24 Luglio
1979
“Se i miei sapessero di questo incontro,
finirei in guai seri” disse tranquillamente quando l’uomo si sedette davanti a
lui.
“Se i miei sapessero di questo incontro,
sarei morto, quindi non ti lamentare” gli rispose l’altro.
La voce era quella che ricordava, ma
l’aspetto era diverso. Aveva la faccia di un ragazzo più o meno della stessa
età, ma di colore, con occhi scuri e capelli corti, però aveva saputo scegliere:
aveva un fisico tanto simile a quello del fratello da permettergli di rubare
alcuni abiti babbani che erano stati abbandonati quando l’altro era scappato.
Remus riconobbe senza esitazione la maglia dei Rolling Stones e i jeans
attillati; era piuttosto sicuro che quella giacca fosse appartenuta
originariamente a Prongs.
Il locale l’aveva scelto Remus, un piccolo
pub dall’altro lato della strada rispetto al Mile End
Park, il posto meno magico di tutta Londra, quasi impossibile da raggiungere
comodamente con la Smaterializzazione, lontano da qualsiasi attacco dei
Mangiamorte. Era un locale che vedeva parecchi clienti occasionali, ma non
abbastanza grande da essere confusionario, il pavimento era appiccicoso, ma i
bicchieri erano puliti e la musica di sottofondo non era snervante. Cosa più
importante era che la cosa più magica che quel locale avesse mai visto, era
stata una lava lamp.
Una cameriera li raggiunse subito e il
ragazzo davanti a lui ebbe un attimo di esitazione in cui Remus si fece avanti
e ordinò una birra prima che la donna potesse insospettirsi. Dannazione.
“Spero tu abbia un buon motivo per questo
incontro, Black” gli disse guardandolo male mentre prendeva un sorso dalla
propria birra. Regulus era arrivato dieci minuti in
anticipo, ma Remus era lì già da dieci minuti prima.
“Oh no, mi mancava il tuo grugno rosso oro”
gli disse sarcastico mentre sistemava i lembi della giacca aperta. Sembrava
quasi intenzionato a toglierla, faceva piuttosto caldo, ma era chiaro che ormai
avesse perso l’abitudine a essere libero di mostrare le braccia.
“Allora?” incalzò, ignorando i suoi
commenti.
“Sei sicuro che Sirius non ne sappia
niente?” gli chiese nervosamente.
“Sì e prova a rilassarsi, dannazione. Non
hai idea di come si facciano queste cose, eh?”
“Perché? Tu invece sei un esperto?” gli
rispose piccato.
L’altro scrollò le spalle e prese un sorso
dal suo boccale di birra. Le mani erano ferme, la sua fronte asciutta. Regulus invece sembrava sul punto di avere un arresto
cardiaco.
Prese un respiro profondo e provò a
rilassarsi. La cameriera gli portò un boccale uguale a quello di Remus e prese
un grosso sorso per poi leccare la schiuma dall’angolo della bocca. Era assurdo
quanto di Sirius riuscisse a vedere in lui.
“Ho scoperto qualcosa di estremamente
rilevante, riguardante… il mio capo” si grattò l’interno dell’avambraccio
sinistro in maniera piuttosto voluta e Remus si trattenne dal richiamarlo. Merlino,
faceva davvero schifo sotto copertura.
“Perché dovrei fidarmi?” gli chiese.
“Perché mi sto esponendo in maniera
rischiosa”
“E se fosse semplicemente una trappola?”
“E per cosa? Per catturare un lupo
solitario? Non hai nemmeno un branco, Lupin, scendi dal piedistallo” gli sibilò
e Remus si raggelò.
“Credevo che Silente avesse impedito a Piton di parlarne” disse tranquillamente prima di prendere
un altro sorso.
“Infatti è così,
l’ho capito da solo. Non eravate particolarmente discreti, Moony,
eppure non ho mai sbandierato il tuo segreto, nemmeno ai miei compari” disse
sfiorandosi di nuovo l’avambraccio.
“So di cosa stiamo parlando, non serve che
ogni volta fai finta di avere la rogna. Cos’hai per me?”
Regulus si rimise
diritto, afferrando di nuovo i lembi della giacca, come se fosse un completo
elegante, e prese un respiro profondo. Non indossava nemmeno il solito anello a
forma di serpente che gli aveva sempre visto. Anche le scarpe erano giuste.
Forse non era del tutto incapace.
“Una sola parola che dovrai riportare a
Silente”
Prese una mano di Remus fra le sue e ne
sfiorò il dorso come se volesse togliere una macchia. Il licantropo guardò come
sul suo polso apparì una parola in una bellissima calligrafia. Fu lì solo per
una manciata di secondi, giusto il tempo di leggerla e sentire il sangue
gelarsi nelle vene.
“Oh mio Dio” emise spontaneamente e Regulus annuì.
“Oh il tuo dio babbano”
“Se quello che dici è vero-”
“Ovvio che è vero, Lupin, per chi mi hai
preso?”
“La tua parola non vale molto, no?”
“Lo sappiamo entrambi che non sono il tuo
Black preferito, ma qui ho da perderci più di te, Lupin” gli disse con voce
gelida, ma col panico negli occhi. Aveva appena iniziato a rilassarsi
abbastanza da non sembrare sospetto.
“Okay, diciamo che ti credo. Come hai
fatto a sapere qualcosa di simile? Credevo fossi fra gli ultimi arrivati”
“Infatti è così,
è stato un caso. Il… capo mi ha chiesto di prestargli il mio… domestico per
farsi aiutare a nasconderlo e Kreacher mi ha detto
tutto quello che è successo. Appena possibile andrò a recuperare… l’oggetto, ma
se non dovessi sopravvivere, qualcuno deve conoscere la verità. Potrebbero
essercene altri e vanno trovati e tolti di mezzo” spiegò per poi prendere un
altro sorso. Aveva ripreso il controllo, la sua fronte non era più sudata e il
respiro non era accelerato. Remus riusciva ancora a sentire il suo battito
piuttosto rapido, ma era riuscito a tranquillizzarsi abbastanza.
“E lo dici proprio a me?” chiese stranito.
“Di certo non posso dirlo a mio fratello,
che dici?” chiese sarcastico e provò a passarsi una mano fra i capelli, ma li
trovò molto più corti e ricci di quanto fosse abituato. Sbruffò e si grattò la
testa per poi continuare a parlare “E poi la tua… condizione ti rende l’Occlumante più potente del mondo magico. È da quando sono
entrato che sto provando a leggere la tua mente, ma il tuo cervello parla una
lingua non comprensibile agli umani” Era una cosa che Remus già sapeva,
gliel’aveva detto Silente, ma non si era nemmeno reso conto che Regulus avesse provato a leggergli la mente.
“Cosa vuoi in cambio?” gli chiese e
l’altro scosse la testa.
“Niente, solo fare la cosa giusta. Per una
volta” provò a dirlo in maniera distaccata, ma gli si ruppe la voce e Remus si
ricordò che quello davanti a lui era un ragazzo diplomato da
a malapena un mese. Era il fratello per cui Sirius aveva pianto e con cui si
era maledetto nei corridoi di Hogwarts troppo poco
tempo fa. Merlino, erano tutti dei ragazzini, troppo giovani per sperare di
riuscire a sopravvivere a tutto quello che stava succedendo.
“Silente ti può aiutare, lo sai. Se gli
dicessi come stanno le cose-”
“Per me non c’è speranza, Remus” disse lui
gelido.
“Invece sì. Se sei qui è perché vuoi
sistemare le cose. Lasciati aiutare. Sai evocare un Patronus?”
“Sì, ma tu non azzardarti a mandarmene uno”
“Certo che no. Ti chiedo di darmi due
giorni. Stasera parlerò con Silente e gli dirò quello che mi hai detto e ti
assicuro che vorrà parlarti. Ci incontreremo qui dopodomani” tirò fuori un
pezzo di carta e una penna a scatto e dopo aver scritto un indirizzo con un
orario glielo allungò.
“Memorizzalo” gli ordinò e il ragazzo lo
lesse un paio di volte per poi annuire e restituirglielo. Gli diede fuoco con
un accendino di Sirius che portava sempre in tasca e lo lasciò a bruciare nel
posacenere sul tavolo.
Restarono entrambi in silenzio a guardare
il quadrato di carta che si consumava.
“Mi stai dando molta fiducia, Remus. Mio
fratello ti direbbe che stai sbagliando” disse dopo un po' per poi prendere un
altro sorso di birra. L’adrenalina seccava la bocca.
“Tuo fratello è un idiota” rispose e
l’altro grugnì divertito.
“Di certo non posso darti torto. Come…
come sta?”
“Non saprei, non lo vedo da settimane”
rispose onestamente e l’altro si aggrottò.
“Cosa? E perché? Credevo che voi due-”
“Missioni diverse, nazioni diverse e poi
non mi sembra il caso di metterci a fare conversazione, ti pare?” lo stroncò e
l’altro annuì, quasi castigato. Cristo quanto somigliava al fratello, anche con
la faccia di qualcun altro.
“Hai ragione” ammise mentre Remus si
alzava.
“Aspetto un tuo Patronus dopodomani che mi
conferma che ci sarai”
Il ragazzo annuì.
“E prendi un sorso, i tuoi occhi sono
tornati grigi. Stammi bene, Black”
“Anche tu, Lupin”
-
Remus stava aspettando. Si sentiva
piuttosto responsabile per qualsiasi cosa potesse succedere.
Era possibile che fosse una trappola tesa
a Silente, o che Regulus avesse detto la verità, ma
che fosse stato scoperto e magari adesso erano morti entrambi.
“Ti dovresti calmare” lo intimò la McGranitt.
“Ci riuscirò quando torneranno. Forse”
“Se non hai di meglio da fare oltre che
vibrare sul posto, dammi una mano” disse indicandogli una pila di esami da
catalogare e archiviare. Remus si mise subito a lavoro.
L’incontro fra Regulus
e Silente era andato liscio come l’olio. Remus lo aveva aspettato sull’ingresso
di un innocuo complesso di appartamenti babbani, un posto squallido dove
nessuno faceva domande e il ragazzo si era presentato nuovamente sotto Polisucco, la stessa faccia in prestito dell’altra volta,
ma addosso aveva una t-shirt dei Led Zeppelin. Una volta sistemata questa
storia, Sirius avrebbe sicuramente rivoluto indietro i suoi vestiti.
Lo aveva guidato fino all’appartamento
giusto e gli era stato permesso di essere presente alla conversazione sotto
insistenza di Regulus che Silente gli aveva concesso.
Il preside di Hogwarts
gli aveva proposto l’utilizzo del Veritaserum e Regulus aveva accettato. Gli aveva posto domande attente
riguardo molte più cose di quante si sarebbe potuto aspettare, ma c’era un
motivo se Silente era Silente. L’ultima domanda era stata riguardo la
talpa che ormai l’Ordine temeva di avere fra le proprie fila, ma
sfortunatamente Regulus non sapeva chi fosse. Solo a
quel punto gli fu chiesto di uscire dall’appartamento e Remus lanciò un’ultima
occhiata a Regulus che sperò essere rincuorante e
uscì dal palazzo. Si sedette su un muretto davanti all’ingresso e aspettò che
uscisse.
Un quarto d’ora dopo il minore dei Black
uscì a passo spedito. Gli fece un cenno della testa e Remus gli fece segno di
bere, i suoi capelli si stavano allungando a vista d’occhio.
Si erano dati appuntamento con Silente per
andare a recuperare l’Horcrux e Regulus
lo aveva fatto sapere anche a lui. I due si erano dati appuntamento a Hogwarts e il preside sembrò piuttosto sorpreso di trovare
il licantropo insieme al giovane Mangiamorte, ancora una volta con la stessa
faccia e abiti in prestito, ma con una t-shirt degli Who che non aveva mai
visto a Sirius.
Regulus parlò a lungo in
privato con il preside, essendosi fatto accompagnare al luogo in cui l’horcrux era nascosto il giorno prima dall’elfo domestico.
Aveva fatto qualche accenno a Remus, ma lui lo aveva fermato prima che potesse
rivelargli troppo. Meno persone conoscevano il nascondiglio, meglio era.
Remus era rimasto a Hogwarts,
vagando per la scuola orribilmente vuota fino a quando non lo aveva trovato la McGranitt che lo mise a lavoro per sbarazzarsi di tutte le
scartoffie di fine anno.
Erano passate alcune ore quando finalmente
la professoressa alzò la testa di scatto.
“Sono tornati” annunciò prima di
abbandonare la cattedra e uscire dall’ufficio a passo spedito. Remus la seguì,
la preoccupazione che cresceva sempre di più quando si rese conto che si
stavano dirigendo in infermeria. La professoressa aprì la porta e Remus
intravide la figura di Silente su un letto, Regulus
poco lontano completamente nel panico e fradicio.
Il licantropo gli fu subito addosso e lo
afferrò per il bavero della giacca.
“Che cosa è successo?”
“Bevanda della Disperazione”
“Cosa?”
“Bevanda della Disperazione! È una pozione
orribile che andava bevuta per recuperarlo, mi sono offerto di berla io, ma lui
si è rifiutato poi gli inferi hanno provato a uccidermi e lui ci ha salvato, ma
poi è svenuto-” spiegò rapidamente e Remus si calmò. Non li aveva traditi,
questo era l’importante. Stava per chiedere cosa sarebbe successo, quando
furono cacciati fuori dall’infermeria dalla Professoressa McGranitt
e si accomodarono sulla gelida panca di pietra davanti alla porta.
“Siete riusciti a prenderlo?” gli chiese e
Regulus annuì.
“Ne ho fatta una copia che ho messo al
posto dell’originale”
“Come hai fatto a Materializzarti dentro
la scuola?”
“Prima di iniziare a bere, Silente mi ha
messo questa al collo” disse mostrando un ciondolo che Remus riconobbe subito.
“I doni della Morte”
“Mh, ho davvero
pensato che sarei morto lì, Silente che gridava e quei mostri che provavano a-”
Remus gli mise un braccio attorno alle spalle e il ragazzo iniziò a piangere.
“Non mi sarei mai dovuto fidare dei miei
genitori, Siri aveva ragione. Ho fatto lo sbaglio più grande della mia vita”
mugugnò e Remus gli lanciò un incantesimo che gli asciugasse i vestiti e i
lunghi capelli neri.
“Probabile, ma adesso stai provando a
rimediare; riparare ai propri errori richiede grande coraggio” provò a
rincuorarlo e l’altro alzò il viso nascosto dentro le mani per guardarlo in
cagnesco.
“Passi troppo tempo con Silente, o con i
libri”
“Vero, ciò non vuol dire che abbia torto”
Restarono seduti lì per parecchio tempo,
fino a quando la McGranitt non aprì la porta e gli
disse che potevano entrare.
Il professor Silente era tranquillamente
seduto in uno dei letti dell’infermeria come se non fosse successo niente.
“Regulus, ti
devo ringraziare. Quest’oggi mi hai salvato la vita”
“L’ho prima messa in pericolo, Professore”
“Sono i rischi che si corrono in guerra.
Credo tu abbia qualcosa per me” Il ragazzo annuì e tolse il ciondolo che gli
aveva dato il professore e un grosso medaglione che aveva nascosto sotto la
maglietta.
“Uff, pesa molto più di quanto non possa
sembrare” disse allungandogli entrambe le collane. Silente infilò rapidamente
la propria e restò ad osservare il medaglione.
“È il peso dell’anima. Minerva, questi
ragazzi hanno bisogno di cenare e di tornare a casa. Quando hanno finito
accompagnali nel mio ufficio, sono sicuro che Remus permetterà a Regulus di passare da casa sua per arrivare a Londra
tramite Metropolvere”
“Certamente” disse Remus
“Prima che andiate via, devo chiederti di
fare un voto infrangibile. Se queste informazioni arrivassero alle orecchie
sbagliate, perderemmo qualsiasi vantaggio Regulus ci
ha dato”
I due ragazzi si guardarono sconvolti, ma
Remus annuì e allungò una mano.
Qualche minuto dopo, la professoressa
tornò in infermeria e iniziò ad accompagnarli in cucina quando il licantropo si
voltò verso la strega.
“Conosco la strada, non c’è bisogno,
Professoressa”
“Tu e quei Malandrini” bofonchiò la
strega, ma c’era un accenno di sorriso nella sua voce.
“Però sono sempre stato il più educato”
“Almeno non mi hai mai chiamato Minnie in
faccia” borbottò prima di tornare sui suoi passi.
Camminarono in silenzio fino alle cucine e
Remus bussò timidamente all’ingresso. Quando un’elfa
aprì la porta, la piccola si aprì in un sorriso estasiato.
“C’è il Signor Regulus
Black!” annunciò e gli altri iniziarono a gioire, sorprendendo Remus.
“Ciao Pheltine”
la salutò l’altro con un sorriso accennato mentre lei lo tirava per una mano.
Gli elfi sgombrarono rapidamente un angolo di un tavolo mentre inondavano Regulus di domande, Remus che guardava la scena sorpreso. Regulus Black con i jeans che parlava amabilmente con lo
stuolo di elfi domestici di Hogwarts. Senza l’effetto
della Pozione Polisucco aveva un po' di difficoltà a
riempire i vestiti del fratello, il suo fisico da cercatore troppo esile.
Cristo quanto gli mancava Sirius.
Mangiarono entrambi a sazietà, ma non fu
il cibo a cambiare l’umore di Regulus.
Quando furono costretti a salutare, alcuni
abbracciarono il più giovane dei due il quale contraccambiò. Remus strinse la
mano cortesemente ad un paio di elfi e i due riuscirono finalmente a lasciare
la cucina.
“Questo davvero non me lo sarei aspettato”
ammise.
“Avrei dovuto tirargli qualche calcio per
farti contento?” disse stranito mentre si guardava attorno. Era chiaramente esausto.
“No, semplicemente mi hai sorpreso” disse
onestamente
“Noi Black siamo ricchi di sorprese”
sembrava di sentir parlare Sirius, era destabilizzante.
“Questo è poco ma sicuro”
“Hai avuto notizie da lui?” gli chiese
dopo un attimo e Remus scosse la testa.
“No, niente”
Rimasero per alcuni secondi in silenzio e
poi Regulus sbuffò.
“Adesso che ti ho pianto sulla spalla e
che quindi siamo grandi amici, posso chiedertelo: c’è qualcosa che non va fra
voi due?”
“Continuano a non essere affari tuoi”
“Lo prendo per un sì. È un peccato,
sembravate felici”
Regulus era molto diverso
da come se lo sarebbe aspettato, non c’era ché dire.
“Già, peccato che trovarsi in pericolo di
morte un giorno sì e quello dopo pure tende a sfasciare qualsiasi relazione”
“Non so cosa quel degenerato possa averti
detto di me, ma conosco mio fratello e non è minimamente in grado di gestire le
proprie emozioni”
“Sarà per via dei traumi affettivi causati
dalla tua famiglia” gli disse piccato e Regulus
acconsentì con una scrollata di spalle.
“Non lo metto in dubbio, ma sei tu quello
innamorato di lui, fatti due domande. Con Sirius non puoi sperare nelle cose
non dette, gli devi spiegare chiaramente se qualcosa non va e insieme trovare
una soluzione perché se lasci fare a lui, si sentirà abbandonato e tradito e
inizierà a non fidarsi più” gli spiegò senza mezzi termini. Certamente non
aveva mentito riguardo a conoscere il fratello.
“Ugh, siete
tutti così voi Serpeverde?”
“Intendi intelligenti e affascinanti?
Certo che no, o ti sei scordato i Carrow?”
“Non ci riuscirei neanche se volessi” disse
sarcastico e Regulus grugnì.
Avevano raggiunto l’ufficio della McGrannit che dopo aver annuito li accompagnò fino
all’ufficio di Silente. Senza perdere altro tempo, i due s’infilarono nel
camino e raggiunsero l’appartamento che Remus condivideva con Sirius quando il
bruno si ricordava di tornare.
“Quindi questo è il nido d’amore” commentò
l’altro guardandosi attorno. Sollevò una giacca di pelle che era stata
abbandonata su una poltrona e se la provò.
“Sai almeno dov’è?” gli chiese il bruno mentre
si osservava in uno specchio vicino all’ingresso. Era la giacca più attillata
di Sirius, ma a lui stava comunque un po' grande di spalle.
“Dalle parti della Bulgaria” non perché
gliel’avesse detto Sirius, ovviamente “Vuoi qualcosa da bere?”
“No, ti ringrazio. Devo tornare a casa,
sono stato via fin troppo a lungo” disse senza accennare a togliersi la giacca
del fratello e tenendo in mano quella che si era tolto. Remus non gli disse di
restituirla.
“Walburga sarà preoccupata” commentò
onestamente e il bruno emise una risata sarcastica.
“A quest’ora ormai è già ubriaca, Kreacher invece starà andando fuori di testa”
“Non sapevo bevesse”
“Ha iniziato quando Sirius è scappato ed è
peggiorata da quando è morto mio padre.” spiegò l’altro e poi lo guardò per poi
alzare gli occhi al cielo. “Non guardarmi così Lupin, mi fai venire
l’urticaria”
“Sta zitto Black, si chiama preoccuparsi
per i propri amici”
“Oh, quindi adesso siamo amici?”
“Mi pare il minimo, stronzo”
Regulus sorrise di gusto
e si tolse i capelli dalla faccia esattamente come faceva Sirius. Remus si
perse un attimo a guardarlo e l’altro se ne accorse.
“Fratello sbagliato, Lupin”
“Scusami. Godric,
penserai che sono uno psicopatico”
“Nah, sei
strano, ma non sono nella posizione di giudicare nessuno. Vedi di sistemare le
cose con quello zotico di mio fratello e se lo vedi digli che non riavrà mai
più indietro i suoi jeans”
“Li riempie comunque meglio di te”
“Questa me la segno, Lupin e mi tengo pure
la giacca di pelle”
“Vedi di sopravvivere, Black”
“Facciamo tutti il possibile”
-
Remus stava dormendo, quando la porta
dell’appartamento si aprì e lui balzò giù al letto, bacchetta alla mano. Uscì
dalla stanza attentamente, uno scudo già in posizione, quando riconobbe la
sagoma.
“Sirius” lo chiamò e l’altro sobbalzò,
guardandolo quasi sconvolto.
“Sei a casa” emise sorpreso. Aveva lo
sguardo vacuo e si aggirava al buio per la cucina/ingresso/salotto. Remus
sentiva odore di sangue.
“Certo che sono a casa. Sei ridotto una
merda”
“Mi sento una merda, quindi non sono molto
sorpreso” si lasciò cadere sul divano ed emise un verso stanco. Lanciò la
giacca mentre si toglieva le scarpe.
“Hai fame?” gli chiese e l’altro scosse la
testa.
“No, ho già mangiato. Con Silente”
Fantastico, iniziare un litigio in meno di
un minuto dal loro incontro dopo che non si vedevano da più di un mese, era
notevole anche per loro.
“Mh”
“Già”
“Quindi ti ha già detto-” Remus provò con
un tono più gentile, ma Sirius lo interruppe sprezzante.
“Che mentre io ero via tu sei diventato
pappa e ciccia con il mio adorato fratellino Mangiamorte? Mi ha accennato
qualcosa”
Era troppo presto e troppo tardi per
mettersi a fare scenate, ma Remus non aveva voglia di essere il buono.
“Regulus ha
contattato me perché si fida di te, ma tu non ti fidi di lui e ha pensato che
invece tu ti fidassi di me, pensa che coglione”
“Avete passato molto tempo insieme?”
iniziò con tono accusatorio e Remus s’innervosì.
“Quanto è bastato a pensare che
probabilmente non sta mentendo. Regulus ha rischiato
di morire per recup- Ahhrg!!”
il polso iniziò a bruciargli pericolosamente, il voto che gli aveva fatto fare
Silente iniziò a segargli l’articolazione, giusto un avvertimento.
“Addirittura un Voto Infrangibile?” chiese
Sirius onestamente sorpreso, ogni traccia di rabbia sparita. Si alzò a fatica,
avvicinandosi all’altro e prendendogli il polso fra le mani. Guarì i segni con
un incantesimo, ma le cicatrici del voto erano ancora lì, in mezzo alle altre
erano a malapena riconoscibili.
“E questo è solo perché so cosa ha fatto Regulus per l’Ordine. Quello che ha dato a Silente…
potrebbe ribaltare il risultato della guerra” il polso gli pizzicò di nuovo, ma
Remus smise di parlare.
Sirius lo guardò a lungo, qualsiasi
fervore completamente sparito. Era solo un ragazzo stanco e traumatizzato.
“Ti fidi?” gli chiese dopo un po'.
“Fino ad ora non mi ha dato motivo di non
farlo” ammise scrollando le spalle “È molto pentito” aggiunse un attimo dopo e
Sirius sbruffò.
“Vorrei ben vedere” disse mentre si
passava una mano fra i capelli sporchi per poi pentirsene subito dopo,
strofinando le dita contro il palmo. Si guardò attorno, l’unica luce proveniva
da i lampioni in strada. Era stanco e aveva bisogno di una doccia, ma era lì ed
era vivo. Prima che potesse pensarci troppo, Remus lo abbracciò e lo sentì
sciogliersi fra le sue braccia e ispirare nella sua spalla, le sue braccia lo
avvolsero attorno alla vita saldamente, ma senza stringere.
“Sono stanco di litigare con te, Rem”
bofonchiò dopo un po' contro la sua spalla.
“Anche io. Mi manchi”
“Adesso sono qui” disse ovvio e Remus
scosse la testa.
“Lo so, ma io ti voglio con me, non
contro” gli spiegò e l’altro annuì. Gli prese il volto fra le mani, osservando
le occhiaie e una macchia di sangue che aveva sulla fronte. Riusciva a sentire
l’odore metallico provenire anche dalle sue mani. “Di chi è il sangue?”
“Fabian è morto” gli disse “Ci stavano
aspettando, già lo sapevano, la famiglia di babbani era già morta. Ho dovuto
portare il suo corpo a Gideon”
“Pads”
“E se qualcuno un giorno mi portasse il
tuo corpo? O quello di James? Come potrei sopportare una cosa del genere? Andare
avanti?” Remus gli lasciò un bacio sulla tempia e lo strinse più forte. Era
l’incubo di tutti, vedere i propri cari morirgli attorno e restare da soli nel
bel mezzo della distruzione.
“Credevo fossi in Bulgaria” gli disse dopo
un po' e l’altro annuì.
“Sono tornato oggi pomeriggio e sono
uscito direttamente con Fabian, Prongs e Lily”
“Loro come stanno?”
“C’è mancato poco, ma sono riusciti a
scappare. C’era anche l’Oscuro Signore”
“Buon Dio”
“Ne parliamo domani, ti prego, adesso
voglio solo lavarmi e dormire”
Remus annuì e andò a riempirgli la vasca
da bagno. Lo aiutò a lavarsi i capelli e lo avvolse nell’asciugamano più
morbida che avessero.
“Vuoi farti perdonare per aver
fraternizzato con Reg?” disse scherzando l’altro mentre Remus gli strofinava un
asciugamano in testa.
“Come se potessi accontentarmi della tua
brutta copia” disse scherzando e Sirius si gonfiò un po', da pavone qual era. Godric, le dimensioni del suo ego.
“Mh, sapevo che
mi piacevi per un motivo”
Infilò un paio di boxer e finì di
asciugare i capelli con un incantesimo. Quando si misero a letto, l’orologio
sul comodino segnava le quattro. Sirius lo abbracciò con tutti e quattro gli
arti e affondò il viso nella sua giugulare, ma a Moony
stava bene.
“Non so se lo voglio vedere” bisbigliò
dopo un po', come se avessero ancora avuto James e Peter a dormirgli di fianco
e dovevano stare attenti a non svegliarli.
Remus iniziò a lisciargli i capelli per farlo rilassare e riuscì ad
avere l’effetto desiderato.
“Mi ha chiesto diverse volte come stessi”
“E tu che gli hai detto?” biascicò, già
mezzo addormentato.
“La verità, ovvero che non ne avevo idea.
Ha anche provato a convincermi a rimettere a posto le cose con te”
“Ugh, odio
quando ha ragione, però ci lavoriamo domani”
“Domani” gli concesse e stava per andare a
dormire quando ricordò una cosa “Pads?”
“Mmmh?” emise
l’altro, gli occhi già chiusi.
“Reg ha la tua giacca di pelle, quella
attillata”
“Sei uno stronzo” sospirò e Remus gli
baciò la testa.
“Mi sei mancato anche tu”
-
Erano in cucina entrambi. Sirius stava
facendo volare i piatti della colazione al loro posto nella credenza e Remus
era a leggere sul divano, ma in verità guardava il suo ragazzo in mutande,
illuminato dalla finestra aperta, i suoi magnifici capelli neri, leggermente
spostati dalla corrente, sembravano ancora più morbidi. Era la cosa più bella
che avesse mai visto.
Avevano parlato a lungo dopo essersi
svegliati, avevano continuato a parlare mentre facevano colazione (un po' dopo
mezzogiorno) e ancora un po' quando avevano fatto sesso sul divano su cui Remus
era ancora spaparanzato.
Il licantropo provò ad imprimere nella sua
memoria ogni particolare di quella mattina, la pace e il calore che gli si era
allargata nel petto mentre guardava Sirius che gli sorrideva, gli occhi di
quella innaturale tonalità di grigio che brillavano. Quello era un “momento da
Patronus”, come li chiamava James.
Chiamò a sé la Polaroid che Lily aveva
regalato a Sirius per i suoi diciassette anni e gli scattò una foto. Prima che
la foto avesse tempo di sviluppare, Sirius saltò lo schienale del divano e si
mise a cavalcioni delle sue gambe. Gli tolse la macchinetta di mano e gli
scattò una foto a sua volta.
“Momento Patronus” annunciò il bruno prima
di baciarlo. Poggiò la macchinetta a terra e rimase lì a godersi quel momento
di pace.
Erano ancora così quando una sfera di luce
azzurra entrò nella stanza ed entrambi la guardarono avvicinarsi ed espandersi
in un leone.
“Bella ha depositato qualcosa di molto
importante alla Gringott. Vedrò cosa riesco a sapere,
tu intanto avvertilo” disse la voce di Regulus prima
che il leone sparisse nel nulla.
Sirius era a bocca aperta.
“Mio fratello sa evocare un Patronus ed è
un leone” annunciò sconvolto mentre si tirava a sedere. Ugh,
fine momento Patronus.
“Già”
“Questo è perché l’ho sempre preso in giro
per il suo nome, dannazione. Buon Godric, il karma è
una brutta bestia” sbruffò, ma era più per scena che per vera irritazione. Anche
Remus era stato invidioso del Patronus di Reg quando lo aveva visto la prima
volta.
“Sei solo invidioso, siamo Grifondoro”
“Moony è un
bellissimo Patronus” provò a rincuorarlo, ma Remus fece finta di niente.
“Mh, aspetta che
lo sappia James. Ti ricordi com’era convinto che la sua forma Animagus sarebbe stata un leone?
“‘Un cervo? Il mio Patronus cambierà dopo
che avrò iniziato a ruggire, aspetta e vedrai’” Sirius faceva un’imitazione
fenomenale del suo miglior amico e Remus non poté far altro che sorridere.
“Quindi adesso Regulus
fa la spia per l’Ordine?” s’informò Sirius tornando a stendersi su Remus.
“Sembrerebbe di sì” disse mentre prendeva
a giocare con i suoi capelli.
“Se Bella venisse a sapere che Reg la
tiene d’occhio per noi, la cosa più intelligente sarebbe suicidarsi”
Remus restò sorpreso. Sapeva che Sirius
voleva bene al fratello, ma credeva anche che ci fosse molto più rancore fra i
due.
“Sei preoccupato per lui”
“Rem, mio fratello è dalla nostra parte.
Sono orgoglioso e terrorizzato”
“Ti andrebbe di esserci al prossimo
incontro? Non credo che Silente permetterà a me o a lui di dirti cosa sta
facendo, ma magari potresti parlargli”
“Credo che mi piacerebbe”
-
Il prossimo incontro si tenne in un altro
complesso di appartamenti, diverso dal precedente, ma non per questo migliore. Regulus aveva sempre la stessa faccia in prestito e
indossava di nuovo la maglia dei Led Zeppelin. Remus lo aspettò all’ingresso e
poi lo guidò al piccolo appartamento dove li aspettavano Sirius e Silente.
Regulus ebbe prima una
lunga conversazione in privato con il professore che poi se ne andò,
raccomandandosi di non fare danni permanenti. Quando restarono solo loro tre,
la Pozione Polisucco aveva smesso di fare effetto e Regulus era di nuovo lui, con gli abiti del fratello. Aveva
anche messo la giacca di pelle rubata di recente.
“Non puoi permetterti dei vestiti
babbani?” esordì Sirius col tatto di un bulldozer.
“Certo che sì, ma è molto più divertente
mettere i tuoi” aveva anche trasfigurato i jeans per essere in grado di
adeguarsi ai suoi fianchi più stretti. Sembrava uno a caso dei Ramones, ma con dei bei capelli. Effettivamente era anche
lo stile a cui di solito puntava Sirius.
Erano seduti l’uno di fronte all’altro,
Sirius con le braccia incrociate e un piede stravaccato su una sedia libera di
fianco, Regulus con una caviglia poggiata sul
ginocchio opposto le dita incrociate sull’addome.
I due restarono a guardarsi in un silenzio
imbarazzante.
“Se volete, vi lascio da soli” propose
Remus dopo un po'.
Nello stesso momento, Sirius disse di “Sì”
e Regulus disse “No”.
“È il mio licantropo di supporto” scherzò
il più giovane facendogli l’occhiolino provando a smorzare la tensione, ma il
fratello sbiancò.
Cazzo, lui non aveva detto a Sirius che Regulus sapeva della sua licantropia.
“Se ti permetti di minacciare-”
“Calmati, lo so da anni. Rem già lo sa”
disse l’ex Serpeverde con una scrollata di spalle e
Sirius s’infervorò.
“Rem? Rem?!”
“Salazar, Sirius, sto provando a essere compiacente”
sbuffò strofinandosi una tempia.
“È la prima volta che mi chiama Rem, lo
giuro” lo giustificò Remus, le mani ben in vista.
“Prima fai un tranquillo riferimento alla
licantropia del mio ragazzo, poi lo chiami “Rem”, ti manca davvero farti maledire
da me?!” sbottò Sirius scattando in piedi, pronto alla rissa come al solito.
“Sì” disse
tranquillamente Regulus e il fratello maggiore si
arrestò.
“Che?”
“Mi manchi, è una cosa tanto assurda?” gli
disse onestamente e Sirius tornò a sedersi “Mi manca mio fratello con cui non
riesco ad andare d’accordo da quando avevo dieci anni e adesso sto provando a
rimediare come posso. Lo so che è impensabile sperare di riuscire a far finta
di niente, non voglio far finta di niente, ma ci sto provando”
“Reg” disse Sirius, onestamente sconvolto
dall’onestà del fratello.
“Avevi ragione. Su tutto” ammise il più
giovane con le spalle sconfitte e le lacrime agli occhi.
“Quello che ho dovuto fare, per loro,
per-” Sirius lo abbracciò stretto, carezzandogli la testa. Restarono così a
lungo, Regulus che singhiozzava e Sirius che lo
stringeva.
“Rimedieremo a tutto, va bene?”
“Non posso rimediare a quello che ho
fatto. Non ci si allontana da quelli”
“E allora ci toccherà vincere la guerra e
toglierli tutti di mezzo. Non ti lascio più indietro Reg, mai più”
“Non mi hai lasciato indietro, sono stato
io a-”
“Invece sì, avrei dovuto rapirti e
chiuderti da qualche parte fino a quando non avessi iniziato a ragionare” Regulus allontanò il fratello da sé, le mani nella giacca
del fratello maggiore.
“Se fossi andato via, adesso non potrei
dare una mano, sapere quello che so e scoprirne di più” disse alzando il mento
in maniera orgogliosa e Sirius annuì e tirò i lembi della giacca rubatagli dal
fratello.
“Benvenuto nell’Ordine della Fenice”
“Grazie”
“E rivoglio la giacca”
“Nemmeno per sogno”
“Piccolo bastardo”
“Pallone gonfiato”
“Godric, quanto
mi sei mancato” disse per poi abbracciarlo di nuovo e Regulus
sorrise per poi tirare su col naso. In quel momento Remus riuscì finalmente a
vedere quello di cui Sirius gli aveva parlato solo raramente, il rapporto di
complicità che c’era fra i due fratelli e che Walburga aveva attentamente
provato a sbriciolare. C’era andata molto vicina, ma non aveva messo in conto
che Sirius non aspettava altro che un motivo per perdonare suo fratello.
“E adesso?” chiese il più giovane dopo che
i due si furono allontanati. Sirius gli sorrise e scrollò le spalle.
“Adesso vinciamo una guerra”
-
4 Novembre 1981
“Dovrebbero essere qui a momenti” ripeté Regulus per l’ennesima volta. Suo fratello era un gran
bastardo, non era una novità, ma era Remus ad averlo deluso.
“Non preoccuparti, non ho particolari
impegni questo pomeriggio” lo rassicurò il Preside di Hogwarts
mentre mangiava uno dei biscotti glassati preparati Andromeda. Aveva ricevuto
il suo gufo il giorno dopo che era stato reso pubblico il suo contributo alla
causa, una scatola di latta piena di biscotti e con un biglietto che diceva
“Benvenuto nel club dei reietti!” e con un invito a casa sua per il giorno
seguente.
Sua madre aveva pianto, ma nemmeno Regulus era riuscito a capire se fosse dalla vergogna o dal
sollievo. O forse era per la giacca di Sirius, era sempre più difficile da
interpretare. Per sicurezza si era momentaneamente spostato nell’appartamento
ormai vuoto di Sirius e Remus dove Kreacher lo
raggiungeva almeno tre volte al giorno.
“Come sta Severus?”
chiese dopo un po', onestamente preoccupato per l’amico.
“Credevo vi foste parlati” gli rispose
sorpreso Silente.
“No, non ancora. Ho ritenuto avesse
bisogno di un po' di spazio”
“Secondo il mio parere, in questo momento
avrebbe bisogno più di tutto di un amico”
“Domani proverò a contattarlo” annuì fra
sé e l’uomo prese un altro morso dal biscotto.
Finalmente il camino prese vita e Remus e
Sirius con in braccio Harry entrarono nel salotto del loro vecchio
appartamento.
“Scusate il ritardo, eravamo a pranzo da Ted e Andromeda e abbiamo tardato.” disse Remus. Sirius non
sembrava particolarmente spiacente. Il fratello gli aveva detto che contattare la
loro cugina era stata la prima persona che avevano fatto dopo aver prelevato
Harry. Non si poteva usare un altro termine: Sirius aveva tolto il bambino
dalle braccia di Hagrid, aveva inforcato la motocicletta con Remus ed erano
scappati. Era la scelta più sensata che gli avesse mai visto prendere. Insieme
a farsi aiutare da Andromeda per crescere il bambino, ovviamente.
“Niente di cui preoccuparsi, io e Regulus stavamo avendo una piacevole conversazione sul
valore dell’amicizia”
Ah, oggi Silente non sembrava intenzionato
a girare attorno alle conversazioni. Regulus osservò
come Remus, che solitamente stava sempre leggermente ricurvo in avanti per
sembrare più innocuo, avesse improvvisamente disteso la spina dorsale e
abbassato le spalle mostrando tutta la sua considerevole altezza, pronto alla
battaglia. Bene.
Sirius si sedette sulla poltrona e poggiò
Harry a terra che restò incantato ad osservare il preside di Hogwarts.
“Forza Harry, saluta” lo spronò Sirius
mentre gli passava una mano fra i capelli provando a combattere la battaglia
persa che era abbassare le ciocche scure.
“Ciao” disse timidamente
il bambino e l’uomo lo salutò a sua volta, sorridendogli.
“La ferita è guarita, ma gli resterà
sicuramente la cicatrice” sospirò Remus sedendosi sul bracciolo della poltrona
occupata da Sirius. Tirò fuori dalla tasca della giacca il pupazzo di un drago incantandolo
per farlo volare in cerchio sopra la testa di Harry e il bambino iniziò a
rincorrerlo mentre rideva.
“Ha avuto ripercussioni palesi?” chiese il
professore.
“Ha perso entrambi i genitori, ovvio che
ha avuto ripercussioni” rispose brusco Sirius e Remus poggiò una mano sulla sua
spalla.
“Chiama i suoi genitori mentre dorme e
ogni volta che usiamo la Metropolvere dobbiamo usare
un piccolo incantesimo che cambi la sua percezione dei colori perché è
terrorizzato da qualsiasi cosa verde che brilla” spiegò Remus.
“Per il resto è tutto piuttosto normale”
aggiunse Sirius che sembrava essersi calmato.
“Paut guadda!” esclamò contento il bambino, mostrando al padrino il
peluche che era riuscito ad acciuffare.
“Bravissimo” lo incoraggiò Sirius con un
sorriso per poi incantare di nuovo il draghetto. Osservò il bambino per una
manciata di secondi e poi sospirò, passandosi una mano fra i capelli.
“Lo so che il modo in cui ci siamo
comportanti è stato brusco, ma quando Regulus ci ha
avvisati che il talpa era Peter siamo corsi entrambi a
Godric’s Hallow ed era
comunque troppo tardi. Ho dovuto scavalcare i cadaveri dei miei migliori amici
per raggiungerlo ed ero pronto a lasciarlo con Hagrid, ma poi lui mi ha
guardato e mi ha riconosciuto” Aveva i pugni stretti e le lacrime agli occhi,
la mano di Remus sembrava l’unica cosa che ancora lo teneva seduto sulla
poltrona.
“Non ho potuto lasciarlo.” continuò “Aveva
bisogno di me”
“Abbiamo parlato con Hagrid. Sapeva che
avevamo solo le migliori intenzioni” aggiunse Remus mentre Sirius provava a riprendere
il controllo, gli occhi chiusi.
“Il giorno seguente abbiamo parlato con
gli Auror riguardo a Peter” Sirius ringhiò a sentire
il nome, ma Remus lo ignorò e continuò a parlare “e le siamo grati per aver
confermato la storia degli Animagus”
Regulus era stato molto
sorpreso da tutta la questione Animagus, soprattutto
perché non lo aveva capito prima. Le assenze scolastiche di Remus sarebbero
state evidenti a chiunque avesse prestato un minimo di attenzione, ma gli altri
tre erano sempre stati estremamente attenti, forse per non farsi beccare dalla McGranitt che se ne sarebbe accorta alla prima avvisaglia.
Per evitare a Sirius un viaggio ad Azkaban,
in quanto Animagus non registrato, ma comunque far
sapere agli Auror che Peter era in grado di
trasfigurarsi a piacere, suo fratello aveva dichiarato di aver intrapreso il
percorso da Animagus con i suoi amici dopo aver
finito gli studi ad Hogwarts e che fosse stato un
piano per aiutare gli scopi dell’Ordine della Fenice, che Silente ne era al
corrente e che avevano già deciso di compilare il modulo della registrazione
appena la guerra fosse finita.
Aveva funzionato, soprattutto perché
Silente aveva corroborato la sua dichiarazione, ma adesso erano in debito con
lo stregone e dovevano giocare bene le loro carte.
“Vogliamo solo che Harry sia al sicuro con
la sua famiglia” aggiunse Sirius che era finalmente riuscito a calmarsi. Aveva
comunque una lacrima lungo la guancia che Remus asciugò col dorso della mano
che lo aveva ancorato alla sedia.
“Ed era proprio di questo che volevo
parlarvi. Il modo in cui Harry è sopravvissuto-” iniziò il preside, ma Remus lo
interruppe gentilmente.
“È per via del sacrificio di Lily, lo
sappiamo” la mano tornò sulla spalla di Sirius.
Silente annuì con aria solenne.
“Un sacrificio del genere è molto potente
e continuerà a proteggere Harry per anni, a patto che resti con i suoi
consanguinei”
Regulus li aveva
avvertiti riguardo questa teoria di Silente e sperava solo che fossero pronti.
“Professor Silente, se posso permettermi”
iniziò educatamente Remus e il professore gli diede tutta la sua attenzione.
“Quando abbiamo capito la dinamica
dell’accaduto, abbiamo fatto delle ricerche riguardo al concetto di
consanguineità nel mondo magico. Non so se lei ne è al corrente, ma fra Lily e
sua sorella Petunia, la sua unica parente in vita, non correva, mi permetta la
battuta, buon sangue. Addirittura, al matrimonio di Lily e James la donna ha
ripudiato la nostra amica pubblicamente, gridando che se doveva continuare con
queste baggianate, tanto valeva non avere affatto una sorella.
“Adesso, come ci è stato insegnato, le
intenzioni hanno un enorme peso quando si tratta di magia e Petunia ha reciso
la sua connessione con Lily, abbiamo fatto dei controlli”
“Dei controlli?” chiese Silente sorpreso.
L’Animagus si
alzò in piedi e Remus compì un complicato gesto con la bacchetta creando un
delicato filo argenteo che si avvolse su sé stesso e sparì nello sterno di
Siris per poi iniziare a srotolarsi davanti ai loro occhi e dividersi in tre.
Un filo raggiunse il torace di Remus, il secondo il petto di Regulus e un terzo, il più spesso dei tre era per Harry. Il
bambino guardò l’incantesimo con i suoi bellissimi occhioni verdi sgranati,
guardando l’altra estremità dell’incantesimo e gridando estasiato “Paut!”.
Regulus non aveva mai
visto qualcosa di simile. Provò a toccare il filo, sottile come quello di una
ragnatela, che lo collegava al fratello e sentì una sensazione di calore sulle
dita, ma non si ruppe. Erano più di due anni che i rapporti fra lui e Sirius
avevano ripreso a sanarsi, ma non si aspettava di poterne avere la prova se non
tangibile, almeno visiva.
“Devo ammettere che è la prima volta che
vedo qualcosa di simile” commentò Silente sorpreso osservando l’incantesimo.
“È un incantesimo poco conosciuto e con un
utilizzo estremamente limitato. Non posso farlo su Harry perché potrebbe
danneggiare il suo nucleo magico, essendo ancora così piccolo”
“Naturalmente” gli concesse il preside.
“Quando James e Lily hanno scelto Sirius,
lo hanno reso a tutti gli effetti il terzo genitore di Harry, la traccia magica
di entrambi è chiaramente legata a doppio filo l’una all’altra” spiegò Remus
mentre il preside osservava attentamente il terzo filamento. Provò a sfiorarlo
attentamente e la sua mano scattò, come scottata.
“Il sacrificio di Lily ci riconosce come
consanguinei, restare con noi è semplicemente l’opzione migliore per Harry”
aggiunse Sirius. Harry lo guardò e gli corse in contro ridacchiando, lasciando
il peluche per terra.
Sirius si chinò a prenderlo in braccio e
l’altro avvolse le gambe attorno al suo fianco sospirando “Paut”
ammirato.
I due ex Grifondoro
guardarono il preside con le loro migliori espressioni innocenti, Harry nel
mezzo che faceva il grosso del lavoro e nemmeno il Supremo Pezzo Grosso Albus Silente, riuscì a controbattere.
“E questa è la storia di come un traditore
ribelle e un lupo mannaro zittirono il grande Albus
Silente” disse Sirius ridendo sconvolto lasciandosi cadere sulla poltrona. Il
preside di Hogwarts era appena andato via tramite Metropolvere e tutti i presenti erano piuttosto sfiniti
dalla conversazione. Tutti tranne Harry che dopo il suo exploit di dolcezza al
momento giusto, era tornato al suo drago di peluche.
“Voi due… siete impossibili” concesse Regulus mentre rideva apertamente.
“Oh no, siamo solo molto tenaci” disse
Remus scrollando le spalle.
“Resilienti, oserei dire” propose Sirius
inclinandosi verso il compagno che si aprì in un sorriso tagliente.
“Ottimo aggettivo, Monsieur Padfoot”
“Grazie, Monsieur Moony”
“A me invece siete solo sembrati molto
poco Grifondoro” commentò Regulus
e Sirius lo guardò male mentre Remus grugnì, beccandosi un’occhiataccia a sua
volta. I due si guardarono per una manciata di secondi e il sorriso del
licantropo si allargò.
“Ci ha aiutati, potresti dargli almeno
questa soddisfazione” propose Remus beccandosi una seconda occhiataccia, anche
peggiore della prima.
“Di cosa state parlando?” chiese Regulus. Sirius ringhiò e Remus gli rise in faccia.
“Avanti Sssssiriuss,
fai il bravo fratello”
“Non ci credo. Il cappello voleva metterti
in Serpeverde?” dedusse sconvolto e Remus iniziò ad
annuire mentre Sirius alzava gli occhi al cielo.
“Solo perché sono un Black, si è corretto
piuttosto rapidamente”
“Lo hai minacciato, Pads”
lo corresse Remus beccandosi l’ennesima occhiata al vetriolo.
“Da quando sei la bocca della verità? Sta
zitto”
“Se non altro, abbiamo qualcosa in comune”
commentò Regulus scrollando le spalle, lasciando gli
altri due a bocca aperta.
“Tu in Grifondoro?”
“Il cuore del leone, Siri” disse
sorridendo mentre guardava il fratello ancora a bocca aperta.
“Piccolo bastardo leccaculo”
“E con questa direi che possiamo
concludere il the più stressante di tutta la mia vita. Ho davvero temuto che
Silente vi polverizzasse sul posto” disse lanciando un pugno di polvere nel
camino e chiamando il “Lilies Cottage”. Da quando i
due avevano a tutti gli effetti rapito il bambino, si erano spostati in un
cottage lasciato a Sirius da zio Alphard che avevano
ribattezzato e messo sotto Fidelius. Solo loro due e Regulus sapevano dove fosse.
Era un posto abbastanza grande per i tre più
tutti i libri di Remus e aveva il grande vantaggio di essere abbastanza
fuorimano, permettendo al licantropo di passare le lune piene a scorrazzare in
tutta tranquillità. Regulus si era già offerto di
tenergli Harry una volta al mese.
“Ci stai cacciando fuori dal nostro
appartamento?” chiese Sirius sconvolto.
“Meglio lasciarci adesso che ancora non
abbiamo iniziato a litigare, così restiamo tutti con un bel ricordo” disse
sarcastico.
“Sono distrutto, è dal trentuno che non
dormiamo per riuscire a trovare qualcosa che convincesse Silente. Hai qualcosa
d’interessante da fare?” chiese Remus mentre prendeva in braccio il bambino.
“Si dà il caso che sì, c’è qualcuno che mi
aspetta e dovrei prepararmi”
“Hai una fidanzata? Fidanzato? O parli di Kreacher? Ti prego dimmi che non parli di Snivellus, potrei vomitare” disse Sirius mentre raccoglieva
il pupazzo di Harry e Regulus lo guardò male.
“È il mio migliore amico, non dire
stronzate”
“Adesso mi viene seriamente da vomitare”
aggiunse mimando un conato di vomito.
“Goditi il tuo appuntamento Reg” disse
Remus mentre spingeva il compagno verso il camino.
“Grazie Rem Rem”
disse facendogli l’occhiolino e facendo ringhiare di nuovo suo fratello. Stava
diventato uno dei suoi passatempi preferiti.
“Ciao Ulus!”
“Ciao anche a te Harry, tieni d’occhio
quei due mi raccomando” gli disse scompigliandogli maggiormente i capelli e il bambino
annuì convinto.
Sirius lo salutò con un cenno della mano
senza voltarsi per poi sparire dentro al camino e gli altri due lo seguirono.
La guerra era ben lontana dall’essere finita,
chissà quanto avrebbe impiegato a trovare tutti gli Horcrux
e distruggerli, ma per la prima volta in quelli che sembravano anni, ebbe la
sensazione di avere tempo, di non dover vincere una corsa impossibile contro il
tempo.
Avevano tempo per guarire, per costruire
le proprie vite, loro che erano ancora così fortunati da averle.
Ho scritto un'altra OS
gigante. Yupp.
E se nell’altra mia storia
erano Euphemia e Fleamont a
non morire, stavolta tocca a Regulus!
Non so da dove vengano
queste OS con piccoli aggiusti, ma lo scopo è sempre lo stesso: SAVE SIRIUS
BLACK (save John Watson, anyone?).
E magari anche Regulus.
Avevo sempre voluto scrivere
di Regulus, ma non mi andava di riportarlo in vita,
visto che l’ho già fatto con Sirius (se siete curiosi di sapere cosa ho
combinato, andate a vedere).
Ho deciso di calcare le
similitudini fra i due Black perché, in quanto una di tre figli, mi è spesso
capitato di sentir dire quanto io e i miei due fratelli parliamo e ci muoviamo
in maniera molto simile, pur essendo molto diversi fra di noi per quanto
riguarda interessi e compagnie.
Quindi mi sembrava una cosa
plausibile.
Non ho nient’altro da dire,
tranne che adoro my lost
Black boys.
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