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Autore: Therry_1984    13/05/2020    2 recensioni
Marzo 2015, Shinjuku. Ryo (detective di polizia) e Kaori (infermiera) sono fidanzati da quasi dieci anni. Il loro rapporto andrà in crisi quando un uomo che desidera vendetta (poichè il defunto padre poliziotto di Ryo ha ucciso il proprio, rapinatore di banca, moltissimi anni prima) ha progettato un piano astuto per fare soffrire Ryo cercando di separarlo da chi ama, cioè la sua fidanzata. Il malvivente architetterà l'omicidio della fidanzata di Mick, collega infermiere di Kaori ma innamorato di lei, cercando di far ricadere la colpa su di lui. Saeko, collega poliziotta di Ryo e innamorata di lui, ne approfitterà per allontanare i due fidanzati in modo squallido ed al di fuori di ogni morale, spingendosi oltre ogni limite. Nella storia sono presenti anche Hideyuki ed Umibozu (rispettivamente gestore della struttura per anziani dove lavora Kaori e coordinatore infermieristico). Ma c'è un altro personaggio in pista che mira al cuore di Kaori: Patrick Darcy, il suo avvocato. Come andrà a finire? Buona lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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Cap. 19 - COME SE FOSSI UN AMICO (Seguito Cap. 13)

1 Aprile, ore 03:45
Kaori - Patrick


Darcy, nel cuore della notte, si trovava a casa di una quasi completa sconosciuta da circa dieci minuti e, già aveva capito, in che rapporti stava con il suo ragazzo. Lei gli aveva appena chiuso il telefono in faccia alle tre di mattina. Aveva assistito alla scena molto perplesso.

Kaori lo guardò come svuotata. Lanciò il cellulare sul divano senza proferire parola con molto disprezzo. Si sedette sulla poltrona prendendosi la testa fra le mani e scoppiando in una crisi di pianto.

- Perdonami! - Disse a Darcy. - Grazie che sei venuto. Sono una stupida. Non ti ho nemmeno offerto niente, non sai praticamente niente di me e sei qui alle tre di mattina a consolarmi. -

Lui la guardò intenerito, si accovacciò in ginocchio accanto a lei e l'avvolse in un abbraccio molto tenero. Sentì il suo tremito, il suo profumo alla vaniglia, la sua vulnerabilità e la sua disperazione. Avrebbe tanto voluto baciarla, fare l'amore con lei, ma non gli sembrava il caso e si limitò a stringerla forte. Continuando a chiedersi "perchè il suo ragazzo non era lì con lei?".

Kaori alzò lo sguardo, si incrociarono a pochi millimetri l'una dall'altro, alla luce del giorno.

Si tirò su con la schiena per riprendere in mano la sua dignità. Fu solo un sussurro:

- Grazie, Patrick. Ma ora ti devo delle spiegazioni. - Disse lei diventando più seria e scostandosi da lui.

Si allontanò lievemente e gli porse le mano: - Ok, ricominciamo da capo. Patrick Darcy, molto piacere. -

Lei gli allungò la mano: - Kaori Makimura. Sono in un casino memorabile. Adesso ti spiego. Non è che conosceresti un buon avvocato per difendermi? Il nome di una valida l'ho già dato al mio collega Michael Angel. - Disse lei tutto di un fiato.

Darcy, stupito e sbiancato, fece un passo indietro. "No, non era possibile... non poteva essere così sfortunato nella sua vita." Kaori notò il suo cambiamento e stava per dirgli qualcosa.

- Non ti volevo spaventare. Non mi conosci nemmeno e io già ti chiedo di nuovo aiuto. -

Vide l'uomo passarsi una mano dietro ai capelli, cercando di trovare una soluzione. Kaori era in attesa.

- Non sono spaventato. Ci siamo incontrati per caso dal kebabbaro ma io... vedi... come lavoro... cioè... non so come dirtelo... - Continuò lui quasi balbettando.

- Dirmi che cosa? Sei un serial killer!? - Quasi rise Kaori. Ormai da quella giornata, poteva aspettarsi di tutto.

- Prima di venire da te, cioè quando mi hai chiamato, stavo consultando delle carte per il mio prossimo lavoro ... sono l'avvocato di accusa nel caso contro Michael Angel. Di lavoro faccio il procuratore distrettuale. Ecco questo è molto peggio che essere un serial killer. Sei per caso la collega di Mick? Quella Kaori? -

Tra di loro calò il silenzio per qualche secondo che sembrò una eternità. Poi Kaori si riprese:

- Cioè mi stai dicendo che ci siamo conosciuti per caso? - Lo guardò la donna attonita e stupita.

- Sì... non ero ancora arrivato a leggere tutto il dossier. Forse mi mancava proprio la pagina dove c'era scritto il tuo nome. Però. Parliamoci chiaro. Non ti voglio perdere come persona. Mi sei sembrata subito simpatica. Non è che dobbiamo sbandierare il fatto che ci conosciamo. Perchè legalmente potrebbe essere un problema. Tu capisci vero? E comunque io, fuori dal lavoro, frequento chi mi pare. - Ci tenne a dirlo.

- Ascolta, vado di là a prendere un po' di gelato. Ho bisogno di qualcosa di dolce. Così, già che ci sei ti racconto tutto. Anche io provo la stessa cosa per te. Mi sei sembrato subito simpatico. Però capisco la tua posizione. - Riflettè Kaori mentre andava in cucina a prendere il gelato, molto dispiaciuta per il fatto ma non si sarebbe fatta scoraggiare da questo.

Insieme avrebbero trovato una soluzione. Ora che aveva perso Ryo. Non avrebbe voluto perdere anche Patrick, anche solo come amico.

- Sediamoci dai. Raccontami tutto come se fossi un amico. In realtà io sono qui per questo. -

Passò circa mezz'ora in cui Kaori descrivette tutti i particolari di quella terribile giornata mentre Patrick ascoltava con molta attenzione facendosi qualche appunto e pensando che quella ragazza meravigliosa non l'avrebbe voluta perdere. Sapeva che era innocente, da ogni fibra del suo corpo lo sentiva.

Eppure ci volevano prove e così gli balenò questa idea:

- Senti, Kaori... io ci ho pensato. Io non posso essere tuo amico e nel frattempo essere l'avvocato di accusa di Mick Angel... ma posso lasciare l'incarico ad un mio collega e prenderti come mia assistita. Anche a te servirà un ottimo avvocato. Ed io sono uno dei migliori. - Concluse con un sorrisetto.

Kaori rimase stupita. Le stava davvero dando una mano?

- Dici sul serio? E come fai col tuo capo? Non si arrabbierà se lasci l'incarico? Qualcuno si chiederà come mai. - Chiese la donna preoccupata, non avrebbe voluto metterlo nei guai. Ma la risposta che le diede la rasserenò molto:

- C'era un mio collega che voleva il caso, glielo passo a lui. Tra l'altro mi ha dato il dossier ieri sera, non ho ancora messo la firma ufficiale che accetto. Più tardi chiamo Luke e glielo dico. Tu hai la priorità in questo momento. - E le fece un sorriso così tenero e dolce che la fece sciogliere.

Ma senza avvicinarsi a lei, si congedò e dopo averla salutata con un abbraccio uscì dall'appartamento di Kaori senza prima averle confermato che si sarebbero risentiti in giornata per i dettagli del caso e per cominciare a lavorarci sopra.

Soddisfatto, molto soddisfatto.

   
 
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