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Autore: xxzicohh    13/05/2020    0 recensioni
Essere l'erede del clan Wen e del clan Nie può essere molto stressante, specialmente se, da un momento all'altro, i tuoi genitori vengono a dirti che vogliono separarsi. Liuxian voleva passare la sua intera vita ad allenarsi con la sua sciabola e parlare con sua cugina, eppure una moltitudine di eventi cambieranno la sua vita per sempre.
Insieme a gli altri Giovani Padroni dei vari clan, la piccola Nie proverà a fare luce sul mistero che avvolge l'improvvisa scomparsa di un'intero clan e a sconfiggere l'assassino che ha macchiato le sue mani con del sangue secolare.
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Attenzione: questa storia continiene OC!
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Jin Ling/Jin Rulan, Lan Yuan/Lan Sizhui, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Quella notte sembrava non voler passare mai, almeno secondo Xingchen. Era stretto tra le braccia del suo amato, il quale dormiva tranquillo già da qualche ora, ma non riusciva a chiudere gli occhi e lasciarsi andare alla stanchezza. La giornata era stata piena di impegni, a malapena aveva avuto il tempo per pranzare e cenare. Le riunioni erano state pesanti, soprattutto quando il tema della caduta del clan Ouyang fu tirato fuori. Essendo il capo clan, lui era venuto a sapere della cosa molto prima e, onestamente, non riusciva a non vedere il viso felice della sua adorata figlia mentre leggeva la lettera la sera prima.

Come diamine le avrebbero comunicato la notizia? Chi sapeva la notizia aveva giurato di non farne parola alla Giovane Padrona Xiao, e questo semplificava un po’ la cosa.

Sentì Song Lan muoversi nel sonno e si limitò a guardare il suo viso addormentato, resistendo alla tentazione di allungare una mano e spostagli i capelli dal viso per non svegliarlo. Neanche lui se la passava molto meglio, correva di padiglione in padiglione per controllare che tutto fosse in ordine, che la cucina fosse ben rifornita e gli animali che allevavano in salute.

Certo, magari in molti pensavano che il suo fosse un lavoro più facile ma Xingchen sapeva benissimo quanto era stanco, sotto la sua solita espressione di indifferenza.
Almeno i loro figli non soffrivano la fame, questo era l’importante.

Delle labbra si posarono sulla sua fronte, spostandogli delle ciocche ribelli che si ostinavano a stare nel posto sbagliato, e Xingchen non riuscì a non trattenere un sorriso. Song Lan era davvero l’unico a leggergli nella mente, dopo tutti quegli anni passati insieme.

-Dovresti dormire Zichen, è tardi.- Sussurrò, posando la testa contro il suo petto, riuscendo a trovare una posizione più comoda, anche se sospettava, non sarebbe riuscito davvero ad addormentarsi.

-Anche tu. Sei preoccupato.- Gli rispose, sdraiandosi sulla schiena in modo tale che Xingchen avesse potuto sdraiarsi su di lui come se fosse un materasso. Il ragazzo più basso ridacchiò leggermente, passando le braccia attorno al suo busto e intrecciando le loro gambe, non lasciando neanche un centimetro tra loro. Erano quasi della stessa altezza e anche della stessa stazza, eppure Song Lan riusciva sempre a nasconderlo completamente, quando lo stringeva a sé, e Xingchen adorava la cosa.

-Domani lo diremo ad A-Qing. Ho spedito nel pomeriggio una lettera a Koi Tower per annunciare il nostro arrivo.-

"Ah, Zichen, mi conosci troppo bene, a questo punto. Che cosa farei senza di te?" Si chiese dopo avergli annuito, già più rilassato e pronto ad addormentarsi, cullato dal suo lento battito. Con un ultimo bacio sulla fronte, entrambi si addormentarono.
Solo il giorno dopo si rese conto quanto sarebbe stato difficile dirlo ad A-Qing. Aveva passato tutta la mattinata a studiare un modo per non farla soffrire troppo alla notizia, ma, secondo Song Lan, era meglio dirle tutta la verità senza troppi giri di parole. Sua figlia non era debole e indifesa, lo sapeva, ma ogni volta che la guardava, riusciva solo a vedere la piccola bambina di due anni in fin di vita in un vicolo, stretta al petto di Xue Yang, il quale provava in ogni modo a riscaldarla.

Il suo cuore ancora faceva male, pensando solamente a quella triste scena di tanti anni prima.

 

Al tempo, lui e Song Lan non stavano insieme e giravano per il paese ad aiutare le persone in difficoltà, mai chiedendo qualcosa in cambio. Certo, Xingchen voleva creare un clan per tutte le persone che avevano i suoi stessi ideali e il suo compagno era il primo a supportarlo, solo che la cosa sembrava molto più difficile del previsto. Nessuno dei due sapeva come creare o dirigere un clan, non importava quanto chiedessero in giro, quasi nessuno lo sapeva e non sapevano se chiedere aiuto a uno dei grandi clan fosse giusto.

Era inverno e l’aria era estremamente fredda, più delle giornate precedenti. Song Lan era rimasto alla taverna per medicare una ferita che si era procurato alla spalla dopo aver sconfitto una bestia piuttosto feroce, fortunatamente niente di troppo grave. Il ragazzo vestito di bianco era andato un po’ in giro per dare un’occhiata alla cittadina, le strade quasi deserte dalla temperatura poco superiore allo zero e, in certi punti, la strada sembrava stesse per ghiacciarsi.
Insomma, Xingchen si sentiva nel suo elemento.

Un singhiozzo attirò la sua attenzione, portandolo in un piccolo vicolo tra due negozi, dove due bambini stavano seduti per terra, stretti l’uno all’altro per non morire di freddo. Xingchen notò subito le vesti troppo leggere per quel tempo, oltre all’aspetto malconcio che entrambi avevano. Il bambino che sembrava il più vecchio (gli avrebbe dato tre anni, massimo) alzò lo sguardo verso di lui e strinse la sorellina più a se, tremando leggermente. I suoi occhi rossi erano pieni di paura e il più grande si avvicinò lentamente per non spaventarlo. La bambina sembrava incosciente e respirava molto velocemente, con le gote rosse dalla febbre.

Xingchen non ebbe il cuore di lasciarli la a soffrire, perciò si abbassò e li prese in braccio, stringendoli al proprio petto e chiudendo il cappotto per tenerli più al caldo possibile. Mentre si apprestava a raggiungere la taverna, il bambino gli afferrò una ciocca di capelli e la tirò con forza, obbligandolo a fermarsi per non farli cadere.

-D-dove ci porti?- Chiese terrorizzato, anche se aveva smesso di tremare dal freddo, ormai. Xingchen sorrise, anche se sentiva male alla cute.

-Andiamo al caldo, va bene? Vediamo come sta anche la tua sorellina.- E il bambino annuì piano, rassicurato dall’espressione gentile che il ragazzo aveva sul viso, quindi decise di fidarsi, almeno per il momento.

Una volta dentro la taverna e nella loro stanza, Song Lan provò con tutto sé stesso a non strapparsi i capelli, notando i marmocchi tra le braccia del suo amico, ma non chiese nulla e andò semplicemente al piano di sotto per prendere del cibo. Non avrebbe mai capito i ragionamenti di Xingchen, prendere dei bambini sapendo benissimo che loro due non possedevano una casa! Diamine, quei bambini potevano avere anche dei genitori che li cercavano!

Quando Xingchen posò i bambini sul letto, si tolse alla svelta il cappotto e lo avvolse attorno a loro, decidendosi a preparare una vasca per lavarli. Certo, nessuno aveva vestiti per due bambini che, probabilmente, avevano appena iniziato a camminare, ma Xingchen non si diede per vinto. Lavò i bambini con l’aiuto di uno scontento Zichen, il quale aveva il compito di tenere fermo il maschietto che non sembrava voler smettere di infastidirlo.

La bambina, proprio come sospettava, aveva la febbre molto alta ed era troppo magra per la sua età, quindi, di comune accordo, i due amici restarono alla taverna per qualche giorno in più. Erano riusciti a sapere i loro nomi: Xue Yang e A-Qing. Il bambino aveva detto loro che non erano davvero fratelli e che la più piccola rispondeva solo a quel nome.

I giorni passarono veloci, tra Xingchen che si occupava di A-Qing e Xue Yang, e Zichen che andava in giro per la città a comprare dei vestiti e cercare allo stesso tempo i genitori dei due bambini, senza molti risultati, sfortunatamente
.
-Gege?- Sentì il ragazzo più grande una sera, mentre riusciva finalmente a far bere alla bambina, la quale si era svegliata solo per mezz’ora, un po di medicina e della minestra. Xue Yang era un combinaguai, pur essendo così giovane, e i due ragazzi facevano fatica a trattenerlo, riuscendo a calmarlo solo con qualche caramella.

-Chiamami Daozhang, Xue Yang, pensavo di avertelo detto già da un po’.- Disse Xingchen, ridacchiando leggermente quando il bambino gonfiò le guance offeso. Rimboccò le coperte ad A-Qing e si sedette sul pavimento di fronte a lui, facendogli segno di avvicinarsi, restando sorpreso quando Xue Yang si sedette sulle sue gambe.

-Daozhang? Non mi piace, ti chiamo gege allora.- E il più grande rise divertito, prendendo un pettine per provare a sistemargli i capelli ancora umidi dal bagno che aveva fatto poco prima.

-Volevi dirmi qualcosa, allora?-

-Possiamo venire con voi, gege?-

Xingchen si stava affezionando ai due bambini, non poteva negarlo, ma non avevano ancora trovato i loro genitori e loro non possedevano una casa dove poterli crescere. Era troppo pericoloso portarli con loro, soprattutto durante le cacce notturne, ma non voleva neanche lasciarli tutti soli, senza nessuno che si prendesse cura di loro. Si era ripromesso di tenerli con sé fino a quando A-Qing non si fosse ripresa per bene, eppure erano passati giorni e la sua febbre si era abbassata di pochissimo.
"Domani dovrò portarla da un medico, potrebbe essere qualcosa di serio." Pensò preoccupato. Anche Zichen sembrava della sua stessa idea, restando sveglio la notte per tenere la sua febbre sotto controllo, ogni tanto avvolgendola in una delle proprie vesti quando sembrava più infreddolita.

-Perché non chiedi a Song Daozhang quando torna?- Decise di rispondere, accarezzandogli piano la testa a posandolo sul letto. –Fa il bravo, vado a portare i piatti di sotto.- E afferrò il vassoio ormai vuoto. Xue Yang seguì ogni suo singolo movimento, fino a quando, pronto ad uscire, saltò dal letto e si aggrappò alla sua gamba.

-Vengo anch’io!- Xingchen non riuscì a non sorridere, annuendo piano e uscendo dalla stanza con il bambino attaccato alla sua gamba. Incontrarono Zichen sulle scale, e Xue Yang gli fece la linguaccia quando notò che non gli stava prestando alcuna attenzione, pentendosene quando il più grande di abbassò e gli tirò la guancia (piano ovviamente, Zichen aveva ancora un cuore!).

-Pensavo volessi restare con la tua sorellina, delinquente.- E sospirò, tornando in camera per controllare A-Qing. Una volta riconsegnati i piatti sporchi, Xingchen gli diede qualche caramella per premiarlo, dato che non era corso in giro come al suo solito, era restato buono attaccato alla sua gamba.
Il proprietario ridacchiò alla scena, appoggiato al bancone.

-E’ vostro figlio? Siete molto giovane, Daozhang.- Disse allungando qualche caramella in più al bambino, il quale se le nascose velocemente nelle tasche e lo ringraziò quando Xingchen glielo ricordò, soddisfatto sentendo una delle sue mani tra i suoi capelli.

-No, è un trovatello. Sapete per caso se conoscete la famiglia Xue? Lui dovrebbe essere loro figlio.- Il proprietario ci pensò su per un po’, negando con la testa e dicendo che non c’era mai stata una famiglia con quel nome in città, forse erano stati abbandonati. Il più giovane sospirò e ringraziò il proprietario con un inchino, ritornando in camera. La scena che gli si presentò davanti lo fece sorridere dolcemente, mentre il suo cuore batteva leggermente più veloce del normale.

Zichen, mezzo sdraiato nel letto e con A-Qing tra le gambe, la quale sembrava essersi risvegliata ed era ben impegnata a giocare con l’elsa della sua spada, Fuxue. Da quanto poteva notare, il più grande si era assicurato di sigillare la lama, in modo che la bambina non avesse potuto farsi male. Lei alzò lo sguardo e Xingchen pensò seriamente che fosse cieca, i suoi occhi erano totalmente bianchi, forse si era girata perché lo aveva sentito entrare.

-Yang-ge, chi è lui?- Disse con voce roca, tossendo qualche secondo dopo. Zichen riprese la spada e la mise sul comodino, coprendola meglio con la coperta.

-Lui è Xingchen-ge, mi ha dato delle caramelle!- E corse verso il letto, sedendosi accanto a lei e iniziando a parlare su tutto quello che era successo nei giorni precedenti.

-E loro hanno detto che ci porteranno con loro.-

-Cosa???- Dissero Zichen e Xingchen allo stesso momento, guardandosi come se l’altro avesse promesso una cosa del genere, ma, evidentemente, nessuno lo aveva fatto. A-Qing sorrise felice, guardando i più grandi speranzosa, mentre Xue Yang si divertiva a provare a prendere Fuxue, ormai sul bordo del comodino e pronta a cadere per terra.

-Davvero? Ci portate con voi?- Chiese innocentemente, provando ad alzarsi in piedi, ma ricadendo sulle gambe di Zichen, il quale la prese al volo. Xingchen ridacchiò, coprendosi le labbra con una delle maniche.

-A quante pare, non abbiamo più scelta Zichen.-

-Ma Xingchen…-

-Sarà difficile convincerli del contrario, e sono troppo piccoli, lasciarli di nuovo in quel vicolo sarebbe la loro morte. Non ti preoccupare, troveremo un modo.-
Zichen riuscì solo a sospirare, mentre i due bambini esultarono felici. E Xue Yang era riuscito a far cadere Fuxue per terra, tra la confusione generale.

 

Xingchen lasciò andare un lungo sospiro, per poi incamminarsi verso la stanza di A-Qing con passo pesante, quasi trascinandosi. Sì, era meglio dirle la verità e basta.
Bussò piano alla porta, sentendo la figlia alzarsi velocemente da dove era seduta e aprire la porta, sorridendo quando lo vide.

-Baba! Entra pure, sto finendo di scrivere la lettera ad A-Zhen e mi sono bloccata, perciò mi serve il tuo aiuto!- Disse energicamente, trascinandolo a momenti dentro e chiudendo la porta.

"Oh no...le romperò il cuore."

Senza pensarci due volte, le prese le mani e la fermò, guardandola negli occhi. Lei stessa sembrava un po confusa da quello che stava succedendo, ma chiuse la bocca e lo guardò, aspettando che iniziasse a parlare.

-Tesoro…sediamoci, devo dirti una cosa.- Disse solamente, facendola sedere sul letto e sedendosi accanto a lei.

-Ho…combinato qualcosa?- Chiese a bassa voce, iniziando a sentirsi nervosa. Pensò a ogni singola cosa che aveva fatto negli ultimi…sei mesi circa, ma non le venne niente in mente. Non aveva mandato a fuoco nulla, non aveva fatto troppo male a Xue Yang nell’ultimo allenamento, diamine, aveva persino portato i cavalli a fare un giro tre giorni fa!

"Dillo Xingchen, tutto d’un fiato, non girarci intorno." Pensò, ricordandosi le parole che Song Lan gli aveva detto la mattina, appena svegli.

-A-Qing, Baling è stata attaccata. La città è bruciata.- La ragazza sentì il mondo sotto di sé sgretolarsi. Rimase ferma per qualche secondo, per poi realizzare il significato delle parole.

"Baling…Baling…è caduta? Come ha fatto a cadere? Perché? Ouyang…no…A-Zhen, come sta? Aspetta, ha detto che Baling è bruciata, significa che A-Zhen è…"

E A-Qing sbiancò di botto, non riuscendo a finire la frase nella sua testa e non avendo il coraggio di accettare quello che suo padre gli aveva detto. Non le aveva mai mentito, significava che il suo amato era davvero morto?

-Il Capo Clan Ouyang e il suo erede sono stati portati in salvo. Ora sono a Lanling.- E il peso si tolse dalle sue spalle, notando come sua figlia sembrava meno pallida ed era tornata a respirare normalmente. –Partiamo dopo pranzo, prepara le tue cose.-
Confusa, A-Qing alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi chiari in quelli scuri del padre, il quale la strinse forte contro il proprio petto.

-Andiamo a Koi Tower. Hai il permesso di restare con Ouyang Zizhen per qualche giorno, abbiamo anche la conferma da parte del Capo Clan Jin. Comportati bene.- Le sussurrò all’orecchio, accarezzandole i capelli quando sentì un piccolissimo singhiozzo uscire dalle labbra della figlia. Non sapeva se era (fosse) per vera tristezza o perché si sentiva sollevata, ma lei stava comunque piangendo e gli faceva male vederla in quello stato.

Partirono qualche ora dopo, solo lui e A-Qing, lasciando la gestione della residenza a Song Lan.

Xue Yang era sparito come al suo solito, ma se ne rese conto solo dopo essere arrivato a Lanling.

   
 
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