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Autore: Razu    10/05/2020    0 recensioni
Secondo capitolo della saga di Faerie Do'Urden
Finalmente, dopo tante peripezie, Faerie e Drizzt sono giunti in superficie: la pace sembra finalmente a portata di mano, ma i due drow non hanno fatto i conti con la terribile fama del loro popolo. Temuti e scacciati dal mondo intero, la meta della strada per la serenità sembra ancora lontana per i due fratelli...
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Davvero fantastica l'idea di usare... qualunque cosa sia questo aggeggio per fermare quel ladruncolo- disse Faerie esaminando il vomere con curiosità. Non aveva mai visto un attrezzo del genere. -Ma nella fretta ci è sfuggito un piccolo dettaglio-

-Ovvero?- replicò Drizzt tirando fuori la statuetta di Guenhwyvar.

-Non abbiamo la più pallida idea di dove sia- rispose la sorella continuando a girare attorno al pezzo di aratro. -Se non fosse così pesante potrebbe essere usato come arma. Un solo colpo e ti manda al tappeto. Questo sì che sarebbe utile, altro che la balestra-

Il fratello ignorò la sua ultima osservazione. -Guenhwyvar lo troverà-

-E come? Non lascia impronte e non abbiamo un pezzo dei suoi abiti da fiutare, non possiamo rintracciarlo-

-Lui no, ma il suo amico demone sì- disse lui evocando la sua amica pantera. -Avrà lasciato sicuramente delle tracce venendo qui e Guen ci aiuterà a trovarle. Hai detto che era bello grosso, quindi c'è una forte possiblità che abbia lasciato impronte profonde e grandi nel terreno. Dovrebbero essere qui da qualche parte- aggiunse facendo una carezza al grosso felino, che era appena apparso accanto a lui.

-Giusto- concordò Faerie mettendosi in spalla il vomere, mentre Drizzt sussurrava qualcosa all'orecchio di Guenhwyvar. La pantera strusciò il muso contro la guancia dell'amico, poi si mise a cercare le tracce del demone.

La drow si incamminò dietro al felino, ma prima che potesse fare più di tre passi, il fratello la fermò. -Ti aiuto a portarlo- disse mettendo le mani sull'attrezzo.

-No- disse lei. -Io ho le mani occupate, se veniamo attaccati non potrò essere d'aiuto. Bisogna che almeno tu sia in grado di combattere-

-Dimentichi che c'è Guen con noi- le disse lui.

-Ci sono nemici che Guen non può affrontare- replicò lei.

-Giusto, ma dubito che ce ne siano qui-

-Non si può mai sapere...-

-E poi, puoi sempre buttare questo... attrezzo per terra e combattere in caso di attacco- le fece notare Drizzt.

Faerie lo guardò con fare seccato. -Il tempo è un fattore determinante in battaglia. Ora smettila di preoccuparti, ce la faccio, non è molto pesante. E ora andiamo, abbiamo già perso abbastanza tempo-

Il fratello però vide i suoi muscoli tesi per lo sforzo e minuscole goccioline di sudore iniziare a imperlarle la fronte. Capì che stava di nuovo cercando di ostentare una forza che probabilmente non aveva e che il suo orgoglio le impediva di rendersene conto. Sospirò, sapendo che se si fosse messo a discutere non sarebbe arrivato da nessuna parte. Prima o poi imparerà la lezione...

-Se lo dici tu...- disse incamminandosi.

Non ci misero molto a trovare la traccia del demone: come Drizzt aveva previsto, le impronte che aveva lasciato erano grosse e profonde. Inoltre, il mostro non si era premurato di passare in terreni duri o quantomeno di cancellare le orme al suo passaggio.

-Sembra quasi che volesse essere trovato- osservò Drizzt.

-Pensi che si sarebbe comportato così anche al ritorno?-

-Probabile. Non si è curato di far perdere le sue tracce all'andata, perché farlo al ritorno? Anche perché non è certo una creatura piccola e leggera, anzi. Dovremo essere più cauti: e se il demone e i suoi compagni stessero aspettando il nostro arrivo? Dopotutto mi hanno rubato la scimitarra e hanno cercato di incastrarci-

-Ha importanza?- chiese Faerie, scrollando le spalle. -Moriranno comunque, a prescindere dalle loro ragioni. Hanno cercato di uccidere degli innocenti, e ora la pagheranno-

-Dicevo solo che dovremo fare più attenzione, tutto qui. Se ci stanno aspettando saranno preparati- le rispose il fratello. Lei non disse nulla. Si sistemò meglio il vomere in spalla e continuò a seguire le impronte.

Dopo un lungo camminare, scoprirono che le orme portavano verso una zona rocciosa, con precipizi profondi e altissime pareti.

-E tanti saluti alla nostra traccia- disse Faerie, amareggiata.

-Forse no- replicò Drizzt, individuando un sentiero, ma si dovette ricredere quando vide che il sentiero sembrava non essere stato percorso da anima viva da tempo immemore. Scrollò le spalle. -Rimane comunque l'unica via possibile- 

-L'unica via possibile per noi- lo corresse la sorella. -Che ne sai che non si è arrampicato?-

-Data la sua mole, lo vedo molto improbabile. Ad ogni modo, noi non possiamo arrampicarci, non con quell'affare appresso. Dobbiamo seguire il sentiero-

Faerie annuì e, assieme a lui, si diresse verso la selvaggia stradina.

-Ho un piano per catturare il ladruncolo- le disse lui.

-Illuminami, allora-

-Noi non sappiamo con esattezza quanto sia veloce quell'essere, sappiamo solo che è estremamente rapido, giusto? Abbiamo bisogno di saperlo per sapere quando sbarrargli la strada. Perciò ecco il piano: fingerò di ostacolarlo, lui schiverà e proseguirà il suo cammino. Guen lo aspetterà più avanti, non è rapida quanto lui ma gli darà filo da torcere. Quando capirà di non poter passare, tornerà indietro. Nel frattempo, io avrò calcolato quanto tempo ci mette a schivare, lo ostacolerò di nuovo e, al mio segnale, tu calerai quell'aggeggio. Pensi di poterlo fare?- disse Drizzt. Lei lo guardò con uno sguardo irato, come se trovasse scandaloso che lui pensasse che lei non fosse capace di fare qualcosa. Aprì la bocca per parlare, ma un ronzio la interruppe.

-Ci siamo- mormorò il drow. Sussurrò qualcosa a Guenhwyvar, che girò l'angolo davanti a loro.

Faerie si mise in posizione, imitata dal fratello, che sfoderò una scimitarra e la tirò in avanti di scatto. In un lampo, essa venne scagliata di lato da una figurina minuscola ed estremamente veloce, che poi proseguì nella sua corsa.

-Stai pronta- disse Drizzt a bassa voce alla sorella. La sua presa sulla scimitarra si fece più salda.

Una serie di ringhi li avvertirono che la pantera aveva assolto al suo compito. Il ronzio si fece di  nuovo più forte e ancora il drow fece scattare in avanti la scimitarra. -ORA!- gridò pochi secondi dopo.

Rapida come un topolino in fuga, Faerie calò il vomere, e un sonoro "dong" fece loro capire che il piano era andato a buon fine. Senza perdere neanche un secondo, l'elfa si gettò sulla creaturina stordita dal colpo, approfittando della sua momentanea perdita di coscienza. La strinse in una mano, bloccandole le braccia, mentre con il polso dell'altra faceva scattare la lama nascosta e gliela puntava alla gola.

-Attento alla tua prossima mossa, sporco ladruncolo da quattro soldi- ringhiò Faerie nel linguaggio dei folletti, lo stesso usato da lei e Drizzt per comunicare con gli gnoll, al piccolo esserino, che aveva iniziato ad agitarsi non appena si era risvegliato. -Hai una lama puntata alla gola e una drow incazzata che ti stringe nel pugno: posso spezzarti le ossa e sventrarti come un lurido maiale in qualunque momento-

La creaturina smise di agitarsi, valutando le minacce della drow e stabilendo che sarebbe stato da sciocchi prenderle alla leggera.

-Cosa sei?- gli chiese Drizzt. Il piccolo essere iniziò a parlare, ma era così veloce che i due elfi sentirono solo dei versi indistinti e acuti. 

-Parla più lentamente!- sbraitò Faerie. -Fidati, non ti conviene provocarmi- aggiunse stringendo la presa.

-Sveltelfo!- trillò lui.

-E che diamine è uno sveltelfo?- chiese lei.

-Non è importante- la interruppe Drizzt. -Come ti chiami? Hai mandato tu quel demone a uccidere i contadini? Siete alleati? Ce ne sono altri? Perché lo hai fatto?-

Lo sveltelfo gli lanciò un'occhiataccia. -Io-Tephanis- disse, sforzandosi di parlare lentamente. -No-sì-sì-c'è-Kempfana-voi-avete-ucciso-Ulgulu-

-Non hai risposto all'ultima domanda- disse Faerie stringendo leggermente la presa. Vide i piedi di Tephanis muoversi alla velocità della luce, ma gli era di ben poca utilità visto che era sospeso per aria.

-Noi-siamo-alleati- disse lo sveltelfo, il panico che dilagava nei suoi occhi. -Loro-mangiano-umani-per-crescere-poi-tornano-a-Gehenna- disse.

-Ce li rispedisco io, di questo non devono preoccuparsi- ringhiò la drow. -Dove si trovano questi due figli di elg'caress?- La creaturina, spaventata a morte, iniziò a darle indicazioni, ma era talmente spaventata che riprese a parlare a velocità della luce, cosa che gli valse un'aumento della pressione del pugnale sulla sua gola.

-Non hai niente da temere, se parli lentamente- minacciò l'elfa. Tephanis deglutì e ripeté le indicazioni, questa volta facendosi capire. Faerie annuì soddisfatta. -Visto? Non era difficile. Ora, un drow adesso ti torturerebbe per mero divertimento, ma per tua fortuna ho sempre disprezzato le usanze del mio popolo. Ciò non toglie che non possiamo rischiare che tu vada ad avvertire i tuoi, o meglio il tuo padrone- disse guardandolo negli occhi. Lo sveltelfo iniziò a tremare e a dimenarsi. -Mi dispiace, ma non ho altra scelta- disse scagliandolo nel burrone. Drizzt sentiva che avrebbe dovuto fermarla, ma scoprì di non averne nessuna voglia. Anche se non era riuscito nel suo intento, la creatura aveva deliberatamente cercato di uccidere degli innocenti e probabilmente avrebbe cercato di far uccidere anche loro una volta libero.

-Che mi venga un colpo se non si salva- commentò la sorella, sprezzante, strappandolo dalle sue rivelazioni. Sputò nel crepaccio. -Bah, disgustoso verme. Spero che non mi capiti più a tiro o ci faccio uno spezzatino.- Diede una scrollata di spalle. -Andiamo a stanare quelle bestie?- 

Il fratello annuì con aria assente e la seguì verso la tana del demone.

~*~

-Sono in tanti- osservò Faerie nel vedere dalla loro posizione sopraelevata un incredibile numero di goblin che entrava e usciva dalla tana del demone. -Credi che saranno un problema?-

-Indubbiamente- disse Drizzt. -A meno che non siano stati avvertiti del nostro arrivo. Hai sentito il mostriciattolo, queste creature hanno bisogno di mangiare prima di tornare nel loro piano d'esistenza. Probabilmente è questo il loro scopo: inscenare tutta quella devastazione per spingerci a cercarli e riuscire a mangiarci-

-Ma qualcosa è andato storto- sogghignò la sorella. -E, anche se fosse andato tutto liscio come il Donigarten, voglio proprio vederlo un demone che cerca di mangiarmi, ha!-

-Non sottovalutarlo- la ammonì lui. -Non è da escludere che sia più potente di quanto immaginiamo, se è così sicuro di sé da aspettarci nella sua stessa tana. Non dobbiamo dare nulla per scontato-

-Ma ho ucciso l'altro- protestò la drow.

-Con un piccolo aiuto. E comunque non è detto che siano forti allo stesso modo- ribatté ostinato Drizzt.

-Va bene, va bene- sbuffò lei. -Abbiamo un piano?-

Il fratello parve scoraggiarsi. -Purtroppo no. Non conosciamo il luogo, ma se mi dai un attimo...-

-Molto bene- disse Faerie alzandosi in piedi e imbracciando l'arco. -Io miro agli occhi, tu lo finisci con le scimitarre- disse scendendo dall'altura su cui si trovavano. Il drow sentì la gola seccarsi.

-Faerie, fermati! Che diavolo fai?!- disse andandole dietro per fermarla. Le afferrò il polso. Lei lo guardò con un sopracciglio alzato. 

-Vado a uccidere quel pezzo di fa'la zatoast, perché?-

-Così? Senza nemmeno un piano d'attacco?-

Lei fece uno sbuffo spazientito. -L'unica cosa che possiamo fare è entrare in quella grotta e piantare due dardi in faccia a quel mostro. Non conosciamo bene il territorio e non possiamo mandare Guen in perlustrazione, la vedrebbero. Lui vuole che andiamo da lui? Bene allora, assecondiamolo. Avrà pane per i suoi denti- 

Drizzt dovette ammettere che in fondo aveva ragione, non c'era molto di diverso che potessero fare.

-E poi- proseguì Faerie con un sorrisetto -abbiamo un vantaggio: una buona parte del suo piano è andato in fumo, sarà furioso...-

-...e offuscato dalla rabbia potrebbe commettere qualche sciocchezza- completò il fratello con scarsa convinzione. -Può essere, ma non abbassare mai la guardia- le disse. Lei scrollò la testa e, una freccia incoccata nell'arco, si diresse verso la grotta.

Non appena la videro, i goblin sbiancarono e si dileguarono, facendole capire che non avevano ricevuto l'ordine di attaccarli. Non erano stupidi, attaccare un drow significava morte certa nel maggiore dei casi, se potevano evitare di farlo lo facevano con piacere. Perfino i due che stavano di guardia alla tana del mostro scapparono a gambe levate nel vedere i due fratelli. 

Faerie incoccò una freccia e si preparò a scagliarla mentre entrava nella grotta. Drizzt sguainò le scimitarre. Varcarono la soglia e si trovarono in una stanza spoglia e spartana, al cui centro stava un trono di pietra. Comodamente seduto fra quelle rocce, vi stava il grosso e scarlatto demone di cui Tephanis aveva parlato loro. Li osservava con un ghigno, leccandosi le labbra di tanto in tanto, come se già si pregustasse il sapore di elfo scuro sulla lingua.

Non appena lo vide, Faerie lasciò partire la freccia, centrandolo proprio in mezzo agli occhi. Sarebbe stato un colpo letale, se non fosse che il dardo oltrepassò il cranio del mostro e sbatté violentemente contro la pietra, rimbalzando indietro, rivelando così che la bestia era solo un'illusione. Lei strabuzzò gli occhi. -Dov'è?- ringhiò, guardandosi velocemente attorno. Non c'era posto dove nascondersi in quella stanza, a parte dietro il trono. Stava per andare a controllare, quando uno spintone di Drizzt la fece cadere a terra e la spostò di parecchi centimetri. Lui le crollò addosso durante la spinta, mozzandole il respiro. La drow aprì la bocca per dirgli un fiume di insolenze, ma la richiuse subito quando vide il demone, quello vero, interrompere un incantesimo di levitazione e scendere a terra quasi con ferocia.

Si sentì avvampare quando realizzò che il fratello le aveva appena salvato la vita. Da un lato era indispettita e grata allo stesso tempo, come sempre quando qualcuno la salvava, ma dall'altro ne era piacevolmente stupita e quasi lusingata. Non sapeva se fosse stato il suo istinto, l'affetto fraterno o un misto di entrambi a sollecitarlo a spingerla via, ma Faerie sentì di essere contenta di sapere che teneva a lei.

Scosse la testa, non era il momento di abbandonarsi a quelle riflessioni. Drizzt si districò dalla sorella e attaccò la bestia, mentre l'elfa scura rimetteva velocemente a posto l'arco e sguainava le sue spade sottili a una mano. Si alzò in piedi e, con un urlo selvaggio, si avventò sul demone.

-Voi avete ucciso Ulgulu!- ruggì lui nella lingua dei folletti, sferrando un pugno in direzione di Faerie, che, nell'impeto dello slancio, non riuscì a evitarlo e lo prese dritto in faccia. Lei sentì un dolore sordo al naso, ma fortunatamente nessun rumore di ossa rotte, e il suo corpo alzarsi da terra. Volò dall'altra parte della stanza e sbatté la schiena contro il muro. Emise solo un grugnito quando sentì la botta e il male che ne scaturì. Sentì il sangue colargli dal naso sulle labbra. 

Barcollando, si alzò in piedi, fremendo di rabbia. -Sì, inutile e grosso bestione, l'ho ucciso io il tuo maledetto compagno!- gridò nella stessa lingua. -Avanti, vendicati se ne sei capace!- disse scagliandosi su di lui. Le gambe le tremavano per il colpo ricevuto, ma lei non avrebbe ceduto, non in quel momento. Il mostro rise, mentre Drizzt gli assestava un bel colpo al fianco, ma sembrava che non l'avesse neanche sfiorato. L'elfo lo attaccò, furente, ma prima che potesse straziarlo con le sue lame, il demone aprì una porta extradimensionale e vi sparì al suo interno, sbilanciando il drow, per poi ricomparirgli dietro subito dopo usando un'altra porta. Lo afferrò con la grossa mano e lo sollevò, ridendo.

-NO!- urlò Faerie, mentre il mostro si girava verso di lei. Ghignò nel vederla, e la sua espressione fu talmente terrificante che lei si immobilizzò sul suo posto, furiosa. Un sonoro schiocco e un urlo di dolore la avvertirono che la bestia stava stringendo la sua presa su Drizzt, spaccandogli un osso, o forse anche più d'uno.

-LASCIALO SUBITO ANDARE!- gridò lei, avanzando a spade spianate. Schivò la grossa mano del bestione che cercava di afferrarla e gli colpì con forza il palmo. Lui ululò di dolore e Drizzt urlò di nuovo. Iniziò a dimenarsi, come se gli mancasse l'aria, ma non si perse d'animo e mise a segno una rapida serie di colpi, tagliuzzando il polso del demone. Lui non parve nemmeno accorgersene.

Si avvicinò velocemente il drow alla bocca enorme per divorarlo in un sol boccone, prima che potesse mozzargli il braccio, ma lui gli piantò le scimitarre in gola e spinse con tutte le sue forze, mentre, nello stesso momento, Faerie gli procurava profonde ferite alle gambe, che gli fecero perdere l'equilibrio.

Il demone cadde in ginocchio, mentre il sangue colava copioso dalla sua bocca e la morte lo stava lentamente portando via con sé. Rovinò a terra, allentando la presa su Drizzt, ma sbattendolo anche violentemente a terra. 

-Drizzt!- gridò Faerie, correndo subito da lui. Lo liberò dalle dita del bestione. Vide che si sforzava di rimanere sveglio, doveva aver battuto la testa nella caduta.

-Temo di avere un paio di costole rotte- sussurrò lui,prima di svenire.

-Non parlare- mormorò lei. -Dobbiamo andarcene di qui- disse rimettendo le spade e le scimitarre del fratello nei rispettivi foderi. Gli mise un braccio sotto le ginocchia e l'altro sotto la schiena, poi lo sollevò. Sentì un dolore acuto alla schiena, che la fece lacrimare, ma strinse i denti e cominciò a camminare.

-Non preoccuparti, fratellino- sussurrò. -Veglio io su di te- 

Minacciando di cadere a ogni passo, un po' per il fardello e un po' per la schiena il cui dolore era riapparso dopo la furia della battaglia, si avviò lentamente fuori dalla grotta.

   
 
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