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Autore: lagertha95    16/05/2020    2 recensioni
[Drarry] [AU!War]
Un'esplosione, un sacrificio, un torace quasi aperto. Draco ha messo per la prima volta davanti a sé qualcuno che non fosse lui e adesso ne paga il prezzo.
Dal testo:
"Draco boccheggiava come uno dei pesciolini che nelle sue estati infantili Harry pescava con il padre, quando li slamava e quelli boccheggiavano affamati d’aria sul pontile in legno."
Genere: Angst, Guerra, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Salve a tutti/e!
Chi mi conosce come autrice sa che non scrivo slash, mai. Però l'occasione era ghiotta e quindi mi son detta perchè no? 
Ora, non essendo avvezza nè a scrivere slash nè a scrivere roba h/c, do a voi l'onere di giudicare quel che è uscito fuori.
Preciso che la coppia non è neanche particolarmente sviluppata (potrebbero essere visti semplicemente come due commilitoni particolarmente legati), ma per me è stata già un grande sforzo, visto che nelle mie storie Draco ed Harry non sono neanche troppo amici, in linea generale.
Comunque, bando alle ciance. Vi lascio alla lettura di questa "cosa" e mi ritiro in un angolo.
Un bacio a tutti, come sempre.
Lagertha



Questa storia partecipa alla FirstAidKitChallenge organizzata dal gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart su Facebook.
Oggetto: filo da sutura
Prompt 1: «Non respiro, non…» «Sì, che ci riesci…»
Prompt 2: Taglio sul fianco.

 

Andrà tutto bene




La chiazza di sangue si allargava sotto il corpo di Draco come le macchie di petrolio si allargavano nell’oceano: inesorabilmente.
L’esplosione avvenuta proco prima e lo spostamento d’aria che era seguito lo avevano travolto in pieno, lui che aveva fatto mettere gli altri al riparo e che si era trovato allo scoperto nel momento in cui la bomba era esplosa.
Uno squarcio gli si apriva nel fianco, una ferita orribile tra le cui carni si intravedevano le coste spezzate.
Draco boccheggiava come uno dei pesciolini che nelle sue estati infantili Harry pescava con il padre, quando li slamava e quelli boccheggiavano affamati d’aria sul pontile in legno.
Harry gli corse a fianco non appena ebbe il via libera e lo trascinò al sicuro, avvicinandolo alla tenda medica da cui il capitano Paciock, medico della squadra, accorreva.
Mentre Neville dava una prima occhiata alle ferite – gravi, quasi gravissime – Harry gli si inginocchiò accanto prendendogli una mano polverosa.
«Non respiro, non…» boccheggiò Draco, tremando e deglutendo a vuoto e muovendo gli occhi a destra e a sinistra.
«Sì, che ci riesci…» lo spronò Harry stringendogli la mano e gettando un’occhiata alla ferita.
«Pneumotorace traumatico. Probabilmente un moncone della IX costa sinistra ti ha perforato il polmone. Dobbiamo intervenire subito, al grosso penseremo in un secondo momento.» disse al biondo capitano che sembrava prestare decisamente poca attenzione alla voce del compagno. «Harry, cerca di tenerlo calmo più che puoi. Dean, Ronald, tenetelo fermo. Draco, sarà doloroso, ma devi cercare di restare fermo.»
La squadra, sudata e terrorizzata, annuì mentre il dottore rovistava nella borsa tirando fuori un tubo di drenaggio che mai come in quel momento a Harry parve così enorme.
«Andrò tutto bene, Draco, vedrai.»
«Tenetelo immobile.» sussurrò Neville, serio, un attimo prima di infilare il tubo di drenaggio nel torace di Draco che si dimenò e svenne per un attimo, tenuto bloccato al terreno da Ron e Dean, mentre Harry gli carezzava dolcemente i capelli sudati con le lacrime agli occhi e dal tubo usciva un sottile sibilo.
«Andrà tutto bene.»
«Non mi lasciare Harry...» sussurrò Draco, un attimo prima di svenire.

Si risvegliò a causa del dolore pungente di un ago e dal sentire il filo spesso scorrergli nella carne, la mano destra ancora stretta in quella di Harry che - Draco lo constatò con difficoltà immane - aveva un colorito verdognolo e un aspetto decisamente poco sano.
«Andrà tutto bene, sfregiato.» sussurrò, la bocca piegata in un ghigno, soffocando i gemiti di dolore che Neville, pur bravissimo com'era, gli stava provocando ricucendolo.
«Quella era la mia battuta, furetto.» ribattè Harry, stringendogli un pochino di più la mano ed evitando di guardare la sutura.
Ed entrambi sapevano che finchè fossero stati insieme tutto sarebbe andato bene.
   
 
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