezze misure il batterista
La giovane infermiera stava per iniziare ad elencare i piatti che aveva preparato quando fu interrotta da Freddie
- Just gimme, gimme, gimme, gimme fried chicken! - strillò Freddie
- Pollo fritto? - esclamò stupita  Rosella - veramente non ho… - la ragazza stava tentando di giustificarsi quando fu nuovamente interrotta, questa volta da John
- Non preoccuparti Ross, a Freddie piace scherzare… - disse con voce pacata il giovane dai lunghi capelli castani
- Parlando di cose serie, qual è stata la data della tournée che ti è piaciuta di più? - domandò il biondo a Cecilia.
La ragazza prima di rispondere rifletté qualche istante.
- Direi Oxford - rispose infine, ancora assorta nei suoi pensieri
- Dillo che non puoi fare a meno di noi! - sghignazzò Roger
- Come prego? - replicò Cecilia corrugando la fronte
- Beh, a Oxford siamo venuti a trovarti - rispose prontamente il batterista
- Sì, certo. Effettivamente sono stata felice di vedervi…ma mi è piaciuta molto non solo per la vostra visita inaspettata, ma anche perché è stata una di quelle date in cui abbiamo avuto l’opportunità di fermarci un giorno in più e quindi abbiamo potuto goderci e assaporare, almeno in parte, la città -
- Tutte scuse! - rispose il biondo con un sorriso malizioso
- Sei insopportabile - sbuffò la ragazza roteando gli occhi al cielo e proseguì - anche Liverpool mi è piaciuta molto -
- Risposta scontata - replicò con prontezza Roger
- Sarà anche scontata ma come si fa a non rimanere affascinati dal Cavern Club, dalla musica dei Beatles che risuona in quasi tutti i pub della città, dall’architettura industriale dei docks da cui John, Paul, George e Ringo partirono alla volta di Amburgo… -
- Ma non è per questo che è ovvio - l’interruppe un esuberante Roger
- E si può sapere quale sarebbe il motivo? - rispose stupita Cecilia
- Non fare la finta tonta; da Liverpool ci hai chiamati! - sentenziò il biondo
La ragazza aveva gli occhio lucidi, e venne poco a poco travolta da una strana melancolia, la stessa che aveva provato a Liverpool.
Brian notò immediatamente il velo di tristezza che era apparso sul viso della ragazza; avrebbe voluto chiederle il perché di quell’espressione malinconica; mentre stava cercando le parole giuste per intervenire nella discussione il biondo prese ancora una volta la parola
- Colpita e affondata, non è vero? - incalzò con voce ammiccante il batterista
- Credo che potremmo finirla qui e cambiare discorso, non credi Rog? - disse Brian con voce ferma intromettendosi nella discussione e fulminando l’amico con lo sguardo.
Roger rimase un attimo confuso; fu solo dopo aver visto il ricciolo sgranare i suoi occhi nocciola che capì che qualcosa non andava e si voltò verso la ragazza.
Cecilia era ancora assorta nei suoi pensieri; quel giorno a Liverpool, mentre stava contemplando il Mersey seduta su una panchina in prossimità dei docks, il suono di una chitarra in lontananza richiamò la sua attenzione. Seguendo le note di quella familiare melodia, si era quindi avvicinata al parapetto e, proprio sugli scogli sottostanti, un ragazzo stava suonando alla chitarra Yesterday dei Beatles accennando timidamente la melodia con la voce. Fu in quel preciso istante che capì quanto Brian le mancasse e quanto avrebbe voluto condividere con lui ogni istante dell’esperienza che stava vivendo. Cecilia avrebbe voluto che ci fosse stato quel timido ragazzo dai capelli ricci a suonare quella toccante melodia sugli scogli, quel ragazzo che passo dopo passo era riuscito ad impossessarsi del suo cuore: fu proprio per quel motivo che a Liverpool, poco prima di salire sul palco, non riuscì a trattenersi dal telefonare a casa dei quattro musicisti per avere notizie del chitarrista, che era stato da poco dimesso dall’ospedale.
- E va bene, bando alle ciance. Iniziamo con un brindisi! - esclamò il batterista dando una lieve spinta sulla spalla a Cecilia, come per distoglierla dai suoi pensieri e riportarla alla realtà.
Tutti i presenti avevano rivolto lo sguardo verso il biondo quando John si alzò all’improvviso, sfregando rumorosamente la sedia sul pavimento
- Il brindisi vorrei proporlo io - disse il ragazzo dai lunghi capelli castani
- Prego Deacy, carta bianca visto che non parli mai - lo esortò Freddie
- Alle nuove amicizie - disse con voce ferma il bassista alzando in aria il bicchiere
- Alle nuove amicizie? Che razza di brindisi è? - commentò il batterista
- Va bene che ogni occasione è buona per bere, ma non sei mica disperato come Roger - sghignazzò il cantante
- Quindi io sarei disperato eh, grazie per la considerazione Freddie - rispose fintamente stizzito l’amico
- Seriamente ragazzi, in fondo ci conosciamo da poco quindi… - John aveva ripreso la parola quando fu nuovamente interrotto dal biondo
- Sono passati quasi due mesi Deacon, l’amicizia più che nuova potrebbe essere quasi conclusa -
- Roger! - esclamò Cecilia voltandosi verso il ragazzo
- Beh che ho detto di male? Dovremmo approfittare di questa bella serata e cogliere l’attimo, non si sa mai - replicò ammiccando il batterista
- Carpe diem…
Cogli la rosa quando è il momento,
che il tempo, lo sai, vola
e lo stesso fiore che sboccia oggi,
domani appassirà  - mormorò Cecilia persa nei versi che stava declamando
- Conosci Robert Herrick? - domandò stupito e al contempo affascinato Brian
- Al liceo adoravo letteratura inglese, ho divorato un sacco di libri, da Shakespeare a Coleridge, da Marlowe a Wilde. E questo è uno dei versi di Herrick che preferisco - rispose entusiasta la ragazza
- Ho sempre amato quella citazione. E’ eccezionale, ha una potenza incredibile - replicò il ricciolo in un sussurro e proseguì - l’uso delle metafore poi… -
Quando fu interrotto bruscamente da Roger.
- Che palle, mi sono seduto nella parte intellettuale del tavolo - sbuffò il biondo - ma sapete, anche io ho letto qualcosina di Herrick - continuò il batterista con nonchalance - e, se devo essere sincero, per voi vedo ancora più appropriato un altro verso -
Brian impallidì intuendo quello che stava per accadere, mentre Cecilia, incuriosita, punzecchiò il ragazzo.
- Sai Rog, per quanto mi sforzi, non ti ci vedo a leggere Herrick alla sera, prima di addormentarti - sghignazzò la ragazza
- Negli anni effettivamente ho cambiato abitudini - ammiccò il biondo - ma per voi ho fatto un tuffo nel passato -
- Sentiamo! - lo incoraggiò la giovane musicista.
Il batterista, prima di iniziare a declamare i versi, si schiarì la voce
- Scegli per me il tuo valentino
e sposiamoci subito dopo:
l’amore si consuma in morte
se a lungo indugiamo - concluse soddisfatto il batterista.
La ragazza stava guardando perplessa il biondino quando John, in un batter d’occhio, richiamò l’attenzione dei presenti
- A proposito di amore e matrimoni - disse con voce solenne il ragazzo dai lunghi capelli castani - avrei un annuncio da fare -
A Roger, che in quel momento stava bevendo, andò la birra per traverso; il ragazzo iniziò a tossire e a sputacchiare mentre Cecilia gli colpiva vigorosamente la schiena ridacchiando.
Brian, dal canto suo, benedì l’intervento di Deacy, che era così riuscito a spostare l’attenzione dagli imbarazzanti versi di Herrick a chissà quale annuncio.
Quando il batterista finì di tossire, il bassista riprese la parola
- Forse alcuni di voi se ne saranno accorti…ma da qualche giorno a questa parte ho iniziato a frequentare una ragazza -
- Hai capito il timido bassista? - sghignazzò Roger - e chi sarebbe la fortunata, se così si può dire? - concluse provocatoriamente il biondo
- Sono io - intervenne decisa Rossella
- Che cosa? - strillò Cecilia - e non mi hai detto niente? -
Brian e e Freddie fischiarono e applaudirono con foga, entusiasti della notizia.
- Bell’amica che ho! - commentò fintamente sconsolata Cecilia, lasciandosi cadere indietro con la schiena, dimenticandosi però di non essere seduta su una delle solite sedie ma sullo sgabello del pianoforte, che è invece privo dello schienale.
Nella stanza risuonò un grido stridulo e i presenti fecero solamente in tempo a vedere scomparire la ragazza seguita poco dopo da Roger che, con scatto felino, riuscì a fermare la caduta dell’amica.
I due si ritrovarono sospesi a mezz’aria: il batterista con una mano reggeva la schiena di Cecilia mentre con l’altra, appoggiata al pavimento, sosteneva il proprio corpo e quello della giovane musicista.
La ragazza, che in quei pochi secondi si era preparata alla caduta, aprì improvvisamente gli occhi e si ritrovò il volto di Roger a pochi centimetri dal suo
- Co…come hai fatto? - balbettò stupita la ragazza
- Semplice, ho dei superpoteri - rispose con noncuranza il biondo
Cecilia iniziò a ridere e Roger poteva sentire il respiro della giovane infrangersi sulle sue labbra.
Al ragazzo venne un nodo in gola, sentiva crescere l’eccitazione dentro di sé e non poteva, non doveva, fare nulla. Così, per smorzare la tensione, decise di ironizzare, come era solito fare quando una situazione lo metteva in imbarazzo.
- Capisco che fossi pazzamente innamorata di John ma non è il caso di attentare in questo modo alla tua vita - esclamò sorridente il batterista
Il ragazzo dai capelli castani divenne paonazzo e tutti i presenti risero di gusto; tutti eccetto Brian, che invece era pervaso da una grande inquietudine.
Il chitarrista si fece coraggio e decise di avvicinarsi ai due amici.
- Posso fare qualcosa per aiutarvi? Sembrate due contorsionisti - domandò il ricciolo vedendo come i corpi dei due ragazzi fossero incastrati tra loro.
Nel sentire la voce di Brian così vicina, Cecilia tentò di voltarsi nella direzione del chitarrista, andando quindi a sbilanciare Roger - che già si trovava in una situazione di equilibrio precario - e i due caddero goffamente a terra.
- Stai bene? - domandò preoccupato Brian alla ragazza, ancora coperta dal corpo del batterista
- Grazie per l’interessamento Brian, ma sto bene - commentò con voce roca Roger, che non perdeva mai la sua ironia
- Sì sto bene grazie - rispose Cecilia guardando però Roger dritto negli occhi
- Ti ho fatto male? - chiese poi apprensiva la ragazza
Roger le sorrise dal profondo del cuore.
- Neanche un graffio - rispose il batterista, sebbene la smorfia di dolore apparsa sul suo viso sembrasse dire esattamente il contrario
- La mano, Roger. La mano è tutta intera? - incalzò con affanno la giovane musicista
- Sta bene anche lei, non preoccuparti - rispose in un bisbiglio il biondo - e poi si è sacrificata per una giusta causa - concluse ridacchiando.
Solamente in quel momento Brian si accorse che nella caduta Roger aveva avuto la prontezza di proteggere la nuca della ragazza con la propria mano.
- Scusami Roggie, sono un cretino - disse quindi il chitarrista
- No, sei solo imbranato - replicò prontamente il batterista mentre tentava di rialzarsi in piedi, non senza qualche difficoltà
Brian allungò una mano verso Cecilia e l’aiutò ad alzarsi.
- Sicura di stare bene? - aggiunse poi Brian con un tono di sincera preoccupazione.
La ragazza annuì con la testa.
- Mi sono stiracchiata per bene la schiena, ma sono ancora tutta intera - rispose poi la giovane musicista
- Beh, così hai guadagnato qualche centimetro in altezza, ne hai bisogno - commentò il biondo facendole l’occhiolino
- Da che pulpito - replicò Cecilia, che si divertiva a punzecchiare il povero Roger
- Bella riconoscenza - rispose con finto tono offeso il batterista - io ti ho appena salvato la vita e tu mi sfotti - concluse il biondo mentre si sedeva nuovamente a tavola.

La cena proseguì piuttosto tranquillamente, tra piacevoli discussioni e spensierate risate; il tempo passò velocemente e quando fu l’ora del dessert era già mezzanotte passata.
- Ceci, puoi prendere i piatti per il dolce? - domandò Rossella all’amica
- Agli ordini capo! - rispose la ragazza alzandosi rapidamente dallo sgabello
Due ciotole erano nello scolapiatti, e la giovane le prese senza difficoltà; le altre invece erano state archiviate nell’ultimo ripiano della cucina.
Mentre la ragazza tentava invano di afferrare i recipienti, Freddie fece un cenno col capo a Brian, che immediatamente si alzò e andò in soccorso della giovane musicista ma, prima di intervenire, si fermò alcuni istanti ad osservarla: era davvero carina e ben proporzionata e i boccoli castani, che le rimbalzano sulla schiena ad ogni movimento, sembravano danzare. Tuttavia l’attenzione del chitarrista fu ben presto catturata dal lato b della ragazza che, in quella posizione, era messo in evidenza e la sua forma a mandolino risultava più accentuata del solito. 'Da quando pensi certe cose, sei forse impazzito? pensò tra sé e sé il ragazzo scuotendo nervosamente la sua chioma riccioluta, come se quel movimento lo potesse in qualche modo aiutare ad allontanare dalla sua mente certi pensieri.
Cecilia, sulle punte dei piedi, era protesa con tutto il suo corpo verso il ripiano ma, nonostante gli sforzi, i piatti per il dolce riusciva a malapena a sfiorarli; improvvisamente sentì delle dita affusolate accarezzarle fugacemente la mano ed afferrare, subito dopo, quelle famigerate stoviglie.
Nel sentire quel contatto la ragazza fu percorsa da un brivido lungo la schiena; mentre scendeva dalle punte indietreggiò leggermente andando così a finire addosso a Brian che, nel sentire il corpo della giovane contro il suo, si irrigidì immediatamente e cercò di arretrare il più possibile il bacino nella speranza di non fare sentire a Cecilia la sua crescente eccitazione.
Era il primo momento, dall’inizio della serata, che si trovavano solamente loro due da soli. Brian aveva ripensato tutta la notte a quanto accaduto la sera prima e a quello che sarebbe successo se Freddie non fosse entrato in quel maledetto retropalco.
- Ceci, hai trovato le ciotole per il dolce? - domandò Rossella
La voce della giovane infermiera distolse il chitarrista dai suoi pensieri.
- Sì Ross, sono riuscita a recuperarle. Le sciacquo rapidamente e arrivo - rispose l’amica allontanandosi da Brian e aprendo l’acqua del rubinetto.
- Ti aiuto ad asciugarle - disse Brian afferrando un canovaccio e avvicinandosi alla ragazza.
Cecilia lavò velocemente i recipienti e iniziò ad asciugarli assieme al ricciolo, che però sembrava in un’altra dimensione: era assorto nei suoi pensieri e continuava a strofinare lo stesso piattino.
- Non credo possa diventare più lucido di così - commentò la giovane musicista sorridendo al chitarrista - Dai, andiamo! - aggiunse quindi voltandosi per raggiungere gli altri.
‘Carpe diem’ pensò tra sé e sé il ragazzo poggiando una mano sulla spalla di Cecilia che, nel sentire quel contatto, si voltò nuovamente verso l’amico osservandolo con sguardo interrogativo.
Brian lanciò un’ultima occhiata verso il tavolo; i ragazzi stavano discutendo animatamente, nessuno sembrava curarsi di loro due.
- Sei libera domani sera? - domandò quindi diretto, tutto d’un fiato
- Domani sera? Sì, ho prove fino alle 18, poi sono libera - rispose stupita Cecilia
- Ti andrebbe… - il ragazzo si interruppe per un istante - Ti andrebbe di uscire assieme? Solo noi due intendo - concluse in un bisbiglio.
Cecilia deglutì rumorosamente.
- Certo, mi…mi piacerebbe molto - rispose con voce tremante la ragazza.
Brian le sorrise felice.
- Alle 18 davanti alla Royal Academy? - incalzò il ricciolo
- Darling, ma quanto ci stai mettendo? Vogliamo mangiare il dolce! - strillò Freddie
- Arriviamo! - rispose Cecilia.
La giovane musicista prima di raggiungere gli amici al tavolo guardò Brian negli occhi - Affare fatto! - sussurrò felice.

  
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