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Autore: Golden locks    13/05/2020    3 recensioni
Ti alzi a fatica. Il dolore della pelle calda e pulsante che brucia e tira sul viso e sulla spalla è insopportabile, e zoppichi per via della brutta contusione al fianco dovuta allo sbalzo subìto durante l’esplosione, ma non ce la fai più a stare fermo, devi fare qualcosa.
Hai rischiato grosso, potevi morire, ma il coraggio non ti è mai mancato e meglio morto che catturato da quei bastardi. Non hai il minimo dubbio su questo, non ti sei mai pentito di aver fatto saltare tutto per aria: la tua libertà non ha prezzo e l’hai difesa a costo della vita.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Broken glass




Sei solo in quella stanza nell'oscurità, disteso sul divano. Il tuo respiro è lieve e regolare, la quiete è assoluta, apparentemente, almeno fuori da te. Ti guardi attorno e non c’è niente e nessuno oltre te in quella camera, se non pochi mobili sgangherati. I fari delle auto che sfrecciano ogni tanto sono l’unica fonte di luce che la rischiara, il loro passaggio sull’asfalto è l’unico rumore che spezza la monotonia della sera, così placida, indifferente.

Tu te ne stai immobile, ma non sei affatto tranquillo né placido né indifferente. Sei un fascio di nervi. Hai perso tutto, hai perso quel maledetto quaderno, tutti i tuoi uomini, non hai più nessuno e tutto ciò per cui avevi lavorato instancabilmente per anni è svanito nel nulla nel giro di pochi minuti.

Devi recuperare, non accetti la sconfitta anche se momentanea. Hai incassato il colpo, ed è stato duro, ma devi dimostrare di essere il numero uno, al tuo rivale e al mondo intero. Hai ancora la possibilità di farlo, nessuno può togliertela e non vuoi lasciarti scappare la prossima occasione. È un brutto momento, ma non per questo ti abbandonerai alla disperazione.

 

Ti alzi a fatica. Il dolore della pelle calda e pulsante che brucia e tira sul viso e sulla spalla è insopportabile, e zoppichi per via della brutta contusione al fianco dovuta allo sbalzo subìto durante l’esplosione, ma non ce la fai più a stare fermo, devi fare qualcosa. 

Hai rischiato grosso, potevi morire, ma il coraggio non ti è mai mancato e meglio morto che catturato da quei bastardi. Non hai il minimo dubbio su questo, non ti sei mai pentito di aver fatto saltare tutto per aria trasformando il tuo covo diroccato in un inferno di fiamme, facendolo cadere a pezzi: la tua libertà non ha prezzo e tu l’hai difesa a costo della vita.

 

Ti avvicini alla finestra, quella da cui puoi vedere il mondo fuori, dove dovresti e vorresti essere per mettere in atto i tuoi piani. La guardi con rabbia, come fosse colpa sua che hai perso il controllo e il potere che avevi conquistato, ma tu hai un disperato bisogno di prendertela con qualcosa o con qualcuno, e qualsiasi cosa va bene, anche lei.

Il tuo respiro si altera, accelera, Serri i pugni e digrigni i denti, senti la rabbia ingigantirsi, la stessa che finora avevi cercato di dominare ma che ora deve esplodere, se no esploderai tu. Continui a fissare la finestra, i ricordi di quel giorno si susseguono senza tregua e la testa ti va in tilt.

Urli, quasi ruggisci, e dai un pugno al vetro. La sottile lastra va in frantumi, il rumore per un attimo è assordante, i pezzetti trasparenti volano ovunque brillando nel buio come una pioggia di diamanti, e per poco non sfiorano la tua delicata pelle già gravemente offesa dal fuoco. Ritrai la mano, è insanguinata. 

Dovevi proprio aggiungere ferite da taglio all’ustione per scaricare la tua ira? Per fortuna le ferite non sono profonde. Osservi la tua mano, controllando istintivamente che nessuna scheggia si sia conficcata nella carne. Non volevi arrecarti ancora più danno, ma non sarebbe stata la stessa cosa dare un pugno a un cuscino, per te. Hai sempre avuto l'inclinazione ad essere violento, dai tempi in cui eri bambino e lo facevi per gioco, ma oggi, prima di annegare nella tua rabbia, era meglio sfogarla con un’azione forte che potesse darti quel po’ di soddisfazione che stai cercando, di cui hai un estremo bisogno.

 

Vai in bagno, accendi la luce e apri il rubinetto, facendo scorrere l’acqua fredda sopra le ferite. Il liquido incolore si tinge di rosa mischiandosi al tuo sangue mentre scivola via nel lavabo. Tieni la mano ferma sotto il getto ghiacciato e ti guardi allo specchio. 

Nei tuoi occhi c’è la stessa fierezza che ti ha sempre contraddistinto e osservi con attenzione la tua nuova immagine in cui ti riconosci appieno, quella con la tua nuova compagna, la cicatrice che rimarrà della ferita che ti sfigura, che pian piano va guarendo. È questo che sei diventato, è questa l’immagine che ti rappresenta, questo è Mihael Keehl. 

Ma c’è una cosa che non puoi negare a te stesso: sei a pezzi. 

Chiudi l'acqua, hai la mano congelata. La avvolgi rapidamente con le bende che usi per curare la bruciatura. Torni di nuovo nella stanza buia, i pensieri corrono frenetici nella tua testa.

 

Sai che da solo non puoi farcela. Dovrai scendere a compromessi e non è una cosa che ami fare, perché con te è o tutto o niente.

Ma stavolta non hai scelta e non puoi permetterti altre mosse azzardate. Hai bisogno di aiuto e anche il tuo rivale ne ha, lo sai. 

Cominci ad accarezzare l’idea che agevolare Near non sia del tutto sbagliato, non sei così irragionevole in fondo, e il dolore che devi sopportare adesso è come un perpetuo e irrequieto promemoria che ti costringe a riflettere e ti rende più saggio. 

Sai molte cose, sarebbe imprudente tenerle solo per te, potrebbero andare perdute. Al prossimo imprevisto potresti portarle sottoterra con te, sarebbe uno spreco. Sai che condividere qualche informazione non abbatterà il tuo orgoglio, e le indagini non potranno che trarne giovamento.

Per quanto tu sia spezzato adesso, Kira non si ferma, anzi, lui ti vuole morto e potrebbe approfittarne. Ora conosce anche il tuo nome, è ancora più pericoloso. Devi riprenderti in fretta, sei troppo vulnerabile adesso, sai che è così. Non concederesti mai un tale vantaggio al tuo nemico.

 

Conosci già le prossime mosse da fare, le ripassi mentalmente. La prima sicuramente è chiamare Matt.

Ti sdrai cautamente sul divano, il dolore si fa vivo e intenso ad ogni movimento, il tuo viso si contrae, ma non ti scoraggi e non ti fai fermare: hai bisogno di stenderti adesso e lo farai, per quanto atroce sia. Guardi il tuo telefono posato sul tavolino, ma non è ancora il momento di usarlo. Il momento di entrare in azione dovrà attendere. Ti sistemi in una posizione in cui sei comodo e ti godi un po’ riposo, aspettando che il tuo cuore e l'affanno si calmino.

I tuoi occhi si posano sulla finestra a pezzi. Poi guizzano su quei cocci di vetro sparsi sul pavimento.

Tu sei come quel vetro. Duro e inflessibile, ma fragile. Anche tu hai dei punti di rottura e guai a toccarli, potresti crollare. Ma non crolli, non è da te, farai di tutto per resistere. Adesso sei fermo, volente o nolente inchiodato nella staticità, ma ti rialzerai, come hai sempre fatto. Fai un sorrisetto sghembo, di scherno. Niente e nessuno può fermarti, tornerai presto in gioco, ma adesso sì, adesso tutto può aspettare. Ora ci sei solo tu.

 
  
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