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Autore: LadyGwen92    13/05/2020    5 recensioni
Ora Sakura sapeva perché Tsunade non voleva una vergine in questa missione. Le cose potrebbero sfuggire di mano…e forse bisognava andare fino in fondo…
Sakura non era mai stata così felice di sentire che Kakashi la stava accompagnando,anche se non le sarebbe dispiaciuto farsi accompagnare dalla maggior parte della popolazione maschile di Konoha.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Il caldo torrido colpiva  una volta l’anno  Konoha e durava almeno un paio di settimane . E sebbene l’arrivo della lunga ondata di caldo estivo era l’unica cosa in grado di farle sopportare  i cupi mesi invernali, quando finalmente arrivò il giorno più caldo dell’anno, inevitabilmente Sakura stava facendo del suo meglio per trovare un frigorifero abbastanza grande da potersi ficcare dentro. L’unica  in tutto il villaggio ad avere la fortuna di beneficiare dell’aria condizionata era Tsunade. Tuttavia interpretava il ruolo di tiranno malvagio impedendo a tutto il personale non richiesto di entrare nel suo ufficio. Certo, non avrebbe potuto fare altrimenti se non voleva ritrovarsi l’intera popolazione del villaggio a vagare in tutta la torre dell’Hokage come un gruppo di gatti randagi.
 
Anche l’ospedale era munito di aria condizionata, ma lì la presenza di Sakura non era necessaria, e l’ultima cosa che voleva era fare volontariato solo per un po’ di aria fresca. Inoltre, aveva un’abbronzatura su cui lavorare.
 
“ Spiaggia?”
 
“No.”
 
“ E andiamo, non puoi dirmelo?”
 
“ No.”
 
“Um…scivolo?”
 
“ No.”
 
La mano di Ino colpì le tegole sotto di lei, esasperata. “ Non lo so,” borbottò alla fine, il viso che brillava di sudore sotto il sole cocente.
 
“ Ti arrendi?”  Chiese Sakura rigirandosi un ghiacciolo alla fragola in bocca.
 
Ino odiava ammettere la sconfitta, soprattutto se l’avversario era la sua amica dai capelli rosa, ma al momento con tutto il caldo che sentiva, non gliene poteva fregare di meno. “ Avanti. Che cos’era?”
 
Sakura sorrise e indicò il punto più luminoso nel cielo. “ Il sole, semplice.”
 
Ci fu un grido generale di indignazione da parte delle ragazze sdraiate accanto a lei, e Ino rotolò via disgustata. A Sakura non sarebbe potuto importare di meno. Stava arrostendo delicatamente sotto il cielo ardente, mentre ascoltava i suoni di centinai di persone che trafficavano nella strada sottostante. Non capiva perché fossero tutti particolarmente attivi in una giornata così infernale. – per quanto le riguardava il massimo che riusciva a fare era stare sdraiata a godersi il sole sopra il tetto del quartier generale dei Jonin, il tutto cercando di spendere meno energia possibile.
 
Tenten alzò la mano. “ Gelato,” chiese.
 
“ Aspetta,” Sakura si mise a sedere e cominciò a frugare tra la pila di vestiti ammucchiati sopra la borsa termica accanto a lei. Ritirò un ghiacciolo rosa e lo lanciò a TenTen che lo prese al volo senza neanche prendersi la briga di aprire gli occhi.
 
Si sdraiò di nuovo e sollevò l’orlo dei suoi pantaloncini e del reggiseno sportivo per assicurarsi che non si stesse beccando una scottatura. Soddisfatta, si rilassò.
 
“ Spio,” iniziò Ino, “ qualcosa che inizia con…S.”
 
“ Sole.” Provò a indovinare Sakura, fornendogli la soluzione di prima.
 
“ Sasuke,” azzardò TenTen.
 
“ Sandalo,” si unì Hinata.
 
Sul volto di Ino si dipinse un sorriso pigro. “ No. Qualcosa di meglio.”
 
“ Che cos’è allora?” Sakura la guardò di traverso.
 
“ Sai senza camicia.”


Tutte e quattro le ragazze sollevarono contemporaneamente la testa per vedere il ragazzo avvicinarsi a loro.
 
Come sempre accadeva nelle giornate afose, molti uomini andavano in giro senza maglietta. Negli ultimi anni Sai aveva fatto del suo meglio per integrarsi e adottare le conformi abitudini sociali, come questa ad esempio. Qualcuno sembrava apprezzare. Ino stava sbavando, TenTen deglutì – probabilmente ettolitri di saliva- e ovviamente Hinata arrossì e si voltò. Senza dubbio per la corvina, la vista di un ragazzo a petto nudo era la cosa più vicina al porno che avesse mai visto.
 
Solo Sakura sembrò non sortire nessun effetto verso il suo ex compagno di squadra. Pigramente alzò una mano e puntò il dito nella sua direzione. “ Bella abbronzatura,” gli disse.
 
Sai le sorrise, un sorriso falso, ma non forzato. “ Sto cercando Kakashi,” disse, sollevando il rotolo di pergamena che teneva in mano. “ Tsunade ha una missione per lui.”
 
Solo a sentire quel nome, il sorriso di Sakura svanì all’istante e distolse lo sguardo.
 
Tenten si strinse nelle spalle, non sapeva né le importava dove fosse Kakashi. Ino si offrì di aiutarlo, e Hinata e Sakura fecero del loro meglio per evitare di guardare Sai. “ Kakashi?” l’ANBU si toccò pensosamente il labbro. “ Immagino che potrei trovarlo al campo di allenamento dei genin, giusto? Ci andrò più tardi allora.”


“ No!” Sakura si alzò prontamente e gli strappò il rotolo dalle mani. “ Gliela porterò io.”
 
Sai sembrava spaesato. “ Ma, uh, dovrei consegnarla io personalmente.”
 
“Che cosa hai in mente, fronte?” Le chiese Ino accigliandosi.
 
“ Vuoi portargliela tu così hai una scusa per vederlo e attaccare bottone!” scattò la rosa, infilando la pergamena sotto i suoi vestiti. “ I rotoli delle missioni vanno trattati con più rispetto, Ino.” Poi guardò caldamente Sai. “ E tu cosa ci fai ancora qui?”
 
Il ragazzo sospirò e andò via.
 
Sakura si sdraiò di nuovo, ma Ino la stava ancora fissando piuttosto seccata. “ Da quando sei diventata così pignola riguardo con chi posso o non posso parlare?”
 
“ Da quando hai iniziato ad avere una cotta per il mio insegnante,” le rispose. “ Dai, Ino. Ci sono dei limiti. Perché ti affanni tanto per nulla? Sembri solo una disperata che ha bisogno per forza di qualcuno.”


Ino ansimò, chiaramente offesa. “ Va bene, verginella!” pronunciò l’ultima parola con puro disprezzo. “ Calmati.”
 
“ Non chiamarmi così!” Sakura scattò in posizione verticale.
 
“ Ragazze facili,” grugnì Tenten a cuor leggero.
 
“ Perché non è vero?” Ino si strinse nelle spalle. “ Tu sei vergine.”


“Perché lo fai sembrare un insulto,” ringhiò Sakura. “ Non è qualcosa di cui vergognarsi. E non è che io sia l’unica vergine a Konoha.  Scommetto che Tenten è vergine.”
 
Tenten spalancò gli occhi. “ In realtà, no…”


“Bene,” Sakura guardò Hinata, che aveva appena iniziato a rilassarsi da quando Sai era scomparso. “ Allora Hinata-“
 
“ No.” La ragazza mite scosse la testa, arrossendo forte.
 
Quella  rivelazione attirò lo sguardo delle tre ragazze su di lei. La faccia di Hinata assunse varie sfumature di rosso. “È accaduto tanto tempo fa,” sussurrò.
 
“Incredibile,” mormorò Sakura, buttandosi pesantemente sulle tegole. “ Io sono l’unica  ragazza ancora vergine a Konoha…”
 
“ Perché sei una puritana,Sakura,” le disse Ino pratica.
 
“ Io non sono una puritana,” ribatté amaramente.
 
“ Ok, me lo rimangio se mi dai quella pergamena,” le offrì l’amica, battendo le ciglia.
 
“ No.” Sakura incrociò le braccia.
 
“ Oh,sei noiosa.” La bionda sospirò e si sdraiò di nuovo. Normalmente questo tipo di dibattito si sarebbe trasformato in una vera e propria guerra, ma semplicemente faceva troppo caldo per mettersi a discutere.
 
Grata per l’umore letargico di Ino, Sakura si passò una mano appiccicosa tra i capelli. “ Allora, da quando ti piace Kakashi-sensei?” le chiese, cercando di apparire annoiata e disinteressata.
 
“Oh, per piacere, Sakura,” le rispose. “ Nel caso non te ne fossi accorta, hai avuto l’uomo più bello del mondo a farti da insegnante. Tutta quella storia della maschera? Un classico. Il mistero affascina sempre.”
 
“ E ha delle belle braccia,” aggiunse Tenten.
 
“ E le spalle,” sospirò Hinata.
“ E i suoi addominali poi…” s’intromise di nuovo la castana.
 
“ E che culo!” Ino cantò. “ Non dirmi che non te ne sei  accorta.”
 
La faccia di Sakura bruciò. “ Siete terribili. Tutte e tre.”


In tutta risposta, Ino si strinse nelle spalle. “ Come ti pare. I ragazzi sono carini, Sakura, ma non puoi metterli a confronto con uomo maturo. A volte ti stanchi di tutte quelle eiaculazioni precoci e vuoi solo un esperienza reale. Qualcuno che sappia  come appagare una donna.”
 
Quel discorso le fece venire in mente alcune immagini potenzialmente rischiose- rischiose per la sua sanità mentale- la maggior parte coinvolgevano Kakashi che si faceva  strada sul suo corpo. Chinò la testa nella speranza che il rosa dei suoi capelli coprisse il rosso delle sue guance.  “ Non essere lasciva, Ino.”
 
All’improvviso la bionda si mise a sedere, infastidita. “ Sai qual è il tuo problema, Sakura? Potrai  essere la pupilla di Tsunade e potrai anche essere in grado di prenderci a calci in culo, ma devi crescere. E non intendo fisicamente, anche se le tue tette sono davvero patetiche- intendo mentalmente. E con le relazioni soprattutto. Sasuke ti ha deluso, e allora? Indovina un po’, ha fatto soffrire tante ragazze, inclusa me. Superalo e trovati un ragazzo,per l’amor di Dio.”
 
Ma la kunoichi dai capelli rosa ne aveva le tasche piene. Non voleva più sentire parlarne. “ Vado a cercare Kakashi-sensei.” Iniziò a infilarsi la gonna sopra i pantaloncini neri.
 
“ Ah-no- non andrai a cercarlo- ho già dichiarato il mio interesse su di lui! “ protestò la bionda.
 
“ Sogna pure, Ino – maialino!” scattò la rosa.
 
“ Ha ragione,” iniziò Tenten. “ Non hai nessuna possibilità. Dubito che qualcun c’è l’abbia. Quell’uomo è interessato solo a due cose. Letteratura porno e fiori.”
 
“ Eh?” Sia Sakura che Ino la fissarono attentamente.
 
“ Il suo appartamento è in fondo alla mia strada. Ci passo davanti ogni mattina,” disse la bruna, scrollando le spalle. “ Hai visto il davanzale della sua finestra? È adorabile.”


“ Che dolce! “cinguettò Hinata.
 
Ino arricciò il naso. “ Ooh. Dopo questa, quasi lo lascio perdere.”
 
“ Tipico, “sbuffò Sakura. Non si prese la briga di rimettersi la maglietta rossa, optando per arrotolarla e infilarla nella tasca posteriore della gonna. Dopo aver indossato i suoi soliti stivali, si alzò e si rigirò la pergamena tra le mani, il tutto sotto lo sguardo attento di Ino. “ E comunque potrei trovarmi un ragazzo ogni volta che voglio. Solo non si è ancora presentata l’occasione giusta.”
 
Ino rise ad alta voce. “ Giusto,giusto.”disse. “ Quindi non ti accorgi di come gli uomini ti seguono sempre con lo sguardo? Cavolo, sei così tarda. Oddio le ragazze come te- che non sanno nemmeno il potenziale che hanno. E guardati! Tu hai intenzione di andare in giro con addosso solo quel reggiseno sportivo, vero? Nessun indizio sul tipo di attenzione che potresti attirare.”
 
Sakura abbassò lo sguardo sul suo reggiseno nero. Era quello che indossava sempre. Abbastanza coprente, con una fascia elastica di un paio di centimetri sotto il suo seno piatto. Di solito era coperto dalla sua maglia a rete, ma sospettava che l’abbronzatura a rete non fosse ancora di gran moda.  “ Cos’ha che non va?” chiese. “ Non capisco.”
 
“ Tanto vale andare in giro nudi, attireresti lo stesso tipo di attenzione,” sottolineò Ino, flettendo i polsi.
 
“ Che cosa!” Sakura la guardò a bocca aperta. “ Ma non si vede nulla- è perfettamente decente.”
 
“ Solo non sederti in nessun posto all’ombra,ok?” Ino sospirò. “ Altrimenti mostrerai più di quanto pensi.”
 
“ A meno che  una bufera di neve non si abbatterà improvvisamente su Konoha, penso che starò bene,”  non poté controllare il tono aspro nella sua voce. Si chinò per prendere l’ultimo ghiacciolo dalla borsa. “ Ora, se vuoi scusarmi, ho un rotolo da consegnare.”
 
Erano passati esattamente sette giorni dall’ultima volta che aveva parlato con Kakashi fuori dall’ufficio di Tsunade. Le cose erano tornate come prima. Solo che questa volta era peggio. Quando non lo vedeva, pensava costantemente a lui, crogiolandosi nel rimpianto e nel disprezzo verso se stessa nella più totale confusione. Quando per sbaglio lo incontrava, un emozione molto simile all’eccitazione cominciava a irradiarsi al centro del suo petto, seguita poi da un’ondata di fastidioso sgomento quando lui non ricambiava il suo sguardo- e se anche lo faceva- accennava un lieve “yo” prima di proseguire per la sua strada. Inevitabilmente ritornavano il rimpianto e il disprezzo a farle compagnia.
 
È inutile dire che quell’atteggiamento la infastidiva più di prima. Se un tempo si sarebbe dispiaciuta che il suo insegnante non la considerasse nient’altro che un  conoscente da salutare in modo  distratto e disinteressato, adesso le faceva male. Terribilmente male.
 
Il suo cervello si era arrovellato molte volte alla ricerca di  una scusa valida- o quanto meno, non imbarazzante-  per contattarlo di nuovo. Ma senza una missione a riunirli, era difficile avvicinarsi a lui. Se non c’erano affari ufficiali a sostenerla, era praticamente infattibile, perché avrebbe dovuto ammettere che voleva solo la sua compagnia. Sakura non si riteneva abbastanza coraggiosa per ammettere una cosa del genere con Kakashi. Adesso con un rotolo di missione in mano, si era presentata l’occasione perfetta. Senza obblighi e pretese. Si sentiva tranquilla.
 
Non sapeva dove fosse Kakashi, ma considerando che era quasi ora di pranzo, decise di iniziare  col dare un occhiata nel quartiere dei ristoranti. Bar, Case da tè e piatti d’asporto brulicavano tra le mani dei ninja e dei civili.  Proprio come Sai, molti ragazzi si stavano godendo la giornata senza magliette. Sakura apprezzò lo spettacolo abbastanza innocentemente. Un paio di pettorali ben tonificati erano un bello spettacolo, dopotutto, era pur sempre una ragazza.
 
Poi ripensò a quello che le aveva detto Ino poco prima e improvvisamente si sentì un po’ in imbarazzo. I ragazzi la guardavano come aveva appena fatto lei con quel tipo?
 
Si mosse un po’ più cauta tra la folla, osservando gli occhi di coloro che la circondavano. Quasi subito vide un ninja dai capelli castani venirle incontro dalla parte opposta. Non lo conosceva, e non ci vide niente di spettacolare nel suo aspetto. I loro sguardi si incontrarono per un secondo e poi prontamente i suoi occhi si posarono sul petto di Sakura.
 
Quasi ansimò per l’indignazione e  l’impulso di schiaffeggiarlo mentre le passava accanto con una faccia impassibile, fu forte. Ma perché arrabbiarsi? Dal momento in cui era sparita dalla sua vista probabilmente  si era già dimenticato di lei.
 
Forse era successo altre volte e lei non se n’era mai accorta? Ci aveva fatto caso solo perché Ino glielo aveva fatto notare…
 
Leggermente scossa, Sakura decise di concentrarsi sul suo obiettivo. Ma più si guardava intorno, più notava le persone che la guardavano. E non solo i ragazzi…anche le ragazze. Anche se le loro espressioni erano ben diverse. Tipo la faccia che faceva Ino quando vedeva una ragazza avvicinarsi a un tipo  che le piaceva. Era  una specie di “ quella cagna!”
 
 
Vide Chouji mentre si godeva una ciotola di ramen  da Ichikaru. Grata di potersi allontanare dalla strada, si tuffò all’interno della cabina e prese posto accanto a lui, felice di vedere un volto familiare. “ Hey!” lo salutò allegra. “ Hai visto Kakashi-sensei?”
 
Lui annuì, succhiando un lungo nastro di noodles. “ Circa due ore fa, stava andando ai campi di allenamento con la sua squadra.”
 
“Grazie!” gli diede una pacca amichevole sulla spalla e si diresse in direzione del campo di allenamento, nella speranza di trovarlo ancora lì. Il suo campo preferito era il numero tre: era quello che aveva sempre usato per fare allenare la squadra sette.
 
Ma quando arrivò, le uniche persone presenti erano Naruto e Sasuke.
 
Entrambi in piedi in cima a due dei tre posti vicino al memoriale del cenotafio. Tentavano di calciare l’un l’altro dal  trespolo, ma a giudicare dai sogghigni e dai sorrisi, era una gara amichevole.
 
“ Ehi,ragazzi,” fece un cenno, delusa.
 
“Ehi,Sakura-chan!” Naruto esultò allegramente, salutandola con la mano nonostante Sasuke gli tenesse la caviglia all’altezza del mento. “È bello che tu sia qui- Sasuke voleva chiederti una cosa…oomph!”
 
Sasuke lo spinse bruscamente per terra.
 
Sakura lo guardò sorpresa. “ Volevi chiedermi qualcosa?” chiese, stranita.
 
Ma le sue labbra erano sigillate e come se non bastasse, distolse lo sguardo imbarazzato. Probabilmente sarebbe servito un torturatore esperto per farlo parlare. Ma chi aveva bisogno di nemici quando avevi amici come Naruto?
 
“ L’esame dei Chunin si avvicina,” disse felice il biondo, ancora disteso sul terreno. “ Vuole che lo nominate.”
 
 
Immediatamente Sakura scoppiò in una fragorosa risata, una di quelle che ti faceva venire i crampi allo stomaco. Le risatine si attenuarono in fretta quando colse il feroce bagliore negli occhi di Sasuke.  “ Scusa,” disse rapidamente, prima di essere colpita da un altro attacco di risatine. “ Oh, dai! È divertente!”
 
 
“ Lo farai,vero?” chiese tagliente, anche se il bagliore si era leggermente attenuato.
 
“ Non preoccuparti, lo farò presente,” disse, soffocando i risolini con la mano. “ Più tardi. Adesso devo trovare Kakashi. Lo avete visto?”
 
Naruto scattò in piedi, l’entusiasmo di prima era svanito. Mise su un espressione astuta. “Perché?” le chiese senza mezzi termini.
 
Sollevò il rotolo. “ Devo consegnarli questo, è per una missione.”
 
Naruto grugnì, intrecciandosi le mani dietro la testa. “ Prima è passato da qui, ma dato che c’eravamo noi ha detto che per oggi avrebbe usato il campo di allenamento quattro.”
 
“Grazie,” Sakura li ringraziò, raggiante. “ Ci vediamo dopo ragazzi.”
 
“ Oggi devi iscrivermi,” le ricordò Sasuke. “ L’esame è la prossima settimana.”
 
“ Ehi, non dargli ordini,” lo avvertì il biondo. “ Potrebbe tagliarti le palle.”
 
Fu rapidamente colpito da una roccia per quel commento.
 
Il campo di allenamento quattro era più comunemente chiamato “campo d’acqua” per ovvie ragioni che diventavano chiare quando arrivavi lì. Essenzialmente si trattava di un grande lago recintato punteggiato da piccoli isolotti. I genin venivano portati al campo quattro  per fare pratica con le tecniche di controllo del chakra, con il solito esercizio di camminata sull’acqua. E la maggior parte di loro tornavano a casa bagnati fradici.
 
Mentre attraversava i cancelli, capì che l’intento di Kakashi era proprio quello, a giudicare dalle urla e dagli schizzi che sentiva in lontananza. Camminando sul vasto specchio d’acqua, si concentrò per capire da che punto provenissero. Il caos sembrava aver luogo dall’altra parte dell’isola principale. Era lì ch si trovavano Kakashi e la sua squadra. Una serie di massi sporgevano dall’acqua, fungendo da trampolini di lancio agevolando la strada  verso l’isola per i ninja principianti.
 
Sakura si appoggiò sulla superficie acquosa e si avviò senza aver bisogno d’aiuto. Se non era lei una maestra del chakra, allora non era niente.
 
Quando girò attorno all’isolotto, non fu così sorpresa dalla scena che vide:Tre ragazzini, tutti e tre in varie fasi di annegamento con il loro insegnante seduto sulla riva dell’isola, intento a leggere. Di sicuro Kakashi aveva già percepito il suo arrivo, tuttavia fu la ragazzina bionda a salutarla per prima. “ Ehi! È la kunoichi che ha tagliato un pezzo a quel tipo! Ciao, Sakura-sensei!”
 
 
Finalmente un po’ di rispetto. Sakura avrebbe pianto di gioia e forse si sarebbe commossa per tutto quell’entusiasmo giovanile….se fosse stata Gai Maito. Si limitò a sorriderle e agitare la mano goffamente. I due ragazzi sembravano meno entusiasti di vederla, e si immersero un po’ di più nell’acqua, probabilmente troppo preoccupati per i loro “pezzi”.
“Oh,Sakura-chan!” Kakashi le fece un cenno e un sorriso. “ Che cosa ci fai qui? Sei qui anche tu per allenarti? Eppure, avrei pensato che il tuo controllo del chakra fosse quasi perfetto.”
 
Le parlava come se fosse una sconosciuta- o peggio, con lo stesso tono di voce che usa un adulto quando si rivolge ad un bambino.  Forse le cose che erano successe durante la missione erano acqua passata per lui e lei era tornata ad essere etichettata come “ conoscente” nel suo piccolo libro nero?
 
“No,” rispose fredda. “ Ho un rotolo di una missione, da parte di Tsunade.” Mise i piedi sul terreno e si fermò accanto a lui porgendogliela.
 
“Oh?” si sorprese. “ Pensavo che me l’avrebbe portato un agente Anbu.”
 
“Beh…sì…ma hanno troppo lavoro da fare. “ Per nessun motivo gli avrebbe detto che aveva strappato letteralmente quella pergamena dalle mane di Sai.
 
Ma anche con la sua solida scusa, le lanciò uno sguardo consapevole di chi  la sapeva lunga,  e un cenno del capo. “Ah. Capisco.”
 
Mannaggia a lui…
 
Le prese il rotolo, e le sue dita calde incontrarono le sue  mentre lo afferrava. Sakura ritirò la mano come se si fosse scottata, sebbene Kakashi sembrò non farci caso. Ruppe con calma il sigillo e allungò il rotolo per leggerlo.
 
Mentre leggeva, socchiudendo leggermente l’occhio per abituare la vista alla luce troppo forte, i suoi studenti iniziarono a spazientirsi. “ Kakashi-sensei!,” gemette forte un ragazzino. “ Ho freddo, sono bagnato e affamato…”
 
“ Non è ancora ora di pranzo?” chiese la ragazza.
 
“ Possiamo andare a mangiare?” chiese, il ragazzino di prima.
 
Quello più tranquillo dei tre non parlò, ma l’espressione sul suo viso corrispondeva a quella dei suoi compagni di squadra.
 
“ Certo,certo, il pranzo va bene…” mormorò distratto Kakashi. Un piccolo coro di applausi si alzò dai bambini e presto iniziarono a nuotare verso riva, parlando eccitati di quello che avrebbero mangiato.
 
Sakura guardò Kakashi in tempo per vederlo formare un sigillo di fuoco con le sue mani, la pergamena intrappolata tra i suoi indici estesi. Con un innocuo soffio di fumo, la pergamena si dissolse in cenere, spolverandogli il grembo che prontamente spazzò via mentre si alzava. Cominciò a sentirsi imbarazzata stando lì impalata accanto a lui. “ Bene, io vado allora,” annunciò con aria forzata, sorridendo debolmente. Saltò sull’acqua intenzionata a tornare indietro ma la voce di Kakashi la fece fermare.
 
“ Sei davvero arrivata fino a qui solo per consegnarmi una pergamena? “ le chiese, allungando le braccia sopra la testa.
 
Vuoi giocare?Bene.
 
“ In realtà, dovevo venire qui comunque,” mentì. “ Tsunade mi ha consigliato di allenarmi un po’ per controllare al meglio il chakra. Fa sempre bene migliorarsi quando la vita delle altre persone è nelle tue mani. Ma se sei impegnato con i genin i-“
 
“Non più” la interruppe, allungando una mano vero l’acqua. “Fammi vedere cosa sei capace di fare.”
 
Merda…non aveva voglia di allenarsi. Non con quel caldo asfissiante. Voleva solo tornare sul tetto del quartier generale dei Jonin e prendere in giro tutti i ragazzi buffi che passeggiavano per le strade assieme a Ino.
 
Sakura si guardò malinconicamente indietro nella direzione da cui era arrivata. “No, probabilmente dovrei andare. Sono piuttosto indaffarata oggi.” Non voleva restare dove la sua presenza non era gradita. Se voleva trattarla come una sconosciuta se la sarebbe fatta andare bene. E lei lo avrebbe trattato allo stesso modo.
 
 
Era stato un errore. Era stata una cretina a pensare che potesse esserci qualcosa tra lei e quest’uomo. Decisamente era fuori dalla sua portata, su tanti fronti.
 
Provando un aspro rimorso nello stomaco, Sakura si girò e iniziò a camminare sulle acque placide e cristalline.
 
“Mi sono dimenticato che non ti ho mai insegnato a camminare sull’acqua.”
 
La kunoichi lo guardò pazientemente. “ Ormai credo di averlo capito, Kakashi-sensei,” disse, battendo leggermente i piedi sull’acqua per fargli capire il concetto.
 
“ Te l’ha insegnato Tsunade, suppongo”, raggiunse Sakura, con una mano in tasca e l’altra con il libro aperto davanti a sé.
 
“ In realtà è stata Shizune a insegnarmi la maggior parte delle basi,” gli disse scrollando le spalle. “ Tsunade – shishou era troppo impegnata per insegnarmi quel genere di cose, quindi mi hanno allenato gli altri jonin fino a quando non sarei stata all’altezza di poter gestire uno dei suoi allenamenti.”


“ Sì, mi sembra di ricordare che mi avevano chiesto se potevo dare una mano con alcune delle nozioni fondamentali, “ disse vago Kakashi.
 
Sakura si accigliò. Aveva avuto una marea di insegnanti differenti durante i primi anni della su formazione per impare le basi, ma nessuno di loro era stato Kakashi. “Ma tu…”
 
“Rifiutato?Sì.” Scrollò le spalle indifferente. “ Là fuori ci sono insegnanti migliori di me,Sakura. Ho pensato di lasciar perdere.”
 
Ma non sapeva se credere a quelle parole. Quanto avrebbe scommesso che ai tempi avesse semplicemente pensato che lei non  valesse il suo tempo? L’idea che il grande copy-ninja fosse preoccupato per lei era ridicola.
 
“ Capisco,” disse, indurendo la mascella, mentre cercava di controllare le sue emozioni, soprattutto l’ira che le stava montando dentro. Regola di uno shinobi numero venticinque: un ninja non deve mai mostrare i propri sentimenti. Gli shinobi eccessivamente emotivi perdevano sempre ( a meno che il tuo cognome non fosse Uzumaki).
E lei non poteva assolutamente perdere questa battaglia.
 
“Sì, suppongo tu abbia ragione. Shizune è stata una brava insegnante. Riusciva a spiegarmi bene le cose…e non mi ha mai lasciata in balia di me stessa per leggere un libro.”
 
La faccia parzialmente visibile di Kakashi era ancora serena, ma aveva la sensazione che fosse forzata e finta come la sua. Stavano camminando sull’acqua, eppure,entrambi potevano sentire i gusci d’uovo.
 
 
“ Shizune-san è una donna intelligente,” ammise. “ Immagino ti abbia insegnato molte tecniche utili.”
 
“ Alcune,” Sakura inclinò la testa, le mani dietro la schiena. “ Soprattutto qui. Lo Tsunami in miniatura era la mia mossa preferita.”


“Non ho familiarità con quella.”


Questo perché se l’ era appena inventata. “ Oh,” si strinse nelle spalle noncurante. “ Funziona più o meno…così.
 
Tirando indietro il piede, diede un calcio alla superficie del lago, come se avesse affondato il piede nel terreno. Applicò una piccola quantità di chakra, tirando una considerevole scia d’acqua verso Kakashi.
 
Se avesse avuto più di cinque secondi per pensarci, avrebbe potuto decidere di non farlo. Era un comportamento sciocco e immaturo, ma proprio in quel momento le sembrò  l’atto più soddisfacente del mondo.
 
E bisogna dire che Kakashi aveva dei riflessi incredibili. L’uomo non era mai stato colpito da un kunai, mai, ma spesso riusciva a farsi colpire da scarpe, libri, gomme, penne. Perché non lo schivava rimaneva un mistero. Forse era attento solo agli oggetti lanciati con intenzioni pericolose? ( Anche se doveva ammettere che c’era stato un po’ di cattiveria dietro quello scherzo). Ma allora, forse non lo aveva schivato intenzionalmente?
 
Una grande quantità d’acqua colpì l’uomo in pieno viso, facendolo sussultare leggermente come se Sakura gli avesse sputato negli occhi. Era mezzo inzuppato, sebbene non le sembrò troppo scocciato mentre alzava lentamente una mano per asciugarsi l’occhio aperto e per tirare giù la maschera fradicia. Sakura indietreggiò, quasi si sorprese di vedere che sembrava bello come l’ultima volta che lo aveva visto senza maschera. Non sembrava turbato, ma dal modo in cui guardava tristemente il suo Icha Icha ormai zuppo e rovinato, probabilmente non lo stava dando a vedere.
 
Il buon senso si riaffermò nel cervello di Sakura, ma ormai era in ritardo di dieci secondi.  Mi  dispiace, pensò. Doveva controllare meglio il suo temperamento. Eppure stava andando così bene…
 
Era colpa del tempo.
 
“Grazie, Sakura…” mormorò, snocciolando quelle due parole con puro sarcasmo.
 
“ Pensavo che ti avrebbe fatto piacere, fa così caldo,” ridacchiò. “ Sarei contenta se qualcuno fosse così premuroso con me.”
 
Troppo tardi.  Si rese conto troppo tardi di cosa quelle parole avrebbero potuto causare.
Kakashi alzò un sopracciglio e annuì, come se stesse soppesando le sue parole. “È così?” Lentamente cominciò a sfilarsi i guanti, il libro nascosto sottobraccio. Paranoica, Sakura guardò le sue dita. Stava per restituirle il favore-
 
Ed eccola! Una cascata d’acqua.
 
 
Prima che potesse anche solo pensare di scansarsi, sentì la superficie del lago mancarle sotto i piedi, come se qualcuno avesse appena risucchiato una grande quantità d’acqua. Un debole sibilo alle sue spalle la avvertì del suo imminente destino, e senza voltarsi sapeva già cosa stesse torreggiando sulla sua testa.
 
Un’inondazione cadde improvvisamente sulla sua testa,come se fosse appena passata sotto una cascata. La sua bocca si aprì in un grido sorpreso, ma no poté fare altro che aspettare che finisse. Quando passò, iniziò a tremare in mezzo al lago increspato, i capelli rosa lisci  appiatti sul collo e la gonna aggrappata tenacemente ai suoi pantaloncini neri. Un lieve formicolio sotto il reggiseno sportivo la avvertì che la premonizione di Ino si era appena avverata. Rapidamente incrociò le braccia al petto nel tentativo di impedire agli occhi di Kakashi di soffermarsi sul suo evidente problema.
 
Kakashi sorrise. L’acqua gli colava dal naso. “ Molto meglio. Ora siamo entrambi freschi, quindi perché non ci alleniamo…”
 
Non riuscì a finire il suo suggerimento, perché proprio in quel momento il piede di Sakura sbatté forte contro l’acqua con una forza tale che l’impatto riecheggiò in tutto il campo d’allenamento. L’acqua si spezzò,come se un coltello invisibile avesse tagliato il burro, creando un ampio squarcio acquatico che si precipitò veloce come un lampo sul copy-ninja.
 
 Probabilmente sarebbe stato saggio darsela a gambe…
 
Stava appena iniziando a camminare in punta di piedi verso l’uscita quando  sentì qualcosa afferrarle  la caviglia. La mano di Kakashi, per essere precisi. Una seconda mano sembrò velocemente riunirsi alla prima per afferrarle l’altro piede serrando la presa. Sakura vacillò per un momento, poi uno strattone improvviso la trascinò giù nell’acqua gelida.
 
Indignata, sferrò un colpo contro il suo nemico, ma cercare di colpire qualcuno sott’acqua era come colpire a rallentatore. E del tutto inutile. Kakashi bloccò i suoi pugni con i palmi aperti e la spinse delicatamente verso la superficie. Riemerse sbuffando e tossendo- suoni che si intensificarono nel momento in cui Kakashi le si avvicinò. Aveva tutte le intenzioni di farlo sentire in colpa. “ Cerchi di affogarmi?” raschiò.
 
Rimase immerso fino al naso per un momento prima di sollevare il mento per sputare acqua. Sakura poteva quasi sentire  un principio di aneurisma farsi strada nella parte posteriore del suo cervello. “Stavo per chiederti la stessa cosa,” le disse allegramente.”Sai quest’acqua ha un sapore davvero cattivo…”
 
Sakura fumò silenziosamente nell’acqua mentre lui usciva fuori dal lago. Si tirò su  e gli offrì la mano per aiutarla.  Quando  anche lei fu di nuovo in piedi, strizzò i capelli rosa per cercare di togliere più acqua possibile, anche se avrebbe voluto strapparsi i capelli dal nervoso. “ Beh, è stato divertente,” le disse piacevolmente, completamente ignaro del bagliore assassino verso di lui.
 
 Non riusciva proprio a capirlo. Ogni parola che usciva fuori dalla sua bella bocca le faceva venire voglia di spezzare il suo bel viso a metà. Le parlava ancora come se qualcuno avesse premuto il pulsante reset sulla loro relazione ed era tornato a trattarla come una studentessa vagamente estranea, sebbene nessuno si fosse premurato di riferirlo a Sakura. Odiava il suo tono educato e arioso; quello che usava praticamente con tutti i suoi conoscenti. Si sentiva snobbata. Come se adesso che la traumatica missione fosse finita, l’avesse riportata alla stessa posizione  di prima. Si era forse aggrappata a una falsa speranza? Era davvero immatura e ingenua come si sentiva adesso?
 
Strizzando la gonna fradicia, si raddrizzò e si tirò indietro i capelli. “ Vado” lo informò, e si voltò per attraversare il lago.
 
“È un peccato,” disse Kakashi, in piedi come un fenicottero per far uscire l’acqua dal suo sandalo. “Sembri in vena di esplodere, quindi che ne dici? Volevi allenarti, vero?”
 
Era la seconda volta che lo faceva. Ogni volta che cercava di andarsene, la bloccava con una domanda. La stava intrattenendo. Perché? Sakura si accigliò mentre lo guardava. “Fa troppo caldo per allenarsi.”
 
“Sembri abbastanza fresca.” Solo per un momento- un momento molto breve- pensò che il suo sguardo fosse scivolato sotto il collo. Era difficile esserne sicuri a questa distanza, ma c’erano buone probabilità che la sua osservazione avesse avuto un’insinuazione furba, e non aveva bisogno di guardare in basso per sapere che suoi capezzoli si erano induriti, sensibilizzati com’erano dall’acqua fredda.
 
Arrossendo pesantemente e incrociando le braccia al petto, Sakura lo guardò duramente. “Non posso. Non è giusto- hai lo sharingan,” gli fece notare infervorandosi.
 
“ E tu con i tuoi pugni puoi tranquillamente staccarmi la testa,” disse con un’alzata di spalle. “ Prometto di non usarlo se tu non usi la tua forza.”
 
Sembrava ragionevole…
 
“Va bene,ci sto.”
 
Sfilò la borsa e indossò il giubbotto e i guanti. Ma mentre era impegnata a mettersi i vestiti, Kakashi era impegnato a toglierseli. Cercò di non lasciare che i suoi occhi smeraldini indugiassero sul suo fisico mozzafiato mentre si toglieva dalle spalle il giubbotto antiproiettile e la maglia a maniche lunghe e li depositava su alcuni rami per farli asciugare. Cercò di non notare i muscoli magri ma ben definiti delle sue braccia flettersi per appendere i panni. O di quanto il suo stomaco fosse piatto e teso o di quanto fossero forti le sue spalle.
 
Ancora una volta quest’uomo era un pericolo per tutti! Quest’uomo doveva camminare con tanto di luci arancioni lampeggianti…
 
Si trascinò  in mezzo al lago per mettersi di fronte a lei,con le mani in tasca. “Sei pronta?”
Lei alzò i pugni in risposta.
 
“Bene.” E poi un attimo, scomparve.
 
Sakura sapeva che l’unica possibilità che aveva di resistere a quell’uomo era quella di attingere a tutti gli anni di esperienza che aveva combattuto al suo fianco. Lo aveva osservato, conosceva i suoi punti deboli e i suoi punti forza e sapeva per certo che gli piaceva attaccare dal basso…
 
Il che significava che avrebbe anticipato la sua deduzione e avrebbe colpito dall’alto. Sakura si gettò indietro quando sentì un’ombra cadere su di lei, appena in tempo perché Kakashi si schiantasse contro l’acqua nel punto in cui si trovava. L’impatto scosse il lago, causando onde violente che per poco non la investirono. Quasi. Vide un varco e volò in avanti per dargli un calcio.
 
Ma quando il suo piede lo attraversò e lui esplose in uno zampillo di fumo e nebbia,le capì di essere in svantaggio. Un clone. E ora era lei a essere scoperta.
 
Fu troppo tardi quando vide Kakashi comparire alla sua destra. Sollevò un braccio per bloccare il colpo, incanalando il chakra nel suo braccio per deviare la forza d’impatto. Solo un po’…forse non lo avrebbe notato…
 
“Sakura, nessuna forza mostruosa,” le ricordò, facendo un passo indietro e massaggiandosi la mano.
 
“ non è giusto però!” protestò lei. “ Sei più forte di me.”
 
“ Quindi? Tutti abbiamo i nostri punti di forza e di debolezza. Hai maggiore flessibilità e una massa corporea più leggera. Usala.”
 
Facile da dire per lui, pensò Sakura mentre stringeva i denti per il fastidio.
 
Mentre i suoi vestiti si asciugavano, il caldo cominciò di nuovo a farsi sentire, stancandola. I suoi attacchi erano diventati deboli e i suoi calci poco potenti. Trattenersi era molti più difficile che combattere del tutto. Quando il suo istinto le suggerì di colpire con il kunai dritto tra gli occhi del suo sensei, l’irritabile buon senso le ricordò che avrebbe potuto mettersi nei guai per questo.
 
Kakashi invece sembrava a suo agio con il caldo. Non stava nemmeno sudando, e i suoi attacchi arrivavano più veloci che mai. Sakura cercò di creare un genjutsu, ma o era troppo stanca per mantenerlo o Kakashi l’aveva anticipata, visto che non durò  più di dieci secondi.
 
Incapace di colpirlo con qualsiasi ninjutsu, tentò di usare di nuovo i pugni. Avrebbe voluto il talento di Shikamaru con le ombre, o l’infinita resistenza di Naruto….o persino la capacità di Ino di poter entrare nella mente. Decisamente quest’ultima le sarebbe risultata utile. Se avesse potuto entrare nella mente di Kakashi, cosa avrebbe trovato? Vari riferimenti a Icha Icha senza dubbio. E forse alcuni dei libri ninja che aveva letto da bambino. E i suoi sentimenti per lei? Che significato avevano per lui? Cosa provava quando la guardava? Il suo cuore faceva male esattamente come il suo ogni volta che i loro occhi si incontravano?
 
“Sakura,fai attenzione.”
 
“Cos…?””
 
Improvvisamente, sentì le  gambe cederle e un attimo si ritrovò completamente distesa sull’acqua a fissare il cielo incredibilmente blu. Non aveva l’energia o la forza per rialzarsi. Quando la testa di Kakashi apparve sopra di lei, proiettando un’ombra sul suo viso, chiuse gli occhi.
 
“Su,” comandò.
 
Era così bello.
 
“Pensi…pensi che forse le persone sarebbero in grado di cavarsela un po’ più facilmente se avessero la possibilità di leggere nella mente? Chiese lei, sentendo di nuovo l’acqua filtrare tra i suoi vestiti. “ Perché allora sapremmo tutti cosa dire?”
 
 
L’ombra lasciò il suo viso e aprì gli occhi per vedere Kakashi in piedi vicino a lei, le mani in tasca e lo sguardo dritto a fissare i pesci sotto i suoi piedi. “ No,” disse semplicemente. “Probabilmente creerebbe solo più confusione se tutti sapessimo cosa la gente pensa davvero.”
 
“ Allora a cosa stai pensando davvero?” chiese lei piano. “ Proprio in questo momento?”
 
Kakashi rimase in silenzio per una manciata di secondi. “ Mi chiedo quando uscirà Icha Icha Ransom. Jiraya – sama ha promesso che sarebbe uscito entro quest’anno…ma…” Si grattò distrattamente la guancia. “ Perché? Tu a cosa stai pensando?”
 
Stava pensando a quanto forte e mascolina fosse la mano con cui si stava strofinando il viso e quanto desiderasse che la toccasse…” Sto pensando all’esame di Chunin di Sasuke. Spero che passi.”
 
“È quello a cui stai davvero pensando? Disse, dandole un’occhiata incappucciata.
 
“Stavi davvero pensando ai libri?” incalzò.
 
Kakashi sospirò e fece roteare la spalle. “ Forse dovremmo chiuderla qui. Devo prepararmi per un incontro,” disse, tornando indietro verso l’isolotto dove aveva lasciato i suoi vestiti.
 
“Sì,dai, allontanati da me,” borbottò Sakura. “Sei particolarmente bravo in questo, Kakashi –sensei…”
 
Non voleva che lui la sentisse. E quando lui si fermò, Sakura sentì il sangue gelarsi nelle vene e quasi affondò nell’acqua per pura mortificazione. Lentamente, si girò verso di lei.
Ma lei distolse lo sguardo.
 
“Vuoi continuare?” chiese senza un tono particolare nella voce.
 
Sakura si alzò in piedi e si strizzò i capelli con una mano. “ Perché cosa ti importa? Non sono un buon avversario. Non sono veloce come Sasuke o energica o come Naruto. Tutto quello che è la mia forza, e se non posso usarla…a che servo?” Si tolse i guanti, cercando di non incontrare il suo occhio. “ Mi dispiace di averti fatto perdere tempo. È meglio che vada.”
 
“ Lenta, stanca, e inutile?” Kakashi rifletté ad alta voce. “ Se avessi saputo che saresti diventata una schiappa, non ti avrei allenato.”
 
Con sua grande sorpresa, la rabbia di Sakura non abboccò all’amo. Sapeva che era il genere di cose che Kakashi diceva per incoraggiare uno studente a dare il massimo, ma si sentiva ferita più di ogni altra cosa.
 
“ Per quale motivo dovrei restare?” gli chiese confusa. “ Non è che tu mi piaccia poi così tanto.” Se lui avesse provato qualcosa per lei l’avrebbe cercata in qualche modo dopo la loro missione. Ma non l’aveva fatto.
 
Non appena le parole le uscirono dalle labbra, notò che il viso di Kakashi si indurì impercettibilmente. La sua espressione rimase impassibile come sempre, ma all’improvviso ci fu qualcosa di più intenso nel suo sguardo.
 
“Combattimi,” le disse piano.
 
“Non avere pietà di me,” scattò lei. “Non sono abbastanza patetica per meritarmelo,grazie.”
 
Scosse la testa una volta. “ Combattimi e basta.”
 
E è quello che fece.
 
Ogni pugno che lanciava veniva bloccato da un braccio e ogni calcio da una mano. Non è mai passato al contrattacco, si limitava a respingere quella raffica di attacchi. A Sakura non piaceva. Non stava reagendo, e il loro raggio d’azione era limitato. Entrambi stavano invadendo lo spazio dell’altro e l’intensità del suo sguardo era qualcosa di snervante. Era come se sapesse qualcosa che lei non sapeva, e non ne capiva il punto.
 
Quello sguardo penetrante la fece arrabbiare. Spinse più forte, fingendo un pugno e sferrandogli un calcio nelle costole. Kakashi barcollò all’indietro, colto di sorpresa dalla sua improvvisa cattiveria.
 
Ho detto, non compatirmi!” sibilò lei. “Non andarci piano con me, Kakashi –sensei!”
 
Prima ancora che potesse riprendersi, lei lo colpì di nuovo, rigirandogli la spalla. Un altro duro colpo lo costrinse a vacillare nelle secche vicino all’isola. Inciampò sulle radici che sporgevano dall’acqua e atterrò disteso sulla schiena sul terrapieno inclinato, i piedi ancora immersi nel lago. Sakura lo seguì, e si mise a cavalcioni su di lui e gli tirò giù la maschera.
 
Non sapeva cosa fare con lui. Voleva scuoterlo forte affinché il suo cervello uscisse fuori  e urlargli per non averla presa sul serio. Voleva piangere nel suo petto perché se non gli piaceva, almeno avrebbe potuto odiarla. Temeva la sua indifferenza. Ma soprattutto,si rese conto, mentre lo guardava sotto di lei, che con il suo respiro accelerato, con uno zigomo livido e un labbro spaccato…voleva solo baciarlo. Ed essere baciata come aveva fatto nella galleria di Matsura, con la mano dentro il suo yukata mentre le stringeva forte il sedere. Lo voleva ora.
 
E perché non le stava dicendo niente? La fissava in silenzio, come se non ci fosse nulla di cui parlare. Sembrava che non gli importasse che fosse sopra di lui, e di certo non fece niente per allontanarla. Ma il suo labbro sanguinante e la guancia viola la fecero sentire in colpa. Aveva scatenato un po’ del suo chakra su di lui per quanto era arrabbiata e aveva fatto più danni di quanto si aspettava.
 
L’impulso di strozzarlo non svanì, ma poteva aspettare per ora. Invece sollevò la mano e la premette contro la sua guancia calda, lasciando defluire il chakra attraverso la sua pelle per guarire la ferita sottostante. Ci vollero pochi secondi e, quando finì, mosse le dita sulle sue labbra, toccandole piano mentre sigillava il taglio sottile.
 
Anche dopo averlo guarito, le sue dita non si mossero. Era incantata dalla loro morbidezza, e il suo pollice sembrava incline a continuare a lisciargli il labbro inferiore, fingendo di spazzar via il sangue secco.
 
Perché non la fermava? Perché lasciava che accadessero queste cose se non…
 
Kakashi le prese delicatamente il polso e lo spinse via, ma non mollò la presa. Con il pollice premuto contro il polso, senza dubbio poteva sentire i battiti frenetici del suo cuore.
Sakura voleva dire qualcosa, ma non riuscì a trovare nulla che potesse adattarsi a una situazione del genere.
 
Poi si spostò- spingendola indietro e facendola rotolare fino a quando i ruoli si invertirono e stavolta era lei a stare sotto di lui. Mantenne lo sguardo fisso nel suo mentre spostava con cura le sue cosce per stabilire il suo peso tra loro. Era imponente e forte.
Sakura pensò che sarebbe stata scomoda in quella posizione, ma sembrava che il suo corpo fosse stato fatto per adattarsi al suo. Le sue curve incontrarono i suoi angoli e li accolsero. Ma solo una cosa le venne in mente in quel momento.
 
Aveva un’erezione.
 
Il respiro le si bloccò in gola e si contorse per lo shock, avvicinandosi inavvertitamente. Kakashi inalò bruscamente e strinse la sua presa sul polso, fermando i suoi movimenti. Era un esperienza che non aveva mai provato con nessuno, con lui completamente disteso sopra di lei, si sentiva vulnerabile ed esposta. E le piaceva.
 
No…lo adorava.
 
“ Mi vuoi…”  disse in un sussurro appena udibile,spalancando gli occhi.
 
La faccia di Kakashi era calma. “ Ti spaventa?”
 
“ Un po’” rispose onestamente. Le ricordava un momento molto più spaventoso quando Matsura l’aveva bloccata sul letto nella locanda. Ma Kakashi non lo sapeva, e inoltre, questa era di gran lunga un’esperienza più piacevole.
 
La sensazione della sua dura lunghezza premuta contro il centro esatto tra le sue cosce le provocava sensazioni strane. Sentiva una marea di farfalle affluirle nello stomaco, un mix di paura e eccitazione allo stesso tempo. Poteva sentirsi prendere fuoco e rilassarsi nello stesso istante, e le piaceva sentire il suo respiro sul suo collo. Un piccolo rumore teso sfuggì dalle labbra di Kakashi, e all’improvviso spinse i fianchi contro di lei, provocandole  un delizioso gemito di risposta mentre il fuoco le saliva nelle vene. Il suo respiro era fuori controllo- il petto si gonfiava. Voleva  provare qualcosa di più di quel meraviglioso sentimento.
 
Spostandosi sotto di lui, premette più forte i fianchi  e gli avvolse una gamba intorno. Kakashi le afferrò l’anca, tenendola giù per farla stare ferma.
 
Quando le parlò nell’orecchio, la sua voce era insolitamente bassa e roca. “ Sakura…non è perché non voglio. È perché non posso. Non posso…non posso davvero.”
La sollevò, portando con sé quel dolce piacere. Sakura voleva protestare e trascinarlo indietro, ma la sua mente era in uno stato di shock statico. Si sedette e lo vide guardare nell’acqua fredda del lago. “ Sarebbe meglio se vai adesso,” le disse. “ Hai cose da fare, ricordi?”
 
“ Giusto, giusto.”


Con la mente ancora in stand-by incapace di formare un pensiero logico e razionale, figuriamoci una discussione, si alzò e iniziò ad allontanarsi sulle sue gambe molli.
 
I suoni di Kakashi che tentava di affogarsi la accompagnarono fuori dal campo di allenamento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A.A
Hola gente!
Eccomi qua con un nuovo capitolo. Al solito, era pronto da un paio di giorni ma non avevo avuto il tempo di postarlo.
Comunque parlando di questi due piccioncini, cosa ne pensate?
Finalmente Kakashi si è esposto, e penso che ha fatto chiaramente capire a Sakura che effetto gli fa. E come da copione, ha fatto un passo indietro.
Per vedere il copy ninja lasciarsi andare ai suoi sentimenti, Sakura dovrà faticare un po’.
Non so  se lo sapete ( ma credo di sì) Kakashi è del segno della vergine, e se qualcuno di voi lo è o ha a che fare con questo segno ( poveri voi!) , reprimere i sentimenti è una delle cose che facciamo sempre. “ Facciamo” perché pure come lui sono della vergine e mi ci rivedo tantissimo nel suo modo di fare. >.<
Vi anticipo già che dal prossimo capitolo i nostri ragazzi andranno tutti in trasferta e ovviamente non mancheranno guai!
 
Spero di aggiornare presto, e come sempre ringrazio chi ancora dopo tanto tempo continua a leggere e seguire la storia. Appena posso risponderò alle recensioni.
Un bacio e alla prossima.
  
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