Libri > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: ArwenDurin    17/05/2020    0 recensioni
"Qualcosa di inspiegabile è accaduto, almeno a rigor di logica, è qualcosa che per la ragione è follia, audacia e impeto che poco fan parte della mia tanto venerata razionalità… a cui credo sempre meno oramai.
È formata dallo stesso impeto che io stesso ho nello scriverlo per lettera, poiché non più capace nel tenerlo nella più profonda parte di me..."
Sherlock POV, victorian age
Johnlock
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mio caro Watson,
Qualcosa di inspiegabile è accaduto, almeno a rigor di logica, è qualcosa che per la ragione è follia, audacia e impeto che poco fan parte della mia tanto venerata razionalità… a cui credo sempre meno oramai.
È formata dallo stesso impeto che io stesso ho nello scriverlo per lettera, poiché non più capace nel tenerlo nella più profonda parte di me. Lei non deve fraintendere amico mio, ho tentato, lottato, negato e odiato perfino questa parte di me; ma invano è oramai, tenere contenuto ciò che è fuoruscito da tempo dal mio personale vaso di Pandora.
Watson, proprio lei mi ha definito una macchina calcolatrice senza alcunché briciola di sentimenti o avvezzo a provarne, poiché andavano contro la ragione e ad onor del vero, aveva ragione.
Era ciò in cui credevo io stesso, su cui avevo costruito le mie fondamenta che ahimè, ho visto andare a pezzi, anno dopo anno e al quale non ripongo più fiducia. Sa amico mio, le confesso che la razionalità che mi apparteneva, non era niente di meno che una barriera, ben costruita e architettata negli anni che furono.
Ero ben conscio di provare emozioni, d’altronde sono umano per quanto spesso provo gioia ad elevarmi e distaccarmi da schiocchi comportamenti di questi ultimi, ma non devo di certo spiegarlo a lei, poiché l’aveva intuito.
“È così che la descrivo al grande pubblico, ma questo non è lei.” Così mi disse una volta, con occhi blu accesi di convinzione… lei sottovaluta la sua intelligenza mio caro Watson, ma posso garantirle che soltanto una mente che ragiona e qualcuno di così propenso alla conoscenza dell’animo umano, poteva vedere sotto la mia maschera di presunzione e arroganza.
Dunque, ora mi ritrovo a esporle la verità in una lettera che probabilmente non leggerà mai.
Watson, lei è a conoscenza che la mia mente è come una stanza che io riempio di informazioni per me rilevanti e necessarie per il mio lavoro, ebbene, queste stanze sono aumentate.
Mai avrei immaginato, sognato, o pensato di ritrovarmi delle camere nuove in esso, riempite in gesti e sensazioni che per me hanno un’importanza tale da doverlo scrivere qui, nero su bianco.
Poiché mai comprenderò appieno la profondità di ciò che mi sta accadendo, di come i suoi gesti, per quanto i più insignificanti persino per chi non la conosce, com’anche le sue piccole espressioni facciali e sguardi, abbiano un posto di privilegio nella mia mente.
Tutto iniziò qualche anno fa, lei è sempre stato una qualche sorta di enigma speciale mio caro Watson, e mi misi ad analizzarla sempre più minuziosamente, come anche lei fa con me, onorandomi a dir il vero, per quanto per ragioni diverse. Il fatto è che non riuscivo davvero a comprenderla affondo e questo mi affascinava, lo ammetto, così cominciai e mi sorpresi ad osservarla… e lentamente e assolutamente fuori dal mio controllo emotivo e mentale, diventò sempre più importante, era quasi vitale capire il suo umore o cosa volesse comunicarmi personalmente con la profondità dei suoi occhi azzurri.
Col tempo, mi ritrovai sospinto da una forza invisibile a volerla rallegrare quanto un incubo le faceva visita, o tornava nella nostra casa afflitto da qualche preoccupazione, ho composto per lei, questo lo sa…non l’ho fatto soltanto per lei, ma per necessità di doverlo fare.
Di conseguenza mi ritrovai ad apprezzare la tua compagnia, a osservarti quando nemmeno ero conscio di farlo apprezzando il tuo volto, la tua gioia che avvolgeva anche me e i tuoi occhi così capaci di toccare corde di me che mai avrei creduto possibile. Ho cominciato a trovarti attraente sotto ogni punto di vista, per quanto quest’ultimo aspetto l’ho sempre trovato puerile e di poco interesse, ma con te mio caro John, non posso farne a meno.
Mi rendo conto delle conseguenze di ciò che sto esponendo, ma ti assicuro che non uscirà dalle mie labbra quanto sto scrivendo, non posso permetterlo o meglio, l’epoca in cui viviamo poco è propensa a perdonare tali inclinazioni.
Dunque, per il nostro bene sociale e emotivo, non lo dirò ad alta voce non ne farò parola con nessuno, e soltanto questo foglio sarà testimone di ciò che sto cercando di esprimere con misere parole rispetto a ciò che sento.
Non sono mai stato bravo con i sentimenti, il campo romantico è il tuo John, contenuto in libri romanzati che tanto ti aggrada leggere: esso è il sentimento più descritto, decantato e osannato dai poeti ed io ahimè, posso senz’altro dire di essere caduto ma anche di voler esserne preda altro non posso fare,  poiché è la forza che da sempre tiene in scacco l’uomo.
È piuttosto ovvio a questo punto e sono certo sarai concorde con me, ma devo esprimere, esporre e comunicare la fiamma che sento bruciare dentro di me…e penso sia alquanto ilare la situazione, nel vedermi così poetico, nevvero?
Ciò che sto cercando di dirti mio caro John, mio unico conduttore di luce è che io credo, per non dire che sono certo, di amarti.
Profondamente e totalmente, questa è la verità che devo celare persino a te ma è questo che qui ti sto dicendo John, per quanto non saprò mai il suono della mia voce a tale esclamazione, o quale emozione attraverserebbe il tuo viso…ma amor mio, questo è il nostro destino in quest’epoca. Confido che in ere più evolute, ciò che a me sta accadendo, che a persone come me e te accade, sarà accettato come naturale e non una qualche perversione nociva…ma per il momento qui mi limito a dirti che sei la mia melodia incompleta, d’un malinconico suono che soltanto io posso udire e tu in una qualche notte in sogno, chissà se potrai.
Sempre Tuo,

 
Sherlock Holmes.



Angolo autrice: Ciao a tutti, lo so, il titolo è un po’ banale ma riprende delle foto che ho fatto in onore della lettera, (gli ho fatto un intero servizio fotografico in realtà 😊)
e che trovate
qui e che mi ha ispirato, come la lettera ha ispirato le foto XD l'altra foto è sul mio Twitter come immy copertina del racconto.
 
Il mio lato romantico salta fuori ahah è da un po’ che volevo scrivere una lettera di Sherlock a John,  e finalmente l’ho fatto!
Vi dico subito che il passaggio dal “lei” al “tu” è voluto.

Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà😊

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: ArwenDurin