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Autore: BlackQueen64    17/05/2020    1 recensioni
Porto rancore all'uomo
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La mia morte sarà nient'altro che una rappresentazione teatrale, inscenata disdetta rovinosa, mera metafora dove marcisco e alletto i vermi, prima portata squisita che si confà al tetro funerale: veleno per topi insito nelle leccornie che sgranocchiate alla vista della mia bara diroccata. L'ira cosmica, priva di perimetro o epilogo, impagliata e sterilizzata, fermenterà pur tre metri sotto terra e in ben che non si dica infesterà il cimitero. Il male agisce in silenzio. Cadaveri richiamati alla vita, guidati dall'antimateria che li divora, il tanfo di tale rabbia -eco nell'universo spoglio- sovrasterà la puzza di marciume, gli scheletri simili a polvere, coloro che un po' di carne all'osso la conservano penzolante, i neo defunti e la cenere stessa alimenteranno l'incendio doloso che raderà al suolo ogni fondamenta, principi privi di spessore. Il mio odio ultraterreno infesterà i vostri villaggi, dimore tali a macerie e cari pari ad arti tumefatti e dimenticati nel caos d'un giudizio universale medievale; smembramento e mutilazione. Le urla incessanti del cupo, invisibile, surrealistico buco nero, divoratore di folgori incresciose e mondi alieni, risucchiotare d'amanti dediti ad una serenata che richiama i toni mortuari d'un requiem muto; vuoto che quando ancora osavo respirare utilizzava usare il mio petto come chiocciola, le quali urla risuoneranno fra le file dei cieli, trombe d'arcangelo annunceranno il mio risentimento, acuti che frammentano un cielo di vetro, lampadari di cristallo che s'infrangono al suolo, viscere e gemme. L'esercito di dannati morti accaniti che mi elogiano masticheranno la vostra prole, sangue fra le cuticole, prova tangibile dell'orrore che ha avuto luogo. L'orrore mi sussurra, fischia fra le placche e le tegole, i tuoi timpani esplodono, l'osso cede. Il mio nome è troppo da udire, troppo. Ultrasuoni in lingue arcane antiche quanto la violenza che plasmò questa razza di porci, se socchiudi le palpebre e dimentichi la realtà circostante, potrai udirli. Grida graffianti, incessanti, gola raschiata, corde vocali stremate, percepisci le mie falangi che si strappano la chioma voluttuosa? Sferra un pugno allo specchio, arabeschi di sangue lungo le tue nocche, sferra un calcio all'arto parallelo, inciampi fra i peroni. Le dita scheletriche che ti spolpano, si cibano della tua carne e si asciugano il sangue colante sul mento; le tue lacrime mai versate. Le anime dannate ti hanno raggiunto, riscattano la tua vita, ti odiano e pretendono di sfogare il loro odio. Dio se ti odiano. Quando abbandonerò la mia veste carnale, non temete. Sarò al vostro fianco, urlerò a squarciagola fra i corridoi dei vostri condomini, vi scruterò dalla fessoia fra le ante dell'armadio socchiuso, vi accarezzerò la mano sporgendomi dal retro del materasso. Contaminerò i vostri sogni d'oro, il mio bacio della buona notte sarà il veleno mortale che vi condurrà nel regno dei folli, morso di serpe, effusione di vipera, frutto succulento. Sarò fra gli occhi dei vostri aguzzini, incarnerò i vostri ramarrichi e vi concederò a malapena un lieve soffio d'aria, mite carezza intima con l'unico scopo di rendere ancor più crudele la sberla che la seguirà. L'impronta della mia mano putrescente segnerà col suo rossore qualsivoglia via prediligerai nel futuro incerto, sarò la contusione che ti invaliderà finché la morte non ti strapperà ai mostri risorti, sempre e rigorosamente per mano mia. Il magma che fuoriuscirà dal selciato crepato fonderà ogni brandello di appiglio che la tua speranza partorirà, i cadaveri sorgenti dalle tombe saranno i miei violinisti, mentre le trombe celesti dei serafini e i cori d'urla agghiaccianti che si riverseranno fra le schegge di stelle accompagneranno La mia sinfonia, melodia d'orrore, divulgherà come undecisima piaga divina e io, compositore e direttore d'orchestra, armeggierò dagli spalti scoccando il mio odio indiscriminato; cupido anticonvenzionale.
   
 
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