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Autore: ilovebooks3    10/05/2020    0 recensioni
Una one-shot tutta dedicata a Kristina Frye, la sensitiva che appare per la prima volta durante la prima stagione.
Simile, eppure così diversa da Patrick Jane, instaurerà con lui un rapporto di rivalità e attrazione durante le sue comparsate nell’arco della serie.
In questa scena finale dell’episodio 1x07 riviviamo un dialogo tra i due molto toccante.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Patrick Jane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A RED SENSITIVE
 
 

 
Patrick Jane è come me.
L’unica differenza tra noi è che lui non ha creduto abbastanza nel suo dono.
Ha lasciato che il pentimento e il dolore lo cambiassero.
Ha rinnegato se stesso, illudendosi in questo modo di espiare la sua colpa.
È un uomo spezzato, che sopravvive grazie alle sue ossessioni.
Ha buttato via i suoi poteri, ed è un gran peccato.
Se la cava ancora bene, ma potrebbe essere ancora più bravo se volesse.
Nonostante questo, devo ammettere che è affascinante.
L’ho conosciuto solo ieri, ma, grazie alle mie abilità soprannaturali, ho già un’idea molto chiara di lui.
Ora c’è qualcosa di importante che devo dirgli.
Qualcosa che gli darà conforto.
È sdraiato su un vecchio divano del CBI, dove probabilmente preferisce trascorrere le sue notti insonni, e non sembra avere nessuna voglia di parlare con me.
Mi disprezza, ma so che in realtà ha solo paura di specchiarsi in ciò che io sono in grado fare e di rimpiangere ciò a cui ha rinunciato.
Lo convinco a parlare in privato, nella stanza degli interrogatori.
Ha l’espressione scettica e diffidente di chi preferirebbe essere ovunque tranne che qui, in compagnia di quella che pensa sia una truffatrice.
Poco importa che io non lo sia.
Intuisce che stiamo per parlare di qualcosa di personale, non del caso appena concluso.
Vorrebbe scappare a gambe levate, ma la curiosità è uno dei suoi difetti (o pregi, dipende dai punti di vista) principali.
Quindi, suo malgrado, vuole vedere fino a che punto mi spingerò.
Solo allora scapperà.
Patrick Jane osserva e scandaglia le vite degli altri, ma, quando si tratta della sua, si nasconde dietro una raffica di battute, sorrisi finti e giri di parole, impedendo a chiunque di aprirsi un varco attraverso quell’impenetrabile e disarmante corazza.
Gli faccio promettere che non mi interromperà.
Ha  già dichiarato di non credere ai sensitivi, più per sfida che altro, ma non sarà facile.
Devo dirgli tutto quello che ho sentito, o adesso o mai più.
Gli farà male.
Ma dopo starà meglio.
“Ho parlato con sua moglie”, inizio.
Sta per bloccarmi, con gli occhi gelidi e il sorriso ironico con cui sa di doversi difendere.
È convinto che la mia sia una patetica scena teatrale, o forse vuole solo fingere di pensarlo.
Non mi importa.
Alla fine si renderà conto che è la verità.
Oppure vorrà che lo sia e mi crederà, che poi, in fondo, è la stessa cosa.
Continuo, imperterrita.
“C’è una domanda che la tormenta su quella notte…”
Ecco, sono appena riuscita a catturare il suo interesse.
Ammette che è vero e mi lascia proseguire.
Riconosco la paura in ogni fibra del suo corpo.
Gli rivelo tutto.
Sua moglie mi ha detto che la bambina non si è svegliata.
Dormiva e non si è accorta di nulla.
La sua amata figlioletta è passata dal sonno alla morte in serenità e non ha mai avuto paura, neanche per un secondo.
So che è così.
Perché sono davvero una sensitiva, malgrado l’agnostico scetticismo del signor Jane.
Ma anche perché voglio che sia davvero andata così.
Lui ha solo bisogno di questo.
Come tutte le persone a cui vendo un po’ di speranza.
“È tutto?”, mi chiede.
So che vorrebbe non ascoltare altro, ma che, allo stesso tempo, è avido di altre rivelazioni.
“È tutto”, dichiaro.
Mi ringrazia.
La maschera di Patrick Jane si è finalmente sciolta.
Posso captare le vibrazioni inquiete della sua essenza più profonda, la tensione del suo corpo, l’agitazione della sua anima, l’oscurità della sua mente.
I suoi occhi sono lucidi e sta per crollare.
Non devo essere qui quando lo farà.
È necessario che resti solo con i suoi demoni.
Piangerà, di dolore e di sollievo, e dopo starà meglio.
Esco.
Forse non è un addio.
Forse ci vedremo ancora.
In ogni caso il mio compito è stato eseguito.
Mi dispiace per quell’uomo, e sono consapevole di aver fatto per lui tutto ciò che è in mio potere.
Quello che doveva essere detto è stato detto.
È stato più semplice del previsto.
D’altronde sono la più brava nel mio campo.
Gli spiriti mi hanno parlato.
Ma so che, se loro fossero stati in silenzio, avrei parlato io.
 
 


*********

 
Ed ecco l’odiosa Kristina-con-la-kappa! Non potevo non dedicarle una storia, e devo anche ammettere che cercare di scrivere dal suo punto di vista è stato divertente. ;)
A presto
Lu
  
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