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Autore: workingclassheroine    10/05/2020    0 recensioni
A soli vent'anni ha passato così tanto tempo tra i fiori, Paul, che ne ha imparato perfettamente il linguaggio.
E ha dimenticato quello degli uomini.
Non gli interessa, poter vantare solo degli amici che seccano e inaridiscono con il passare del tempo.
Anche per le persone in fondo è così, gli dice ogni tanto Ben, solo che loro non ti abbandonano per dispetto.
Non ci si può arrabbiare, con una corolla che appassisce.
È un amore che non comporta alcun tipo di rischio, e questo va bene, questo non fa male.
"Non ci perdiamo nulla" dice ogni tanto Ben "Credimi, non ci perdiamo nulla".
Non c'è neanche bisogno di spiegarlo, perché Paul è ormai rassegnato al fatto di aver dimenticato il linguaggio degli esseri umani, e la cosa non gli pesa.
Se non che, presto, John si rassegnerà al fatto di dover imparare quello dei fiori.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Freesia


Ad ogni nuovo scampanio Paul si volta, con il cuore in gola, ma non è mai John.

Con il passare delle ore, smette di preoccuparsi, e cerca di concentrarsi su quello che sta facendo.

Jane.

Bella, con i capelli del colore delle calendule e modi gentili.
Discutono insieme di composizioni, addobbi floreali, e Paul continua a sorriderle.

Quella con Jane è una conversazione priva di introspezione, e lui non sente il bisogno di pesare pensieri e parole prima di aprire bocca.
Se potesse affezionarsi a qualcuno, forse si affezionerebbe a lei: è spigliata e divertente, e riesce a riempire i silenzi con un talento ammirabile.

Jane non crea problemi sul lato emotivo, e Paul farebbe di tutto perché questo bastasse.
Quando John finalmente entra nel piccolo negozio, vorrebbe non accorgersene, che anche lui fosse niente più che un piacevole contorno.

Eppure il suo corpo si tende come corde di violino, e seguire la dolce conversazione di Jane è sempre più difficile.

Mentre lei continua a proporgli le proprie idee i pensieri di Paul si ingarbugliano nell'intreccio del maglione di John, i suoi occhi riflessi nelle lenti spesse dei suoi occhiali.

Lui non accenna neanche un sorriso, ma si fa accanto a lui e si issa sul bancone.
"Ciao, tesoro" dice, e il suo sguardo lo sfiora appena, prima di tornare su Jane.

"Tesoro?" e il tono di Paul è assolutamente oltraggiato.

La ragazza sorride al fioraio, arcuando brevemente le sopracciglia, e ignora del tutto John. "Oh, forse dovrei andare. Ciao, tesoro" lo prende in giro.

Paul la scorta alla porta "A presto, Jane. Per qualsiasi cosa hai il mio numero".
Lei gli rivolge un ultimo sorriso, e corre via.

Quando Paul richiude la porta, John ha preso a osservarsi le dita con straordinaria attenzione.

"Quindi" accenna "Lei..."

"Si sposa tra qualche mese. Stiamo progettando insieme le decorazioni floreali" completa Paul, atono.

Per qualche ragione, le spalle dell'altro si rilassano.
Per qualche altra, inspiegabile ragione, questo regala a Paul un'iniezione di adrenalina.

"Scusa, sono un idiota" ammette John, e non sembra pentito.

"Credo fosse ormai appurato" lo dice con durezza, ma una parte di lui, ancora, adora l'imbarazzo che legge negli occhi di John.

"È molto bella"

"Non esattamente il mio campo" commenta distrattamente Paul, e gli lancia un'occhiataccia perché scenda dal bancone.

John, naturalmente, non lo fa.

"Non dovresti dirmelo" sorride "Mi fai pensare di avere una possibilità".

Paul sbuffa, ma non suona troppo convinto.

Per quanto sia incline a mentire a se stesso, non riesce a negare che John gli piaccia.

Gli piace il modo in cui la montatura spessa dei suoi occhiali gli indurisce i lineamenti, e la tenacia con cui continua a cercare di farsi spazio nella sua vita.

Nonostante la gente intorno a lui tenda a pensare il contrario, Paul ha una sua libido.
Vorrebbe non esistesse, e per quanto può tenta di non accondiscendervi.

Ma esiste, ed è oltremodo compiaciuta da John.

Paul ha avuto molti uomini in vita sua.

Le bocche di leone, così li chiama, sono i fiori del disinteresse.

Ha baciato quelle bocche molte volte, sempre e solo per una notte o poco più.
Poi, semplicemente, ha lasciato che appassissero.

Ogni volta, nel sentire le bocche di leone su di sé, si è sentito sporco.
Nel lavarsi via le tracce del proprio e altrui piacere, ore più avanti, ha scoperto quanto fosse facile lavar via anche l'onnipotenza dell'orgasmo.

Solo lo sporco, imparò, non se ne andava mai.

Si chiede, solo per un attimo, se John potrebbe essere questo: una bocca di leone da cui lasciarsi possedere per una notte, e poi dimenticare.

In questo momento, però, un raggio di sole gli accarezza la guancia e rischiara i suoi occhi, accendendoli di una sfumatura più calda, e i suoi capelli sono pieni di riflessi dorati.

Paul gliene sfiora con delicatezza una ciocca, riavviandola perché non gli ricada sugli occhi.

Non lo ha neanche toccato, ma John sussulta, e trattiene il respiro.

"Non hai possibilità, John. Tu non sei una bocca di leone. Sei un anemone" dice, con dolcezza.

"Mi piaci così tanto" sussurra John, ed è talmente supplichevole, mentre lo dice.

Ma lui è un anemone. Il fiore più fragile di tutti.

E Paul non farebbe altro che calpestarlo.

"Non vado bene per te" si limita a dirgli.

"Niente va bene per me" lo corregge John, con amarezza.
Ma scende dal bancone, e si rassetta i vestiti senza che ce ne sia bisogno.

Paul vorrebbe avere qualcosa da dirgli, ma resta in silenzio una volta in più, addolorato.

"John, è un piacere vederti!"

Entrambi sussultano, al richiamo di Ben.

"Anche per me lo è"
John si riprende in fretta, e si avvicina per stringere con dolcezza la mano rugosa del vecchio tra le sue.

"Eri venuto per le tue commissioni?"

"Sì, ma stavo andando via"

Con una rapida scorsa ai vasi di fiori John è in grado di pescarne uno.
Si sfila una banconota da cinque sterline dalla tasca, e schiaffa entrambe le cose nella mano di Paul.

"Buona giornata, Ben. Paul, puoi tenere il resto" saluta, e in un attimo è sparito.

Paul guarda il fiore tra le sue mani, e ha una stretta al cuore.

"Fresia" dice Ben, come se l'altro non ne fosse a conoscenza "Il fascino dell'ignoto".

Paul sospira "Terribilmente chiaro, direi".

Il vecchio fioraio si lascia cadere sulla seggiola, e gli sorride appena "Vuole che rischi per lui".

"Arrogante"

"Molto dolce" lo corregge Ben.

"Non sono fatto per queste cose, lo sai. E lui è un anemone"

Le dita di Ben tamburellano sul legno del bancone, e Paul si ritrova a pensare che il ripiano appaia terribilmente vuoto, senza John a occuparlo.
"Lo è. Hai il suo cuore in mano, Paul. Potresti chiudere il pugno e distruggerlo in qualsiasi momento"

Il giovane sente il proprio rattrappirsi in risposta a quelle parole. Sono le stesse che fino a questo momento non si è permesso di pronunciare ad alta voce, perché hanno un unico significato: deve restare lontano da John.
China gli occhi sullo stelo che regge tra le mani, e alle tre corolle bianche che lo decorano.
Non risponde, e Ben si sente autorizzato a proseguire nel suo discorso.

"Sai cosa si dice sulle fresie? Che se piantate nel proprio giardino, aprono per noi un mondo magico. Fate, ninfe, fauni e elfi faranno la spola sotto le finestre, e danzeranno appena giungerà la sera"

Paul sorride, ma la sua bocca è distorta dall'amarezza, "Sono leggende, queste".

"È vero" concorda il vecchio, ma sembra dirlo solo per dargli ragione "Ma anche se fosse, Paul, non vuoi correre il rischio?"

"È come hai detto, Ben. Finirei per stringere il pugno. O forse mi dimenticherei semplicemente di avere il suo cuore in mano, e lo lascerei cadere per pura disattenzione. Non voglio che accada"

Ben ha un sorriso triste, "È molto nobile, Paul. Ma sei sicuro sia lui, l'anemone che stai proteggendo?"

Lo sguardo del giovane si perde sulla strada, e la presa sullo stelo si fa così forte da distorcerlo.
"Non lo so, Ben" mormora Paul, "Ma non posso rischiare".
 
  
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