I tasti scorrono piano sotto le sue dita.
Lui non sente. Si sforza, accosta l'orecchio e avverte solo un leggero sciabordio, un mormorio indistinto e incompleto. Può solo immaginare cosa dovrebbe essere, vedere gli errori e le dissonanze e gli accordi.
È tanto vicino ai tasti che quasi vi appoggia la testa, quasi non ha spazio per muovere le mani. Chiude gli occhi, si sforza, ma è solo silenzio.