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Autore: Aliasor    11/05/2020    1 recensioni
"Questa la solita storia, eroe contro cattivo, giustizia contro ingiustizia, luce contro ombra... peccato che la vita vera faccia schifo"
Universo Parallelo della mia fanfiction "La farfalla senza occhi".
Endrick si trasferisce per via del suo tutore legale a Parigi, ormai sicura dopo la sconfitta di Le Papillon pochi anni prima.
I fiori fioriscono, i piccioni cinguettano, i kwami svolazzano in giro e i villain ricompaiono.
Certe cose non finiscono mai, semplicemente si evolvono.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Papillon
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Endrick sbadigliò con forza stiracchiandosi sul letto, era stanco morto. Non era abituato ad usare quei poteri.
Normalmente i Kwami non creavano nessun rinculo sul possessore, ma con tutta probabilità lo sblocco delle abilità di Nooroo da parte del suo socio in affari aveva cambiato anche altre cose.
Gli dava fastidio che gli avesse rivelato l’identità di papillon, ma non quello di LadyBug e Chat Noir. Non ne aveva bisogno, disse.
Il gioco non sarebbe stato abbastanza divertente, disse.
Gioco, per lui era un gioco. Ma finché poteva esprimere un desiderio non aveva problemi col suo punto di vista.
Non gli aveva detto perché lo aveva reclutato, poteva scegliere molti altri al suo posto, semplicemente si era presentato e gli aveva porto la sua mano metallica.
Il telefono iniziò a suonare, distogliendolo dai suoi pensieri esistenziali.
<< Buongiorno, Endrick caro. Vorrei che venissi da me un minuto. Se non ti disturba troppo, ovviamente.>> La voce era educata, ma con un fastidioso rimbombo, come se qualcuno lo dicesse dentro una campana.
Ma in ogni caso non era una proposta, lo sembrava soltanto. Era una vecchia abitudine dei grandi leader; far sembrare un ordine una cortesia.

Aprì il pesante portone di legno, il suo socio aveva affittato quella villetta per restare in tranquillità. Nessuno bussava, né venditori né testimoni di Geova, qualcosa gli faceva capire che dovevano starsene alla larga.
Dio non aveva giurisdizione oltre quel cancello.
<< Mio padre l’aspetta, Endrick.>>
Un giovane elegante lo accolse gentile. Il suo aspetto era lievemente ridicolo… tutto blu. Capelli corti blu, occhi blu, abiti blu e guanti blu. Gli dava l’idea di un puffo gigante.
<< Perdoni se non mi sono presentato, sono Elem. Mio padre mi ha creato appena giunti a Parigi.>> Commentò facendo strada.
Onestamente non capiva cosa intendesse con “creato” o da quale buco fosse uscito. Non lo sapeva e non lo voleva sapere. Forse ci sono cose che devono restare nascoste.
Il corridoio era stato arredato in modo elegante, ma si notava che era stato fatto in fretta e furia. I segni di bruciatura e rottura dei muri erano nascosti a malapena, doveva essere solo un vezzo del padrone di casa.
Elem aprì la porta che dava sul salone e lì, seduto a capotavola, stava sorseggiando qualcosa attraverso la pesante maschera di ferro. Aveva desiderio di chiamarlo “Vostra Altezza”.
Posò la tazza su un sottobicchiere, non gli andava di rovinare il tavolo buono.
<< Endrick, sei arrivato in fretta. Felice di vederti. Hai già conosciuto mi figlio Elem, vedo. Se te lo chiedi, lui  un homunculus, l’ho plasmato io stesso con tutto il mio impegno. Certo, il procurargli sangue per vivere non è facile, ma non muore nessuno, tranquillo.>> L’ultima frase sembrò aggiunta quasi per non farsi fare una predica che non voleva sentire.
“Homunculus” l’uomo artificiale ipotizzato da Paracelso nei suoi scritti. Il più famoso di queste creature era probabilmente il Mostro di Frankenstein, più vicino ad essi che ad uno zombie come veniva spesso fatto erroneamente.
Il cieco si chiedeva da quale cavalo avesse preso il luogo di coltura, non poteva credere che ne avesse comprato uno solo per asportargli un organo.
Vabbè, era meglio chiedergli qualcosa di vagamente importante.
<< Cosa desideri?>>
<< Dritto al sodo, eh? Ti ho chiamato per proporti un’idea. Riflettendoci su, ho capito che non è giusto che affronti Ladybug e Chat Noir da solo. Questo è quel che si dice uno scontro impari.>> Accavallò le gambe, erano coperte da una serie di piastre metalliche. << Potresti akumizzar… tenshizzare qualcuno, ma solo il tuo scherzetto di presentazione ti ha messo k.o. figuriamoci riuscire a gestire un sottoposto e te stesso nel medesimo tempo. Non scherziamo.>>
Questa era cattiva.
<< Vuoi che faccia coppia con Elem?>>
<< Per carità, no. Non per offendere mio figlio, ma lui è più vicino a  un maggiordomo che a un soldato. Er l’occasione sto generando un nuovo homunculus. Sarà pronto per stasera, quindi cerca di sgattaiolare fuori di casa per venire da me. Non vedo l’ora di presentartelo.>>

<< Quindi il nuovo Papillon sa fare qualche giochetto in più del precedente.>> Commentò la ragazza sospirando, non avevano calcolato che una cosa del genere potesse accadere.
<< Il maestro Fu? Non si trova, milady?>>
<< Scomparso nel nulla più totale, non un biglietto o un appunto.>>
<< Hai chiesto ai vecchi al cantiere?>>
<< Non è il momento di scherzare! Nooroo è in pericolo e ho paura che non sia il solo. Chiamalo sesto senso. Però ho una strana impressione su di lui, mi sembra diverso da Gabriel Agreste… sembra... più… spaventato.>>
<< Spaventato? Dopo il giochetto di ieri?>>
L’eroina annuì. Non lo capiva, ma gli sembrava  meno determinato, dubbioso, come se sperasse in un’altra soluzione. 

<< Padre, mi permette un’osservazione?>>
Il padre spostò lo sguardo su Elem e annuì, ogni suggerimento interessante era ben accettato. Se fosse stato stupido lo avrebbe punito senza remore.
<< Perché ha scelto quel ragazzino cieco? È piuttosto ridicolo come persona. Avrebbe potuto generare un altro homunculus, no?>>
Il mascherato rise di gusto, quella domanda era divertente. Bene, era permessa.
<< Perché è un piccolo essere umano con una grossa brama. I più stupidi e manipolabili della loro razza, basta dargli un filo e aspettare che gli si aggrappino.>>

   
 
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