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Autore: The_stampede    15/05/2020    3 recensioni
La storia prosegue negli anni dopo lo scontro con Safulan e il mancato matrimonio. La situazione non è cambiata molto tra loro, ma sono cambiati loro con l'unica, inevitabile costante della vita: il tempo che trascorre. Mentre Akane è maturata sia in senso fisico che mentale, Ranma ancora si crogiola nella folle quotidianità della loro vita, ma l'inizio del terzo e ultimo anno scolastico finirà per fargli fare un brusco risveglio, peggiore di quelli a cui lo ha abituato la fidanzata.
Ranma 1/2 è il mio manga preferito, lo rileggo spesso e ogni volta non posso fare a meno di scoppiare a ridere per le disavventure, i personaggi e il nonsense, che percorre tutta la storia. Come la maggior parte dei suoi fan, anche a me è rimasto l'amaro in bocca per il finale aperto. Negli anni e nelle varie riletture ho finito per apprezzarlo maggiormente, ma non è passata la voglia di creare qualcosa che soddisfacesse il mio bisogno di una conclusione. Così eccomi qui; spero possiate apprezzare la storia e, come succede a me quando leggo le fanfiction altrui, passiate qualche momento di svago e stacco dal quotidiano nel leggerla.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ramma sentiva un inebriante odore nelle narici, un profumo che avrebbe riconosciuto fra mille, ma non era possibile...Come mai lo sentiva mentre stava dormendo? Aprì leggermente un occhio e si trovò davanti il piccolo e perfetto viso di Akane. Il cuore iniziò a battere senza controllo, cosa ci faceva Akane nel suo futon? Iniziò a ricordare; non era nel suo futon, era nella camera del Maschiaccio, riconosceva le lenzuola e il comodino. 

Tornò a fissare la sua pluriennale ossessione, che ormai occupava la mente più di tutte le tecniche di arti marziali messe insieme.

Dormiva beatamente, qualche ciocca di capelli le incorniciava il viso, il respiro era regolare mentre un leggero sorriso le increspava le labbra. Le spalle di lei ondeggiavano ritmicamente e il codinato sentiva il corpo della fidanzata adeso al suo, un calore diffuso sprigionava da entrambi, tanto da far pensare all’artista marziale che la febbre fosse tornata prepotente. Avrebbe tanto voluto baciarla! Mentre pensava tutto ciò, Akane iniziò ad aprire gli occhi e in breve si trovarono a guardarsi. Le frange si sfioravano, il rossore delle guance accendeva i visi, i battiti accelerarono per entrambi: era evidente il desiderio che faceva brillare gli occhi dei due adolescenti. Ranma teneva ancora stretta la mano di lei, quella afferrata nottetempo per trascinarla nel letto affianco a lui. Con il pollice disegnò un piccolo cerchio nella parte che congiunge il polso al palmo, era un tentativo di farle una coccola, non avrebbe immaginato, ne la ragazza lo avrebbe mai ammesso, che questo provocasse nel Maschiaccio desideri che andavano ben oltre la voglia di baciarlo. Lo chiamò con voce roca e fievole “Ranma”. Iniziarono ad avvicinare i volti, chiamandosi vicendevolmente, come per essere sicuri che l’altro fosse davvero lì e le loro labbra si sfiorarono.

-Ranmaaaa, Akaneee: è arrivato il dottor Tofu!- 

Un tonfo sordo indicò che Ranma aveva sbattuto fuori dal letto la ragazza senza tante cerimonie. Quando Nabiki aprì la porta la scena era tanto comica quanto scontata. 

La piccola Tendo era con la faccia a terra e il sedere per aria, le dita alzate formavano delle corna, il codinato si era rintanato sotto le coperte pregando i Kami che, quando Akane si fosse vendicata dell’ennesimo comportamento da smidollato, la morte giungesse indolore e intanto urlava tutta la sua innocenza. 

La mezzana guardava divertita la scena 

-Akane, ti sembra il modo di dormire? Non dovevi vegliare su Ranma? Sei proprio un'imbranata sorellina- 

-Oh, stà zitta Nabiki- disse l’irruenta ragazza, mentre misurava a grandi passi la stanza e usciva dalla porta come un orso affamato dalla grotta. 

La più furba delle Tendo non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di una stoccata finale 

- Allora? Avete dormito bene insieme?-

Un fulmine trapassò Akane, facendole prendere un colore bluastro e al contempo la posa ridicola di chi è stato punto sul vivo. 

Si voltò a guardare la sorella che sorrideva sorniona…”Ma come fa ogni volta?!” poi in linea d’aria vide sulla libreria l’orsacchiotto bianco che Nabiki le aveva regalato a Natale e un atroce sospetto le venne in mente “Non sarà mica una telecamera?” Scrollò la testa “Andiamo, questo sarebbe troppo persino per Nabiki” e si avviò verso il bagno. 

-Buongiorno Akane- 

-B...Buongiorno Dott. Tofu- 

- Allora com'è andata la nottata?- 

Akane si fece rossa in viso, farfugliò un bene e si chiuse in bagno. 

Appoggiata alla porta si sfiorò le labbra e il cuore riprese ad accelerare.

Quando Tofu entrò nella stanza trovò Ranma che urlava come un pazzo da sotto le coperte, inveendo contro la fidanzata racchia che non avrebbe sfiorato nemmeno con un dito. Il dottore bussò sulla testa del paziente per farsi aprire l’inusuale rifugio. 

- Buongiorno Ranma, ti senti meglio?- 

-E’ lei Dottor Tofu, buongiorno- 

Guardando negli occhi il buon dottore il codinato arrossì, intimidito dalla purezza dello sguardo che lo stava scrutando. 

-Vedo che stai meglio, sono sollevato!- 

Ranma piegò leggermente la testa di lato, non capiva appieno l’affermazione del dottore. 

-Era preoccupato perchè ho preso l’influenza?- 

Gli sembrava un po’ incongruente l’apprensione mostrata dall’archiatra per un’influenza in confronto a come lo avevano ridotto sfide con yeti cornuti, alati e in ultima versione persino tentacolati,  vecchietti malefici e semidei. 

Tofu scosse la testa e si sistemò gli occhiali 

-Parlavo del tuo Qi Ranma - 

-Il mio Qi?- 

- Akane non ti ha detto nulla?- 

Il codinato scosse la testa energicamente e la sua treccia sottolineò il movimento svolazzando qua e là. Così il Dottore spiegò pazientemente all’artista marziale la sua teoria sul perchè quest’ultimo sprigionasse un’aura nerastra in determinate situazioni. Ranma artigliò le lenzuola un paio di volte quando le parole del dottore lo riportarono alla litigata con Hiroshi e alla rabbia verso Akane. 

- Potrei essere pericoloso per Ak...Per la mia famiglia?- 

chiese il ragazzo con un filo di voce e guardando ostinatamente le decorazioni delle lenzuola.   

- Non penso, ma non lo so con certezza, però diventerà pericoloso per te. Se continuerai a reprimere i sentimenti la tua aura si ammalerà sempre di più. - 

- Continuo a non capire- disse l’artista marziale grattandosi una guancia.

Il buon dottore emise un sospiro ed una piccola nuvoletta tonda sottolineò la frustrazione a cui Tofu era sottoposto in quel momento, alla scuola di medicina non ti preparavano ai Ranma, forse perché non ne esistevano molti al mondo. Pensò fosse meglio fare una digressione: -Quanti anni compi Ranma?- 

Il codinato lo guardò di sottecchi, non gli piaceva quando la gente iniziava un discorso con dei giri di parole 

-18- 

-Uh, bene, così quest’anno ti diplomi alle superiori- disse il dottore alzandosi in piedi e guardando fuori dalla finestra. 

Ranma lo seguiva con lo sguardo come si seguirebbe una pinna di squalo muoversi in mare. 

- Cosa pensi di fare dopo? Proseguirai con gli studi?- 

-Non scherziamo dottore, farò l’artista marziale e dirigerò la palestra! Non sono portato per lo studio!- e mentre lo dichiarava portò la mano destra dietro la nuca a sottolineare l’imbarazzo ridacchiando nervosamente.

- Dirigerai la palestra? Uhm, quindi tu e Akane sarete soci?- 

-Che assurdità, perchè dovrei fare una società con quel maschiaccio privo di sex appeal?- -Allora pensi di comprare la palestra dai Tendo?- 

-Comprarla? Ma che diavolo sta dicendo dottore?- 

-Quindi non vuoi creare una società con l’erede della palestra Tendo e non vuoi comprarla, come pensi di entrarne in possesso allora?- 

-Bhe quando io e Akane saremo sposa…- e si interruppe, iniziando a capire che stava dando per scontato la sua vita con la ragazza con il caschetto 

-E come pensi di fare a sposarla se non le dici quello che provi per lei?- disse Tofu, che era tornato a sedersi per fronteggiare Ranma.

Fu come una doccia fredda, ma senza seno che cresceva inopportuno sul torace.

Ranma si distese nuovamente nel letto, fissando un soffitto che non vedeva, troppo frastornato. Si rialzò di scatto 

-Ahhhhhhhhhhhh- urlò sfregandosi la testa come se fosse abitata da un milione di pidocchi voraci 

-Tutto bene Ranma?- 

Il codinato voltò meccanicamente la testa come una bambola da ventriloquo mentre due enormi fiumi gli rigavano le guance 

-Dottore- disse con tono piagnucoloso -Che devo fare?- 

Tofu cadde a terra in maniera scomposta, sconfitto dall’immaturità del suo paziente. Si alzò cercando di ricomporsi, aggiustandosi di nuovo gli occhiali sul naso per darsi un tono. 

-Mi dispiace Ranma, non so come aiutarti in questo senso- guardandosi le mani con uno sguardo mesto aggiunse -No, non sono proprio la persona a cui chiederlo- e si alzò. 

-Confermo la mia diagnosi, è meglio se non ti muovi da questa camera per qualche giorno-

   
 
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