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Autore: Saruwatari_Asuka    08/05/2020    1 recensioni
{Spoiler dei capitoli dal 195 al 211 circa}
{ShinOji of course}
{Angst a palate perché fa sempre bene}
--
“Buongiorno, Shinsou.”
Sgranò gli occhi, a quel saluto, fermandosi come una statua di sale all’ingresso dell’aula.
Lo aveva salutato. Davvero? Anche adesso che era libero di muoversi, di saltargli addosso ed ucciderlo?
Dio, che aveva fatto?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hitoshi Shinso, Kaminari Denki, Mashirao Ojiro, Shōta Aizawa
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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CAPITOLO 19 – EPILOGO

 

 

 

 

Festival Sportivo.

Il giorno era arrivato più velocemente di quanto Shinsou si sarebbe mai aspettato. Due settimane erano letteralmente volate via. Quasi non se ne era neanche accorto.

Ed era stato bello, intenso. Non aveva passato con Ojiro tutti i giorni, come avrebbe voluto, ma era successo spesso, quello sì.

Molto spesso.

E quelle volte che era successo era stato Ojiro a venire da lui, mai il contrario. Non perché Shinsou non volesse, anzi, tutt’altro. Ma perché non voleva pressarlo. Era Ojiro che doveva decidere.

E forse stava decidendo, anche in fretta.

Ojiro gli stava palesemente dicendo che andava bene, che era del tutto intenzionato a dimenticare, ad andare avanti.

E quelle due settimane Shinsou aveva deciso di sfruttarle al meglio delle sue possibilità, con tutta la delicatezza di cui era capace.

E gli era piaciuto, passare il tempo così. Soprattutto gli era piaciuto vedere che anche ad Ojiro pareva aver fatto piacere. Quantomeno, sorrideva, e la sua coda parlava ancora più chiaro, sbattendo di qua e di là ogni volta che rideva.

Ed era proprio quando sorrideva che a Shinsou si scioglieva il cuore. Perché non credeva di meritarlo, ma era lì per lui. Con lui.

A volte incrociava ancora gli occhi di Aizawa, in aula o dopo le lezioni, lo scrutavano e lo giudicavano. Studiavano i fatti ma alla fine non diceva mai niente.

Stava mantenendo la sua parola. Lo teneva d’occhio, ma se Ojiro aveva deciso di perdonarlo, Aizawa rispettava quel volere.

Perché la presenza a scuola di Shinsou, la sua non espulsione, dipendeva proprio da Ojiro Mashirao.

Non si erano più baciati, i tocchi erano lievi, casuali. Ma non pesava. Finché Ojiro non si tirava indietro, finché poteva azzardarsi a sfiorargli una mano in una carezza delicata, casuale, quando si trovava vicino alla sua, o carezzargli la coda quando gliela faceva passare vicino, a lui andava bene. Più che bene.

 

Ma adesso erano lì. Dopo aver superato individualmente le prime due prove, erano arrivati di nuovo fra i primi sedici.

L’ultima prova.

Un torneo uno vs uno. Di nuovo.

Pareva che come ultima prova quella fosse molto quotata. Ogni anno le prime due erano differenti, ma l’ultima, per decidere il podio, era quasi sempre quella.

Un combattimento singolo.

Per dare modo a tutti di dare il massimo, di usare al cento per cento il loro potere e riuscire a farsi notare per quelli che erano e che erano in grado di fare.

Era il modo più giusto, in fondo, per dare a tutti la medesima possibilità.

E non sarebbe stato un problema neanche per Shinsou, non lo era stato neanche durante il loro primo anno in fondo, perché doveva cambiare qualcosa adesso che era molto più preparato, fisicamente e strategicamente?

Già.

Peccato che il tabellone gli fosse contro in tutti i modo. E anche chi aveva deciso le accoppiate.

Strinse le bende che ha sulle spalle con entrambe le mani, fissando il nome accanto al suo.

Il suo prossimo avversario.

Dopo il combattimento fra TetsuTetsu e Kaminari, che aveva visto vincitore il primo, toccava a loro.

Lo schermo parlava chiaro.

Ojiro Mashirao vs Shinsou Hitoshi, entrambi Dipartimento Eroi, Sezione A.

Proprio contro di lui.

Tra tanti, doveva finire proprio contro di lui.

Lo guardò con la coda dell’occhio, ma non c’era niente da fare. Doveva combatterci contro.

 

Mic, nella cabina da cui faceva la telecronaca diretta di tutto il Festival, coprì il microfono con la mano e si voltò verso Aizawa al suo fianco.

“E’ stata una tua idea, bro?”

“Non so di cosa parli.”

“L’accoppiata con Shinsou. Non è casuale, no?”

“Certo che lo è.”

Mic inarcò un sopracciglio, scettico. Non lo era per nulla.

Non lo poteva fregare in nessun modo, Aizawa, lo conosceva come le sue tasche e forse anche di più.

Gli aveva già raccontato brevemente e approssimativamente quello che Shinsou aveva combinato, senza scendere nei dettagli gli aveva rivelato quanto fosse stato deluso da quel ragazzino impertinente. Ma allo stesso tempo Mic non aveva potuto non notare quando fosse stato invece sollevato, Aizawa, di non doverlo espellerle, di potergli dare un’altra possibilità.

Il tutto era stato possibile proprio grazie alla decisione di mentire di Ojiro.

E ora erano faccia a faccia.

Non era possibile che fosse un caso.

“Sei un pessimo bugiardo, Shota!” esclamò con enfasi Present Mic.

Adesso era curioso anche lui di vedere come sarebbe andata a finire!

 

--

 

La voce di Present Mic raggiunse ovattata le orecchie di Shinsou, anche se sembrava impossibile visto quanto era alto e acuto il tono della sua voce.

Ma era talmente concentrato su Ojiro, che a malapena si accorse che Midnight aveva dato il via allo scontro.

Ojiro era più attento, invece, e gli andò subito addosso.

Fece un’immensa fatica a schivare il primo colpo, buttandosi di lato, e non riuscì ad usare le bende prima che Ojiro lo colpisse con la coda.

E fece male, ma non era un colpo con cui voleva buttarlo fuori subito.

Il suo sguardo, però, si indurì nel momento in cui Shinsou riuscì a tirarsi su e ad allontanarsi di due passi.

Lo slancio che si diede con la coda fu talmente repentino che Shinsou non fece neanche in tempo ad accorgersene che era già a terra, schiena contro il pavimento. Ojiro gli era praticamente sopra, il palmo della mano sulla bocca per impedirgli di emettere alcun suono.

“Cosa stai facendo, Shinsou? Mi stai evitando? Vuoi farmi vincere, o non vuoi combattere contro di me? Non ci provare, Shinsou! Te l’ho detto, sono qui per rendere fieri i miei genitori, sono qui perché voglio dimostrare a mio padre che avrebbe potuto farcela, anche da solo! Quindi non provare a non dare più del massimo perché ti giuro, te lo giuro, stavolta non ti perdonerei mai!”

Shinsou sgranò gli occhi, a quel discorso.

Aveva ragione. Cercando solo di evitare i colpi, continuando a pensare solo di non voler combattere contro di lui, gli stava mancando di rispetto.

Invece doveva fare il contrario.

Doveva impegnarsi più che poteva, anche a rischio di fargli male, o di farsene. Tanto nessuno lì poteva ferirsi in modo grave e Recovery Girl era pronta a curarli tutti quanti immediatamente.

Doveva cercare di vincere. Era questo l’unico modo che aveva per far vedere a Ojiro che era sincero, che lo stimava e lo rispettava e che gli voleva bene.

Di più, anzi. Molto di più.

Si rialzò non appena Ojiro lo lasciò andare, togliendosi dalla testa qualsiasi pensiero sul fatto che fino a due minuti prima gli fosse praticamente seduto sul bacino.

Non era il momento, quello, non adesso.

Ora dovevano combattere.

E lui aveva intenzione di vincere.

Il combattimento iniziò in quel momento, la voce di Present Mic gridava euforica mentre loro si muovevano sul ring, attaccando e difendendosi ritmicamente.

Shinsou, adesso che si era sbloccato, era lesto nell’uso delle bende, segno che Aizawa era stato un ottimo insegnante con lui in quell’ultimo, lunghissimo anno.

Ojiro, però, non aveva certo intenzione di farsi catturare facilmente. Usava la coda per scattare velocemente di lato, o sbattere via le bende prima che potesse bloccarlo in ogni movimento.

Nello stadio c’era ormai silenzio. La determinazione di entrambi si respirava nell’aria, pesante come le urla di Mic, unico a rompere quell’atmosfera.

Lo scontro andava avanti già da alcuni minuti, serrato.

All’ennesimo calcio, Shinsou si accasciò per un secondo a terra, provato. Non ci era abituato. L’allenamento andava bene, ma arrivare a combattere così e per così tanto era diverso.

Sulla resistenza durante uno scontro diretto ci stava ancora lavorando.

L’unica possibilità che aveva per batterlo era spedirlo fuori. In uno scontro di resistenza Ojiro avrebbe vinto. Stava già vincendo.

Ma lui era ancora in gara e voleva restarci.

Si alzò con uno scatto nello stesso istante in cui Ojiro l’aveva afferrato per il bavero per spedirlo fuori, facendogli brevemente perdere l’equilibrio e approfittandone immediatamente per immobilizzargli le braccia con le bende. Era quasi riuscito a spingerlo fuori, visto come l’aveva bloccato, quando Ojiro riuscì a fargli lo sgambettò usando la coda, ma finì solo per essere trascinato giù con lui.

Il rossore soffuso sulle gote di Ojiro fece capire immediatamente a Shinsou di essere stato tristemente scoperto, ma invece di cedere all’imbarazzo approfittò di quel breve attimo di distrazione per continuare a tirarlo verso i bordi del ring.

Bastava solo quello. Un piede. La punta della coda solamente.

Ojiro non si riprese in tempo.

Quando mosse la coda e colpì Shinsou dritto in faccia, lui riuscì comunque a mantenere l’equilibrio, seppur con un gemito di dolore.

Ma proprio in quel momento la voce di Midnight squarciò l’aria, trillando tanto da far tremare entrambi loro e il ring stesso.

“La sfida è terminata!” ululò, “Ojiro è fuori dal ring! Vince Shinsou!”

Shinsou si permise di accasciarsi per riprendere fiato solo in quel momento. Ojiro era ancora a terra, per metà legato, con l’unica visuale libera sul cielo terso.

Aveva un piede fuori dal ring. Come diavolo era successo? Non se ne era neanche accorto. Era così impegnato a cercare di togliersi Shinsou di torno, per impedirgli di raggiungere il suo scopo, che glielo aveva permesso e non se ne era neanche reso conto.

Il volto di Shinsou gli comparve davanti, disturbando il suo campo visivo.

“Tutto okay?”

Annuì, “Tutto okay,” rispose.

Aspettò che Shinsou ritirasse le bende liberandogli i movimenti e si tirò su. Sapevano di dover abbandonare in fretta il ring perché toccava ai prossimi due sfidanti, entrambi della classe B questa volta, anche se non ricordava neanche chi fossero. Non aveva prestato attenzione.

Ma prima gli porse la mano, regalandogli un sorriso, “Sei stato più bravo e attento di me. Complimenti, Shinsou.”

Hitoshi per un attimo rimase interdetto, ma alla fine la strinse, “Grazie.”

Era imbarazzante, in verità, se pensava al motivo che aveva distratto Ojiro. Senza quel colpo di fortuna forse starebbero ancora combattendo o, peggio, avrebbe vinto Ojiro. Ed invece...ma Ojiro pareva intenzionato a far finta di non averci fatto caso, per sua fortuna.

Midnight squittì, stringendosi la frustra al petto, fra i seni prosperosi che a quel gesto risaltarono ancora di più. “Aaah, il candore dell’adolescenza! Il fuoco dell’amicizia e della sportività! Fantastico, ragazzi, fantastico!”

Ojiro arrossì di botto, a quelle parole, seppur senza un apparente motivo logico, ritirando in fretta la mano. “Beh...okay,” brontolò, superando Shinsou e scendendo dalla piattaforma. Come se all’improvviso gli fosse tornato in mente ben altro fuoco, rispetto a quello dell’amicizia.

Anche Shinsou arrossì.

Accidenti.

Hey, Ojiro!” lo chiamò, sforzandosi di mantenere una certa dose di compostezza. Appena ebbe le attenzioni dell’altro, gli indicò gli spalti.

Ojiro non se ne era accorto, ma lo capiva. Conosceva quella sensazione, l’aveva provata anche lui l’anno precedente.

La delusione della sconfitta, di essersi lasciato scappare l’ennesima occasione.

Ma alla fine, non era così.

Gli Hero e i civili fra il pubblico, lì sugli spalti, parevano invece entusiasti.

“Ragazzi, siete stati grandi!”

“Bel combattimento, tutti e due!”

“Tu, con la coda, c’è mancato pochissimo! Ce l’avevi quasi fatta!”

“La prossima volta andrà meglio, ve lo meritate!”

Ojiro sgranò gli occhi, sentendo tutto quel fracasso per loro. Lo scopo del Festival Sportivo era farsi notare e questa volta c’erano riusciti anche loro.

La scarica d’adrenalina gli percorse tutta la schiena e la coda, provata dal combattimento.

Era...fantastico.

Ce l’avevano fatta.

Ce l’avevano fatta davvero! O quantomeno, era un ottimo inizio rispetto allo zero assoluto dell’anno precedente.

Si voltò in automatico verso Shinsou, regalandogli un sorriso. Il più aperto e sincero che gli avesse mai rivolto, da quando si conoscevano.

Avevano riso insieme, in quella settimana, ma quel sorriso...era diverso.

Era completamente diverso.

E quando Ojiro si accorse di come Shinsou lo stesse guardando, arrossì, girò i tacchi e sgusciò via, seguito dal compagno di classe solo qualche minuto dopo.

Ma ormai era tardi.

Shinsou quel sorriso se l’era ben impresso in mente, fra i suoi ricordi più dolci.

E dopo averlo visto voleva davvero credere che, nonostante l’inizio tormentato, forse ce l’aveva fatta a vincere l’unica battaglia che voleva vincere.

 

Mic si voltò verso Aizawa, cercando nella sua espressione la soddisfazione di quello che aveva appena visto.

Era stato un bell’esempio di amicizia. E considerando com’erano quei ragazzini, dubitava fortemente che stessero recitando per il pubblico.

No, avevano davvero chiarito i dissidi avuti, e nella migliore delle maniere, creando con un po’ di fortuna un affetto davvero sincero, e forse duraturo.

Non trovò niente, in apparenza. Aizawa era immutato, le braccia conserte e le labbra all’ingiù.

Ma come aveva detto prima, Shota non poteva mentirgli.

Gli occhi scuri luccicavano.

Mic rise anche per lui, euforico, “Nice catch, guys!” urlò.

Aizawa si lasciò scappare un sorriso, veloce come fu veloce a nasconderlo.

Hey bro! Ti ho visto sai?!”

“Non hai visto niente. Continua a fare quello che devi.”

Mic scrollò le spalle, sorridendo, poi tornò a rivolgere tutta la sua attenzione al nuovo scontro e alla presentazione dei nuovi sfidanti.

 

--

 

L’aveva aspettato lì, lontano dagli occhi del pubblico stavolta. Il pubblico, gli Hero erano entusiasti.

E anche lui lo era, ed era soddisfatto.

Shinsou l’aveva sconfitto con determinazione e una buona dose di fortuna, ma ad Ojiro andava bene. Aveva dato il massimo e si era fatto valere, credeva.

Comunque, ormai era andata. Magari l’anno dopo, l’ultimo, ci sarebbe riuscito.

Era il secondo anno di fila che arrivava fra i primi sedici, e non era tutto sommato un punteggio così cattivo, credeva. Ma voleva di più.

Avrebbe voluto puntare ai primi dieci. Ai primi cinque.

Ma non quell’anno.

Quell’anno era stato troppo distruttivo per lui, era iniziato in modo così atroce che essere giunto fra i primi sedici ed essere stato sconfitto con un certo onore gli sembrava già una gran vittoria.

Ed era colpa di Shinsou.

Allo stesso tempo, però, era anche merito di Shinsou.

Forse poteva essere assurdo, ma era così.

Lo fece poggiare con le spalle al muro senza dire altro, alzandosi sulle punte per arrivare alle sue labbra.

Shinsou gli portò entrambe le mani al viso, carezzandogli le guance con i pollici all’inizio con gentilezza. Poi cambiò modo di fare.

Gli infilò le dita della destra fra i capelli, succhiandogli il labbro inferiore fra i denti finché Ojiro non schiuse entrambe le sue, cercandogli il palato con la lingua, giocando con la sua.

La sinistra di Shinsou scese lungo il collo dell’altro, sul segno ancora rosso che gli aveva lasciato durante il combattimento.

Si staccarono solo per riprendere aria e si guardarono a lungo, occhi negli occhi.

E Ojiro sorrise con un calore così intenso che Shinsou non poté che arrossire.

“Al prossimo scontro...devi farti valere ancora di più.”

Shinsou corrucciò le sopracciglia.

Era...strano.

Averlo vicino, poterlo toccarlo, e farlo rendendolo felice stavolta. Perché era così, no? Quel sorriso non poteva mentire.

A volte pensava che fosse un sogno.

Si riscosse dai suoi pensieri, quando lo sentì parlare ancora. Labbra contro lobo. Rabbrividì inevitabilmente, stringendolo a sé per i fianchi, “Era la mia idea...”

“Farò il tifo per te, sugli spalti,” gli disse Ojiro, allontanandosi di nuovo e sciogliendo quello strano, intimo contatto.

“Era da...un bel po’ che non ti azzardavi a baciarmi.”

“Magari, se vinci ti bacerò di nuovo.”

“Contro Tokoyami? Non ho molte speranze.”

Ojiro sorrise, allungando la mano per poter sfiorare quella dell’altro, ma senza afferrarla davvero, “Tu impegnati. Poi deciderò, se farlo di nuovo anche se perdi.”

 

 

 

 

 

ANGOLINO AUTRICE:

Ed eccoci qui, alla fine di quest’a breve avventura.

Quantomeno, più breve di Fear.

Ho lasciato le cose un po’ in sospeso, stavolta, niente dichiarazioni d’amore, niente decisione nette.

Le cose andranno per le lunghe, e con lentezza e delicatezza.

Ma andranno, almeno nella mia testa stanno già andando!

Spero che questo finale possa piacervi, e spero che mi facciate sapere cosa ne pensate!

E state liete, perché tornerò molto presto!

Un bacione grande,

Asu

 

   
 
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