CAPITOLO
19 – EPILOGO
Festival
Sportivo.
Il
giorno era arrivato più velocemente di quanto Shinsou si sarebbe mai aspettato.
Due settimane erano letteralmente volate via. Quasi non se ne era neanche
accorto.
Ed
era stato bello, intenso. Non aveva passato con Ojiro tutti i giorni, come
avrebbe voluto, ma era successo spesso, quello sì.
Molto
spesso.
E
quelle volte che era successo era stato Ojiro a venire da lui, mai il
contrario. Non perché Shinsou non volesse, anzi, tutt’altro. Ma perché non
voleva pressarlo. Era Ojiro che doveva decidere.
E
forse stava decidendo, anche in fretta.
Ojiro
gli stava palesemente dicendo che andava bene, che era del tutto intenzionato a
dimenticare, ad andare avanti.
E
quelle due settimane Shinsou aveva deciso di sfruttarle al meglio delle sue
possibilità, con tutta la delicatezza di cui era capace.
E
gli era piaciuto, passare il tempo così. Soprattutto gli era piaciuto vedere
che anche ad Ojiro pareva aver fatto piacere. Quantomeno, sorrideva, e la sua
coda parlava ancora più chiaro, sbattendo di qua e di là ogni volta che rideva.
Ed
era proprio quando sorrideva che a Shinsou si scioglieva il cuore. Perché non
credeva di meritarlo, ma era lì per lui. Con lui.
A
volte incrociava ancora gli occhi di Aizawa, in aula
o dopo le lezioni, lo scrutavano e lo giudicavano. Studiavano i fatti ma alla
fine non diceva mai niente.
Stava
mantenendo la sua parola. Lo teneva d’occhio, ma se Ojiro aveva deciso di
perdonarlo, Aizawa rispettava quel volere.
Perché
la presenza a scuola di Shinsou, la sua non espulsione, dipendeva proprio da
Ojiro Mashirao.
Non
si erano più baciati, i tocchi erano lievi, casuali. Ma non pesava. Finché
Ojiro non si tirava indietro, finché poteva azzardarsi a sfiorargli una mano in
una carezza delicata, casuale, quando si trovava vicino alla sua, o carezzargli
la coda quando gliela faceva passare vicino, a lui andava bene. Più che bene.
Ma
adesso erano lì. Dopo aver superato individualmente le prime due prove, erano
arrivati di nuovo fra i primi sedici.
L’ultima
prova.
Un
torneo uno vs uno. Di nuovo.
Pareva
che come ultima prova quella fosse molto quotata. Ogni anno le prime due erano
differenti, ma l’ultima, per decidere il podio, era quasi sempre quella.
Un
combattimento singolo.
Per
dare modo a tutti di dare il massimo, di usare al cento per cento il loro
potere e riuscire a farsi notare per quelli che erano e che erano in grado di
fare.
Era
il modo più giusto, in fondo, per dare a tutti la medesima possibilità.
E
non sarebbe stato un problema neanche per Shinsou, non lo era stato neanche
durante il loro primo anno in fondo, perché doveva cambiare qualcosa adesso che
era molto più preparato, fisicamente e strategicamente?
Già.
Peccato
che il tabellone gli fosse contro in tutti i modo. E anche chi aveva deciso le
accoppiate.
Strinse
le bende che ha sulle spalle con entrambe le mani, fissando il nome accanto al
suo.
Il
suo prossimo avversario.
Dopo
il combattimento fra TetsuTetsu e Kaminari,
che aveva visto vincitore il primo, toccava a loro.
Lo
schermo parlava chiaro.
Ojiro
Mashirao vs Shinsou Hitoshi, entrambi Dipartimento Eroi, Sezione A.
Proprio
contro di lui.
Tra
tanti, doveva finire proprio contro di lui.
Lo
guardò con la coda dell’occhio, ma non c’era niente da fare. Doveva combatterci
contro.
Mic, nella
cabina da cui faceva la telecronaca diretta di tutto il Festival, coprì il
microfono con la mano e si voltò verso Aizawa al suo
fianco.
“E’
stata una tua idea, bro?”
“Non
so di cosa parli.”
“L’accoppiata
con Shinsou. Non è casuale, no?”
“Certo
che lo è.”
Mic inarcò un
sopracciglio, scettico. Non lo era per nulla.
Non
lo poteva fregare in nessun modo, Aizawa, lo
conosceva come le sue tasche e forse anche di più.
Gli
aveva già raccontato brevemente e approssimativamente quello che Shinsou aveva
combinato, senza scendere nei dettagli gli aveva rivelato quanto fosse stato
deluso da quel ragazzino impertinente. Ma allo stesso tempo Mic
non aveva potuto non notare quando fosse stato invece sollevato, Aizawa, di non doverlo espellerle, di potergli dare un’altra
possibilità.
Il
tutto era stato possibile proprio grazie alla decisione di mentire di Ojiro.
E
ora erano faccia a faccia.
Non
era possibile che fosse un caso.
“Sei
un pessimo bugiardo, Shota!” esclamò con enfasi Present Mic.
Adesso
era curioso anche lui di vedere come sarebbe andata a finire!
--
La
voce di Present Mic
raggiunse ovattata le orecchie di Shinsou, anche se sembrava impossibile visto
quanto era alto e acuto il tono della sua voce.
Ma
era talmente concentrato su Ojiro, che a malapena si accorse che Midnight aveva dato il via allo scontro.
Ojiro
era più attento, invece, e gli andò subito addosso.
Fece
un’immensa fatica a schivare il primo colpo, buttandosi di lato, e non riuscì
ad usare le bende prima che Ojiro lo colpisse con la coda.
E
fece male, ma non era un colpo con cui voleva buttarlo fuori subito.
Il
suo sguardo, però, si indurì nel momento in cui Shinsou riuscì a tirarsi su e
ad allontanarsi di due passi.
Lo
slancio che si diede con la coda fu talmente repentino che Shinsou non fece
neanche in tempo ad accorgersene che era già a terra, schiena contro il
pavimento. Ojiro gli era praticamente sopra, il palmo della mano sulla bocca
per impedirgli di emettere alcun suono.
“Cosa
stai facendo, Shinsou? Mi stai evitando? Vuoi farmi vincere, o non vuoi
combattere contro di me? Non ci provare, Shinsou! Te l’ho detto, sono qui per
rendere fieri i miei genitori, sono qui perché voglio dimostrare a mio padre
che avrebbe potuto farcela, anche da solo! Quindi non provare a non dare più
del massimo perché ti giuro, te lo giuro, stavolta non ti perdonerei mai!”
Shinsou
sgranò gli occhi, a quel discorso.
Aveva
ragione. Cercando solo di evitare i colpi, continuando a pensare solo di non voler
combattere contro di lui, gli stava mancando di rispetto.
Invece
doveva fare il contrario.
Doveva
impegnarsi più che poteva, anche a rischio di fargli male, o di farsene. Tanto
nessuno lì poteva ferirsi in modo grave e Recovery
Girl era pronta a curarli tutti quanti immediatamente.
Doveva
cercare di vincere. Era questo l’unico modo che aveva per far vedere a Ojiro
che era sincero, che lo stimava e lo rispettava e che gli voleva bene.
Di
più, anzi. Molto di più.
Si
rialzò non appena Ojiro lo lasciò andare, togliendosi dalla testa qualsiasi
pensiero sul fatto che fino a due minuti prima gli fosse praticamente seduto
sul bacino.
Non
era il momento, quello, non adesso.
Ora
dovevano combattere.
E
lui aveva intenzione di vincere.
Il
combattimento iniziò in quel momento, la voce di Present
Mic gridava euforica mentre loro si muovevano sul
ring, attaccando e difendendosi ritmicamente.
Shinsou,
adesso che si era sbloccato, era lesto nell’uso delle bende, segno che Aizawa era stato un ottimo insegnante con lui in
quell’ultimo, lunghissimo anno.
Ojiro,
però, non aveva certo intenzione di farsi catturare facilmente. Usava la coda
per scattare velocemente di lato, o sbattere via le bende prima che potesse
bloccarlo in ogni movimento.
Nello
stadio c’era ormai silenzio. La determinazione di entrambi si respirava
nell’aria, pesante come le urla di Mic, unico a
rompere quell’atmosfera.
Lo
scontro andava avanti già da alcuni minuti, serrato.
All’ennesimo
calcio, Shinsou si accasciò per un secondo a terra, provato. Non ci era
abituato. L’allenamento andava bene, ma arrivare a combattere così e per così
tanto era diverso.
Sulla
resistenza durante uno scontro diretto ci stava ancora lavorando.
L’unica
possibilità che aveva per batterlo era spedirlo fuori. In uno scontro di
resistenza Ojiro avrebbe vinto. Stava già vincendo.
Ma
lui era ancora in gara e voleva restarci.
Si
alzò con uno scatto nello stesso istante in cui Ojiro l’aveva afferrato per il
bavero per spedirlo fuori, facendogli brevemente perdere l’equilibrio e
approfittandone immediatamente per immobilizzargli le braccia con le bende. Era
quasi riuscito a spingerlo fuori, visto come l’aveva bloccato, quando Ojiro
riuscì a fargli lo sgambettò usando la coda, ma finì solo per essere trascinato
giù con lui.
Il
rossore soffuso sulle gote di Ojiro fece capire immediatamente a Shinsou di
essere stato tristemente scoperto, ma invece di cedere all’imbarazzo approfittò
di quel breve attimo di distrazione per continuare a tirarlo verso i bordi del
ring.
Bastava
solo quello. Un piede. La punta della coda solamente.
Ojiro
non si riprese in tempo.
Quando
mosse la coda e colpì Shinsou dritto in faccia, lui riuscì comunque a mantenere
l’equilibrio, seppur con un gemito di dolore.
Ma
proprio in quel momento la voce di Midnight squarciò
l’aria, trillando tanto da far tremare entrambi loro e il ring stesso.
“La
sfida è terminata!” ululò, “Ojiro è fuori dal ring! Vince Shinsou!”
Shinsou
si permise di accasciarsi per riprendere fiato solo in quel momento. Ojiro era
ancora a terra, per metà legato, con l’unica visuale libera sul cielo terso.
Aveva
un piede fuori dal ring. Come diavolo era successo? Non se ne era neanche
accorto. Era così impegnato a cercare di togliersi Shinsou di torno, per
impedirgli di raggiungere il suo scopo, che glielo aveva permesso e non se ne
era neanche reso conto.
Il
volto di Shinsou gli comparve davanti, disturbando il suo campo visivo.
“Tutto
okay?”
Annuì,
“Tutto okay,” rispose.
Aspettò
che Shinsou ritirasse le bende liberandogli i movimenti e si tirò su. Sapevano
di dover abbandonare in fretta il ring perché toccava ai prossimi due sfidanti,
entrambi della classe B questa volta, anche se non ricordava neanche chi
fossero. Non aveva prestato attenzione.
Ma
prima gli porse la mano, regalandogli un sorriso, “Sei stato più bravo e
attento di me. Complimenti, Shinsou.”
Hitoshi
per un attimo rimase interdetto, ma alla fine la strinse, “Grazie.”
Era
imbarazzante, in verità, se pensava al motivo che aveva distratto Ojiro. Senza
quel colpo di fortuna forse starebbero ancora combattendo o, peggio, avrebbe
vinto Ojiro. Ed invece...ma Ojiro pareva intenzionato a far finta di non averci
fatto caso, per sua fortuna.
Midnight squittì,
stringendosi la frustra al petto, fra i seni prosperosi che a quel gesto
risaltarono ancora di più. “Aaah, il candore
dell’adolescenza! Il fuoco dell’amicizia e della sportività! Fantastico,
ragazzi, fantastico!”
Ojiro
arrossì di botto, a quelle parole, seppur senza un apparente motivo logico,
ritirando in fretta la mano. “Beh...okay,” brontolò, superando Shinsou e
scendendo dalla piattaforma. Come se all’improvviso gli fosse tornato in mente
ben altro fuoco, rispetto a quello dell’amicizia.
Anche
Shinsou arrossì.
Accidenti.
“Hey, Ojiro!” lo chiamò, sforzandosi di mantenere una certa
dose di compostezza. Appena ebbe le attenzioni dell’altro, gli indicò gli
spalti.
Ojiro
non se ne era accorto, ma lo capiva. Conosceva quella sensazione, l’aveva
provata anche lui l’anno precedente.
La
delusione della sconfitta, di essersi lasciato scappare l’ennesima occasione.
Ma
alla fine, non era così.
Gli
Hero e i civili fra il pubblico, lì sugli spalti,
parevano invece entusiasti.
“Ragazzi,
siete stati grandi!”
“Bel
combattimento, tutti e due!”
“Tu,
con la coda, c’è mancato pochissimo! Ce l’avevi quasi fatta!”
“La
prossima volta andrà meglio, ve lo meritate!”
Ojiro
sgranò gli occhi, sentendo tutto quel fracasso per loro. Lo scopo del Festival
Sportivo era farsi notare e questa volta c’erano riusciti anche loro.
La
scarica d’adrenalina gli percorse tutta la schiena e la coda, provata dal
combattimento.
Era...fantastico.
Ce
l’avevano fatta.
Ce
l’avevano fatta davvero! O quantomeno, era un ottimo inizio rispetto allo zero
assoluto dell’anno precedente.
Si
voltò in automatico verso Shinsou, regalandogli un sorriso. Il più aperto e
sincero che gli avesse mai rivolto, da quando si conoscevano.
Avevano
riso insieme, in quella settimana, ma quel sorriso...era diverso.
Era
completamente diverso.
E
quando Ojiro si accorse di come Shinsou lo stesse guardando, arrossì, girò i
tacchi e sgusciò via, seguito dal compagno di classe solo qualche minuto dopo.
Ma
ormai era tardi.
Shinsou
quel sorriso se l’era ben impresso in mente, fra i suoi ricordi più dolci.
E
dopo averlo visto voleva davvero credere che, nonostante l’inizio tormentato,
forse ce l’aveva fatta a vincere l’unica battaglia che voleva vincere.
Mic si voltò
verso Aizawa, cercando nella sua espressione la
soddisfazione di quello che aveva appena visto.
Era
stato un bell’esempio di amicizia. E considerando com’erano quei ragazzini,
dubitava fortemente che stessero recitando per il pubblico.
No,
avevano davvero chiarito i dissidi avuti, e nella migliore delle maniere,
creando con un po’ di fortuna un affetto davvero sincero, e forse duraturo.
Non
trovò niente, in apparenza. Aizawa era immutato, le
braccia conserte e le labbra all’ingiù.
Ma
come aveva detto prima, Shota non poteva mentirgli.
Gli
occhi scuri luccicavano.
Mic rise
anche per lui, euforico, “Nice catch, guys!” urlò.
Aizawa si lasciò
scappare un sorriso, veloce come fu veloce a nasconderlo.
“Hey bro! Ti ho visto sai?!”
“Non
hai visto niente. Continua a fare quello che devi.”
Mic scrollò
le spalle, sorridendo, poi tornò a rivolgere tutta la sua attenzione al nuovo
scontro e alla presentazione dei nuovi sfidanti.
--
L’aveva
aspettato lì, lontano dagli occhi del pubblico stavolta. Il pubblico, gli Hero erano entusiasti.
E
anche lui lo era, ed era soddisfatto.
Shinsou
l’aveva sconfitto con determinazione e una buona dose di fortuna, ma ad Ojiro
andava bene. Aveva dato il massimo e si era fatto valere, credeva.
Comunque,
ormai era andata. Magari l’anno dopo, l’ultimo, ci sarebbe riuscito.
Era
il secondo anno di fila che arrivava fra i primi sedici, e non era tutto
sommato un punteggio così cattivo, credeva. Ma voleva di più.
Avrebbe
voluto puntare ai primi dieci. Ai primi cinque.
Ma
non quell’anno.
Quell’anno
era stato troppo distruttivo per lui, era iniziato in modo così atroce che
essere giunto fra i primi sedici ed essere stato sconfitto con un certo onore
gli sembrava già una gran vittoria.
Ed
era colpa di Shinsou.
Allo
stesso tempo, però, era anche merito di Shinsou.
Forse
poteva essere assurdo, ma era così.
Lo
fece poggiare con le spalle al muro senza dire altro, alzandosi sulle punte per
arrivare alle sue labbra.
Shinsou
gli portò entrambe le mani al viso, carezzandogli le guance con i pollici
all’inizio con gentilezza. Poi cambiò modo di fare.
Gli
infilò le dita della destra fra i capelli, succhiandogli il labbro inferiore
fra i denti finché Ojiro non schiuse entrambe le sue, cercandogli il palato con
la lingua, giocando con la sua.
La
sinistra di Shinsou scese lungo il collo dell’altro, sul segno ancora rosso che
gli aveva lasciato durante il combattimento.
Si
staccarono solo per riprendere aria e si guardarono a lungo, occhi negli occhi.
E
Ojiro sorrise con un calore così intenso che Shinsou non poté che arrossire.
“Al
prossimo scontro...devi farti valere ancora di più.”
Shinsou
corrucciò le sopracciglia.
Era...strano.
Averlo
vicino, poterlo toccarlo, e farlo rendendolo felice stavolta. Perché era così,
no? Quel sorriso non poteva mentire.
A
volte pensava che fosse un sogno.
Si
riscosse dai suoi pensieri, quando lo sentì parlare ancora. Labbra contro lobo.
Rabbrividì inevitabilmente, stringendolo a sé per i fianchi, “Era la mia
idea...”
“Farò
il tifo per te, sugli spalti,” gli disse Ojiro, allontanandosi di nuovo e
sciogliendo quello strano, intimo contatto.
“Era
da...un bel po’ che non ti azzardavi a baciarmi.”
“Magari,
se vinci ti bacerò di nuovo.”
“Contro
Tokoyami? Non ho molte speranze.”
Ojiro
sorrise, allungando la mano per poter sfiorare quella dell’altro, ma senza
afferrarla davvero, “Tu impegnati. Poi deciderò, se farlo di nuovo anche se
perdi.”
ANGOLINO AUTRICE:
Ed eccoci qui, alla fine di quest’a breve avventura.
Quantomeno, più breve di Fear.
Ho lasciato le cose un po’ in sospeso, stavolta, niente
dichiarazioni d’amore, niente decisione nette.
Le cose andranno per le lunghe, e con lentezza e delicatezza.
Ma andranno, almeno nella mia testa stanno già andando!
Spero che questo finale possa piacervi, e spero che mi facciate
sapere cosa ne pensate!
E state liete, perché tornerò molto presto!
Un bacione grande,
Asu