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Autore: storiedellasera    13/05/2020    2 recensioni
Sorpreso da un violento temporale, un uomo si vede costretto a ripararsi in una casa sconosciuta.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correva l’anno 1999.
Era una notte di Dicembre e guidavo per una stradina di campagna completamente avvolto dalle tenebre. Ero solo e spaventato.
La tempesta stava diventando sempre più forte. Il suono delle raffiche riusciva a trasmettermi tutto il gelo di quel tremendo fenomeno atmosferico.
Guidavo con molta difficoltà, le ruote slittavano sulla strada bagnata e il vento faceva oscillare la mia auto. La disperazione mi travolse in pieno quando capii di essermi smarrito.
Il buio era ovunque e l’ululato del vento sembrava essere l’ultimo suono rimasto al mondo.
Un lampo illuminò di un gelido blu l’intera campagna.
E mentre ogni cosa sprofondava di nuovo dell’oscurità, avvertii un tuono ruggente schiantarsi al suolo.
Sussultai per la paura.

Non sapevo più cosa fare.
La mia mente non riusciva più a concepire alcun piano. Fu in quel momento che avvenne il miracolo: delle lucine, di forma rettangolari, apparvero all’orizzonte.
Con molta difficoltà guidai l’auto in quella direzione e nelle tetre ombre della notte si delinearono i contorni di un’imponente dimora. Era antica ma ben tenuta.

Fermai l’auto sul vialetto e scesi.
Fu una vera sfida percorrere i pochi metri che mi separavano dalla porta d’ingresso.
Il vento gelido e la pioggia torrenziale si accanirono contro di me, come se la tempesta volesse catturarmi. Il freddo che provai in quel momento era tanto intenso quanto innaturale.
Bussai forte alla porta ma nessuno venne ad aprirmi, eppure le luci all’interno della casa erano accese. Bussai di nuovo, questa volta con più vigore.
Sentivo i miei polmoni congelarsi a ogni respiro, così decidi di afferrare il pomello e girarlo.
Con mia grande sorpresa scoprii che la porta era aperta.
Entrai nella casa.
Quel miracolo fu l’inizio dell’incubo.

Mi accorsi quasi subito che c’era qualcosa di strano in quella casa.
Tutto era immerso in un silenzio irreale. Si sentiva solo la tempesta sfogarsi all’esterno.
Notai che diverse luci in diverse stanze erano accese e questo, in un certo senso, aumentava la stranezza del luogo.
Un misterioso sentore mi mise in guardia da qualcosa che non riuscivo a comprendere… ma ne avevo paura. Parlai per annunciare la mia presenza ma non ricevetti alcuna risposta.
Lentamente iniziai ad esplorare la casa.
Un rumore, quasi impercettibile, mi fece sobbalzare.
Proveniva dal piano di sopra.
Con il cuore in gola salii una rampa di scale di legno fino a trovarmi in un corridoio che si affacciava su una stanza buia.
La porta era socchiusa e da lì, proprio in quel momento, un uomo apparve.
Poteva avere al massimo quarant’anni, tarchiato, con capelli brizzolati e una paio di piccoli occhiali rotondi adagiati su un naso tondo e minuscolo.
Era assorto nei suoi pensieri e sussultò quando si accorse della mia presenza.
Immediatamente mi scusai e cercai di calmarlo.
Gli dissi che non ero un malintenzionato e gli spiegai la mia disavventura.
Volevo solo un po’ di ospitalità e magari poter usare il telefono della casa.

Il mio ospite iniziò a fissarmi in maniera strana.
Il suo sguardo si era indurito e per molto tempo non mosse neanche un muscolo.
In quel momento mi sentii mortificato, credevo infatti che si sentisse molto a disagio per colpa mia.
Dopo diversi interminabili secondi, l’uomo mi disse che non dovevo muovermi e, con passo deciso, percorse l’intero corridoio per scendere al piano di sotto.

Mentre attendevo il suo ritorno, un lampo proiettò la sua gelida luce all’interno della casa, illuminando la camera da dove era uscito il mio ospite poco prima di incontrarmi.
Non so perché ma mi mossi senza pensare.
Aprii bene la porta e guardai all’interno. Era una camera matrimoniale… apparentemente priva di stranezze. Ma quando iniziai a osservare meglio, mi accorsi che le pareti erano tappezzate di foto di famiglia.
Il mio ospite non compariva in nessuna di quelle foto.
Un secondo lampo irradiò la stanza, rivelando un cadavere sotto il letto.
Era una donna, la stessa donna che vedevo nelle fotografia sparse nella camera. I suoi occhi privi di vita mi stavano fissando.
Un orrore infinito si era cristallizzato nel suo sguardo.

La paura mi travolse mentre sentii dei passi avvicinarsi alle mie spalle.
Ricordo solo la fuga disperata da quella casa.
Saltai i gradini delle scale con rapide e scoordinate falcate. Mi feci male a una caviglia ma in quel momento non sentivo alcun dolore o fatica. Non sentivo neanche la voce dei miei pensieri. Mi precipitai fuori dalla casa e tornai nella mia auto.
Guidai a folle velocità per tutta la notte.
Il mattino seguente la tempesta era cessata.

-.-.-.-.-

Allertai la polizia che immediatamente si recò in quella casa.
Trovarono i corpi senza vita dell’intera famiglia... ossia i veri proprietari di quella dimora. Erano stati sorpresi nel sonno e strangolati con una corda. Raccontai alle autorità la mia storia e fornii loro un identikit dell'uomo che avevo incontrato nell'abitazione.
Ma quella persona non fu mai trovata.
Ancora oggi non si sa nulla di lui o delle ragioni che lo spinsero a commettere un gesto così orribile.

E adesso vivo nella paura.
Temo che quell’uomo possa riconoscermi per strada.
Quando scende la notte e si scatena un temporale, mi sembra di vedere la sua sagoma nella mia casa ogni volta che un lampo illumina le tenebre.


   
 
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