Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: LoveAlwaysAndForever    10/05/2020    4 recensioni
Dopo qualche minuto, fui io ad avvicinarmi a lui ed io a concludere quello che stava iniziando poco prima. Mi misi sulla punta dei piedi e gli scioccai un bacio sulle labbra morbide.
Questa era la vita normale che entrambi volevamo iniziare...
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una vita normale...


Spesso lo osservavo quando guardava verso l'orizzonte con quello sguardo così concentrato a cercare di scrutare qualche piccolo dettaglio ancora non ancora notato, quando si metteva a fissare qualsiasi cosa immerso nei suoi pensieri o quando semplicemente se ne stava steso al sole con un libro tra le mani e la brezza estiva che gli scompigliava i capelli. Spesso mi piaceva stargli vicino, essere diverso dal solito ragazzo scontroso al quale lui era fin troppo abituato e posare la testa sulla sua spalla sperando che quel gesto non sembri troppo smielato da fare e non mi dica la solita battuta che mi faceva allontanare immediatamente da lui: odiavo che notasse quei piccoli gesti, avrei preferito che lasciasse stare o che perfino gli ignorasse pur di non sentirmi - devo ammetterlo - a disagio in quei momenti.
"Che ti prende?" diceva, e subito dopo sorrideva a tutti denti.
Sapevo quanto apprezzava quei gesti e sapevo quando dietro quelle parole si nascodeva qualcosa di più di semplice stupore nel vedermi così accoccolato su di lui, ne avevo la conferma quando mi spostavo e lui mi tirava e mi stringeva in quelle braccia che mi facevano sentire al sicuro, lontano da tutti e tutto.
Dopo diverse discussioni, avevamo preso una casa in città tutta nostra ed avevamo iniziato a ristrutturarla tra una missione e l'altra o nei momenti più liberi. Erwin era intenzionato a dormire quella notte stesso in quel posto, ma chi dorme in posto pieno di polvere e con due dita di sporco ad ogni angolo? Io non di certo.
In ogni caso, iniziammo a sistemare porte e finestre il giorno dopo, poi a pulire e lavare toccò a me perchè il biondino al mio fianco era incapace di prendere uno straccio e spolverare, così mentre io mi apprestavo a far questo, lui spostava i mobili e li copriva con un telo per impedire alla tinta di sporcarli ulteriormente: iniziò a imbiancare casa con addosso solo una canottiera bianca ed una tuta, tanto che per qualche minuto rimasi ad osservarlo dallo stipide della porta con la scusa di bere il the. Ovviamente questo solo per appurare che stesse facendo il lavoro nel miglior modo possibile, mica per osservare quel corpo muscoloso e sudato alle prese con i vari attrezzi che di tanto in tanto sporcavano la sua pelle.
Dio, mi sarebbe piaciuto interrompere quel lavoro e trascinarlo nella camera da letto... Se solo fosse stata pulita.
In quel momento mi sembrava di vivere in tutt'altro posto che in quello attuale, un posto in cui non c'era niente di cui preoccuparti o a cui pensare il giorno dopo, nessuna emicranea, nessun dolore fisico, ma solo ed unicamente io ed Erwin che ci costruivamo un futuro insieme.
"Ackerman, la smetti di fissarmi?" sbottò il biondo.
"Non ti sto fissando, non sentirti al centro di questo mondo." risposi.
"Certo."
Si voltò e mi venne incontro, sul viso aveva una macchia di tinta che gli tagliava il volto partendo dallo zigomo fino alla guancia e diverse alle piccole gocce sul resto del corpo, tanto che mi chiesi se fosse stato imbiancato il muro o lui. Si avvicinò, costringendomi a stare contro lo stipite della porta ed io, indifferente, lo guardai: posò la mano sul muro, al fianco del mio collo, per poi farla scivolare su di esso e lasciare che si immerga tra i miei capelli neri e disordinati. Avvicinò il suo corpo al mio, tanto che ora l'unica cosa a dividerci era la tazzina da the ormai vuota.
"Eppure io potrei dire il contrario." continuò.
Accennai un sorriso appena percettibile e non mossi gli occhi da quella visione di fronte a me.
"Penso che la puzza della tinta ti abbia dato delle visioni, capitano Smith." dissi con calma "Sarebbe meglio andare a prendere una boccata d'aria fresca!"
"E credo che tu debba andare a lavarti!" ribattè con un sorriso maligno.
Alzò il pennello che aveva in mano e diede una passata su tutto il braccio, fino alla mano, cosa che ovviamente mi fece rimanere lì a guardare come se stessi sognando il tutto. Subito dopo si allontanò: comprese il grave errore che aveva fatto e difatti presi gli altri due pennelli posati nella tinta e li impugnai come impugnavo le lame per uccidere i giganti.
"Stronzo!" sbottai.
"Suvvia, è solo un pò di tinta!" rispose.
Gli passai il pennello sulle braccia, lui lo fece sul viso ed io contrattaccai nella stessa maniera fino a finire la tinta a disposizione impregnata nel pennello. A quel punto lui scoppiò a ridere, non capii perchè, ma probabilmente per la nostra competitività nel sporcarci l'uno con l'altro.
Dopo qualche minuto, fui io ad avvicinarmi a lui ed io a concludere quello che stava iniziando poco prima. Mi misi sulla punta dei piedi e gli scioccai un bacio sulle labbra morbide.
Questa era la vita normale che entrambi volevamo iniziare...

Note:
  • Questa oneshot è nata dal fatto che sto imbiancando casa e ho pensato troppo a sti due che litigano con la tinta
  • Sembra mezza AU
   
 
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