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Autore: Angel_lilac    13/05/2020    4 recensioni
Pensieri di uomini destinati a rimanere sepolti
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Ti ho lasciato dei fiori. Non sono le solite margherite o i crisantemi che circondano le fotografie dei tuoi vicini. Ti ho portato i tuoi preferiti, o almeno credo. Ho pensato che avrebbero potuto ricondurti per un breve momento alla tua infanzia, a quella distesa verde dietro casa dove ogni tanto spuntavano dei papaveri tra l’erbaccia ostile. La nonna ti proibiva sempre di raccoglierli, ma tu eri tremendamente testarda. Non hai mai smesso di esserlo: l’ultima volta che ci siamo incontrate sostenevi di fronte alla cameriera che il tuo caffè fosse troppo freddo, quando ti eri solo distratta ed avevi dimenticato della sua esistenza per quasi un quarto d’ora. Mi stavi raccontando proprio di quello, del campo di papaveri. Ti sono mai piaciuti davvero? O lo facevi solo per trasgredire alle regole di nonna? Sei così ostinata, mostruosamente caparbia. Tutti lo dicevano di te, ma a me c’erano voluti molti anni per notarlo. Odieresti sentirtelo dire, ma sono felice di non essere come te. 

Qualcosa ti è mai piaciuto di me? Era la tua disapprovazione solo una forma di incoraggiamento o più semplicemente rimorso per aver costruito qualcosa di così distante da quello che ti eri prefissata. Dal giorno in cui ho imparato a camminare ho mosso i primi passi per allontanarmi da te e tu non me l’hai mai impedito. Preferivi le mie orme a me. Mi rimproveravi quando ti stavo di fronte e piangevi solo quando non c’ero.

Non mi hai rovinato la vita, non ne hai mai fatto parte. Vorrei che mi avessi insegnato a cucire, anche se mi avevi sentita dire che la trovavo un’attività da signore. Perché mi hai lasciata andare? Perché hai lasciato da parte la tua ostinazione con me per provare rimorso di fronte alle conseguenze della tua indifferenza? Volevi che mi sentissi in colpa, ma non puoi biasimare le scelte di una bambina. Avresti dovuto guidarmi, come quelle piccole piante di pomodori che papà faceva crescere seguendo l’andamento dei bastoni ai quali le legava. Cosa mi hai insegnato se non di non diventare mai come te?

Spero apprezzerai questi fiori. Non ho potuto strapparli dal campo dietro casa, mi dispiace. Papà ha venduto il terreno ed i nuovi proprietari non permettono più ai papaveri di crescere.

Se un giorno dovessi capire le ragioni del tuo comportamento forse anche la mia indifferenza si trasformerebbe in qualcos’altro. Non m’importa pensare male o bene di te, ma su quali basi potrei mai farlo? 

Sarebbe stato lo stesso se tu non avessi mai raccolto quei papaveri per dispetto?

   
 
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