Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: jaspeg    11/05/2020    0 recensioni
Questa storia parla della sorella maggiore di Ciel, scomparsa durante l'incendio che distrusse la loro famiglia.
Durante l'incendio riesce a salvarsi tuffandosi nel lago della residenza che era collegato a un canale che andava nel Tamigi.
Venne trascinata per chilometri, fino a Londra, dove verrà salvata da un misterioso ragazzo che dopo se ne andrà lasciandola nelle mani di uno zingaro.
Trascorsero 3 anni, fratello e sorella si ritroveranno, ma, ricomparirà anche il misterioso ragazzo che l'ha salvata, nonostante non volesse avere niente a che fare con lei spesso in quegli anni ha dovuta tirarla fuori dai guai riuscendo sempre a celare la sua identità (o quasi).
Quando Ciel ritrova sua sorella riesce a convincerla a tornare a casa con lui dopo varie suppliche, Sebastian era preoccupato, non bastava un Phantomhive? Ma con sua grande fortuna la sorella era il contrario del suo padrone e finì per affezionarcisi. Con il suo rientro in società finalmente scoprirà chi è il suo salvatore ma si verrà anche a scoprire il segreto più oscuro di Sebastian.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era passata circa una settimana da quando Sebastian aveva deciso di rivelare parte del suo passato ad Alys. 
Furono interrotti dal fratello che li aveva convocati per un ordine diretto della regina; la missione? Scoprire il mistero della foresta dei Licantropi.
Ciel era stato incaricato di andare a sondare certi strani movimenti in una particolare zona della Germania meridionale. Si vociferava di una maledizione in una foresta che colpiva le vittime sfigurandone le sembianze. Caso particolarmente allarmante, ma non chiaro per la ragazza visto che tutto ciò non si stava svolgendo in Inghilterra, ma in un altro regno. 
Con loro questa volta erano venuti i servitori e anche Shade che ancora non tollerava la presenza di Sebastian da quando aveva scoperto la sua vera identità. Ogni volta che si guardavano era come se l'odio che c'era assumesse un significato più profondo, in una verità che per qualche strana ragione il demone le aveva precluso. 
Dopo quella conversazione, il maggiordomo aveva confessato che quel giorno al palazzo di cristallo all'esposizione universale, si era bloccato alla visione del quadro della principessa perché questa era identica ad Aralia, l'umana che più di tutti gli era stata impressa nel cuore. 
Non aveva avuto il coraggio di andare oltre con le domande su Aralia, ma aveva deciso di rischiare con una in particolare.



- Sebastian.
Il demone posò i suoi occhi cremisi sulla ragazza imperterrita a trovare qualcosa di interessante nel terreno. Sentiva perfettamente la sua agitazione. 
Il sangue veniva pompato come un fiume in piena, mentre le mani si torturavano per scaricare un certo nervosismo nella questione che sembrava pesarle parecchio. 
- Cosa c'è? 
La incitò a continuare; doveva trovare le parole giuste, però... non ci sarebbe mai stato un modo giusto per chiederglielo.
- Ecco... Sebastian.
Cercò di deglutire il nulla per trovare la forza di continuare.
- Per caso... sei... sei tu il padre di Shade? 
Il maggiordomo a quelle parole sgranò gli occhi. 
Rimase diversi secondi a fissarla chiedendosi il perché di questa sua conclusione, non capendo il motivo di quella domanda per lui assurda. 
Lei non era come gli altri e di certo non avrebbe avuto delle risposte con delle congetture basate sugli umani che aveva sempre servito. Fu allora che gi venne un lampo sul significato delle parole di Undertaker. 
"Mi sembrava strano che l'aura demoniaca di Sebastian si fosse ingigantita fino a questo punto provenendo da due luoghi così diversi, ma non era la sua".
Possibile che fosse vero? Che quel ragazzo.... fosse suo figlio? 
Si. Era vero che si somigliavano molto e che le abilità del ragazzo gli permettevano di scontrarsi con un demone ed un mietitore di alto livello, ma era una cosa naturalmente impossibile!
Un demone non poteva concepire figli come gli umani. I mezzo-demoni erano estremamente rari e nascevano solo se un demone cedeva ad un umano sotto contratto le sue legioni bevendone il sangue, ma solo ed esclusivamente se le due parti erano consenzienti e in particolari condizioni. Quel tipo di mezzosangue non poteva essere potente quanto un demone e nemmeno era in grado di usarne appieno i poteri. Dopo aver raggiunto il loro scopo umano, usando il potere del demone, la loro anima veniva consumata lentamente e i loro corpi si deterioravano al punta da sembrare delle bestie deformi alla disperata ricerca di cibo. In pochi sopravvivevano per più di qualche anno e quelli ancora vivi avevano perso la loro umanità. 
No. Rifiutava categoricamente questa idea. Shade non poteva essere uno di quegli esseri. Lui era umano! Aveva un'anima!
Se così non fosse, sarebbe già dovuto morire all'età di 5 anni  privo di ogni emozione e lui nella sua lunga vita non aveva mai fatto assaggiare il suo sangue a nessuno. Nemmeno ai suoi simili. 
Solo i demoni completi di alto rango avevano la capacità di cambiare forma e fare quel tipo di patto; questo... non era nella sua estetica, ma voleva sapere. 
- Peché mi chiede una cosa del genere? 
- In verità ci rifletto da molto tempo
- Su cosa? 
Ancora non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.
- Quando ti ho conosciuto mi facevi paure perché me lo ricordavi. Voi due... vi somigliate molto nell'aspetto e poi... quegli occhi, la sua nascita, la morte di sua madre, i suoi comportamenti... insomma. Tutto riporta a te!
Puntò i suoi occhi blu su quelli del demone che non distoglieva lo sguardo in quell'oceano così puro.
- Inizialmente non pensavo che potesse essere possibile, ma da quando ho scoperto che sei un demone queste cose hanno cominciato ad incastrarsi perfettamente.
Non poteva darle torto. Riflettendoci bene, vista da quella prospettiva anche lui avrebbe tratto le stesse conclusioni, ma conoscendo bene la realtà delle cose per lui era fuori ogni logica che quel ragazzo fosse sangue del suo sangue, anche se le legioni nel suo corpo non mentivano. 
Tirò un sospiro per allentare la tensione, ma sapeva che avrebbe dovuto farsi un gran bell'esame di coscienza dopo aver parlato con la sua signora.
- Ha ragione. Effettivamente vista da quel punto di vista si potrebbe pensare che Shade ed io abbiamo una sorta di legame, ma... non ho mai conosciuto la principessa Alisia. Sono rimasto perplesso per la somiglianza con Aralia, ma posso assicurarle che anche se l'avessi incontrata lui non potrebbe MAI essere mio figlio. 
La giovane guardò dubbiosa l'uomo.
- Per quale motivo? 
- Noi demoni non possiamo concepire con voi umani. è una cosa che fisiologicamente non può accadere.
- E per quale motivo? 
Pazientemente il demone cominciò a spiegarle la complessità di tale processo facendole capire che una cosa del genere era completamente contro la natura stessa; se non un abominio, visti i risultati di tale processo.
Eppure qualcosa stonava in tutta quella storia, ma non riuscì a chiedere altro, visto che Ciel li stava raggiungendo accompagnato da Shade.









Alys stava guardando fuori dal finestrino annoiata, mentre Ciel si esercitava col principe ed il suo maggiordomo nel tedesco, il servitore però, sembrava parecchio distratto dalle presenza del giovane.
Dal canto suo, Shade aveva notato il cambio di relazione tra quei due.
Stavano attraversando le montagne e ormai era calata la sera. Alys, Ciel e Shade si diressero ai loro vagoni per la notte.
Lei non riusciva a dormire e rimase a guardare il paesaggio austero dal finestrino. Inutile distaccare il pensiero che Shade fosse in qualche modo legato a quel demone, ma... ciò significava che lei si stava innamorando di un mostro o... di un umano? 
"Che pensieri indecenti!" Scosse la testa per scacciare tale affermazione. 
NO! Lei non poteva essersi innamorata di un ragazzo così violento e privo di ogni genere di sentimento umano come lui! Ma...
Ripensando al racconto di Sebastian, probabilmente anche Aralia aveva pensato le stesse cose.

Tratte le sue conclusioni venne interrotta dal bussare della cabina. 
Appena aprì la porta si trovò davanti il diretto interessato delle sue fustigazioni mentali e di certo non era vestito adeguatamente per un incontro ufficiale con una Lady. 
Indossava solo dei pantaloni ed una camicia aperta. I capelli erano arruffati e gli occhi stanchi, segno che doveva essersi rigirato nel letto per parecchio tempo.
- Posso entrare? 
- Si certo. 
Era strano da parte sua non fare scenate e riprenderlo sul suo abbigliamento. Questo gli diede conferma che qualcosa non quadrava e ciò lo frustrava parecchio.
Lo fece accomodare nel divanetto della cuccetta e dopo essersi messi l'uno di fronte all'altra questi arrivò al dunque.
- Posso sapere che ti prende? 
Lei fece finta d non capire.
- A cosa ti stai riferendo? 
- Al tuo comportamento. Mi eviti, non mi parli e a malapena reagisci di fronte ad una mia decisione sul quale SO che tu non concordi.
Fece spallucce guardando il pavimento alla sua destra. 
- Ho solo molte cose per la testa. Nulla di cui ti debba preoccupare. 
- Certo che mi preoccupo!
- E da quando? 
Gli lanciò uno sguardo di scherno. Fino a qualche tempo prima non faceva altro che rimarcare quanto lei fosse un peso e adesso, improvvisamente, lei era diventata importante?
- Da quando tu e quel demone vi ritrovate a parlare da soli?
Quelle parole irrigidirono ogni muscolo del suo corpo. Consapevole del fatto che lui potesse averli sentiti durante le loro conversazioni. 
Lei e Sebastian erano rimati concordi di non dirgli nulla, almeno fino a quando non sarebbero riusciti a capirci qualcosa anche loro. Se la morte della pricipessa Alisia dipendeva da qualcosa che riguarda Sebastian o da un fattore esterno. 
Di certo però, Shade era stato amato e voluto da lei. Non era giusto che si colpevolizzasse per un qualcosa che non poteva controllare. 
La colpì una forte fitta alla testa. Troppe cose da pensare, troppe domande senza risposta. 
Cercò di mantenere uno sguardo costante, ma la fitta si fece più acuta obbligandola a serrare gli occhi e portarsi le mani sulla testa alla ricerca disperata di un po' di sollievo. Un forte fischio accompagnato da stralci di immagini l'avevano completamente isolata dalla realtà e questo non andava bene. Non davanti ad altre persone che avrebbero potuta fare domande o allarmarsi, in particolare LUI!
Senza che se ne rendesse conto lentamente il dolore cominciò a diminuire. L'espressione aggrottata si rilassò dandole un po' di pace. Qualcuno... le stava massaggiando le tempie, e quando finalmente dischiuse gli occhi vide che Shade la stava massaggiando con movimenti circolari. Aveva sempre saputo delle sue emicranie, probabilmente causate dal professore che facevano esami su di loro. Anche a lui succedeva delle volte.
- Rilassati e svuota la mente.
Seguì il consiglio del compagno lasciandosi andare nelle sue abili mani. Il suo tocco era delicato, ma preciso in alcuni punti di pressione che permettevano al dolore di darle tregua.
- Come va? 
- Meglio.
Solo dopo qualche minuto quel contatto si interruppe e Alys tornò lucida ricordandosi di chi avesse davanti, ma... la situazione sembrava cambiata. 
Adesso era lui che non la guardava più osservando il paesaggio fuori dal finestrino; Lo stava scrutando come se la mente l'avesse portato ben oltre quelle foreste e quelle montagne. 
Chissà se un giorno sarebbero riusciti a parlarsi sinceramente.





Il mattino seguente si trovarono tutti a mangiare nel vagone ristorante. Alys e Shade non si scambiavano una parola.
Una cosa alquanto strana visto che i due non facevano altro che battibeccarsi. Era da un po' che Ciel aveva notato questo strano comportamento tra quei due e anche il suo maggiordomo non era estraneo alla questione. Certo, lui non poteva mentirgli, ma non voleva venire a sapere le cose di sua sorella tramite un demone vincolato da un patto. 
Desiderava che si aprisse spontaneamente, proprio come quando erano piccoli. 
Dopo la morte dei loro genitori, insieme al tentato sterminio della loro famiglia, erano molto cambiati, ma sperava che almeno quella parte si fosse salvata e si decise a non usare il suo demone per scopi così frivoli che potevano ritorcersi contro.
Sebastian dal canto suo non riusciva a distogliere lo sguardo da Shade. 
Possibile che quel ragazzo fosse qualcosa che potesse avvicinarsi ad essere un figlio? Anche se fosse avrebbe almeno dovuto avere un contratto con la principessa Alisie o almeno un rapporto sessuale, umano (cosa ancora più improbabile).
Più guardava quel giovane, più lo rivedeva in se stesso. La sua serietà, la compostezza, quanto la crudeltà verso i suoi nemici e il piacere nell'infliggere loro dolore. 

Dopo qualche minuto spostò la sua attenzione sulla ragazza. Fissava il paesaggio innevato completamente rapita dai suoi pensieri; la pelle solitamente diafana sembrava smorta e anche il suo viso era molto stanco. Probabilmente non aveva dormito a causa della visita di Shade. 
Sebastian sapeva benissimo che il ragazzo quella notte era entrato nella sua cabina, ma non poté avvicinarsi oltre, altrimenti avrebbe avvertito la sua presenza. Insieme al suo padrone che in quel momento stava dormendo, aveva osservato il movimento dell'aura di tutti, concentrandosi in particolare su di loro. 
L'aveva lasciaro andare consapevole che le sue intenzioni non erano pericolose.
"Chissà cosa si sono detti"
Alys intanto non aveva toccato cibo. Si sentiva moto stanca e affaticata, mentre il respiro si faceva più affannato. 
Ciò non sfuggì agli occhi attenti Shade e di Sebastian.
- Alys. Ti senti bene? 
- Si... devo solo... prendere un po' d'aria.
Cercò di alzarsi, ma un capogiro la colse alla sprovvista facendole perdere l'equilibrio contro il fratello.
- Alys! Alys che ti prende? 
Ciel posò una mano sulla fronte della ragazza rendendosi conto che stava scottando moltissimo.
- Ma cosa... 
- Che succede? 
Shade si alzò dal suo posto per raggiungere il conte in palese difficoltà nel reggere la sorella. Appena anche questo la toccò si rese conto che la temperatura corporea era troppo elevata per lei.
- Cazzo! Ha le febbre alta.
- Dobbiamo portarla in cabina. Subito!
- Hai ragione
Una volta messi d'accordo Shade prese la ragazza seguito da Ciel, mentre il maggiordomo rimase bloccato a vederli allontanarsi con la ragazza in braccio.
Nella mente del demone si fece spazio un ricordo molto lontano che ormai pensava perduto da secoli, proprio in quel regno che lui stesso si era assicurato di cancellare dai libri di storia. 



Era una giornata di neve e tutto era silente al di fuori del palazzo.
Al contrario all'interno di esso tutti si davano un gran da fare con i preparativi per il Natale "che festa stupida"
Erano passati due mesi da quando aveva salvato la principessa e in quell'arco di tempo aveva visto in lei crescere il desidero di conoscerlo districando le ombre che nascondevano la sua vera natura.
In tutta la sua lunga vita nessun umano gli si era mai avvicinato quando aveva dimostrato di cosa poteva essere capace, di quanto a LUI non importasse di infliggere dolore e porre fine alla vita di inutili vermi, ma non a quell'umana. Quelle splendida quanto fragile creatura, che presto sarebbe caduta nelle sue mani.
Dopo quel sanguinario massacro a cui aveva assistito... quella ragazza aveva cominciato ad avvicinarsi facendo nascere nel demone una curiosità a lui completamente nuova.
Quando erano nella sala del trono per accogliere i nobili, aveva notato che lo guardava come incuriosita.
Quegli occhi azzurri come il cielo sembravano smembrare con forza le ombre che lo componevano, obbligandolo delle vote a perdersi in quella piccola esistenza, così umana, imperfetta; quanto pura.
Era alla finestra ad osservarla mentre dava del cibo a dei cervi affamati dal rigido inverno. 
Un animale non si sarebbe mai avvicinato ad un umano sapendo quanto fossero meschini e superbi, ma con lei ogni creatura colma di vita si avvicinava, nonostante una prima titubanza. Si mise a ridere al pensiero che forse tra gli umani esiste veramente un'anima del genere. 
No. Non era possibile, e anche se questo fosse stato vero, sarebbe stato il pasto migliore della sua vita. Già si leccava le labbra all'idea di assaporare un'anima così prelibata. 
Mentre la sua mente stava cadendo in pensieri lascivi, la ragazza si accasciò a terra causando un brivido lungo la schiena del demone portandolo ad accorrere tempestivamente in suo aiuto.
- Altezza! 
Era riversa a terra e non si mosse quando le si avvicinò. 
Cercò di scuoterla, non reagiva a nulla, almeno fino a quando notò il suo respiro irregolare e il viso pallido. 
Consapevole di cosa le stesse succedendo la portò in camera chiamando il medico che accorse in suo aiuto. Sebastian era nervoso e camminò per molto tempo davanti alla porta delle sue stanze. 
Quando il dottore uscì gli spiegò che aveva preso una brutta malattia e che sarebbe stato difficile per lei sopravvivere. Se non l'avesse trovata in tempo sarebbe stata la fine per lei.
Una volta dato il via libera, il demone entrò per controllare i suoi parametri vitali. 
Sentiva una strana stretta al cuore ne vederla soffrire così e fu allora che si rese conto che stava cambiando contro ogni sua volontà.





Una volta raggiunta la cabina della contessa, oltre al principe e al suo padrone c'era anche un medico che la stava visitando. 
C'era un silenzio di tomba mentre questo passava lo stetoscopio sul petto della ragazza. Tutti sembravano trattenere il fiato, almeno fino a quando il medico fece un cenno con la testa. 
Ciel fu il primo a chiedere ragguagli sulla salute della sorella.
- Allora? è grave? 
- Non si preoccupi Signore. Non è nulla di preoccupante.
Shade era poggiato sullo stipite della porta con le braccia conserte guardando severamente il dottore.
- Allora cos'ha? 
Il sessantenne dall'aspetto paffuto fece un sorriso per rassicurare i presenti.
- Nulla di che. Si è solo affaticata un po' troppo.
- Affaticata? 
Ciel stentava a crederlo. Lei di solito era quella che sprizzava energia da tutti i pori facendolo diventare matto, sia lui che il principe, con le sue ramanzine, di quanto fosse pericoloso questo, o quello... Oppure quando se ne andava in giro senza dire niente a nessuno. Se c'era qualcuno che doveva ammalasi era di certo lui.
- Certo. Capita molto speso ultimamente. In particolare alle donne. 
- Per quale motivo? 
L'anziano guardò quel giovane tanto austero quanto carico di apprensione per la coetanea.
- Troppe preoccupazioni per le persone a loro care. Ultimamente ci sono molti movimenti strani nella società e tra i regni, tanto che si è cominciato a vociferare che presto scoppierà una guerra che pervaderà tutto il mondo. 
Avevano sentito anche loro quelle fesserie, ma non avrebbero mai pensato che le preoccupazioni per la loro incolumità assieme all'ansia creata da quelle voci, l'avrebbero fatta crollare. 
Ciel si sedette sul letto accarezzandole la fronte. Sul suo volto c'era uno sguardo colpevole e profondamente triste.
- Non avrei mai dovuto portarla con noi.
- Non è colpa tua. è stata lei ad insistere per poter venire.
Questi entrò sedendosi sul divano della cabina.
- Avrei potuto fermarla o... 
- Obbligarla? Credi veramente che legarla ad un letto chiudendola a chiave in una stanza, l'avrebbe fermata? Io c'ho provato e credimi se ti dico che le cose sono degenerate. 
Dopo quell'ultima frase Shade si trovò tutti gli occhi puntati addosso. In particolare quelli di Ciel.
- Che cosa intendi dire con "legarla ad un letto, chiudendola a chiave in una stanza"?
Anche se effettivamente non le aveva fatto nulla, era abbastanza ovvio che i presenti avrebbero travisato le sue parole. Fece un sospiro di rassegnazione e decise di raccontare loro quando Alys, per un breve periodo, aveva vissuto in casa sua dopo il caso del circo. 
Presto il conte e il suo maggiordomo scoprirono che colui che aveva pagato la cauzione e fatto sbiancare il commissario, era stato proprio lui. 
Dopo una spiegazione dettagliata i due cominciarono a calmarsi, ma il giovane aveva omesso la ragione per il quale Alys era scappata dalla sua casa, consapevole che ciò avrebbe solo inasprito i rapporti. 
- Ora capisco. 
Ciel si alzò e fece un inchino al principe.
- Le sono grato di essersi preso cura di mia sorella durante l'epidemia di colera.
- Non si preoccupi conte. Se mette in dubbio la castità di sua sorella, io posso giurarle sul mio onore di non averla sfiorata con un dito in tal senso. 
Rincuorato il ragazzino si sedette accanto alla sorella per rinfrescarle il volto mentre il moro guardava il demone che era rimasto fermo sulla soglia senza dire nulla dal momento in cui la sua padrona aveva perso i sensi. 



A quel punto i due lasciarli soli i fratelli dirigendosi nella cabina del Winsor.
Shade si accomodò sul suo divano, mentre il demone rimase in piedi sulla soglia dopo essersi chiuso la porta alle spalle. Stava studiando quel giovane, ma per quanto ci provasse si sentiva sempre sull'orlo di un burrone senza sapere da che parte buttarsi. 
Shade guardava imperterrito dal finestrino cercando di elaborare quelle sensazione che era scaturita quando Alys aveva avuto quel crollo; si capiva che era preoccupato per le sorti della ragazza e quella era l'occasione per parlare civilmente con lui.
- è preoccupato? 
- Non essere ridicolo.
Sebastian sorrise. Credeva veramente di poter prendere in giro lui? 
Forse non ne sapeva molto sui sentimenti umani, ma sapeva leggere molto bene il linguaggio del corpo e il suo trasudava preoccupazione, sebbene fosse stato abile nel nasconderlo. 
Il silenzio di quel demone era pesante come un macigno e Shade notò che lui aveva capito:
- Non dovrei esserlo? 
Sebastian sembrava impassibile, ma dentro di se affollavamo molte domane. Inizialmente non sembrava molto attento ad Alys eppure quel ragazzo stava agendo come se gli importasse. 
- è solo che... inizialmente il vostro rapporto non era così stretto. 
Decise di spingersi oltre 
- Per caso, durante l'assenza mia e del signorino... è successo qualcosa? 
Indispettito da quella domanda, finalmente posò lo sguardo sul maggiordomo, sapendo benissimo dove voleva arrivare.
- Cosa stai insinuando? 
Non aveva detto nulla che non potesse essere la verità. Dopotutto in quel periodo della loro vita gli umani erano incredibilmente prolifici durante la riproduzione. Non c'era da stupirsi se avessero fatto qualcosa insieme.
Di solito avrebbe ragionato così, ma... Sebastian non era più il demone impassibile di un tempo.
- Nulla.
Dentro di se era molto combattuto. Inizialmente era stato attratto dall'anima della sua padrona, come se gli ricordasse qualcosa di lontano che gli causava una sorta di malinconia. Dopo averla conosciuta meglio ha apprezzato il suo essere, diventandone geloso e in parte possessivo, vedendo Shade come una minaccia, ma ora... cos'era quel ragazzo per lui? 
A quel punto decise di rompere la sua etica e sedersi di fronte per paragli.
- Che stai facendo?
- Credo che tu ed io dobbiamo parlare riguardo a tua madre.
  
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