Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Hoshi_10000    14/05/2020    1 recensioni
Ogni scelta ha un prezzo, questo chiunque lo sa, ma quale può essere il prezzo per vivere nel segreto? Quali saranno le condizioni per continuare a vivere normalmente, quando un imprevisto entra nella tua vita? E Sinbad e Ja’far saranno pronti a pagare il prezzo delle loro decisioni?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Judal, Sinbad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Far di necessità virtù





Una settimana dopo
 
Judal strabuzzò gli occhi, fissando Sinbad che si aggirava per il salotto inquieto e sconvolto, mentre Ja’far al suo fianco pareva ugualmente inalberato. Senza bisogno d’impegnarsi poteva dire di comprendere le loro ragioni.
-Kou ha mandato un ultimatum a Balbadd?-
Ja’far annuì, mentre Sinbad s’infilò le mani nei capelli, angosciato.
-Balbadd non fa parte dell’alleanza dei sette mari, non posso chiedere agli altri alleati d’intervenire, solo noi potremmo farlo, ma per essere d’aiuto dovremmo muoverci tutti, lasciando Sindria scoperta. Allo stesso tempo però Balbadd non ha un esercito capace di fronteggiare Kou, verranno spazzati via in neanche un giorno, senza nemmeno bisogno che schierino i principi sul campo di battaglia se noi non andiamo. Non posso lasciare che accada, la nascita di Sindria è anche merito di Rashid, ma come li possiamo aiutare?-
Si fermò, guardando Ja’far in cerca di consiglio.
Era una gran brutta situazione, dove nessuno vedeva via di scampo.
-Balbadd non ha mai agito contro Kou, e per di più i loro territori non sono nemmeno confinanti, non hanno motivo di attaccarli.-
-Che importa se hanno un motivo o meno, se non troviamo una soluzione fra un mese Balbadd passerà sotto il dominio di Kou!-
-Sinbad- tentò d’intervenire Judal, ma Sinbad lo ignorò, continuando a vaneggiare circa la loro impotenza.
-Sinbad!- urlò per attirare la sua attenzione, riuscendo finalmente nell’intento.
-Non siamo del tutto impotenti.-
Il re lo guardò, amareggiato -Lo siamo-
-Senti, ascoltami per una volta buona. Non so molto di politica, ma conosco i Ren: hanno delle brame di conquista incredibili, ma non hanno mai condotto battaglie lontani dai loro confini, una colonia sarebbe più difficile da difendere in caso d’attacco altrui. Balbadd è un importante polo commerciale, snodo marittimo vitale fra Rem e un sacco di altri paesi, ma a Kou ora sono rimasti solo principi guerrieri, nessuno di loro s’intende d’economia o di commercio. Ora che Koumei se n’è andato saranno probabilmente tutti impegnati a palazzo a cercare di gestire cose che comunque non sanno fare, trattare con avidi ministri e cercare di mandare avanti commerci fiorenti ma non sempre semplici. Hanno un impero immenso, ma la loro economia conta molto sulla guerra, senza, sono in difficoltà. Non possono allontanare i principi da palazzo per lunghi periodi, l’impero imploderebbe, ma guarda caso Balbadd è un paese piuttosto ricco e facile da prendere.-
-Cos’è cambiato? Le tue sono solo ipotesi, e anche se ora sappiamo il motivo, comunque non possiamo aiutarli.- ricadde sul divano, prendendosi la testa fra le mani e tirandosi i capelli, ormai ridotto ad un groviglio di nodi.
-Ti sbagli Sinbad, noi abbiamo un’arma capace di fermarli.-
-Se li attaccassimo noi per primi attireremmo la guerra su di noi, rendendo Sindria un luogo pericoloso. Non ho messo al mondo un figlio per farlo vivere in un regno in guerra.-
Arrivato di fronte a lui, Judal gli abbatte un pugno in testa, non molto delicatamente.
-Mi fai parlare, maledetto stronzo?-
Se non fossero stati in stato di emergenza probabilmente Ja’far avrebbe sorriso.
-Cos’hai in mente Judal?-
Il magi ghignò.
-Non abbiamo bisogno di dichiarargli guerra, basterà solo che li aiutiamo a risollevarsi.-
-Hai detto che non sanno gestire le loro risorse, se anche noi ora li aiutassimo non possiamo sostenere la loro economia in eterno.-
-Sinbad, taci.- lo frenò Ja’far, guardando Judal interessato, sedendosi a sua volta sul bordo del divano, accanto a Sinbad. -Cosa hai in mente? Al di là di tutto Sinbad ha ragione, non possiamo far loro un corso di gestione di un paese come ora stiamo facendo a Sahsa un corso per imparare a leggere.-
Judal sorrise -No, ma possiamo dargli esattamente ciò di cui hanno bisogno, una volta per tutte, senza che a noi costi nulla.- fece una pausa ad effetto, abbassando le braccia e stringendosele al petto, tamburellando con un dito sul proprio gomito.
-Ridiamogli Koumei.-
 
 


Annuì, tenendo in braccio Hanako e facendola leggermente rimbalzare sulle proprie ginocchia.
-È probabile Judal, ma non credo che le difficoltà economiche siano il solo motivo. A quant’ho sentito in effetti pare che l’economia di Kou sia in crisi, ma pensa anche ad un’altra cosa: tutti i principi sono a palazzo, questo te lo so dire per certo, e sono lì da oltre tre mesi. Tutti, quindi anche-
-Kouha! Cazzo, Kouha a palazzo da tre mesi?-
Ja’far e i generali aggrottarono le sopracciglia, guardandoli scettici: di che diavolo stavano parlando?
-Kouha è completamente matto.- gli spiegò il magi -Con la famiglia è sempre stato molto premuroso, ma è assolutamente pericoloso per tutti gli altri. È un grande alpha, incredibilmente potente, e un possessore di djin eccezionale. Ha grande talento e un suo esercito privato, ma degli sbalzi d’umore ingestibili: se davvero lo hanno tenuto a palazzo per tre mesi hanno bisogno che vada in guerra per sfogarsi, o esploderà.-
-Esatto- concordò Koumei -Quindi se anche io tornassi avremo comunque il bisogno di tenerlo impegnato in qualche modo.-
-Non possiamo lasciare che si calmi da solo?- azzardò Sharrkan, e Koumei scosse il capo.
-È una mina pronta a esplodere. Ti ricordi a Kou, quando hai portato via Judal?-
Un brivido attraversò la schiena a Sinbad, facendolo scuotere leggermente e Koumei annuì -Kouha è un alpha fra gli alpha, per nostra fortuna generalmente non se l’è mai presa con nessuno di noi, ma come hai avuto modo di vedere è comunque in grado di sottomettere a sé perfino altri alpha. Sarei felice di aiutarvi, ma la cosa è piuttosto complicata. Potrei sempre far partire una campagna su un confine qualunque, ma il problema è che non avrò tempo. Per arrivare a Kou per nave ci vorranno almeno due settimane, e il calore ormai per me è alle porte.-
-Non puoi teletrasportarti direttamente a palazzo usando Dantalion?- tentò Ja’far, e Koumei scosse il capo.
-Kou non ha più la barriera di Judal, se non attorno a palazzo , per cui potrei arrivare al massimo alla città vicina. Fisicamente lo potrei fare, ma se mi vedessero delle guardie potrebbero prendermi per una minaccia e tentare di uccidermi. Sindria è un paese piccolo, tutti conoscono il volto del re e del suo seguito, ma Kou è immenso, e per mia scelta il popolo non ha idea di che faccia io abbia.- disse ripassando Hanako a Judal, semi-sdraiato al suo fianco.
-Hai un djin per dio, usalo!- sbottò Sinbad, e il principe lo guardò con sufficienza.
-Un omega in calore non ha una gran quantità di magoi, e un odore forte che attrae gli alpha. Non posso semplicemente viaggiare per mezza Kou, sarebbe comodo, ma non posso. Come minimo avrei bisogno di una scorta, ma vedendomi arrivare a palazzo in compagnia di sconosciuti aumentano le probabilità che Kouha possa attaccare.-
-Parlate di questo principe come se fosse il diavolo in persona, onnipotente e onnipresente.- cercò di sdrammatizzare Hinahoho, fallendo miseramente.
-Se anche riuscissimo ad aggirare Kouha, ci sono comunque anche tutti gli altri principi.-
-Credi davvero che potrebbero attaccarti?- domandò Pisti, allucinata da un’idea simile: di dissapori ce ne sono in ogni famiglia, ma uccidere per un’alzata di testa…
-Mei, se ti accompagnassi io? Kouha non mi attaccherebbe mai, e se anche lo facesse ho sviluppato almeno una parziale resistenza ai suoi feromoni, potrei quantomeno trattenerlo per un po’.-
-Stai scherzando Judal, vero?-
-Non puoi andare da solo!-
-Ti farai ammazzare.-
-Dobbiamo ricordarti cos’è successo l’ultima volta con Kouen?-
-Oh, non rompete. Sono un magi, so difendermi da solo-
Ja’far e Sinbad scossero il capo -Non puoi andare a Kou in questo modo, tu ancor più di Koumei saresti in pericolo. È fuori discussione una cosa del genere.-
-A meno che non ci portiate con voi.-
Girarono tutti il capo verso Ja’far, sconvolti.
-Non ha senso che Koumei torni lì da solo a difendere una causa non sua, potrebbero anche non ascoltarlo, e a quel punto saremmo veramente fregati. Per preparare una nave per il viaggio ci vorranno non più di cinque o sei ore, potremo partire domattina, e arriveremo in due settimane. Se davvero Judal può occuparsi di trattenere Kouha, Koumei avrà una discreta libertà di movimento, ma nulla esclude che non cerchino di catturarvi o che.-
-Cosa gli vieta di catturarli comunque?- domandò Dracoon, facendo sfoggio del suo noto pessimismo.
-E come ve la caverete con i bambini? Non li potete portare con voi.-
-Prenderemo due balie e li lasceremo sulla nave.-
-Tre.- li interruppe Pisti, staccando lo sguardo dagli occhi del marito, alzandosi e spostando lo sguardo su tutti i generali, carica di determinazione. -Noi verremo con voi. So che sembra una scemenza- interruppe prontamente le critiche -ma, in realtà è una cosa abbastanza sensata. L’alleanza dei sette mari è tenuta a intervenire solo in caso Sindria venga attaccata, se voi andrete a Kou, indipendentemente dalle vostre buone intenzioni, sarà come se voi aveste attaccato loro, quindi non potrà fare nulla. Ma io e Spaltos siamo eredi di due importanti paesi, attaccare voi non coinvolge l’alleanza nella disputa, attaccare noi sì. Faremo da deterrente, per modo di dire.-
Continuarono a discutere fino a tarda notte, vagliando ogni possibilità, ogni possibile alleanza, e alla fine giunsero alla comune decisione che il piano aveva davvero una sua logica. Una nave pronta alla partenza per Balbadd fu ridestinata per il viaggio verso Kou, alleggerita semplicemente da buona parte delle merci. Una cabina per Sinbad, Ja’far, Judal e i due bambini, una per Pisti, Spaltos e Sofocle e una per Koumei.
Di sicuro fin da subito si erano inimicati i marinai.
 
 
 
*********




-Volete mettere un guinzaglio a questo marmocchio?- sbraitò Bhrol, ritrovandosi Sofocle in mezzo ai piedi, ancora barcollante nell’incertezza dei primi passi, mentre i genitori si godevano il sole ed una buona lettura.
-Sofocle, torna qui!- richiamò Pisti sollevando il cappello di paglia per guardare il piccolo, ed il bambino si girò a guardarla: era incredibilmente intrepido, anche senza i genitori se gli veniva lasciato campo libero si spostava senza tanti problemi, esasperando l’equipaggio della nave che finiva per ritrovarselo perennemente davanti.
-Sofocle, vieni qua!- richiamò Pisti, cercando di utilizzare un tono più autoritario, ma di nuovo il piccolo la ignorò, proseguendo per la propria strada verso la balaustra.
-Ma non potete tenervelo in cabina? Che cazzo, c’è gente che lavora qui, questa non è una crociera, è una nave mercantile.-
-Adesso non facciamola tanto tragica, è solo un bambino!- si offese Pisti, e con lei i marinai.
-È proprio questo il punto, non è solo un bambino, sono tre! Uno cammina, uno gattona, una prende il sole sul ponte e tutti è tre strillano nel bel mezzo della notte! Non siamo baby-sitter, siamo marinai. Avete preso le cabine, avete sgombrato il carico, vi comportate da padroni ma non fate nulla per aiutare. Il carico, la nave e quel che volete sarò anche vostro, ma noi siamo pagati per sportare casse e gestire una nave, non trasportare ospiti.-
Neanche 24 ore dalla partenza, e già si scannavano. Pisti non era un tipo aggressivo, non aveva mai scatenato grandi problemi, ma stava davvero tirando un po’ troppo la corda con quegli uomini. Certo, Sinbad era il re di Sindria e aveva il potere di ordinare loro di smettere di lamentarsi, ma in coscienza capiva quegli uomini, e al loro posto anche lui avrebbe volentieri strozzato Pisti.
-Voi siete pagati da Sinbad, e Sinbad non ha problemi che Sofocle cammini un po’, visto che non fa nulla di male!- ribadì Pisti, incurante del marito che cercava di placarla, così come i marinai lo erano ai richiami del loro capitano.
-Ah non fa nulla di male eh? E che ne dite di-
Gli unici a poter placare gli animi sarebbero stati probabilmente lui e i suoi compagni, ma non avevano diritto di parola in quella disputa: fortuna che sulla nave ci fosse anche una loro vecchia conoscenza.
-Brhol, Yon, Alon, Birgit, basta.-
Le capacità di leadership non sempre sono collegate all’età, alla classe sociale, al genere secondario o alla bella presenza di una persona, possono presentarsi insieme, ma sono fattori slegati.
Rurumu gli aveva ripetuto quella frase come una filastrocca per anni, e lui l’aveva sempre ritenuta una cosa ridicola, ma era la verità: in mezzo a quel branco di teppisti mancati, riciclatisi come scaricatori di porto (e marinai), il capo era il più piccolo, il più basso, quello con una mano amputata. Olba, il piccolo teppista che continuava a indisporre Ja’far solo con la propria esistenza, era a quanto pareva un valido marinaio, l’unico capace di tenere a bada l’equipaggio della Xylvia, forse perché quasi tutti i ragazzi che vi erano a bordo erano arrivati a Sindria insieme a lui dopo una vita da pirati, ma in ogni caso la sua influenza restava indiscussa.
-Dov’è ora il mio piccolo amico rosso?- domandò agli amici, riferendosi a Sofocle con il soprannome che gli aveva affibbiato alla partenza, basandosi unicamente sul colore dei capelli, e individuato il piccolo, intento a cercare di arrampicarsi su delle casse, lo raggiunse, prendendolo in braccio e sequestrandolo senza chiedere nulla a nessuno.
-Che ne dici rosso, mi aiuti al timone?-
Sinbad sorrise, divertito, guardando il ragazzino giocare con il figlio dei generali, sotto lo sguardo vigile di Spaltos e il più totale disinteresse di Pisti, che pareva fidarsi ciecamente di lui, al contrario di Ja’far.
-Ohi, perché non facciamo un bagno?-
-Un bagno?- si girò a guardare Judal. In quei giorni lamentava delle vampate di caldo terrificanti, per cui aveva arrotolato i pantaloni fino al ginocchio e abbandonato l’amato top nero in cabina, con discreto disappunto suo, di Ja’far, Koumei e anche un pizzico di disagio da parte di Spaltos. Ok, più che un pizzico un mare, ogni volta che lo incrociava il cavaliere di Sasan fingeva un atroce interesse per l’oceano o per la propria lettura.
E sì, anche Sinbad lo avrebbe volentieri ripreso perché non era il caso che andasse in giro a quel modo, tanto meno in fase d’allattamento, ma se ci avesse provato avrebbero ripreso a litigare, ed era l’ultima delle cose che voleva ora che Judal pareva averlo perdonato.
-Dovremmo fermare la nave e siamo in pieno oceano, non mi pare una grande idea.- obiettò ragionevole, ma Judal smontò velocemente le sue difese: poteva sempre far montare lui un bel vento che spingesse la nave per recuperare il tempo perso, e pur essendo in pieno oceano erano in un tratto scarsamente popolato da mostri marini.
Gli si avvicinò, sinuoso come un gatto, sedendosi sul bordo della sua sdraio e guardandolo furbescamente, incuriosendo Ja’far sdraiato accanto a loro a leggere.
-Se non fai fermare questa nave ORA- gli bisbigliò all’orecchio, sogghignando in direzione di Pisti, intenta a leggere il labbiale -io ti garantisco che non mi limiterò a girare a torso nudo su questa nave. Girerò proprio nudo, e toccherà a Te scrivere al signor re di Sasan perché suo figlio si è suicidato buttandosi in mare con l’armatura addosso ed un macigno al piede. Quindi, Sinbad che vuoi fare?- chiese ironico, pizzicandogli il naso e sorridendo ferino a Pisti: il secondo dopo si sfilò elegantemente i pantaloni, buttandoli alla rinfusa sul ponte, tuffandosi in acqua per raggiungere la ragazza.
Sospirò, guardando avvilito verso Ja’far -Credi che riusciremo mai a insegnarli le buone maniere?-
-Impossibile.-
Annuì, alzandosi e appoggiandosi al parapetto per guardare meglio Judal e Pisti giocare a schizzarsi, mentre anche il resto dell’equipaggio della nave si tuffava in mare, seguendo l’esempio di Olba, tuffatosi con Sofocle, incurante delle urla del capitano.
-Sin, reggi.-
Allungò meccanicamente un braccio, raccogliendo il velo che Ja’far gli passò, senza badare al resto, almeno finché non lo vide sedersi sulla balaustra.
-Mi prendi in giro per caso, anche tu?-
-Beh, fa caldo, Judal ha ragione. E puoi dire ciò che vuoi, ma muori dalla voglia di buttarti anche tu.-
Scosse il capo. Ja’far aveva ragione, e quindi perché attendere?
-Spaltos, andiamo.- per essere seri avrebbero avuto tempo, ma intanto potevano divertirsi e dimenticare per un po’ i loro problemi.
Quelli, in ogni caso, li avrebbero pazientemente attesi.










Note: mi dispiace per la lunga attesa, specie ora che siamo a un passo dalla fine, e del capitolo molto sconclusionato, ma tant'è, è venuto così, pultroppo conviene farsene una ragione. Per i prossimi capitoli, mi dispiace, ma non ho nulla di pronto e benché io nuoti in un mare di ispirazione in quest'ultimo periodo questa storia pare essere impermeabile, anche se in compenso sto lentamente lavorando a un altra cosa su Magi.
In definitiva, prometto (sperando di riuscire a mantenere le mie intenzioni) di tornare al più presto, ma dubito di farcela prima della fine degli esami, questa dannata didattca a distanza mi esaurisce...
Nulla, a presto
Hoshi
   
 
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