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Autore: anastasia in love    09/05/2020    2 recensioni
“Ho voglia di vederti. Adesso. Non posso aspettare la fine delle lezioni.” (Edoardo & Eleonora)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eleonora si scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e aggrotta le sopracciglia in un’espressione seria e concentrata, mentre continua a prendere appunti più velocemente che può. Lunedì mattina, quarta ora, lezione di latino. La Storaro parla velocemente e a tratti sembra avere addirittura il fiatone. Eleonora si chiede come mai non spieghi più lentamente invece di mischiare nomi e date senza far capire quasi nulla ai suoi studenti.

L’ingresso di Cicerone nella carriera forense avvenne nel…

Nel…? 80?81?82? Eleonora non ha sentito perché Milena Pisani, due banchi più a destra, ha tossito leggermente. Ed è inutile chiedere alla Storaro di ripetere, rischierebbe una nota. Quella donna detesta essere interrotta. Così continua a scrivere velocemente mentre avverte un leggero fastidio alla mano destra che ben presto si trasformerà in un crampo.

-“Ehi, credo ti sia appena arrivato un messaggio!” - bisbiglia la sua compagna di banco. Eleonora si volta giusto un attimo verso di lei per ringraziarla, consapevole di aver perso, in quei pochi secondi, almeno una tonnellata di date importanti. Così, scoraggiata, prende il telefono dall’astuccio che ha di fronte a sé, convinta che sia Eva o qualcun’altra delle sue amiche.

“Ho voglia di vederti. Adesso. Non posso aspettare la fine delle lezioni.”

Un sorriso beato e vagamente idiota affiora istintivamente sul suo viso. Edoardo è online e aspetta una sua risposta. Eleonora si guarda intorno sospettosa, convinta che tutti si siano accorti delle sue guance improvvisamente rosse, ma il resto dei suoi compagni continua a scrivere come tanti forsennati.

“Edo, non posso. Ho latino con la Storaro.”

Mette giù il telefono, incapace improvvisamente di star ferma. Quella sedia ad un tratto le sembra incredibilmente scomoda e il banco decisamente piccolo.

“Ti prego, devo vederti. Cinque minuti, te lo prometto. Ti aspetto al solito posto.”  

Eleonora afferra il cellulare in preda all’ansia e all’eccitazione, prima ancora che il telefono abbia emesso la benché minima vibrazione. Rilegge quel messaggio una, due, cinque, dieci volte.                                                
Devo vederti. Allora anche lui la desidera, anche lui non riesce a concentrarsi, anche lui non riesce a star fermo nel banco, anche lui trascorre le lezioni pensando a quanto sarebbe bello baciarsi al mare, con il sapore del sale che si fonde a quello della saliva. 
Ti aspetto al solito posto. Si, perché loro due hanno un solito posto, l’ex 5D al terzo piano, così vecchia e fatiscente che la preside l’ha dichiarata inagibile. Loro, Ele e Edo, hanno un posto segreto.                                                                                                                                                                                                                         
Eleonora sente le gambe molli e una piacevole sensazione di calore salirle dal basso ventre al solo pensiero di cosa potrebbe succedere di lì a pochi istanti. E deve aver fatto parecchio casino su quella sedia, muovendosi in continuazione, perché la sua compagna di banco le chiede sottovoce se è tutto ok.

“Ci vediamo dopo scuola a casa tua. Non posso uscire, te l’ho detto.”

Eleonora si pente all’istante di quel messaggio e spera con tutta sé stessa che Edoardo continui ad insistere. Perché ad un tratto non le importa più nulla della Storaro, di Cicerone, della scuola. Vuole soltanto salire fino al terzo piano e baciarlo fino a stare male. Come ogni pomeriggio, quando all’improvviso si guardano, chiudono i libri di scatto e si ritrovano l’uno sull’altra nel letto, sul divano, sul pavimento.

“Cinque minuti. Ho voglia di baciarti. Mi sento impazzire.”

Sarebbe bastato quel cinque minuti a convincerla, ma è la parte seguente a farle tremare le ginocchia. Così Eleonora si alza e interrompe la Storaro, crimine punibile con la morte.

-“Mi scusi se la interrompo, professoressa, ma ho la nausea e avrei bisogno di andare in bagno”.                             
Dice la prima cosa che le viene in mente, ma probabilmente deve aver davvero la faccia di una che sta per vomitare, perché la professoressa la lascia andare senza obiezioni. Così corre via felice, incredula che tutto sia stato così facile. Sente la pelle bruciare come se ad un tratto avesse la febbre. Sale velocemente i gradini e quasi corre fino alla fine del corridoio, supera i nastri e qualche calcinaccio, e finalmente entra nell’aula.                                                                                                       
Edoardo è già lì. Jeans scuri, camicia azzurra, scarpe da tennis. Eleonora si avvicina a lui lentamente, quasi intimidita. Può baciarlo? O deve aspettare che sia lui a fare la prima mossa?                                                                           
Per fortuna quella sensazione di incertezza dura poco, perché appena la vede Edoardo si avvicina a lei con un sorriso, la prende per mano e la trascina contro il muro più vicino, dove senza dirle niente comincia a baciarla con passione. Sulle prime Eleonora è troppo sorpresa per rispondere al bacio, ma dopo pochi secondi si abbandona completamente e si avvinghia a lui facendo aderire perfettamente i due corpi. Probabilmente Edoardo non se lo aspetta, perché quel contatto sembra farlo fremere fin nelle viscere. Immediatamente porta la mano destra sul volto di lei, mentre l’altra si sposta leggera sui suoi fianchi, terrorizzato all’idea che lei possa fermarlo.

Il corpo di Edoardo contro il suo è una sensazione alla quale Eleonora non riesce proprio ad abituarsi. Così come alla sua lingua, alle sue mani lunghe e sottili –da artista- e a quei gesti esperti che riescono sempre a farla impazzire. Come fa Edoardo a sapere che ama i baci sul collo? E come fa a sapere che adora quando lui le mordicchia le labbra o le bacia l’incavo della clavicola?

Eleonora, ancora con le spalle al muro, aveva cominciato a toccargli timidamente il petto quando lui si stacca improvvisamente. Ha le labbra arrossate, i ricci scomposti e respira a fatica. La sta guardando così intensamente che lei all’istante sente un nodo allo stomaco. Se non fossero stati a scuola, se Edoardo non avesse avuto paura di offenderla, se non fosse stato terrorizzato dall’idea di perderla, di sicuro l’avrebbe spogliata lentamente, continuando a baciarla, e avrebbe fatto l’amore con lei. Eleonora riesce a capirlo dal suo fiato corto e da quel fantastico sorriso sghembo. Edoardo la vuole, almeno quanto lei vuole lui. Dio, era da mozzare il fiato.

-“Edo, devo andare...”. E’ stato poco più di un sussurro poco convinto, una sorta di mormorio borbottato a mezza voce più a sé stessa che a lui. Anzi, con ogni probabilità Eleonora lo ha solo pensato, ma dalla sua bocca non è uscito più di un leggero bisbiglio. Ma Edoardo deve aver capito che il tempo a disposizione sta per scadere, perché si tuffa nuovamente sulle sue labbra, spaventato all’idea che lei possa andar via. Ma quello che Edoardo non sa, è che Eleonora è completamente inerme fra le sue braccia. Con gli occhi chiusi, le spalle appoggiate al muro e la maglietta verde ormai tutta stropicciata, Eleonora lascia Edoardo libero di baciarle il mento, gli zigomi, la linea della mandibola, e poi il collo e l’incavo dell’orecchio dove lui le ha lasciato una leggera scia di baci e succhiotti che sembrano quasi scottare.
-“Tu non vai da nessuna parte...”- le sussurra all’orecchio tra un bacio e l’altro. Eleonora, senza neanche rendersene conto, rabbrividisce.
-“Ti prego, devo andare. Ci vediamo dopo la scuola da te, te lo prom …”- prova lei a sussurrare, ma lui per tutta risposta riprende a baciarla sulla bocca. La sua frase, che somiglia più ad una supplica, le muore in gola.

E’ il suono della campanella, quella che annuncia la fine della quarta ora, che di fatto li interrompe. Eleonora apre gli occhi e sbatte le ciglia come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno e si stacca dalle labbra di Edoardo giusto il tempo per sussurrare -“Cazzo, la Storaro mi ammazza…”.
Edoardo, dal canto suo, non ha la minima intenzione di lasciarla andare, ma sa che Ele rischia grosso. Quella donna aveva la fama di un’arpia
.
-“Va bene, scappa. Ci vediamo da me dopo scuola”. Si scosta quel tanto che basta ad Eleonora per riappropriarsi delle sue facoltà mentali.
-“O-OK…”- mormora lei, allontanandosi da lui verso la porta. Si gira solo un’ultima volta prima di sparire nel corridoio, e quello che vede le fa girare la testa. Edoardo ha il volto arrossato, i ricci scompigliati e buona parte della sua camicia è sbottonata. Ma quando è successo?  Eleonora non ricorda nemmeno di aver armeggiato con quei bottoni.
Così, un po’ imbarazzata ma ancora estremamente eccitata da quei baci, Eleonora scende velocemente giù per le scale e si dirige in fretta ai bagni del secondo piano tentando invano di ricomporsi.
 
  
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