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Autore: Dragonfly92    10/05/2020    4 recensioni
Dal testo: È difficile camminare, se non puoi respirare. È difficile respirare quando ti vedi su un giornale con il titolo: 'Dolce attesa per i Victuuri?'È difficile perché sì, in effetti eri in dolce attesa, in quella foto. Eri.
-- Questa flash è stata scritta per la sfida lanciato sul gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart --
Genere: Omegaverse | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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"Quando ce lo fate, un bambino?"
Victor serra la mascella; non sorriderà.
a deciso di smettere, di fingersi gentile, lo ha deciso quando Yuuri lo ha chiamato perché non riusciva a tornare a casa.
È difficile camminare, se non puoi respirare.
È difficile respirare quando ti vedi su un giornale con il titolo: 'Dolce attesa per i Victuuri?'
È difficile perché sì, in effetti eri in dolce attesa, in quella foto. Eri.
 
Yuuri lo sente ringhiare e vorrebbe dirgli che è tutto ok, non ce n'è bisogno, non voleva essere scortese, quella ragazza,
eppure non riesce a dire nulla perché ha questo blocco di male, qui nel petto, che gli sta spaccando la cassa toracica e lui ci prova,
a non ascoltare, a non pensare, ci prova ogni giorno e non ci riesce mai.
"No, tesoro, no.", gli dice Victor, le mani urgenti si fermano sul viso pallido di Yuuri.
"Guardami, tesoro, per favore.", ma lui vuole solo andare a casa, portami via, Vitya, ti prego, portami via questo dolore.
 
Ci sono giorni ok.
Giorni in cui Victor intravede il suo Yuuri, intero, Yuuri che è Kintsugi, crepe riparate con l'oro fuso.
È così prezioso, il suo tesoro.
 
E poi, ci sono altri giorni.
"Perché, Victor?"
"Non è stata colpa tua."
Yuuri urla.
"PERCHÉ! PERCHÉ NON SONO STATO IN GRADO?"
Lui, così timoroso, timido, così giapponese; urla.
Victor lo tiene, lo stringe da dietro mentre lui si piega e le lacrime cadono, gli finiscono in bocca, si spaccano per terra.
Victor non può fare nulla. Solo esserci.
E tenerlo, quando Yuuri chiede perdono per quel che e per ciò che non è riuscito a fare,
più forte, quando la gola si graffia con l'odio che riversa su se stesso,
più stretto, quando chiede perché, perché, perché non c'è più vita, dentro di sé.
 
"Mi dispiace tanto, tesoro, tantissimo...", sussurra Victor e vorrebbe urlarlo.
"Non è stata colpa tua, ti amo così tanto..."
Yuuri si chiede come faccia.
Con lo stomaco strizzato da strascichi di singulti si chiede perché, Victor non lo abbia ancora lasciato.
Cos'è un Omega che non può dare un figlio?
Niente.
"Sei tutto, Yuuri. Lo sarai sempre."
Piange. 
C'è un buco, laddove prima c'era una vita.
"V-ictor... Il n-ostro bambino..."
"Lo so, tesoro. Mi dispiace tanto."
È straziante, il lamento che Yuuri trattiene, il mugolio che non può impedire.
È stanco, Yuuri.
Sfibrato.
"Ti tiro su...", lo avverte Victor e infila un braccio sotto le sue ginocchia, uno dietro la schiena.
Non è mai stato così leggero. Così vuoto.
Si mettono sul divano, il salotto come nuova camera.
Nella vecchia, c'è una culla che non riescono a guardare. Né a togliere.
Victor lo avvolge, coperta e braccia; Yuuri è minuscolo.
"Sei tutto, Yuuri. Sei tutta la mia vita."
 
Yuuri si addormenta così, aggrappato al maglione di Victor, stretto nel suo amore.
E Victor non sa, se domani sarà in giorno ok o... un altro giorno.
Non ha importanza. Continuerà a tenere Yuuri. Stretto, sempre.
   
 
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