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Autore: Hoshi_10000    10/05/2020    1 recensioni
Un piccolo spaccato di una giornata di Molly, una povera mamma costretta ad occuparsi quotidianamente di sette vivaci pargoletti.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Molly Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Venerdì 10 maggio, 1981
Ottery St Catchpole, Devon
 
-Mamma, mamma svegliati-
Fece del suo meglio per ignorare quelle piccole manine che continuavano a scuoterla, ma l’illusione di poter continuare a dormire durò poco.
-Mamma, papà ha bruciato la padella, e non abbiamo ancora fatto colazione.-
Aprì un occhio, guardando la chioma rossa del piccolo Percy accanto al letto, ancora attaccato al suo braccio, girando poi il capo verso Bill, appoggiato con l’anca allo stipite della porta spalancata.
-Come?- chiese ancora intontita dal sonno, e il figlio ripeté pacatamente, mentre Charlie al suo fianco aggiunse un lamentoso “Io ho fame!” e i gemelli annuivano, concordi con l’opinione generale.
-Che ore sono?-
-Le 8 e mezza.-
-Va bene, adesso mi alzo e vi preparo qualcosa- biascicò stropicciandosi gli occhi. -Iniziate a scendere, e voi due- disse facendo chiaro riferimento ai due figli maggiori -date la mano a Fred e George, che non cadano dalle scale un’altra volta.-
Appoggiò i piedi sullo scendiletto, tastandolo alla cieca alla ricerca delle ciabatte, indispensabili per evitare di infilzarsi i piedi con qualche scheggia del logoro parquet. Si alzò dandosi la spinta con le braccia per aiutarsi a sollevare dal letto la pesante pancia della sesta gravidanza e scese le scale aggrappandosi saldamente al corrimano.
-Allora, cosa volete per colazione?-
In un coro di urla i cinque figli si misero ad esprimere ciascuno le proprie preferenze, riaccendendo il mal di testa che l’aveva tenuta sveglia per buona parte della notte, finché alzò una mano per richiamare l’ordine.
Agitò la bacchetta, aprendo il frigorifero e mettendo in tavola latte e spremuta, mentre la teiera si riempiva d’acqua e piazzava sul fuoco. Provò ad appellare le uova per preparare delle omelette ai figli, ma dal pollaio in giardino non arrivò nulla.
-Le ha raccolte prima papà, ma le ha bruciate tutte- disse Bill, indicandole il lavello dove giaceva una padella bruciata e incrostata di quelle che supponeva fossero state delle uova, prima dell’intervento di Arthur.
-Non ti arrabbiare con lui, voleva lasciarti riposare visto che sei stata sveglia tutta la notte a prenderti cura di Ron, ha detto.-
Sospirò, accarezzando i capelli a Charlie.
-Niente uova oggi, solo biscotti e cereali.-
Percy storse il naso, guardando con malcelato disgusto i fiocchi d’avena e i chicchi di riso soffiato.
-Vuoi un toast?-
Gli occhi azzurri del bimbo s’illuminarono, mentre il capo iniziò ad alzarsi e abbassarsi quasi compulsivamente.
Lanciò un rapido Gratta e Netta alla padella, che però non risentì più di tanto dell’incantesimo, e tirò fuori uno di quegli aggeggi babbani tanto caro al marito, infilandoci dentro due fette di pane affinché lo abbrustolisse.
Poi uno strillo al piano di sopra: ecco che anche Ron si era svegliato, ed ecco che di nuovo gli facevano male le gengive a causa dei primi denti.
Assemblò frettolosamente un toast al figlio, arrampicandosi poi per le quattro rampe di scale che la separano dal minore dei figli.
-Oh Ronnie, è inutile che piangi, non posso fare molto per te, fattene una ragione.- disse prendendolo in braccio e scendendo al piano di sotto, dove erano rimasti solo Percy e Bill, uno ancora intento a sgranocchiare il proprio toast e l’altro a sparecchiare il tavolo.
-Dove sono andati gli altri?-
-Charlie voleva andare a cercare un riccio nel bosco, i gemelli credo siano fuori sulle altalene.-
Annuì, dandogli un bacio in testa -Grazie dell’aiuto caro.-
Il figlio si strinse nelle spalle, finendo di riporre tutto nel lavello, poi si rigirò verso la madre.
-Mamma?-
-Sì Bill?-
-Posso usare la tua bacchetta?-
Molly assottigliò lo sguardo, guardandolo truce -Ecco perché collaboravi. Devo ricordarti che sei ancora minorenne?-
-Ma inizierò la scuola a settembre, ti prego!-
-Non ti è permesso fare incantesimi fuori dalla scuola, no.-
-Solo un Gratta e Netta, oppure rimettere a posto i cerali, per favore!-
Soppesò la cosa con sguardo severo, poi sospirò, estraendo la bacchetta dalla tasca della vestaglia e passandola al figlio.
-Wingardium Leviosa e Gratta e Netta, chiaro?-
Il ragazzino annuì, mentre anche Percy si alzava dal tavolo trotterellando verso il salotto per prendere un libro.
-Mamma, mi aiuti a leggerlo?-
-Sì Percy, fammi bere il caffè prima.-
Il bambino annuì, appoggiando il libro sul tavolo e correndo su per le scale.
Sospirò, agganciando Ron sul seggiolone e tenendo d’occhio Bill mentre tentava con scarsi risultati di far levitare la scatola dei biscotti.
Era già stanca, e non erano nemmeno le nove di mattina.
 
 
 
-Mamma, posso andare da Goldstein?-
-No Charlie, se prima non metti in ordine camera tua.-
-Ti prego!-
-No, non puoi andare lì all’improvviso, senza nemmeno chiedere.-
-Ma puoi sempre mandare un Patronus a Isidora!-
-Questa sera vengono a cena i nonni, e nessuno di voi ha ancora studiato nulla oggi.-
-Io ho letto!- protestò Percy cercando di arrotolare i propri spaghetti, sgambettando sotto al tavolo.
Molly lo ignorò, limitandosi ad appoggiargli una mano sul capo, continuando la sua discussione con Charlie.
-No è no, e basta.-
-Ma non è solo camera mia, è anche di Bill!- protestò, ottenendo di distrarre il fratello dal pranzo, facendogli sollevare lo sguardo, anche lievemente infuriato.
-Non m’interessa, inizia a fare la tua parte.-
-Se la faccio poi posso andare da Goldstein?- ritentò il bambino, guardando fiducioso verso la mamma
-E chi ti ci dovrebbe portare?-
-Tu- rispose guardandola con la testa storta, un po’ come se fosse un gufo.
-Charlie, sono stanca non ho voglia.- ammise onestamente -Devo finire di cucinare, e di riordinare in giro, e devo badare a Fred e George prima che distruggano di nuovo qualcosa, ti porto domani da Goldstein.-
Il bimbo gonfiò le guance, in quella che pareva essere l’espressione di tutti i Weasley quando avevano voglia di fare i capricci, Arthur compreso. -Charles Weasley- disse cambiando registro e tirando fuori l’aria autoritaria, raddrizzando la schiena e assumendo la sua migliore espressione da matriarca arrabbiata -smettila immediatamente di protestare o ti verrà vietato di andare nel bosco per una settimana.-
Il figlio sbiancò, mentre anche il resto dei bambini alzava lo sguardo su di lei, intimiditi per lo più, salvo nel caso dei gemelli che ridevano sotto i baffi, finché Bill giunse in soccorso del fratello. -Il salotto è più o meno in ordine, se vuoi ci penso io a finire di riordinarlo, e tengo un occhio a Fred e George mentre tu porti Charlie.-
-Oh sì mamma ti prego!-
Fulminò Charlie con un occhiataccia, facendolo rimpicciolire sulla sedia, mentre esausta iniziò a valutare la cosa. Se avesse potuto semplicemente smaterializzarsi sarebbe stato tutto così semplice, avrebbe solo dovuto agitare un attimo la bacchetta e puf, problema risolto, ma smaterializzarsi con dei bambini non era mai semplice, c’era un alto rischio che si spezzassero, e farlo in gravidanza era oltremodo sconsigliato.
-Va bene, ti porto, vai a prendere la scopa.- si arrese infine, girandosi poi verso Bill per dargli un altro paio d’istruzioni.
-Porta tutti gli aggeggi di tuo padre in garage, sai che alla nonna non piacciono molto. Ron dorme, non credo si sveglierà prima che io torni, nel caso tu non provare a fare nulla, chiaro?-
Il maggiore annuì, con quell’espressione matura che assumeva ogni volta che voleva rassicurarla, e poi di norma la cosa finiva in una catastrofe.
E in tutto quel casino che era la sua giornata non uno dei suoi 5 figli -escludeva Ron, che era ancora davvero troppo piccolo- si era ricordato di che giorno fosse. Certo, non era una ricorrenza magica, ma Arthur li aveva talmente annoiati con le festività babbane che era certa almeno uno di loro, anche solo Percy, se ne sarebbe ricordato.
E invece nessuno di loro le aveva fatto gli auguri per la festa della mamma.
 
 
 
-Bill, legati quei capelli.-
-Non voglio!-
-Bill, legati quei capelli.-
-Non voglio!-
-Non m’interessa, legali o te li taglio nella notte, chiaro?- minacciò tenendo Fred inchiodato alla sedia con una mano e cercando di pettinargli il cespuglio che erano i suoi capelli dopo che avevano giocato in giardino per tutto il pomeriggio.
Alle volte rimpiangeva un po’ di aver liberato l’elfo domestico che le era stato dato da suo padre come regalo di nozze: con quei disgraziati dei suoi figli avrebbe fatto comodo una mano, ma probabilmente non sarebbe bastato un esercito a placarli. Forse l’unica sua vera possibilità sarebbe stata avere una gemella, due Molly ce l’avrebbero di sicuro fatta.
-Ronnie, smetti di piangere, ti procurerai solo un mal di gola a furia di urlare.- implorò, guadagnandosi uno sguardo vagamente impietosito da parte di Bill mentre si legava i capelli.
-Perché non gli spalmi del whisky sulle gengive?-
-Perché è troppo piccolo per assumere dell’alcool.-
-Ma nonna Cedrella ha detto che lei lo faceva sempre con papà e gli zii e che funzionava.-
-Bill, smettila, non verserò dell’alcool sulle gengive di tuo fratello solo per farlo smettere di piangere, lo avete fatto tutti e sono sopravvissuta senza ubriacarvi, non lo farò con lui. Ora via giù e tieni d’occhio George, che non rompa nulla, fra un attimo arrivo.-
-Mamma, mi allacci la cravatta?- domandò Percy aggrappandosi al suo vestito e tirandolo dolcemente per richiamare la sua attenzione.
Molly assentì, liberando Fred che corse immediatamente via, incurante del divieto di correre sulle scale. -Sei l’unico che mi ascolta, grazie Percy.- aggiunse guardando il look elegante del figlio, che tirava fuori una camicia e una cravatta ogni volta che dovevano vedere i nonni, i quali non facevano mistero di amare tutta quella compostezza già in un bambino.
-Adesso andiamo di sotto e aspettiamo i nonni.-
-Fra quanto arrivano?-
-Penso non più di un quarto d’ora.-
Percy annuì, mentre dal piano di sotto giunse la voce di Charlie, un semplice “mamma” forte abbastanza da essere udito, ma sufficientemente basso da indicare senso di colpa e rimorso.
Furibonda iniziò a immaginare l’accaduto, mentre scendeva le scale. Avevano rotto una sedia, George era caduto e si era rotto il naso, qualcuno aveva rovesciato una ciotola, avevano chiuso la finestra sul becco di Errol, …
-Cos’avete combinato questa volta?- domandò furibonda, attraversando la cucina senza notare danni e dirigendosi dunque in salotto, dove ritrovò tutti i figli.
-Che avete fatto?- chiese ancora, e i gemelli alzarono le mani in segno di resa, come un criminale arrestato da un Auror, mentre Bill sorrise, appoggiando una mano sulla spalla di Charlie.
-Buona festa della mamma.- dissero tutti in coro, indicandole un piccolo festone di carta colorata appesa sopra lo stipite della colla, realizzato alla bell’e meglio,  e indicandole una serie di lavoretti appoggiati sulla sedia a dondolo del padre, mentre Molly li osservava basita.
L’avevano esaurita -più del solito- solo per tenerla occupata e riuscire a prepararle un regalo? Scoppiò a ridere, preoccupando i due figli maggiori, che temettero evidentemente di doverla accompagnare al San Mugo.
-Grazie.- disse abbracciandoli uno ad uno, dando a ciascuno un grosso bacio in fronte.
-Mamma, adesso però dobbiamo toglierli, ai nonni non piacciono le cose babbane, e stanno per arrivare.- le ricordò Percy, svicolandosi dall’abbraccio e indicando il festone colorato, ma Molly scosse il capo.
-Non m’interessa che gli piaccia, è la mia festa, e io ho deciso che resta lì. Sù ora, vediamo questi regali.-
Quando Arthur tornò a casa trovò Molly seduta sul divano con tutti i figli attorno, intenti a giocare, e scrisse immediatamente ai propri genitori rimandando la cena al giorno dopo, perché alcuni eventi non avevano bisogno di gente incapace di goderseli.
 
 
 
 



 
Bill                          - 1970, novembre           10 anni e mezzo
Charlie                    - 1972, dicembre            8 anni e mezzo
Percy                     - 1976, agosto                4 anni, quasi 5
Fred e George         - 1978, aprile                  3 anni
Ron                        - 1980, marzo                1 anno e 2 mesi
Ginny                     - 1981, agosto                still loading

So che tutti i piccoli Weasley sono Ooc, ma portate pazienza
   
 
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