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Autore: _Red_Blood_    09/05/2020    0 recensioni
Durante la guerra molti non tornarono più a casa e molte furono le persone che persero i loro cari. I ricordi possono restare dentro di te per un lungo tempo, fino a che ti scordi del presente per vivere nel passato. Per ricordare i momenti passati con l'unica persona che ti faceva realmente vivere.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Lo ricordo come fosse ieri. Ricordo come fosse ieri il momento in cui mi dicesti addio.

Seduta su quella vecchia, ma solida, panchina in legno, presi la tua mano tra le mie, la tua così ruvida e grezza. La mano di un uomo che aveva dedicato tutta la vita al lavoro, la mano di uomo che sembrava potesse solo far del male, mentre invece era capace di donare le carezze più dolci e delicate, era una mano che ti raggiungeva l’anima e la smuoveva delicatamente, facendola vibrare, riscaldandola, donandole conforto.

Un vento primaverile trasportava il profumo delle gardenie e delle rose, dava una voce agli alberi, ti entrava nelle ossa e tra gli schiamazzi dei bambini gioiosi, ricordo perfettamente il tuo sorriso luminoso e caloroso. Un sorriso che non dimenticherò mai e che rimarrà per sempre nella mia memoria e nel mio cuore.

Il tuo sguardo nero pece, incrociò il mio grigio cenere. Era grazie a quegli sguardi che potevamo leggerci dentro a vicenda, ricordi? Dopo tutti quegli sguardi che ci siamo scambiati, adesso potevamo riconoscerci tra mille solo guardandoci negli occhi. Togliesti la tua mano dalle mie e delicatamente prendesti il mio volto con entrambe le tue mani, riscaldandomi le guancie, che si accesero di rosso, procurandomi brividi lungo la schiena, piacevoli e indimenticabili. Mi desti un bacio veloce, sincero e perfetto sulle labbra. Era così tra noi, ricordi? Un bacio così semplice che poteva riconciliarci dopo un litigio, che poteva accenderci, che poteva ricostruirci dopo essere andati in pezzi. Appoggiasti la tua fronte fresca sulla mia. I nostri nasi si sfioravano e potevamo sentire il nostro respiro caldo sulla pelle.

«Catherine…» disse lui non staccando lo sguardo dal mio, velato di lacrime «Ti prometto che tornerò.» fu questa la frase che mi dicesti prima di andartene. Ci credevo veramente, ci credo tutt'ora, a quella promessa mai mantenuta.

Sai, ancora ricordo il primo giorno in cui ti incontrai. Io così timida, debole e gracile, tu così forte, vigoroso e coraggioso. Ricordo che ti avevo sempre osservato, fin dalla prima superiore. Avevo sempre ascoltato le tue parole traendone insegnamenti, avevo sempre osservato i tuoi movimenti, mentre ti allenavi, mentre parlavi, mentre studiavi. Sempre ti osservavo e grazie a quello riuscivo ad andare avanti, a diventare più forte, sia emotivamente che fisicamente. È solo grazie a te se adesso sono così. E mai avrei pensato che colui che mi ha reso così forte e apparentemente indistruttibile mi distruggesse non tornando più.

Adesso, mentre lacrime calde mi solcano il volto, fisso l’alba. Osservo il sole, da quell’alta scogliera, salire abbandonando il mare, battendo per l’ennesima volta le tenebre, che da qualche altra parte hanno vinto sulla luce. Nulla è cambiato da quando lasciasti questo mondo. Adesso mi rendo veramente conto di quanto sia insignificante una vita umana per gli altri. Nulla cambia, tutto continua ad andare avanti, tutto si dimentica, sparisce nell’oscurità che non abbandona mai veramente questi luoghi. Ripenso adesso al tuo sorriso, ai tuoi occhi, al tuo volto. È questo ciò che rimane dunque? Un ricordo che svanirà nel tempo?

Ho visitato molte volte la tua tomba, col freddo, con la neve, con la pioggia, riuscivo sempre a portarti una rosa bianca. La tua preferita. Rimanevo anche ore intere a fissare la tua foto, in cui sorridevi così tranquillo, così sereno, inconsapevole del tuo destino. Mi piace ricordarti così, come in quella foto.

Muovo alcuni passi verso il sole che sale lento. Vorrei tanto raggiungerti. Vorrei nuovamente toccarti, abbracciarti, baciarti. Vorrei stare con te per sempre… raggiungo il limitare della scogliera. Il mare è profondo proprio come i tuoi occhi, come un vortice da cui entri e non esci più. Mi lascio cadere, mi lascio avvolgere dal vento che mi sferza la pelle e poi dall’acqua del mare. Così fredda, così micidiale e letale.

Così tante cose abbiamo visto con i nostri occhi, quante ancora dovevamo vederne e non vedremo più. Tuttavia ci rincontreremo dall’altra parte e i nostri occhi si rincontreranno, Jonathan, ci riconosceremo, ci potremo nuovamente abbracciare e stare insieme per sempre. Quante cose dovevamo vedere, ma dopo questo non vedrò più nulla neanch’io.

Una lettera, consunta e ingiallita dal corso del tempo e da tutte quelle volte che è stata letta, viene trasportata dal vento fino a posarsi sul filo dell’acqua:

 

Cara Catherine, mi dispiace.

Non potrò mai mantenere la promessa a te fatta. Devo partire per una missione che pare suicida, probabilmente quando riceverai questa lettera io sarò già in battaglia… o peggio, sarò morto. I tedeschi sono superiori a noi di numero e sono più attrezzati. Ricorda che ti ho sempre amata, fin dalla prima volta in cui i nostri sguardi si sono incrociati, fin dalla prima volta in cui ho sentito la tua voce.

Forse non te lo ho mai detto, forse mi vergognavo, ma adesso non c’è tempo per la vergogna, la tua voce mi ha da sempre ricordato quella di un usignolo. Amavo sentirti parlare, ti ascoltavo e a volte mi perdevo nei tuoi occhi ascoltando la tua voce.

Dio, i tuoi occhi! Così puri come quelli di una bambina, degli occhi che posseggono un qualcosa di eterno. Quante cose ho visto in essi… altri mondi, altri universi. Dei posti che condividevi con tutti quelli che ti si avvicinavano, senza tuttavia rimanere abbastanza per scoprire tutti i tuoi sogni, i tuoi segreti, i mondi pieni di colori che creavi. Dopo tutte le delusioni non ti sei mai chiusa, ti sei sempre aperta con tutti, nonostante sapessi quanti rischi c’erano nel farlo. Ti ho sempre ammirata per questa tua fiducia nelle persone, una fiducia che forse ti è costata anche troppo, non credi?

Ho sempre cercato di proteggerti, ho sempre cercato di starti vicino… e adesso eccomi qua, a scrivere quest'ultima lettera, mentre lacrime mi scivolano sul volto… mi dispiace se alcuni punti sono sbiaditi, ma non riesco a trattenermi al pensiero che non potrò mai più toccarti, baciarti, guardare i tuoi occhi, ascoltare le tue strane e assurde idee.

Avrei voluto rivedere quei tuoi occhi, quegli universi che probabilmente ho visto solo io. Io sarò sempre con te, finchè il mio ricordo vivrà in te io ci sarò. Continua a vivere e, attraverso i tuoi occhi, fammi vedere il mondo. Ti prego vivi…

Addio, ti amo,

Jonathan

 

 

   
 
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