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Autore: Giulls    10/08/2009    15 recensioni
< Sei veramente sicura? > domandò Robert mentre si accendeva una sigaretta. < Per l'ennesima volta Robert: sì > risposi ridacchiando. < Potresti pentirtene > < Non credo proprio > ribattei coprendomi col lenzuolo. Annie e Robert. Amanti. Avevano deciso di non impegnarsi, ma per uno stupido scherzo del destino uno dei due dovrà ricredersi. O forse lo faranno entrambi?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Are you gonna be my girl?

< Sei veramente sicura? > domandò Robert mentre si accendeva una sigaretta.
< Per l'ennesima volta Robert: sì > risposi ridacchiando.
< Potresti pentirtene >
< Non credo proprio > ribattei coprendomi col lenzuolo.
La mia relazione con Robert, se così la si può chiamare, durava da quasi un anno. La prima volta che c'incontrammo eravamo entrambi usciti da poco da una relazione importante, e dopo esser diventati amici avevamo stabilito di frequentarci giusto per divertirci un po', senza impegno. Per lui la cosa sembrò funzionare perfettamente, ma io avevo sempre pensato che tra di noi non ci fosse solo sesso.
< Ti farò cambiare idea… > sussurrò spegnendo la sigaretta e avvicinandosi a me, poi mi fece stendere sotto di lui e mi bloccò entrambi i polsi.
< Che cosa vuoi fare? > domandai maliziosamente.
< Farti cambiare idea > rispose sorridendomi trionfante e quando capii le sue intenzioni tentai di liberarmi, ma fu troppo tardi: si lanciò sopra di me e iniziò a farmi il solletico.
< No, ti prego, smettila! > esclamai ridendo come una matta.
< Stai cambiando idea? > domandò Robert sorridendo.
< Mai! > risposi facendogli la linguaccia, ma lui ricominciò a farmi il solletico e mi dimenai ancora di più < no, ti prego smettila! > esclamai continuando a ridere convulsamente quando arrivò a farmi il solletico nei piedi < Caleb, piantala! >
Non appena pronunciai quel nome lui si bloccò di colpo e mi guardò furibondo.
domandò premendo sui polsi.
< Robert, io… >
< Ti ho fatto una domanda! > urlò aumentando la presa.
< Mi fai male! > esclamai terrorizzata.
< Eh certo, tu mi chiami con il nome del tuo ex ragazzo e io non devo dire niente? Cosa fai, vieni a letto con me e pensi a lui? >
< Rob, non è come credi… > tentai di dire.
< Ah no? > domandò sarcastico mentre si allontanava dal letto < ma per favore…vai al diavolo > aggiunse rivestendosi frettolosamente e poi uscì dal mio appartamento.
Presi il lenzuolo, lo avvolsi intorno al mio corpo e poi lo inseguii.
< Robert! > urlai aprendo la porta di casa per arrivare sul corridoio, ma lui era già sparito.
< Ciao Annie > disse il mio vicino di casa guardandomi maliziosamente, ma non lo degnai di uno sguardo e rientrai nel mio appartamento.
Mi sedetti su una poltrona e guardai il pavimento senza distogliere lo sguardo, rimanendo immobile per non so quanto tempo. Ad un certo punto mi alzai, andai in bagno per fare una doccia, mi vestii e preparai la valigia, infilando alla rinfusa qualche abito.
Tornai in sala dove presi un blocchetto per gli appunti e una penna, decisa a lasciare un messaggio alla mia coinquilina e migliore amica Stephanie.

Vado a stare a Santa Monica dai miei genitori per un po'. Ti chiamo appena arrivo. Ti voglio bene, Ann

Mi chiusi la porta alle spalle e salii in macchina, arrivando nel giro di qualche ora nella villa dove avevo vissuto per quasi diciannove anni, prima di trasferirmi a Los Angeles per seguire un corso di giornalismo, la mia più grande passione.
<
¡Hola cariño! > esclamò Dorina, la governante che lavorava per i miei genitori da quando ero nata. (ciao tesoro!)
<
Hola Dorina > risposi abbracciandola calorosamente.
< Cosa ci fai qui? > chiese prendendomi il volto tra le mani e sorridendomi con fare materno: Dorina si era sempre presa cura di me, sin da quando avevo pochi mesi e lei per me era una seconda madre.
< Avevo bisogno di staccare la spina da Los Angeles. Starò qui per un paio di giorni, è un problema? >
< Certo che no, la tua camera è sempre pronta e pulita per te > rispose sorridendo < è successo qualcosa con quel chico, Robert…¿verdad? >
< C'è stata solo una incomprensione > puntualizzai fingendomi allegra < mamma e papà sono in casa? >
< Tuo padre è in Cina per affari e torna domani, tua mamma è andata a farsi le unghie >
< Ok, allora la vedrò più tardi >
< Niña mia, ti va di raccontarmi di aquél chico? >
< Veramente non molto, scusa > risposi prendendo la valigia e entrando in casa < ma raccontami delle tue bambine. Come stanno? >
< Muy bien Annita, muy bien > rispose sorridendo < verranno la prossima settimana a trovarmi, e non appena compieranno diciotto anni hanno detto che lasceranno la Spagna e verranno a vivere qui > aggiunse orgogliosa.
(molto bene Annita, molto bene)
< Non vedo l'ora di vederle, mi mancano molto > dissi sorridendo.
< A mí también, mi amor > rispose con gli occhi lucidi <
sigame Annita, me voy a prepararte la comida > (anche a me, amore mio....seguimi Annita, vado a prepararti il pranzo)
< No me llamo Annita > risposi ridendo. (non mi chiamo Annita)
< Para mí, tu serás siempre la mi Annita > obiettò trascinandomi in cucina e preparandomi un piatto di pasta. (per me tu sarai sempre la mia Annita)

Decisi di prolungare la mia vacanza di altri due giorni. Per tutto quel tempo Robert non si era fatto sentire, e io nemmeno. L'ultimo giorno a Santa Monica mi svegliai presto alla mattina, e dopo essermi preparata la colazione presi la macchina, mi fermai dalla fiorista e mi diressi verso il cimitero. Una volta entratavi camminai verso l'angolo più a est e quando raggiunsi il punto che stavo cercando, mi fermai senza dire una parola.
Restai lì, ferma a guardare
quella lapide per non so quanto tempo, finché non sentii dei passi avvicinarsi ai miei.
< Ti cercavo > sussurrò una voce che avrei riconosciuto tra mille, e quando mi voltai mi trovai Robert davanti agli occhi.
< Cosa ci fai qui? > domandai, sconvolta di trovarlo in quel luogo.
< Quando ho provato a telefonarti a casa, Stephanie mi ha detto che eri andata a Santa Monica dai tuoi genitori >
< E qui al cimitero? >
< Ho visto la tua macchina parcheggiata > rispose alzando le spalle < mi dispiace per come mi sono comportato >
< Non devi scusarti >
< Sì, devo > rispose avvicinandosi a me < il nostro patto era quello di non impegnarci, e invece io ti ho fatto una scenata pazzesca. La tua ultima relazione è stata importante per te, è ovvio che tu sia ancora innamorata di Caleb > aggiunse sorridendomi dolcemente.
< Io…posso presentarti una persona? > domandai con occhi lucidi.
< Certo >
< Vieni > sussurrai allungando la mano, e quando lui rispose al mio gesto intrecciammo le nostre dita e lo invitai ad avvicinarsi ancora di più a me < Robert, lui è Caleb > dissi mentre gli indicavo la tomba sulla quale avevo appoggiato i fiori.
Senza dire una parola Robert si abbassò per leggere cosa ci fosse scritto sulla lapide, e sentii che ad un certo punto trattenne il fiato.

Caleb Anderson
1988-2004
*Segui sempre i tuoi sogni,
e se davvero lo vuoi,
si avvereranno*

Era tutta la mattina che fissavo quella scritta, ma improvvisamente rileggerla mi fece stare male, e quando Robert prese tra le mani un portafoto con dentro la foto mia e di Caleb che nostra madre ci aveva scattato il giorno del nostro diploma iniziai a piangere.
< Era tuo fratello? > chiese senza guardarmi.
< Sì, mio fratello gemello > risposi con voce tremante e in quel momento Robert appoggiò per terra la foto e si avvicinò a me, abbracciandomi e cullandomi, mentre io mi sfogavo.
< Come è morto? > domandò quando mi calmai.
< Una sera eravamo usciti a mangiare una pizza con i nostri genitori. Era molto tardi e stavamo camminando in una strada con un'illuminazione scarsa. Quando attraversammo la strada per raggiungere il parcheggio dove avevamo parcheggiato la macchina, una Ferrari sfrecciò all'improvviso a tutta velocità e stava per investirmi. Così Caleb senza pensarci su due volte corse verso di me e mi spinse via, finendo sotto la macchina al mio posto… > risposi mentre chiudevo gli occhi e ripensavo a quella terribile scena < …e morì sul colpo > aggiunsi dopo un minuto di pausa < l'automobilista era ubriaco e i poliziotti lo arrestarono immediatamente, ma quando si venne a sapere che era il figlio di un importante uomo d'affari, lo rilasciarono senza troppe storie > terminai con le lacrime agli occhi.
< Mi dispiace tantissimo > sussurrò abbracciandomi da dietro e mi appoggiai a lui, posando una mano sulla sua guancia < eravate molto legati, vero? >
< Puoi giurarci > risposi abbozzando un sorriso.
< Perché non me l'hai mai detto? > chiese dandomi un dolce bacio sul collo.
< Non mi piace parlare di questa storia > ammisi senza vergogna < ormai sono passati cinque anni, ma mi fa ancora male pensare che lui non c'è più. Non hai idea di quanto mi manchi > sussurrai col magone e mi strinse maggiormente a sé.
< Vi somigliavate molto? Caratterialmente intendo >
< Abbastanza > risposi ridacchiando < io ero più testarda di lui >
< Mi sarebbe piaciuto conoscerlo >
< Gli saresti piaciuto > dissi premendo il palmo sulla sua guancia quando Robert me lo baciò < l'altro giorno ti ho chiamato col suo nome, perché lui era l'unico a farmi il solletico sotto i piedi >
< Non mi devi spiegazioni, sono io che sono un cretino. Sono stato male in questi giorni, mi sei mancata tantissimo >
< Anche tu >
< Solo che non avevo il coraggio di chiamarti… >
< Siamo entrambi troppo orgogliosi > obiettai voltando la testa di lato e sorridendogli.
Pochi secondi dopo Robert si allontanò da me e si riavvicinò alla lapide di mio fratello.
< Caleb, vorrei avere il tuo permesso per frequentare tua sorella > disse appoggiando una mano sulla lapide, per poi voltandosi verso di me e sorridendomi.
< Credevo che ci frequentassimo già > risposi inarcando un sopracciglio.
< Non credo che i nostri incontri notturni possano essere intesi come
frequentarsi > obiettò tornando in piedi e avvicinandosi a me < voglio passeggiare con te mano nella mano, uscire a mangiare insieme, voglio portarti alle varie premier e presentarti come la mia ragazza. Voglio che tutto il mondo sappia che io sto con te e che ti amo >
< Lo vuoi davvero? > domandai sorridendo.
< Assolutamente > rispose prendendo il volto tra le mani e baciandomi dolcemente.
< Tu per me non sei mai stato da una scopata e via > puntualizzai appoggiando le mani sul suo petto.
< L'avevo sempre sospettato > sussurrò baciandomi la punta del naso < tu all'inizio sì. Poi però ho capito che eri qualcosa di più, finché l'altro giorno, quando mi sono ingelosito perché mi avevi chiamato Caleb, ho realizzato che ti amavo > aggiunse accarezzandomi una guancia.
< Lo stesso vale per me > risposi sorridendogli.
< Tornerai a Los Angeles? > chiese prendendomi la mano.
< Sì > risposi allontanandomi da lui < prima però voglio salutare i miei genitori, il che implica che dovrai conoscerli > aggiunsi sghignazzando.
< Mmm…va bene, lo farò > disse sorridendo < ciao Caleb > sussurrò guardando la lapide di mio fratello < ti aspetto fuori > aggiunse voltandosi nella mia direzione.
< Grazie > risposi guardandolo andarsene e poi mi rivoltai verso la lapide di Caleb < Cal, mi manchi da matti. Però sei sempre nei miei pensieri e so che da lassù mi stai guardando. Ti voglio un mondo di bene, sappilo > sussurrai chinandomi verso la lapide e dopo aver preso in mano la nostra foto la baciai.
Dopo trenta secondi mi rialzai in piedi e raggiunsi frettolosamente Robert, che se ne stava appoggiato alla mia macchina e mi sorrideva divertito.
< Stavo pensando a quando ti porterò a Londra a conoscere i miei genitori > disse precedendo la domanda che stavo per fargli.
< Sono così tremendi? > chiesi divertita.
< Più che altro sono…come dire…un po' invadenti… >
< Devo aspettarmi domande della serie: “
quante volte fai sesso con mio figlio?” ? >
< Precisamente >
< Bene > risposi sorridendo mentre entravo in macchina e Robert mi chiudeva lo sportello, per poi raggiungere la sua e metterla in moto < l'importate è che non ti scandalizzi quando mio padre ti chiederà con quante persone hai fatto sesso prima di me, se hai mai riscontrato qualche malattia e se hai intenzione di portarmi all'altare o meno > aggiunsi affiancandomi a lui con la macchina e poi sfrecciai sulla strada, ridendo come una matta al pensiero della faccia terrorizzata di Robert.



Buonasera a tutti! Vi eravate già stancati di me? No, vero?
La vacanza in Sicilia mi ha fatto bene, mi sono messa d'impegno e ho scritto un sacco di storie xD piano piano le posterò tutte...ma la precedenza voglio darla a questa. Non so perché, ma non appena l'ho scritta, mi ci sono affezionata.
A me piace tantissimo e per la prima volta sono orgogliosa di dire che ne sono entusiasta, e spero che possa piacere anche a voi.

A presto con le prossime one-shot!
Un bacio enorme, Giulls

P.S. Alcuni dialoghi in spagnolo li ho tradotti lì accanto :)

   
 
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