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Autore: lmpaoli94    15/05/2020    0 recensioni
Giovanni, un ragazzo di vent’anni caduto in come dopo un grave incidente, giace ancora addormentato nell’ospedale della sua città dopo un anno dal fatto.
I suoi genitori che riponevano ancora flebili speranze sul suo risveglio, gli erano sempre rimasti vicini in quel momento difficile che sembrava non avere fine.
Dal canto suo, Giovanni doveva lottare nella sua mente per superare ostacoli di ogni tipo che gli si presentavano, raccontando tutto in un diario immaginario che ha deciso di scrivere dopo un anno di oblio e di buio dove la luce era solo una pura illusione e la speranza di rinascita, una vittoria ancora troppo lontana.
P. S.: le scritte in corsivo sono i pensieri e le parole durante il viaggio nella mente del protagonista
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno uno: il tempo sembra essersi fermato
 
 
Caro diario
Nel mentre mi ritrovo a scrivere lontano dalla mia vera vita vagando in distese di campi dai colori sublimi, ancora non riesco a rendermi conto che la mia esistenza è ancora appesa ad un filo.
Sento alcune voci rimbombare nella mia testa, riuscendo a capire che sono i miei genitori.
Loro non mi hanno mai abbandonato in tutto questo.
Mi rimangono vicino facendo dei gravosi sacrifici mentre i medici fanno di tutto per riportarmi alla vita.
Non riesco a ricordare di quell’incidente e per un anno sono rimasto addormentato in un luogo dove la luce era sparita per sempre.
Adesso che il cammino della mia rinascita è cominciato, dipende tutto da me.
Dalla mia volontà di tornare a vivere e dalla voglia di riabbracciare i miei parenti e i miei amici.
Sono troppo giovane per morire, anche se molta gente muore prima di raggiungere i vent’anni.
Un duro scopo è la vita e molti vengono stroncati proprio nel fiore degli anni.
Non dovrebbe accadere tutto ciò. A nessuno.
Per questo io comincio un cammino che mi porterà verso il risveglio e con la consapevolezza che il viaggio nella mia mente possa essere di monito per tutti coloro che sono ad un passo della morte e non possono fare altro che abbandonarsi al tragico destino.
Anche se è un anno che sono rinchiuso nella mia mente gridando in maniera esasperata senza che nessuno mi possa sentire, la voglia di lottare non mi è mai mancata.
In un mondo in cui il tempo si è fermato e lo spazio sembra non esistere, mi concentro sugli echi dell’aria che il vento sferza verso la mia mente.
Non riesco ancora a capire il motivo del mio ritrovo in questo luogo, anche se immagino non è la prima volta in cui ci metto piede.
Grazie ai miei genitori ho potuto viaggiare molto per il mondo, anche in tenere età.
Ho conosciuto tribù, lingue di ogni tipo e la gentilezza di chi ti ospita e ti fa sentir come se fossi a casa tua.
Nelle loro vite io mi sono sempre sentito a casa, senza fargli mai mancare il mio calore.
Ma adesso, nel guardarmi intorno, non riesco a trovare nessuno che mi possa aiutare.
Anche nei miei sogni o incubi sono abbandonato a me stesso? Ma perché voglio farmi soffrire anche quando sono addormentato? È la mia punizione per essere stato imprudente con una vita che mi ha regalato gioie e dolori? Chi può rispondere alle mie perplessità.
Grido con la forza della disperazione sperando che qualcuno mi possa sentire, ma nessuno mi risponde.
Ho timore che la mia esistenza in questo luogo sconosciuto possa cambiare improvvisamente.
“Oh no. Non voglio essere ancora gettato nel buio. Non potrei mai sopportarlo.”
Ma mentre cammino con la disperazione impressa come un sentimento impossibile da cui sottrarsi, una figura si mostra dinanzi a me.
Sembra animata e non reale, mentre come se fosse mi si avvicina a me per avvolgermi con il suo freddo e con il calore allo stesso momento.
Ma poco dopo la luce di quella figura inanimata si mostra come un angelo azzurro dal viso incantevole dallo sguardo sfuggente e stupendo.
“Forse sono giunto in paradiso?”
Ma sentendo ancora padrone dei miei movimenti e dei miei pensieri, ecco che nella mia mente ricordo una vecchia canzone che avevo ascoltato prima di gettarmi in questo luogo addormentato:

 
 
Umberto Balsamo – L’angelo azzurro
 
 
Con la luce il tuo profilo
Ha un colore indefinito
La tua immagine riflette
Su un discorso che non smette
La chiarezza nei tuoi occhi
Le parole affascinanti
Che si dicono due amanti
Ma davvero siamo noi?
 
 
Se sei tu l'angelo azzurro
Questo azzurro non mi piace
La bellezza non mi dice
Le parole che vorrei
Quanti baci e tradimenti
Lacrimoni e pentimenti
Fan di te una donna sola
Che da sola resterà
 
 
Con il sole e con la pioggia
Ti bagnavi sempre tu
Ero pronto ad asciugarti
Ma non ce la faccio più
 
 
E per chiudere il discorso
Voglio dirti amore mio
Questo è un arrivederci
E non è certo un addio
Sarà facile incontrarsi
Educato salutarsi
Quell'azzurro di sicuro
Non mi incanterà mai più
 
 
Il mio orgoglio è ancora vivo
E non morirà con te
Lascia stare quell'azzurro
Che non è adatto a te
 
 
Se sei tu l'angelo azzurro
Questo azzurro non mi piace
La bellezza non mi dice
Le parole che vorrei
Quanti baci e tradimenti
Lacrimoni e pentimenti
Fan di te una donna sola
Che da sola resterà
 
 
Ma poi improvvisamente inizia a parlarmi, sussurrandomi parole che credevo di non poter mai udire.
“Vieni con me, Giovanni. Ti mostrerò un luogo non molto lontano da qui che la tua immaginazione e i tuoi occhi hanno visto non molto tempo fa’”
“Ma di cosa stai parlando? Io non mi fido.”
“Non ti fidi dell’angelo azzurro? Io sono la tua benedizione e la tua condanna. Sta a te decidere.”
senza capire quelle parole enigmatiche e piene di mistero, mi convinsi che se il mio cammino doveva avere una fine dovevo ascoltare quelle parole.
“Spero soltanto di non pentirmene.”
   
 
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