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Autore: Elicia Elis    11/05/2020    1 recensioni
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Boccadoro conosceva l’Amore. Per lui era naturale, l’atto che accompagna il respiro. Ma per te, Narciso, per te cos’è l’Amore, quella passione che brucia nel petto, quell’ululato del corpo e dell’anima, che il tuo Dio condanna e non contempla?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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L’Amore non è come il tuo Dio, Narciso. Ora lo capisci. È un’entità al contrario. Contempla la passione, e allo stesso tempo la condanna. Sulle sue labbra si destano parole di miele, le più dolci al mondo, e lasciano sul corpo baci che stillano veleno. A volte ringhiano, quelle labbra così piene di bellezza.

Che cos’è la bellezza, ti chiedi tu. Lo sai bene: la bellezza è quel passo che si compie prima della caduta. È l’ultimo volo di una rondine. È l’ultima corsa di un cavallo, l’ultimo salto della lepre. È il primo vagito di un neonato, il primo sguardo di lui. È quel bacio che ha sconfitto la morte per un eterno istante. Congelato per sempre nella tua mente, come una vecchia fotografia.

Boccadoro conosceva l’Amore. Per lui era naturale, l’atto che accompagna il respiro. Ma per te, Narciso, per te cos’è l’Amore, quella passione che brucia nel petto, quell’ululato del corpo e dell’anima, che il tuo Dio condanna e non contempla?

Per te l’Amore è paura di cadere, e rotolare nel baratro nell’eterno castigo. Una lotta nel cuore e nella mente, che sparge cadaveri su un tappeto di sangue. Tu sei un erudito, eppure la tua saggezza non è riuscita a legare mani e piedi a questo terribile diavolo. No, l’hai lasciato entrare, come un vecchio amico. Cos’era il diavolo, dopotutto, se non l’Angelo ribelle, il più bello di tutti, il più invidioso, il più potente?

La morte te l’ha portato via, ma dentro di te vive ancora l’immagine. È nitida, soffia aliti di vita. Il tuo diavolo ha due astri azzurri sul volto, e una cascata d’oro che oscilla sulla fronte, e dietro le orecchie, e s’arriccia verso il cielo nitido di maggio. Chiudi gli occhi, Narciso: assapora ogni cosa. A Mariabronn la primavera arriva col ronzio delle api e col profumo dei fiori. Ti siedi all’ombra del castagno, senti il vento frusciare tra le foglie, che si agitano come i tuoi pensieri. Suona una campana, un vociare infantile, fresco. Boccadoro si trascina dietro l’odore del suo destino, e tu lo senti arrivare. Vibra sotto le narici. Sorridi, Narciso, ma ancora non lo sai: quel sorriso non è gioia.

Apri gli occhi, ora. La luna galleggia alta nel cielo e tu sei solo. Non c’è nemmeno più Dio, nella tua stanza. C’è solo sapore di vecchio. E abbandono. Ti senti come una di quelle opere di Boccadoro, iniziata e lasciata a metà. Incompleta. Sì, perché anche tu, Narciso, a tuo modo, sei cresciuto e hai preso forma tra le sue mani. Ironico, come tutti avrebbero potuto affermare il contrario.
Ti stringi nelle spalle. Ti senti penetrare da un freddo che non c’è. Sotto la lingua, il sapore della morte è dolce. Sei un punto vacante, una stella solitaria. Boccadoro non c’è più, e tu sei solo a combattere contro qualcosa che non può esistere.

– Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire.
 


Ma io ho amato, Boccadoro. E come ho amato, morirò.
  
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