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Autore: Miss BloodyFangs    16/05/2020    0 recensioni
Fine stagione 11.
Forse fu quello ad alimentare ancora di pių il suo odio e si sentė come una ragazzina che pių gridava e meno veniva ascoltata, aggiungendo pių legna da ardere a quello che era diventato un incendio divampato in una foresta.
Amara odiava come suo fratello li proteggeva e li odiava per come fosse bastato vedere Dean per non riuscire a toccarlo se non con una carezza sul viso.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amara/ The Darkness, Chuck Shurley, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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In principio fu… dolore. Quel dolore che aveva covato per secoli, millenni, fino a perdere il conto di quanto tempo era passato da quando era stata rinchiusa in quella cella, tormentata dal dolore, persa dentro esso e lacerata.

Poi c’era stata la liberazione, paradossalmente una luce e aveva visto lui. La prima visione di Amara fu un uomo. Le emozioni erano intense e si fondevano: odio, amore, sofferenza, gelosia e ancora confusione… la sua presenza era strabiliante e Amara cercò di nascondere a se stessa come la semplice esistenza di ciò che l’aveva condotta nella sua gabbia era davanti a lei e sentiva un legame con quella creatura.

Era un semplice uomo.

Le sembrò come se tutto quanto dovesse ruotare attorno a lui e poi arrivò la realizzazione vera, potente; era libera. Le sue mani toccavano ciò che la circondava e i suoi piedi camminavano scalzi sull’erba e tanto bastò a ricordarle cosa doveva fare, ora che il marchio era stato spezzato e risiedeva di nuovo sul suo petto come un monito.

E se in principio fu dolore poi fu la disperazione, quando ritrovò suo fratello. Lo sguardo nei suoi occhi, nonostante il tempo non era cambiato.

Ma ciò che Amara detestò più di tutto fu come i suoi pezzi di argilla la guardavano e il modo in cui Dean distoglieva lo sguardo. Era lei la cattiva, non lui. Nessuno guardava attraverso i suoi occhi e non capivano quanto la cosa fosse più grande di loro, del mondo, persino di lei.

Forse fu quello ad alimentare ancora di più il suo odio e si sentì come una ragazzina che più gridava e meno veniva ascoltata, aggiungendo più legna da ardere a quello che era diventato un incendio divampato in una foresta.

Amara odiava come suo fratello li proteggeva e li odiava per come fosse bastato vedere Dean per non riuscire a toccarlo se non con una carezza sul viso.

Sarebbero dovuti essere loro due fratelli, solo loro, ma lui aveva deciso di fare altrimenti e lei aveva passato milioni di anni a pagarne lo scotto.

Quasi non le sembrò vero, quindi, vedere lì diversi esemplari delle creazioni di suo fratello, tutti schierati al suo fianco per quanto anche loro potessero avere da ridire sulla sua condotta.

Una parte di lei, però, sapeva che l’unica cosa che le interessava era il modo in cui Dean non la guardava e Amara ingenuamente non comprendeva cosa ci fosse di tanto sbagliato tra di loro.

 

Poi Lui parlò e decretò nuovamente la sua fine facendo sentire Amara quasi sollevata. Nonostante fosse arrivata da poco sapeva che non sarebbe mai potuta finire altrimenti, uno dei due sarebbe morto e a lei andava bene così – forse anche superbamente conscia delle sue capacità, ma non aveva previsto il bruciore del marchio che lentamente scoloriva sulla sua pelle.

Realizzare ciò che suo fratello aveva intenzione di fare più doloroso di qualsiasi altra cosa.

Perché qualsiasi cosa sarebbe andata bene, ma patire nuovamente quella solitudine sarebbe stato troppo, non avrebbe resistito un altro giorno a quel modo.

Il terrore la pervase e bastò lo sguardo negli occhi di suo fratello affinché Amara raggiunse una sua personale consapevolezza: Dio non aveva capito.

Le aveva chiesto scusa e nei suoi occhi non c’era altro che una tristezza infinita, ma non aveva capito assolutamente nulla del motivo per cui lei era stata tanto infuriata nei suoi confronti, per così a lungo e ancora una volta le sembrò che più volesse gridare e distruggere quell’universo insignificante, meno sarebbe stata ascoltata.

 

La disperazione di quella voluta incomprensione la spinse a ritrovare le sue forze e non le interessava più essere capita, era solo stanca.

Allora si decise a gridare e non le importò che nessuno ascoltasse.

 

Se desideravano che fosse lei l’infima oscurità di cui tanto avevano paura, allora lo sarebbe stata.

Amara decise in quel momento che sarebbe stata l’oscurità più nera che avessero mai conosciuto e le bastò uno sguardo al cielo per capire cosa avrebbe spento per prima cosa.

 

Con un sorriso pieno di improvvisa serenità, Amara spense il sole.

 

E se in principio fu il suo dolore, ora l’avrebbero provato anche loro.

L’oscurità aveva appena ucciso la speranza.

  
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