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Autore: Piumadoro    18/05/2020    0 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Star adorava quella torre, e sapeva quanto fosse importante anche per James; spesso negli ultimi mesi si erano chiesti se avrebbero dovuto parlarne o meno con gli altri Malandrini. Alla fine avevano optato per mostrare loro la torre, sapevano che se avessero spiegato la sua importanza nessuno dei loro amici l’avrebbe violata. 

Prima di fare ciò, però, si godettero un’intera mattinata da soli con il loro segreto. Star era sdraiata a pancia in giù sul pavimento in legno, leggeva un libro in tranquillità, i lunghi capelli che si adagiavano sul suolo in morbide onde.  

“Sai...Sirius non sta più con Mary.” Accennò James quasi con causalità. 

“L’ho notato.” Rispose lei tranquilla senza alzare gli occhi dalle pagine. 

James sbuffò chiudendo il Manuale avanzato di Trasfigurazione che stava leggendo per la millesima volta. “Staaaaar...” La rimproverò. 

“Cosa ti turba oggi?” Sbottò lei guardandolo finalmente negli occhi.  

“Avevi detto che gli avresti rivelato i tuoi sentimenti se fosse stato single.” Le ricordò suo fratello. 

La ragazza sospirò. “Lo so. Lo farò, ok? Sto solo aspettando il momento giusto.” 

“Tipo ieri sera quando eravate entrambi stupendi e stavate ballando insieme?” Ipotizzò James. 

“No, ieri lui stava chiaramente pensando ad altro. Lo hai visto? Era così distratto.” Commentò lei. 

James cercò di trattenersi dal rivelarle a cosa aveva pensato il loro amico per tutto il giorno. “Quindi quando?” 

“Quando sarà il momento. Ti prometto che sarò vigile e glielo dirò alla prima occasione.” Gli rivelò lei. 

“Ottimo, è ora di andare. Dobbiamo mostrare agli altri la torre e prepararci per mappare la Sala Comune dei Corvonero.” 

“Dobbiamo finire la biblioteca, inoltre; manca sempre la sezione proibita.” 

James sorrise a sua sorella. “Adoro quando prendi il controllo dei miei piani.” 

Star rise. “Non è vero, lo odi. Capitano.” Lo prese in giro poi. 

I due si presero per mano e uscirono dalla torre, raggiunsero i loro amici a pranzo.  

“Che ne pensate di andare nella Stanza delle Necessità oggi? Vorrei studiare Incantesimi.” Propose Sirius appena vide i Potter. 

“Ottima idea. Ma prima dobbiamo dirvi una cosa...” Cominciò Star. 

“E’ successo qualcosa di grave?" Si preoccupò Remus. 

“No, tranquillo.” Lo rassicurò James sedendosi sulla panca. “Il fatto è che vi abbiamo nascosto una stanza.” 

“Una stanza?” Chiese Peter perplesso. 

“Si... c’è un’altra torre... l’abbiamo tenuta nascosta tutto il tempo.” Spiegò Star. 

“Wow! Come avete fatto a nasconderla fino ad oggi?” Si incuriosì Sirius. 

“L’abbiamo incantata. E Silente ci ha aiutato. Insomma, storia lunga.” Raccontò James. 

“Quindi... per finire la mappa... dovete venire a vederla.” Proseguì Star. 

“Si, ma è la vostra torre, no?” Chiese Remus 

“Ci abbiamo passato dei bei momenti, si. È un po' il nostro rifugio, ma adesso è tempo che lo vediate e che...” Insistette James ma Sirius si alzò in piedi deciso. 

“No. Non veniamo a vederla.” Decretò il giovane Black. 

“Come no?” Domandò Star sorpresa. 

“No. Concordo con Sirius. Non disegneremo quella torre sulla mappa.” Affermò Remus. 

“E’ solo vostra.” Concluse Peter. 

“Oh... bene... allora andiamo nella Stanza delle Necessità.” Star si alzò energica e i suoi amici la seguirono. 

L’ambiente che si manifestò loro era come il Covo ma con molto più spazio.  

“Star, mi aiuti in Incantesimi?” Chiese Sirius appena entrarono.  

“Si, certo.” La ragazza si avvicinò al suo amico e presero a esercitarsi. 

Remus e Peter cercarono di concentrarsi in pozioni e James prese a completare alcuni dettagli della mappa. Se Star fosse stata meno impegnata a osservare il modo elegante che aveva Sirius di muovere la bacchetta si sarebbe accorta del fatto che la stanza aveva fatto apparire calderone e ingredienti per Remus e Peter, e che tutto ciò non era una buona idea. Purtroppo se ne accorsero tutti solo quando del fumo violetto e maleodorante prese a riempire le loro narici e far lacrimare i loro occhi.  

“Rem, io ti adoro ma cosa avete combinato?” Chiese piano la ragazza avvicinandosi al pentolone. 

“Non lo so ma sta per esplodere credo...” Si agitò Peter. 

“Non esploderà!” Replicò Remus punto sul vivo. 

“Star, non ti avvicinare!” Gridò Sirius afferrando la ragazza per la vita e proteggendola con il suo corpo. In quel momento preciso la pozione esplose; Remus si sorprese quando realizzò di non essere stato colpito dallo strano liquido. Quando il fumo finalmente calò Sirius si allontanò da Star e James abbassò la bacchetta, i due ragazzi erano gli unici ricoperti di pozione.  

“Grazie di averci salvato, James.” Disse piano Remus osservando il suo amico cercare di togliersi della roba rosa dagli occhi. 

Peter cacciò un urlo e corse dal giovane Potter ringraziandolo all’infinito e cercando di aiutarlo a pulirsi. 

“Non è un problema, non sembra mortale alla fine.” Sbuffò James. 

“Potrebbe sempre ucciderci domani.” Constatò Sirius. Ci fu un attimo di silenzio inquietante e poi tutti risero. Star fece sparire tutti i residui di pozione in un battito di ciglia e i Malandrini cercarono di spiegare a Remus come fare una pozione molto semplice. Ci misero tutto il pomeriggio ma alla fine sia Remus che Peter riuscirono a inserire tutti gli ingredienti della Pozione Scacciabrufoli nell’ordine esatto.  

“Cena?” Domandò Sirius esausto, era poggiato in modo rilassato su una poltrona e Star non poteva fare a meno di guardarlo; i suoi capelli neri gli incorniciavano il viso in modo perfetto e... 

“Si, andiamo a cena.” Decretò Star, cercando di distogliere lo sguardo. Dopo il discorso di suo fratello aveva realizzato di voler davvero stare con Sirius, o almeno provarci, ed era il momento giusto perché erano entrambi single... ma ancora non capiva cosa la bloccava dal dichiararsi. 

Scesero tutti in Sala Grande a mangiare.  

“Ho una proposta.” Cominciò James all’improvviso. 

“Oh, no.” Mormorò Remus toccandosi le tempie con le dita.  

“Andiamo in biblioteca questa sera." Propose James. 

Sirius si illuminò immediatamente alzando la testa come un cane che fiuta un succulento pasto. “Ottima idea!” 

“No, non abbiamo un piano. James fai sempre dei piani, perché questa volta no?” Chiese Star. 

“Perché è solo la sezione proibita! Abbiamo il Mantello, abbiamo te, andrà tutto bene.” Li rassicurò James. 

“Non andrà tutto bene.” Commentò Remus. 

Venti minuti dopo erano comunque diretti alla biblioteca; James, Peter, Sirius e Remus sotto il Mantello e Star e disillusa.  

“Ma dovevamo proprio stare tutti qua sotto?” Sbottò Remus. 

“In effetti qualcuno di noi poteva andare con Star.” Rifletté Sirius mentre la ragazza andava in avanscoperta. 

“A te sarebbe proprio piaciuto andare con lei...” Mormorò James.  

Remus ridacchiò vedendo Sirius arrossire di nuovo, James invece ebbe una reazione un tantino diversa: 

“COOOOOSA?! Sei arrossito?”  

“Lo ha fatto anche l’altra sera.” Raccontò Remus. 

“Tu lo hai già visto fare così?” Si stupì ancora James. 

“Si, è tenerissimo, non trovi?” Scherzò Remus. 

“Smettetela! Non sono arrossito!” Sbottò Sirius, anche alla tenue luce delle torce il ragazzo era chiaramente rosso in viso, eppure manteneva ancora un’espressione incredibilmente dignitosa. 

“Ah, se Star potesse vederti così si innamorerebbe subito di te.” Sussurrò James. 

“Dici davvero?” Chiese Sirius agitato.  

“Che diamine state borbottando là sotto.” Domandò Star ritornando verso di loro. 

“NIENTE!” Risposero tutti in coro, compreso Peter. 

“Siete strani. Ma ok.” Replicò la ragazza. “Comunque la biblioteca sta per chiudere, è rimasta praticamente solo Lily.” 

“Lily?” Chiese James. 

“Che c’è, sei nervoso?” Lo prese in giro Sirius, pronto a rifarsi. 

“No. Andiamo.” Rispose velocemente James, incamminandosi verso la biblioteca, il che portò i suoi amici a seguirlo, non tanto per scelta personale ma perché altrimenti sarebbero finiti fuori dal Mantello. 

Entrarono proprio mentre Madama Pince avvisava gli studenti che avrebbe chiuso a minuti. Lily sedeva ad un tavolo e alzò appena lo sguardo prima di ricominciare a leggere scribacchiando appunti furiosamente. James si fermò ad osservarla, ergo tutti i Malandrini si fermarono con lui.  

“Sei terribile.” Sussurrò Sirius cercando di distogliere il suo amico dalla ragazza dai capelli rossi. 

“Come se tu sapessi fare di meglio.” Sbuffò James.  

Si sistemarono accanto al cordone che divideva il Reparto Proibito dal resto della biblioteca e attesero il momento in cui, finalmente, Madama Pince costrinse tutti ad uscire e chiuse la porta a chiave. 

Sirius si tolse il Mantello di dosso con foga e superò il cordone con un balzo. “Sei ridicolo, Ramoso. Dovresti fare qualcosa. Agire.”  

James piegò il Mantello con cura. “Senti chi parla!” Sibilò. 

“Finitela.” Sbottò Remus entrando nella sezione proibita a sua volta. “Prima iniziamo e prima finiamo. Così poi potrò togliermi la spilla da Prefetto e sentirmi meno in colpa.” 

I ragazzi iniziarono a prendere le misure ma Sirius e James continuavano a distrarsi.  

“Ci sono libri di Trasfigurazione talmente avanzati da far paura!” Si sorprese James aprendo un tomo pesantissimo con figure piuttosto raccapriccianti. 

“E guarda questi incantesimi! Roba mai vista!” Si esaltò Sirius. 

“Sapete che avreste potuto prendere in prestito questi libri tempo fa, vero?” Sbuffò Remus. 

“Certo che no! Non si può prendere in prestito una cosa che non sai che esiste!” Replicò Sirius. I due presero a battibeccare e molto probabilmente non avrebbero mai smesso se Star non si fosse seduta su un tavolo tra solo fissandoli con aria trasognata. 

“Che c’è?” Le chiese Sirius. 

“Sto immaginando la vostra vita da coppia sposata.” Rispose lei tranquilla. 

Remus diventò bordeaux. “Muoviamoci.” Decretò poi ricominciando a misurare l’area.  

Finirono presto e, nonostante Remus avesse più volte ripetuto che era una pessima idea, sia Sirius che James si presero ancora qualche secondo per esplorare i volumi. 

“Non fare quella faccia, alla fine sei solo felice che ci sia qualcosa che li appassioni tra le pagine di un libro.” Lo rimproverò Star. Remus sorrise e si preparò a essere disilluso.  

“Noi restiamo ancora un secondo.” Li avvisò James. 

“Ok, ma non rubate i libri o il Prefetto Remus dovrà punirvi.” Si raccomandò scherzosamente la ragazza. 

Suo fratello le fece un cenno sorridendo divertito, Peter accanto a lui stava per avere un attacco di cuore a causa dell’eccessiva emozione che gli procurava l’idea di vivere un’avventura solo con Sirius e James. 

Star e Remus se ne andarono e giunsero alla torre sani e salvi. 

“Se penso che domani dovremo fare quella cosa alla Sala Comune dei Corvonero sto male.” Sospirò Remus tornando visibile nella Sala vuota. 

“E tu non pensarci.” Replicò Star facendo spallucce. 

“No! Che idea geniale.” Ribatté il giovane sarcastico. 

“Che cosa ci fate qui voi due?” Lily scese di corsa le scale. “E perché i vostri amici non sono con voi? Sono di nuovo in giro, vero?” La rossa li fissava con uno sguardo estremamente severo. 

“Mi appello alla nostre regole dell’amicizia e quindi non risponderò, ciao, buona notte.” Disse svelta Star sparendo rapidamente verso il suo dormitorio. 

Per un secondo Remus si sentì tradito, ma poi... ma poi niente, era stato abbandonato! 

“Tu sei un Prefetto!” Esordì Lily, dopo di che prese a ripetergli una delle sue infinite ramanzine sulla responsabilità.  

“Lily, io ti voglio bene, ma il mondo non è divisibile in bianco e nero, e i miei amici non sono criminali solo perché escono dalla torre di notte. Comunque sono stanco, e non ho intenzione di ascoltare oltre le tue ridicole insinuazioni, per quanto ne sai loro stanno dormendo nei loro letti ora.” Sbottò Remus superando la sua amica a passo deciso per recarsi nel dormitorio maschile.  

Remus, se li trovo fuori dal letto dirò tutto alla McGranitt.” Lo avvertì Lily appuntandosi la spilla sul pigiama e dirigendosi verso il buco del ritratto. 

“Fai pure.” Commentò il ragazzo atono salendo le scale in tutta tranquillità. 

Lily sbuffò e uscì dalla torre. L’ostinazione di Remus nel proteggere i suoi amici la infastidiva al punto che sentiva il suo corpo percorso da scariche elettriche. Decise di incanalare quelle energie nella ricerca di Potter e Black, non aveva la più pallida idea di dove trovarli ma era certa che non sarebbe comunque riuscita a dormire finché non li avesse beccati. 

James, Sirius e Peter stavano ancora ispezionando i libri della sezione proibita, avevano deciso che era meglio copiare con un incantesimo le pagine utili e lasciare i libri in biblioteca. Il piano era ottimo, se solo non fosse stato interrotto da qualcuno che apriva la porta. 

“C’è qualcuno qui?” Chiese Madama Pince.  

James e Sirius si scambiarono uno sguardo allarmato e coprirono loro stessi e Peter con il Mantello, nella fretta James afferrò il libro che stava consultando, peccato fosse rimasto fuori dal tessuto.   

Pix! Smettila! Ti farò sgridare dalla professoressa McGranitt, non puoi stare qui lo sai!” Gridò Madama Pince in preda al panico.  

“Metti giù il libro, mettilo giù, la stai spaventato a morte!” Squittì Peter mentre la bibliotecaria continuava a gridare indicando il tomo sospeso a mezz’aria. 

James invece ebbe la brillante idea di inserire il libro sotto il Mantello. Madama Pince caccio un urlo agghiacciante e corse via gridando: “IO ODIO QUESTO CASTELLO E TUTTI QUESTI FANTASMI!” 

“Dobbiamo andarcene, quella chiama la McGranitt.” Consigliò Sirius 

James e Peter annuirono vigorosamente e tutti e tre se la dettero a gambe, alla velocità massima di tre persone sotto un mantello, ovviamente. Percorsero alcuni passaggi segreti, guidati da James, per arrivare il prima possibile alla torre. Prima di girare l’angolo Sirius udì dei passi lungo l’altro corridoio e si fermò, Peter sbatté su di lui, purtroppo non fecero in tempo ad avvisare James che continuò a correre uscendo dal Mantello e finendo steso a terra. 

“Potter?” Esclamò una voce femminile ben nota. 

“Ciao.” La salutò James.  

“Potter!” Lily sembrava decisamente arrabbiata.  

E finalmente James fece qualcosa di intelligente: scappò. Per fortuna Sirius lo afferrò e lo coprì con il Mantello appena prima che Lily girasse l’angolo. 

“Dove sei?! Dove sei finito! Ti ho visto!” La ragazza sapeva di sembrare una pazza ma non le importava molto. Doveva assolutamente trovare James, toglierli un numero indicibile di punti, e sbattere in faccia a Remus il fatto di aver preso il suo amico in flagrante. E ora si sentiva anche una pessima amica. Eppure di Potter nemmeno l’ombra, era svanito nel nulla. “Maledetto.” Sbottò lei e, dopo alcuni interminabili minuti di ispezione del corridoio, si decise a tornare alla torre.  

“Mi adora.” Commentò James appena i passi di Lily smisero di rimbombare per i corridoi vuoti. 

“Quanto io adoro mia madre, circa.” Replicò Sirius sarcastico. 

I tre ripresero la loro camminata verso la torre e quando si trovarono davanti al ritratto della Signora Grassa si tolsero il Mantello e entrarono. 

“Ah-ha!” Esordì Lily puntando, soddisfatta, il dito verso i Malandrini. “Lo sapevo! Lo sapevo che eravate in giro per la scuola oltre il coprifuoco!” 

“Tu sei ossessionata da me.” Le fece notare James. “Dovresti mettere da parte l’orgoglio e accettare uno dei miei inviti ad Hogsmeade, perché sei ridicola così, da quanto tempo ci aspetti qui in piedi?” 

La rossa arrossì. “Venti punti in meno, a testa.” Replicò severa. “E domani andrò dalla professoressa McGranitt così finirete in punizione.” 

“Io e Sirius facciamo parte della squadra e tra due settimane avremo la partita decisiva, la McGranitt non ci metterà mai in punizione.” Ribatté il giovane Potter. 

Dire che Lily era furiosa era riduttivo; la ragazza emanava ondate di odio puro. Fortunatamente Star apparve sulle scale in quel momento.  

Lil, basta così, vieni a letto.” Disse la mora. 

“Un giorno le dirò io questo.” Scherzò James rivolto a Sirius che ghignò. 

Fu una pessima idea visto che la rossa si voltò di scatto e cercò di attaccare James dimenticandosi completamente di possedere una bacchetta e sbattendo contro la barriera invisibile evocata dal ragazzo. “IO TI AMMAZZO!” Minacciò Lily. 

“Ok, ok. Hai ragione.” La appoggiò Star raggiungendola in fretta e circondandole le spalle con un braccio. “Ma ora respira.” 

“Ho perso la calma, è normale, lo hai sentito, lo hai sentito vero?” Replicò Lily. 

“Si, l’ho sentito, e sono molto delusa.” Le assicurò la mora guardando suo fratello con un’aria davvero abbattuta.  

“Bravo, Jame, hai fatto arrabbiare Star.” Sbottò Sirius. 

“Tu hai riso!” Lo rimproverò James. 

“Ma non può davvero importarvi solo di me, avete ferito Lily!” Si agitò Star. 

“Non è vero! È un pezzo di ghiaccio! Ha il cuore di pietra!” Ribatté James arrabbiato. 

“Io non sono... non ho un cuore di pietra! Non mi conosci nemmeno!” Gridò Lily. 

“NON TI CONOSCO PERCHE’ SEI UNA STRONZA CHE SI CREDE SUPERIORE A CHIUNQUE E NON VUOI USCIRE CON ME!” L’urlo di James rimbalzò sulle pareti e tutti ammutolirono.  

“Sparisci dalla mia vista.” Mormorò Lily correndo verso il suo dormitorio.  

“Io non lo pensavo.” Sussurrò James lasciandosi cadere pesantemente su una poltrona. “Non pensavo quello che ho detto.” 

“Si, invece. E ti darei anche ragione, se solo tu non fossi sempre così odioso quando c’è lei attorno.” Replicò Star. 

“No, ti assicuro che non penso che lei sia una stronza. Volevo solo usare un termine volgare, ma non credo che lei sia così. So che è gentile... è solo che... perché mi odia?” 

Perché ti rendi detestabile ogni volta che Lily è nei paraggi.” Rispose Remus scendendo le scale per raggiungerli. 

“Oh, hai sentito anche tu.” Sospirò James. 

“Non arrenderti.” Disse Peter, totalmente a caso in realtà, ma si vedeva che era dispiaciuto per James. 

“Non ho la più pallida idea di cosa dovrei fare per rimediare a questo.” James sospirò di nuovo, sembrava davvero abbattuto. 

“Umiliati.” Se ne uscì Sirius seduto tranquillo su una poltrona. 

“Come scusa?” Chiese James perplesso. 

“Fai qualcosa di umiliante, fallo davanti a lei, e chiedile scusa, ovviamente.” Spiegò Sirius. 

Star e Remus si scambiarono uno strano sguardo. 

“Non è una cattiva idea.” Ipotizzò timidamente Remus. 

“Penso di sapere cosa posso fare.” Realizzò James riacquistando un po' di energia. 

“Perfetto, ma ora tutti a letto.” Decretò Star.  

 

......... 

 

Il mattino dopo Lily era ancora furente, scese a fare colazione con Alice e le altre ragazze del sesto anno, ma le fu difficile sembrare calma.  

“Sei arrabbiata?” Le chiese Alice all’improvviso. 

“Si.” Rispose secca la rossa. 

“Potter?” Domandò lei.  

“Si.” Questa volta il tono di Lily era talmente rabbioso da sembrare un ruggito. 

Bhe, credo che stia per chiederti scusa... immagino... non lo so...” Annunciò Marlene.  

Infatti in quel momento James si alzò in piedi sul tavolo con un quadernetto tra le mani. 

“Attenzione, scusate tutti, vorrei la vostra attenzione.” Esordì James. “Ieri sera ho detto una cosa alla signorina Evans che non avrei dovuto dire.  Quindi, dal momento che se parlo dico delle cazzate, vi leggerò qualcosa che ho scritto sul mio diario su Lily, per scusarmi.” Ormai tutti i presenti in Sala Comune stavano fissando James. “Caro diario, oggi ho visto Evans preparare una pozione difficilissima in pochissimo tempo, credo sia straordinaria. Ha un modo incredibile di seguire quelle noiosissime istruzioni, io ci riesco a malapena, invece lei lo fa quasi ad occhi chiusi. Remus dice che vuole diventare una pozionista per aiutare gli altri, e io ci credo, ha sempre aiutato Remus, perché è suo amico. Mi dispiace solo che non provi ad aiutare anche me.”  

Molte persone cominciarono a prendere in giro James, a fare versi o a ridere, ma al ragazzo non importava, lui guardò Lily negli occhi e concluse con un semplice: “Mi dispiace.” 

“E state un po' zitti.” Sbottò Sirius mettendo a tacere solo pochi studenti. 

“Credete che abbia funzionato?” Chiese James tornando a sedere. 

“Credo di si.” Lo confortò Remus osservando attentamente Lily che non si era minimamente scomposta e che ora riprendeva a fare colazione anche se con un lieve sorriso sulle labbra. 

“Ok, ma questi tizi sono fastidiosi.” Ora era il torno di Sirius a somigliare ad un ringhio. 

“Rideresti anche tu se fosse stato qualcun altro a fare una cosa del genere. James sapeva che sarebbe successo, e il punto è proprio questo: pur di farsi perdonare non gli importa.” Replicò Remus saggiamente. 

“Andiamo a lezione.” Star si alzò in piedi e i suoi amici furono ben lieti di seguirla fuori da quella sala maledetta.  Si recarono nel parco, al limitare della foresta, dove il professor Kettleburn già attendeva i suoi studenti.  

“Siete in orario per una volta.” Notò il professore vedendoli arrivare. 

“Cosa faremo oggi?” Chiese Star curiosa; quella materia le piaceva davvero il che era quasi incredibile visto quanto il professore si mettesse d’impegno per cercare di ucciderli tutti, sé stesso compreso come dimostravano i pezzi mancanti del suo corpo. 

“Oh! Quella di oggi è una sorpresa.” Rispose quello tutto fiero. 

 Sirius sospirò pesantemente, quando il professore era così di buon umore le probabilità di restarci secchi aumentavano. 

Attesero pazientemente che tutti gli altri studenti si radunassero attorno al professore e cercarono di ignorare le risatine di alcuni Corvonero. Finalmente Kettleburn li richiamò e iniziò a condurli tra i primi alberi della foresta. Si avvicinarono ad un recinto all’interno del quale dieci creature metà cavallo e metà aquile giganti se ne stavano tranquille a pulirsi le piume.  
“Chi sa dirmi cosa sono questi?” Chiese il professore. 

La mano di Lily scattò in alto rapidissima. “Sono Ippogrifi, signore.” 

“Esattamente, allora, alcune cose che dovete sapere sugli Ippogrifi: sono molto orgogliosi, non insultateli mai, lasciate a loro la prima mossa. Ora dividetevi in gruppi da quattro, uno alla volta vi avvicinate all’ippogrifo, non troppo, gli fate un inchino, e se lo fa anche lui allora potete avvicinarvi. Forza veloci.” 

I Malandrini puntarono insieme verso un ippogrifo grigio ma il professore intercettò James e Sirius. “Signor Black e Signor Potter, non starete nello stesso gruppo." 

Fu così che Sirius finì in gruppo con tre Corvonero e James andò con SophiaAnn e Lily. Peter, Jane, Remus e Star si avvicinarono ad un ippogrifo rossiccio. Ognuno degli animali aveva un grosso collare in cuoio ed era legato al recinto, queste erano le uniche misure di sicurezza a proteggergli dai lunghi artigli e dal becco feroce di quelli animali.  

“Allora, chi va per primo?” Chiese Sophia osservando con un certo nervosismo l’animale grigio davanti a loro. 

“Io.” Risposero in coro James e Lily. 

“Perché tu?” Sbottò la rossa. 

“Perché sono l’unico ragazzo del gruppo e ho pensato che...” 

“Che noi fossimo tutte oche indifese su cui fare colpo, certo. Pessima idea.” Concluse per lui Lily avvicinandosi poi all’ippogrifo con passo deciso e fermandosi per fare il suo inchino, James la osservava ammirato. Lei attese paziente ma l’animale la fissava minaccioso senza accennare a piegarsi, così la ragazza fu costretta ad indietreggiare.  

“Proverai tu, James, vero?” Chiese Ann intimorita. 

“Si...certo.” La rassicurò lui, poi si avvicinò piano all’animale fissandolo nei grandi occhi gialli. Si chinò e alle sue spalle Lily sbuffò: “Non credevo che sapessi inchinarti! Pensavo che il tuo ego te lo impedisse.”, James la ignorò e non perse il contatto visivo con l’ippogrifo. A sorpresa l’animale piegò la zampa anteriore e si chinò brevemente.  

“Wow...” Si sorprese il ragazzo guardandosi intorno per avere conferme su cosa fare, delle risatine femminili lo costrinsero a spostare lo sguardo su Sirius che accarezzava elegantemente un ippogrifo nero. Era ovvio che ci fosse riuscito subito, i Black lo avevano addestrato ad inchinarsi sempre, nessuno poteva resiste alla sua eleganza. James cercò di smettere di pensare al suo migliore amico e si avvicinò all’ippogrifo, sfiorò lievemente le piume lucide e si sorprese di quanto fossero morbide. 

“Star.” Sussurrò Remus alla ragazza. “Fra poco sbavi.” 

La sua amica chiuse la bocca e smise di fissare Sirius. “Non sbaverò, non ne ho motivo.” Replicò. “Tocca a me.” Annunciò poi avvicinandosi all’ippogrifo, fece subito il suo inchino e dovette ammettere che gli occhi dell’animale le incutevano un certo timore. Alla fine l’animale si inchinò elegantemente e Star si sentì piuttosto emozionata, si avvicinò a lui e lo carezzò piano, era incredibilmente soffice.  

“Il signor Black sembra piuttosto affiatato con Piumanera, perché non prova a cavalcarlo?” La voce del professore attirò gli sguardi di tutti su Sirius e l’ippogrifo nero, che in effetti gli stava strofinado la testa sulla mano. Il ragazzo guardò Kettleburn come se fosse impazzito, in realtà tutti i presenti avevano più o meno lo stesso sguardo, ma a sorpresa di tutti quando il professore slegò l’ippogrifo quello abbassò un’ala come per invitare Sirius a salire. Il giovane Black si issò sulla groppa dell’animale con un movimento fluido e elegante. pensò Star. All'improvviso l’ippogrifo prese una bella rincorsa e partì in volo sbattendo le grandi ali lucenti, Sirius si librò in aria, la sensazione era stupenda, molto meglio di volare su un manico di scopa.  

L’animale lo portò a sorvolare il Lago Nero; guardare l’acqua dall’alto lo riporto alla sua prima volta sulla scopa quando lui e James avevano cercato di salvare Star ma erano finiti per cadere nel lago tutti e tre. I ricordi con i Malandrini erano talmente tanti e così felici che gli sembrava facessero parte della sua vita da sempre, ma poi realizzò che non era così, che c’era stato un periodo in cui il suo unico fratello era Regulus e il suo unico amico zio Alphard, un periodo senza nemmeno un attimo di gioia, in cui ogni trasgressione gli si ritorceva contro in modi orribili. Si afferrò il polso destro con la mano sinistra e prese un respiro profondo cercando di calmarsi, non fu difficile vista l’enorme quantità di aria fresca che gli sferzava il volto e il magnifico paesaggio di Hogwarts vista dall’alto.  

L’ippogrifo nero atterrò di nuovo nel recito nel giro di un paio di minuti. Il professor Kettleburn legò svelto la corda spessa e Sirius scese tranquillo dalla groppa dell’animale.  

“Ottimo signor Black.” Annunciò il professore. “Dieci punti a Grifondoro.” 

“E’ così bravo in tutto, anche a cavalcare.” Commentò una Corvonero sottovoce. 

“Io mi farei volentieri cavalcare da Sirius.” Ribatté la sua amica con malizia. 

E Star sentì tutto, ne avrebbe fatto volentieri a meno, anche perché da qualche parte nel suo cervello qualche neurone impazzito stavo producendo pensieri molto simili a quelli delle Corvonero. Un’altra parte del suo cervello, invece, registrò la voce di Sirius, ed era vicina, troppo vicina. La ragazza si rese conto di avere il viso del suo amico a poco spazio dal suo, il che le causò una specie di colpo al cuore seguito dal soffocamento nella sua stessa saliva, ma fortunatamente poteva contare sul potere delle Deran che... 

“Tutto bene?” Le chiese Sirius, mentre Star tossicchiava leggermente. 

“Si, scusa. Dicevi?” Maledette Deran 

“Oh, niente, che è stato fantastico volare su quel coso e che dovresti farlo anche tu prima che la lezione finisca, perché so che tu potresti farcela, insomma.” Il ragazzo era davvero emozionato, e la sua amica gli sorrise. Purtroppo proprio in quel momento il professore annunciò la fine della lezione e li accompagnò tutti fuori dalla foresta. 

“Che abbiamo ora?” Chiese James. 

“Difesa.” Rispose Remus pronto. 

“Ah, odio quel tipo.” Borbottò James. 

“Ancora? Pensavo l’avessi superata.” Sbottò Remus spazientito. 

“Non mi piace.”  

Star poggiò il braccio attorno alle spalle di suo fratello e cambiò abilmente discorso. “In gruppo con Lily, eh? La sceneggiata di questa mattina ha funzionato?” 

“Non era una sceneggiata, lo sai. Comunque mi disprezza come prima ma almeno mi rivolge la parola, quindi credo che abbia funzionato.” Raccontò James. 

“Ottimo. Ora tutti zitti, devo concentrarmi per concentrarmi.” Sbottò Sirius. 

“CHE?!” Fecero tutti gli altri in coro. 

“Lasciate perdere.” Mormorò Sirius cupo. 

Entrarono al Castello e si diressero verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure. Il professore li aspettava all’ingresso, cosa che irritò moltissimo James il quale si sedette in un banco infondo all’aula sbuffando. Quando tutti ebbero preso posto il professor Walker chiuse la porta con fare circospetto.  

“Ho appena scoperto che ai G.U.F.O. chiedono spesso i Lupi Mannari, quindi credo dovremmo ripassare l’argomento se lo avete già fatto, e se non è così dobbiamo affrontarlo assolutamente.” Annunciò il professore. 

“Aspetti aspetti aspetti, questo non è come barare? Io non posso, non baro mai!” Si ribellò James. 

“Ma se tu bari in continuazione.” Sbottò Remus. 

“Non è vero.” Ribatté il giovane Potter. 

“L’altro giorno hai copiato a Storia della Magia” Gli ricordò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Storia della Magia non conta.” Replicò James. 

“Vero.” Lo appoggiò Star.  

“Non ha tutti i torti” Concordò Sirius. 

“Ha ragione.” Concluse Peter. 

“Posso proseguire con il programma e spiegarvi i Lupi Mannari adesso?” Domandò il professore. 

“La responsabilità è sua.” James alzò le mani in segno di resa. 

“Un Lupo Mannaro si distingue per...” Cominciò a spiegare il professore. 

Solo in quel momento i Malandrini realizzarono che nella stanza con loro c’erano i Serpeverde del quinto anno, tra cui SeverusSeverus, il ragazzo che voleva con tutto il suo cuore distruggerli stava ascoltando una lezione sui Lupi Mannari, e stava prendendo appunti, moltissimi appunti. Nel frattempo alcuni altri Serpeverde ancora ridevano di James.  

“Quando la smetteranno?” Bofonchiò Sirius. 

“Quando succederà qualcos’altro di ugualmente imbarazzante.” Ipotizzò Star. 

“Ottima idea! Dovremmo fare qualcosa di imbarazzante!" Si esaltò il giovane Black. 

“Noi?!” Domandò Remus. 

“Si, noi, tutti noi. Anzi, vi sfido a chi fa la cosa più imbarazzante.” Spiegò Sirius. 

“Io ci sto!” Esordì Star. 

“Io lo faccio solo per aiutare James.” Mormorò Peter. 

“Grazie amico.” Replicò l’interessato. 

“Io no, grazie.” Sussurrò Remus cercando di prestare attenzione alla lezione. 

“Ma non puoi abbandonarci così!” L’esclamazione di Sirius fu perfettamente udibile a tutti, professore compreso, quest’ultimo guardò il ragazzo e gentilmente lo invitò ad elencare i tratti caratteristici di un lupo mannaro. 

Il ragazzo si alzò in piedi pronto. “Il muso è più corto di quello di un lupo, gli occhi sono più tondi, la coda è a ciuffi, e il comportamento è meno aggressivo, inoltre a mio parere gli artigli...” James trascinò il suo amico di nuovo a sedere strattonandolo per la manica.  

“A suo pare...?” Chiese il professor Walker. 

“Insomma... credo che anche gli artigli avranno qualche differenza no? Teoricamente parlando un Lupo Mannaro è più umano di un lupo, quindi...” Cercò di barcamenarsi Sirius. 

“Teoria interessante, ma non le dà comunque il diritto di parlare mentre spiego, signor Black.” Lo ammonì il professore prima di riprendere la lezione. 

“Ma sei pazzo? Mocciosus sta prendendo già troppi appunti per i miei gusti, e ora continua pure a fissarti ad intermittenza.” Sbottò James a tono talmente basso da essere a malapena udibile. 

“Sono bello, non faccio caso a chi mi fissa.” Sbuffò Sirius di rimando adagiandosi sullo schienale in modo rilassato. 

James sospirò pesantemente e poi prese a fingere di seguire la lezione insieme a sua sorella, giocavano a baci e abbracci e si scribacchiavano cose tra loro, Sirius li osservò con una certa malinconia nello stomaco. 

Finalmente la lezione si concluse e i ragazzi si recarono a pranzo; quando entrarono in Sala Grande tutti gli occhi si puntarono su James, qualche Serpeverde maligno imitò la scena di quella mattina. 

“Ridi ridi.” Mormorò Sirius prima di muovere la sua bacchetta nascondendola alla vista. In un attimo il Serpeverde si ritrovò appeso a testa in giù, e smise di ridere. 

“Una reazione decisamente esagerata.” Commentò Remus mettendosi a sedere. Dovette ricredersi poco dopo; quando gli sguardi e le risatine diventarono insostenibili.  

“Ok, lo farò.” Sbottò alla fine, sul margine di un crollo nervoso. 

“Ottimo!” Si entusiasmò Sirius. 

Mentre discutevano di cosa avrebbero potuto fare di imbarazzante, la professoressa McGranitt si avvicinò al loro tavolo. “Signor Potter, voglia seguirmi nel mio ufficio.” 

“Ma che ho fatto?” Domandò James sinceramente sorpreso. Il sopracciglio inarcato della professoressa bastò a ricordargli che la notte prima la Evans lo aveva visto in giro oltre il coprifuoco. 

“Si, certo.” Il ragazzo salutò i suoi amici e seguì Minerva lungo i corridoi. Entrarono nella stanzetta con il camino e la professoressa si sedette svelta dietro la scrivania.  
“Manca un libro di Trasfigurazione dalla Sezione Proibita.” Annunciò la donna. 

“Ah...” James pensò al grosso tomo aperto sul suo comodino su nel dormitorio. 

“Non faccia finta di niente, signor Potter; la signorina Evans mi ha riferito di averla vista in giro oltre il coprifuoco ieri notte, la stessa notte in cui Madama Pince è venuta ad avvisarmi di aver visto un libro sollevarsi in aria e scomparire nel nulla, libro che non è più stato ritrovato...” Continuò la professoressa. 

James rimase in silenzio per un po'. Si domandò perché non era ancora stato punito, forse la McGranitt gli stava dando la possibilità di spiegarsi... aprì la bocca per provarci ma la donna fu più rapida: “Apprezzo molto la sua passione per la Trasfigurazione, signor Potter, ma devo informarla che ci sono metodi più tradizionali e approvati per prendere in prestito un libro dalla sezione proibita. Se me lo avesse chiesto io avrei firmato il permesso. Non avrei mai creduto che la sua sete di conoscenza fosse così grande.” 

“Grazie...” Balbettò James sconcertato per la sua fortuna. 

“Restituirà il libro il prossimo mese. E dovrò comunque punirla per essere uscito dal dormitorio di notte. Ma potrà godersi la sua lettura senza ripercussioni. Buona giornata.” Decretò la professoressa. 

Cinque anni ad Hogwarts avevano insegnato a James che quando Minerva saluta ci si alza e si leva immediatamente il disturbo. Non aveva senso cercare di replicare; così il giovane salutò e se ne andò. Raggiunse i suoi amici a lezione e raccontò loro quanto successo, Remus ascoltò solo per metà impegnato com’era a seguire la lezione. Quando finalmente il professor Ruf finì di blaterare i Malandrini si recarono alla svelta in biblioteca. Era giunta l’ora del piano, e solo allora Remus si rese conto di quanto stupido fosse. Purtroppo per lui Sirius era già entrato in azione salendo su un tavolo e distribuendo permessi per la Sezione Proibita, falsi, a tutti i Corvonero impegnati a studiare. Il giovane completò la sua opera di attivazione di sommossa gridando: “Assalto al Reparto Proibito! La conoscenza deve essere nostra!” 

Madama Pince corse verso di lui per fermalo ma fu bloccata da un’orda di Corvonero fin troppo entusiasti.  

“Non credevo funzionasse.” Si stupì Peter. 

“Si, ho avuto dei dubbi anche io.” Replicò Remus. 

James afferrò entrambi per un braccio e li trascinò via. “Non abbiamo tempo di sorprenderci, dobbiamo muoverci gente.” 

In men che non si dica i Malandrini si infilarono in una stanza vuota e si cambiarono indossando delle divise con i colori di Corvonero rubate da James in lavanderia. Poi si diressero verso la loro meta. I corridoi sembravano pullulare di Corvonero che cercavano di raggiungere in fretta la biblioteca, il piano aveva funzionato alla perfezione, i ragazzi si bloccarono davanti alla porta lucida e nera della Sala Comune. Il batacchio di bronzo pose loro un intricato indovinello a cui Star rispose ancora prima che James avesse afferrato il senso delle parole, entrarono svelti e si ritrovarono estasiati. La sala era vasta ed ariosa, illuminata da enormi vetrate ad arco e da meravigliosi lampadari di cristallo. Star si innamorò del soffitto che sembrava un cielo trapunto di stelle, le quali erano raffigurate anche sulla moquette blu notte, anche Sirius stava fisando in alto e forse per questo finirono uno contro l’altra, a terra. La ragazza non sapeva spiegarsi come era successo ma le sembrava che il suo amico, che le stava tenendo ancora a terra sotto il suo corpo, lo sapesse perfettamente. Solo dopo alcuni secondi realizzò che sopra di loro mille lampi colorati stavano passando da parte a parte nella stanza. Quando smisero James aiutò i suoi amici ad alzarsi. “Sanno che ci sono degli intrusi, o meglio, la Sala lo sa. Dobbiamo muoverci.” Suggerì. I suoi amici annuirono e percorsero rapidamente la stanza arredata con moltissime librerie e scaffalature, traboccanti di libri e tomi, lunghi tavoli di legno scuro e comode sedie.  

Nel giro di pochi minuti passarono ai dormitori, erano completamente vuoti, non si sarebbero mai aspettati tanta fortuna ma si chiesero cosa avrebbero fatto altrimenti. In men che non si dica uscirono dalla torre e scoprirono che il batacchio aveva preso ad urlare “INTRUSIIIII! INTRUSIIIII!” così corsero a perdifiato verso la Stanza delle Necessità e ci si chiusero dentro. 

“Non so come bolide abbiamo fatto ma l’abbiamo fatto!” Si esaltò Sirius, il primo a riprendere fiato. 

Ahahah fantastico!” Esclamò James estraendo rapidamente le misure appena prese dalla tasca della divisa e poggiandole sul tavolo dove aveva lasciato la mappa. “Sirius, vieni qui, dobbiamo disegnare subito questa parte nuova.” Ordinò poi. 

Star mise su un disco dei Beatles e cominciò a scatenarsi, con sua grande sorpresa a lei si unì Remus. Poco dopo anche Peter mosse i primi passi a ritmo. Tutto quell’entusiasmo derivava sicuramente dall’aver praticamente completato la mappa. Era quasi finita. 

“Well, shake it up, baby, now 
Twist and shout” 

Cantò Sirius unendosi al ballo dei suoi amici dopo aver finito di disegnare. 
“Come on, come on, come, come on, baby, now 
Come on and work it on out 
You know you twist, little girl 
You know you twist so fine” 

Anche James prese a cantare ballando in modo assolutamente assurdo. 

“Come on and twist a little closer now 
And let me know that you're mine, woo 

Intonò Star senza riuscire a smettere di sorridere o di muoversi a ritmo.  

Poi presero a cantare tutti insieme, ogni cosa era talmente perfetta da sembrare incorniciata in una calda luce d’orata. 

“Baby, now 
Twist and shout 
Come on, come on, come, come on, baby, now 
Come on and work it on out 
You know you twist, little girl 
You know you twist so fine 
Come on and twist a little closer now 
And let me know that you're mine 
Well, shake it, shake it, shake it, baby, now 

Quando la musica finì i ragazzi si gettarono sulle poltrone e risero a lungo, i muscoli del viso che facevano male, e il cuore leggero. 

“Andremo a cena ora, vero?” Chiese Peter accorgendosi dell’ora. 

“Si, tranquillo, non resterai senza cibo.” Lo rassicurò James, sorrideva così ampiamente che il suo viso sembrava dieci volte più bello. 

Fu così che scesero a cenare, ma non riuscirono a calmarsi. James intravide Mocciosus in corridoio e con un incantesimo lo fece inciampare su sé stesso, per sua fortuna il Serpeverde non li aveva notati tra tutta la folla di studenti che si dirigeva in Sala Grande. Questo non impedì al giovane Potter di vantarsi della sua superiorità in Incantesimi per tutta la cena.  

“Sarò meglio di te tra solo un paio di settimane, grazie all’aiuto di Star sto migliorando a vista d’occhio.” Ribatté Sirius 

“Lo vedremo, allora.” Replicò James. 

Dopo cena i Malandrini studiarono insieme, erano rimasti tutti parecchio indietro con i compiti tra una cosa e l’altra, e James iniziava ad essere preoccupato per la partita, tanto che cercò di convincere sua sorella a giocare al posto di Mary ma la ragazza rifiutò.  

Andarono a letto e James non chiuse praticamente occhio per tutta la notte, ogni singolo abitante di Hogwarts ora lo reputava uno scemo che ha un diario segreto, come avrebbe fatto a farsi rispettare come prima sul campo da Quidditch? Verso le quattro di mattina, finalmente, arrivò il sonno e come spesso accade il nuovo giorno portò delle soluzioni. 

“Cosa diamine stai facendo?!” James aveva appena inforcato i suoi occhiali dopo un risveglio piuttosto agitato e la prima cosa che mise a fuoco fu Sirius completamente vestito che indossava un paio di scarpe col tacco nere e rosse. 

“Faccio la mia mossa imbarazzante per la sfida, anche se non credo che vincerò visto che queste scarpe mi stanno benissimo.” Rispose Sirius tranquillo.  

“Tu sei sicuro di saper camminare su quei cosi?” Domandò Remus preoccupato. 

“Lui ha insegnato a me a camminare su quei cosi quindi direi di si.” Replicò Star appena entrata nel dormitorio. “Ti stanno bene comunque, dovresti metterli più spesso.” Aggiunse poi la ragazza. 

“E’ uno scherzo?” Chiese James sconvolto. 

Bhe, non proprio uno scherzo ma l’obiettivo è farti sorridere quindi ci si avvicina.” Spiegò Sirius. 

James cominciò a vestirsi a corto di parole mentre il suo amico si preparava la borsa come se non stesse in piedi su dei trampoli dall’aria piuttosto scomoda. 

“Comunque devo avvisarti che dopo una giornata sui tacchi rimpiangerai di aver avuto questa idea.” Disse Star. 

“Non ti preoccupare, ho un’alta soglia del dolore.” La rassicurò Sirius.  

Finalmente James fu pronto e i Malandrini poterono scendere a fare colazione. Già normalmente Sirius e Star attiravano moltissimi sguardi camminando nei corridoi, quella mattina poi... Sirius svettava tra la folla e camminava a passo talmente sicuro su quelle scarpe che la gente aveva preso a fissarlo apertamente.  

“Credo sia più imbarazzante per noi che per te.” Sbuffò James.  

“Almeno non ridono più di te.” Notò Peter. 

“Spero almeno che ne sia valsa la pena di rendermi così ridicolo.” Sbuffò James osservando sua sorella. 

“Ok, ok, non serve che mi incenerisci con lo sguardo. Lily ha detto che non crede che il diario sia vero, pensa che tu lo abbia scritto solo per l’occasione, ma apprezza comunque che tu ti sia preso il tempo di scrivere certe cose solo per chiederle scusa. Ha detto che è stato inaspettato.” Raccontò lei. 

“Non hai firmato una specie di contratto con Lily che ti impedisce di riferire a James queste cose?” Chiese Remus. 

“Si, ma Lily sa che stiamo parlando di mio fratello e che quindi c’è la possibilità che alcune innocue informazioni passino.” Rispose la ragazza. 

“Vuoi dire che ci sarebbe dell’altro?” Domandò James d’un tratto di buon umore. 

“Cavoletti di Bruxelles blu!” Esclamò Star indicando un piatto di bacon sul tavolo dei Grifondoro e fiondandosi su di esso. 

“Ottimo lavoro.” Lo prese in giro Sirius. 

“Aspetto le tue dichiarazioni ufficiali.” Replicò James in un sussurro che fece perdere la sicurezza a Sirius, ma solo per un secondo. 

Dopo una rapida colazione i giovani andarono a lezione, Trasfigurazione alla prima ora.  

“Oggi vorrei che vi divideste in coppie, cercherete di cambiare il colore degli occhi o dei capelli del vostro compagno, chi ci riuscirà otterr...” Annunciò la professoressa McGranitt appena aprì la porta dell’aula ai suoi studenti, ma si bloccò all’improvviso quando Sirius entrò e sfilò fino al banco in fondo. “...si..signor Black?” Balbettò la donna lasciando tutti perplessi: Minerva McGranitt non balbettava mai. 

“Si?” Rispose Sirius tranquillo. 

“Sta bene?” Chiese Minerva. 

“Oh, si, certo, la ringrazio. E lei sta bene?” Domandò lui di rimando. 

“...si...si. Bene, dividetevi in coppie prego.” Continuò la donna riacquistando un po' del suo normale carattere ma continuando a lanciare sguardi ad intermittenza a Sirius. 

James e Remus decisero misteriosamente di stare insieme e Peter svanì in fretta per mettersi con un suo amico di Tassorosso, così Sirius e Star si prepararono a lavorare insieme in fondo all’aula.  

“Secondo te starei bene biondo?” Le chiese il ragazzo. 

“Biondo?” Lei gli toccò i capelli che da scuri divennero chiari e poi rise. “No.” Decretò passandogli uno specchietto. 

“Decisamente no.” Concordò Sirius. “Ma dovresti farlo con la bacchetta.” 

“Vero, scusa...” La giovane si affrettò ad estrarre la sua bacchetta e la puntò sul suo amico. 

“Sei sicura di saperlo fare?” Chiese lui preoccupato. 

“Hai detto tu che dovevo farlo!” Sbottò lei. 

“Lo so, ma mi rende nervoso avere una novellina che mi punta un’arma dritta in faccia!” Replicò il ragazzo.  

“Non ti fidi di me?” Si offese Star. 

“Non mi fido di nessuno quando si tratta della mia faccia, la mia bellezza è tutto ciò che sono.” Spiegò lui. 

“Questo non è affatto vero.” Mormorò la giovane. 

“Si che lo è. James è il capo e quello simpatico, Remus è quello con la coscienza, Peter è la cheerleader, tu sei quella sveglia e io sono quello bello.”  

Star guardò Sirius sorpresa. “Per te io sono quella sveglia? Non quella super intelligente o bella?” 

Bhe... sei anche quello, ma ammettiamolo, sei molto di più, è il modo in cui usi i tuoi poteri che ti rende ciò che sei. Sei sveglia, e anche buona, ma credo che nessuno di noi quattro possa essere cattivo... bhe... io sono cattivo ma...” Balbettò il ragazzo. 

“Tu non sei cattivo, e non sei quello bello, cioè... sei bello. Ma anche tu sei molto di più, anche tu sei simpatico e poi hai charme, e sei dolce e sei...unicamente Sirius.” Replicò lei. 

“Io dolce?” Sbuffò Sirius incredulo. 

“Si... a volte... di rado...” Aggiunse la sua amica. 

Ooooook. Come vuoi. Dai muoviti a riportarmi normale.” Le ricordò poi lui a corto di parole. 

Star prese un bel respiro e puntò la bacchetta sui capelli di Sirius che tornarono del loro nero inchiostro originale.  

“Ottimo.” Fece lei soddisfatta. “Ora tocca a te. Prova a cambiarmi il colore degli occhi.” 

Toccò al ragazzo respirare profondamente; puntò la bacchetta ma non successe niente. 

“Hai fatto? Di che colore sono?” Chiese Star curiosa afferrando lo specchietto, ma si ritrovò a fissare i suoi occhi del loro solito colore.  “Non ci sei riuscito... mi spiace, dai prova di nuovo.” Insistette poi. 

“Non ci riesco.” Mormorò Sirius guardando in basso. 

“Ma si che ci riesci, ti serve solo qualche prova. È facile, guarda...” La giovane chiuse gli occhi e quando li riaprì erano grigi come quelli del suo amico.  

“No!” Sbottò il ragazzo. “Non ce la faccio perché non vorrei che i tuoi occhi avessero altro colore oltre che blu cobalto. Mai.” Spiegò, dopo di che puntò la bacchetta verso di lei riportandole gli occhi alla normalità e si mise a fissare in quei cristalli cobalto come se fosse la prima volta, gli erano mancati così tanto eppure non li aveva visti per così poco tempo. “Sono meravigliosi così.” Sussurrò posando una mano sulla guancia della ragazza per avvicinare il viso di lei al proprio.  

Di nuovo Star si ritrovò con il volto così vicino a quello di Sirius da poter sentire il suo alito dal profumo di Brooklin. Le labbra del ragazzo erano improvvisamente invitanti, come un dolce al cioccolato. Ed erano, tra l’altro, estremamente accessibili.  

Sirius notò appena di non essere più il responsabile dell’avvicinamento della ragazza, era immerso nei suoi occhi, frugava con avidità ogni angolo del viso di lei. Lo spazio tra loro sembrava così incolmabile anche se realizzò essere di appena pochi centimetri. Forse avrebbe semplicemente dovuto baciarla. Si, l’avrebbe baciata, e poi le avrebbe detto tutto, le avrebbe detto di come si perdeva nei suoi occhi cobalto, di come quello fosse diventato il suo colore preferito perché gli ricordava lei, gli avrebbe detto della calda e piacevole sensazione che provava nello stomaco e nel cuore ogni volta che lei sorrideva, e di come il suono della sua risata gli risuonasse nella mente per ore come la sua musica preferita. Solo un centimetro. 

“La lezione è finita! Ricardatevi il test pratico della prossima volta. Studiate o sarò costretta ad abbassare le vostre medie, vi ricordo che i G.U.F.O. sono vicini.” La voce della professoressa McGranitt ruppe l’incanto. Star si allontanò di scatto esclamando “Peperoni al formaggio un stest spratico?!” 

“Ehm... già.” Commentò Sirius. 

“Dovremmo studiare, oh, voi avete gli allenamenti tutti i pomeriggi ora.” Continuò lei alzandosi e infilando le sue cose nella borsa.  “Promettimi che tu e James approfitterete di quest’ora buca per ripassare.” 

“Certo.” La rassicurò lui. Si diressero insieme in corridoio a malapena consci di James, Remus e Peter che cercavano di raggiungerli.  

“Devo andare ad Antiche Rune.” Annunciò Star, Sirius annuì e le sorrise, la ragazza rispose al sorriso e poi si allontanò. Sirius prese subito la strada della torre senza dire altro e lasciando i suoi amici fermi in piedi in mezzo al corridoio. 

James si voltò verso Remus con un’espressione estasiata. “Lo hai visto? Lo hai visto? Quello sguardo, quel sorriso, quell’intesa. Si stanno innamorando!” 

“Vorrei ricordarti che già si amano, e non se lo vogliono dire, è questo il problema!” Sbottò Remus per niente soddisfatto dall’accaduto. 

“Aspetta un momento, anche tu sai che anche Star ama Sirius.” Si stupì James. 

“E’ piuttosto evidente.” Commentò Remus. 

“In effetti.” Il ragazzo occhialuto guardò nel vuoto per un secondo. 

“Ma se Star ama Sirius e Sirius ama Star perché non stanno insieme?” Domandò Peter sconvolto dalla notizia. 

“Non capisci niente, Pete.” Sbottò James. “Ok, Lunastorta va con Star e cerca di capire se si è resa conto del sorriso di Sirius, io andrò da Felpato a estorcergli la stessa cosa.” Decretò, subito dopo partì a passo di carica verso la Sala Comune seguito da Peter.  

Remus sospirò e raggiunse Star in aula, le lezioni di Antiche Rune consistevano quasi sempre in tradurre qualche testo in coppia, motivo per cui erano perfette per chiacchierare d’altro, cosa che di solito Star e Remus non facevano, ma questa volta la situazione era diversa. 

“Hai fatto Sirius biondo, è stato divertente.” Incominciò Remus una volta che la traduzione fu ben avviata. 

“Ci stavi guardando?” Il tono preoccupato della ragazza era già di per sé una rivelazione. 

“Si... perché?” 

“Oh... niente, niente... non è successo niente.” La giovane allontanò l’argomento con un gesto della mano. 

“Lo sai che ho notato una cosa ultimamente? Un certo sentimento che credo che tu provi per Sirius.”  

Star si voltò verso di lui, gli occhi cobalto sgranati dalla preoccupazione. “Non dirmi che è così evidente.” 

“Solo per me... e più che altro lo so da quando fingevate di stare insieme. Negli ultimi tempi sei diventata più brava a nasconderlo, ma qualcosa mi dice che il sentimento non è diminuito, anzi... credo sia accaduto l’opposto.” Insinuò lui con tono calmo. 

“Come va con Jane?” Chiese lei. 

“Molto bene, non cambiare argomento.” 

“Ok... volevo baciarlo oggi.” Sputò fuori la ragazza. 

“E perché non lo hai fatto?”  

“Ma hai una minima idea di quante ragazze gli saltino al collo per baciarlo tutti i giorni, non voglio essere una di loro.”  

“Non è proprio possibile che tu sia una di loro.” Ridacchiò Remus. 

“Non è divertente. Scommetto che se un giorno farò il mio primo passo in modo spontaneo e nel momento sbagliato senza prima rivelargli i miei sentimenti, lui mi considererà una come tutte le altre.” Borbottò lei. 

“Scommessa accettata.” Replicò Remus sicuro di sé. “Io dico che se tu dovessi baciarlo anche senza avergli detto cosa provi per lui non succederà niente di ciò che hai detto.” 

“Da quando in qua scommetti?” 

“Da quando sono sicuro di vincere.” Ribatté il ragazzo sicuro di sé, dopo di che aggiunse l’ultima frase alla traduzione e consegnò il compito alla professoressa venuta a ritirarlo in vista della fine della lezione. I due amici si diressero a Babbanologia dove rincontrarono gli altri Malandrini.  

“Devo parlare con i fantasmi.” Annunciò Star sottovoce.  

“Perché?” Domandò James rabbrividendo, ricordava fin troppo bene l’esame a cui avevano sottoposto sua sorella appena al primo anno. 

“Sono certa che loro conoscono tutti i passaggi segreti.” Spiegò lei. 

“Geniale!” Commentò Sirius. 

“Si, ottima idea, ma non fare niente che ti chiedono di fare senza consultarmi.” La ammonì suo fratello. 

“Si mamma.” Replicò lei sorridendo divertita. 

Quel pomeriggio prima di cena Sirius e James si allenarono con il resto della squadra. Remus, Star e Peter andarono ad assistere dagli spalti, i primi due ne approfittarono per studiare mentre il terzo si distraeva troppo guardando i suoi amici librarsi leggeri nell’aria. 

“No, no! Non è abbastanza per vincere contro Serpeverde! Stanno andando alla grande quest’anno! E mi hanno detto che hanno sostituito il loro Cercatore dopo l’incidente che ha avuto l’altro alla partita e sembra che quello nuovo sia incredibilmente bravo quindi Al ti voglio al massimo.” Gridò James. 

“Hanno cambiato Cercatore?” Domandò Al ad un tratto preoccupato. “E chi è?” 

“Si... è... lui è... Regulus Black.” Mormorò James lanciando uno sguardo preoccupato a Sirius che si era bloccato all’improvviso. Anche Star e Remus avevano d’un tratto perso interesse per i libri e si erano messi a fissare il loro amico.  

Regulus giocherà contro di noi?” Domandò Mary. 

“Esatto.” Confermò James. 

L’allenamento finì sullo strascico di questa brutta notizia, quindi non andò molto bene. 

I Malandrini tornarono insieme verso il castello camminando abbattuti.  

“Senti Star, so che hai bisogno di tempo da sola, e Mary è bravissima, solo che non è abbastanza brava per questa partita. Certo, ora che non sta più con Sirius si distrae meno ma...” Riprovò James. 

Jame, non ho intenzione di tornare a giocare e rubare il posto a Mary, e poi la partita ormai è troppo vicina e io non mi alleno da troppo tempo.” Replicò Star. 

“Io ho bisogno di te...” Mormorò Sirius. 

Tutti si fermarono e si voltarono a guardarlo. 

“Ho bisogno di te perché sei l’unica che sa come farmi mantenere la calma di fronte a Regulus. Devi farlo o credo che finirò per cacciargli un Bolide dritto sui denti.” Spiegò Sirius. 

“Ma Mary...” Cominciò Star ma venne interrotta da Mary in persona, la quale era evidentemente sempre stata alle loro spalle. 

“Io ho sentito tutto, e capisco, davvero. E poi è solo per una partita giusto?” Disse lei sicura di sé. 

“Ok, solo per una partita.” Acconsentì Star alla fine. 

“Grazie Mary.” Sussurrò Sirius sorridendo alla bionda.  

“Di nulla.” Mary li salutò e li superò diretta di corsa al Castello. 

“Ok, ora muoviamoci, dobbiamo studiare molto.” Ricordò a tutti Remus accelerando il passo. 

“Voi andate avanti... io proverò a far parlare qualche spirito.” Annunciò Star. 

“Fai attenzione.” Si premurò James. 

“Non farò nulla di strano, promesso.” Replicò lei con un sorriso prima di staccarsi da loro appena oltrepassato il portone d’ingresso. 

 

.............. 

 

James si svegliò quel mercoledì con un gran mal di testa. Star non si era fatta vedere né a cena né dopo in Sala Comune, quindi lui non aveva quasi chiuso occhio per tutta la notte. L’unico motivo che lo aveva trattenuto da smontare il castello pezzo per pezzo alla ricerca di sua sorella era il fatto che dentro di sé la sentiva tranquilla. Ma se non l’avesse trovata a colazione avrebbe passato il resto della sua vita a trovare un modo per uccidere chi è già morto. 

Il giovane indossò gli occhiali e fu lieto di vedere che il suo migliore amico portava un paio di scarpe normali, almeno oggi le persone non li avrebbero fissati, anche se a dire la verità verso l’ora di cena del giorno precedente tutti si erano abituati completamente a vedere un ragazzo con delle scarpe col tacco. Solo Sirius poteva rendere normale una cosa simile.  

“Buon giorno gente!” Star entrò nel dormitorio con un’energia impossibile a quelle ore del mattino e in più tra i folti capelli mossi le spuntavano delle morbide orecchie da gatto bianche e si era disegnata i baffi sulle guance.  

“Questa dovrebbe essere la tua cosa imbarazzante?” Domandò James perplesso. 

“Esatto! Sono un insulso gattino! Miao. Tipo una dodicenne.” Si esaltò lei muovendo una mano come una zampina.  

Sirius rimase seduto sotto le coperte a fissare la ragazza a bocca aperta. Si riprese appena prima che lei lo notasse. “Non hai una grande percezione di cose è imbarazzante.” Le fece notare. 

Bhe, nemmeno tu, avresti almeno dovuto mettere una gonna per essere davvero imbarazzante.” Lo rimbeccò Star. 

“Andiamo a lezione.” Sospirò Remus interrompendo la discussione sul nascere.  

“Andate pure, noi vi raggiungiamo dopo. Abbiamo un’ora buca.” Li avvertì Sirius. 

Star e Remus uscirono dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle, meno di un secondo dopo James fissava il suo migliore amico con un sorriso malizioso in volto.  

“Devi andare in bagno per caso?” Domandò quest’ultimo. 

Sirius gli lanciò un’occhiataccia ma poi si mise a guardare con ostinazione il suo baldacchino. “Si.” Rispose infine con un tono decisamente furioso. 

“Pensa che se ti fossi dichiarato avresti potuto baciarla e basta.” Commentò James con falsa noncuranza.  

“Baciarla o altro.” Aggiunse Peter emozionato di poter assistere a quella conversazione. 

Wooo! Vacci piano, Pete, è pur sempre mia sorella!” Lo rimproverò James. 

“Si, vacci piano. È sua sorella.” Concordò Sirius. 

James si voltò di nuovo a guardarlo. “Avresti voluto fare altro, vero?”  

“Con rispetto parlando: decisamente si... se lo avesse voluto anche lei ovviamente. In modo molto rispettoso e...” Rispose Sirius. 

“Va in bagno.” Lo liquidò James, il giovane Black non se lo fece ripetere oltre e sparì dietro la porta. 

Più tardi i tre ragazzi scesero alle serre dove ritrovarono Star e Remus. La professoressa Sprite stava animatamente discutendo con la ragazza sul suo look del giorno. 

“Non posso toglierlo! Ho prodotto una pozione sbagliata che mi è finita addosso, lo chieda al professor Lumacorno.” Sbottò Star. 

“Lo farò di certo, signorina.” Concluse la professoressa scocciata. 

La giovane tornò al suo posto soddisfatta. “Allora, stavo dicendo a Remus che ho ottenuto le informazioni che volevo. Nick è stato molto gentile e mi ha aiutata a trovare i fantasmi giusti.” Rivelò ai suoi amici sottovoce mentre trapiantavano Tentacula Velenosa. 

“Quanti sono?" Chiese James curioso. 

“Sette. Uno è il Platano, ovviamente. Il secondo la Strega Orba che già conosciamo. Il terzo è la Stanza delle necessità. Il quarto quello dietro la Statua di Gregory il viscido che Sirius usa per sgraffignare alcol. Il quinto è dietro uno specchio al quarto piano, quello dovremmo andare a vederlo. Il sesto si trova nei sotterranei ma passa per le fognature quindi lo eviterei, dicono che è uno dei luoghi preferiti da Mirtilla Malcontenta. Il settimo invece si trova … sulla nostra torre.” Elencò Star. 

“Li conosciamo quasi tutti.” Notò Sirius.  

“Inseriamo quelli che abbiamo già visitato questa sera. Lo specchio lo visitiamo domani, le fognature lo segniamo ma direi che non lo attraversiamo tutto e quello sulla nostra torre...” Il tono entusiasta di James si spense. 

“Lo segnate voi, ma non in modo preciso. Solo indicate dov’è, senza mappare la torre.” Proseguì Sirius per lui. 

“Perfetto. Quindi domani sera basterà visitare gli ultimi due passaggi e poi avremmo finito.” Commentò Remus.  

“Già... è straordinario..." James fissò il vuoto per qualche secondo, pessima idea ad Erbologia. Non che per Sirius fosse più facile concentrarsi visto che continuava a guardare Star ad intermittenza.  

Presto anche quella giornata finì. La squadra fu chiamata ad allenarsi immediatamente visto che poi il campo sarebbe servito ai Serpeverde. Il ritorno di Star fu accolto con più calore di quanto la ragazza si aspettava e dovette passare i primi minuti a ricordare a tutti che avrebbe giocato solo l’ultima partita.  

“Sono felice che tu sia tornata, con l’intesa che avete tu e Sirius mi sento finalmente al sicuro.” Gli riferì Fill prima di salire in sella alla sua scopa e partire verso l’alto. 

Fortunatamente la ragazza riuscì a non farsi distrarre dai suoi pensieri e l’allenamento andò piuttosto bene. James lasciò il campo alla squadra di Serpeverde sorridendo soddisfatto. Dopo cena i Malandrini sgattaiolarono ad aggiungere i passaggi segreti che conoscevano alla mappa e poi Remus insistette per studiare. I compiti si erano accumulati al punto che i cinque andarono a letto molto tardi.  

Il mattino dopo James si svegliò finalmente risposato, era un sollievo essere riuscito a dormire in tranquillità. In più quella mattina nessuno dei suoi amici sembrava avere in programma niente di strano.  Andarono normalmente a colazione, frequentarono le lezioni senza nessun imprevisto. Andava tutto bene. Finché durante Pozioni il professor Lumarcono disse: “Ora vi prego di tagliare queste radici di luparia finemente, devo farle essiccare per produrre della polvere.” 

“Se le tagli lei le sue radici.” Sbottò Remus in risposta, e si era pure alzato in piedi.  

“Signor Lupin?” Si sorprese il professore. “Credo che le toglierò dei punti. E la prego di uscire dall’aula a calmarsi.”  

Remus uscì in silenzio cercando di non sembrare troppo imbarazzato. 

“Per me non è così imbarazzante.” Mormorò Sirius. 

“Credo che per Remus sia ad un livello molto alto, invece.” Gli fece notare James. “Comunque non è necessario che voi facciate una cosa del genere per me.” 

“Ormai lo abbiamo già fatto tutti, manca solo Peter.” Ricordò Star. 

Peter sorrise timidamente. “Io ho già un’idea.” 

“Fatto. Ora possiamo ascoltare Pozioni visto che facciamo tutti schifo.” Decretò Star. 

“In realtà tu...” Cominciò Sirius ma la ragazza sorrise in modo estremamente forzato e ripeté: “Facciamo tutti schifo.” 

“Ok.” Chiuse l’argomento James.  

Quella stessa sera dopo gli allenamenti i Malandrini si recarono al quarto piano e individuarono alla svelta lo specchio, il passaggio dietro di esso era molto spazioso.  

“Wow, sembra un’altra stanza segreta!” Si esaltò James. 

“Ok, misuriamo velocemente, voglio vedere dove porta.”  Disse Star. 

“Ottima idea.” Commentò Remus.  

Furono piuttosto veloci dal momento che l’ampio spazio era vuoto, si diressero poi lungo un tunnel. La lunga camminata fu accompagnante da una ancora più lunga discussione tra Sirius e James sulla più carina ragazza della scuola.  

“Quella Serpeverde del settimo anno con cui uscivi non è più bella di Katrin di Grifondoro.” Ripeté James per la millesima volta. 

“Finitela, è Star la ragazza più bella della scuola, non so nemmeno perché state... oh grazie al cielo ecco l’uscita.” Sospirò Remus. 

Spostarono quello che sembrava un altro specchio e si ritrovarono in un magazzino colmo di scatoloni pieni di diari e pergamene.  

“Credo di conoscere questo negozio.” Sussurrò Star.  

“Ti prego non dirmi che è il negozio dei due gemelli con cui se uscit...” Cominciò James incredulo ma fu interrotto dalla porta che si apriva bruscamente lasciando entrare proprio i due gemelli. 

“Oh, ma chi abbiamo qui?” Domandò Reece divertito abbassando la bacchetta. 

“Come ci siete arrivati qui?” Chiese Kyle ammirato. 

“E’ un segreto.” Rispose James rapido. 

“E’ il nostro negozio.” Replicò Reece. 

“Hei... Star, posso parlarti un attimo?” Kyle le indicò la porta come se volesse stare solo con lei. E Star realizzò subito quanto fosse una brutta idea, eppure non trovò un motivo valido per non accettare, così annuì e lo seguì fuori dalla stanza.  

Erano in uno spazio piuttosto angusto e il ragazzo le stava vicino come se fosse una cosa del tutto naturale. Kyle era bello, i suoi occhi chiari erano penetranti, e la sua voce sicura. “Come sta andando con Black?” Le domandò subito.  

“Ehm...” La ragazza si sorprese della sua brillante risposta.  

“Non state ancora insieme, vero?” Ipotizzò lui. “In tal caso non è un problema se faccio questo...” Il giovane avvicinò il viso a quello di Star e la baciò. “Se non ti ha dato fastidio possiamo uscire di nuovo insieme.”  

“Io...” Mormorò la giovane. 

“Nessuna pressione, sai dove trovarmi, non lavoro alla prossima uscita ad Hogsmeade ma ti aspetterò qui.” Spiegò il ragazzo. “E ora fuori di qui, se vi trova nostro padre impazzisce.”  

Star annuì e tornò nella stanza con i suoi amici. I Malandrini salutarono i gemelli e rientrarono nel passaggio. 

“Cosa ti ha detto?” Chiese James.  

“Mi ha baciata.” Sussurrò Star.  

“Lo so, l’ho sentito... ti è piaciutoooo.” La prese in giro suo fratello. 

“Taci.” Sbottò lei. 

Una volta tornati a scuola visitarono velocemente il passaggio segreto nei sotterranei, o meglio lo aprirono e lo annusarono e decisero che non lo avrebbero mai esplorato. 

“Dovreste andare alla vostra torre.” Suggerì Sirius. “Avete molto di cui parlare e poi dovete trovare il passaggio.”  

“Di cosa dovremmo parlare?” Si incuriosì Star.  

“Del tuo nuovo amore.” Sirius le sorrise e si allontanò. Remus fece spallucce e seguì il suo amico, mentre Peter aspettò che James gli facesse un cenno con il mento prima di andarsene.  

“Tu sai che io non amo Kyle.” Borbottò Star guardando suo fratello.  

“Non ne sono così sicuro ora, ti è piaciuto parecchio baciarlo, no?” James si incamminò verso la torre e sua sorella dovette seguirlo per continuare la conversazione.  

“E’ un bel ragazzo, non lo nego, ma...”  

“Ma sei follemente innamorata di Sirius.” La interruppe lui. 

“Follemente un paiolo!” Sbottò lei.  

“Star... devi dirglielo.” Insistette il ragazzo.  

“Lo so... l’altro giorno stavo per baciarlo, è un passo avanti, no?” Gli ricordò lei. 

“No. Cerca quel passaggio segreto.” Decretò James, erano arrivati alla loro torre e non dovettero nemmeno salirci del tutto, il gradino scricchiolante che avevano riparato era l’ingresso del passaggio. Bisognava battere su di esso con il tacco dei piedi ad un ritmo ben preciso, ed ecco che il gradino si apriva.  

“Vuoi vedere dove porta?” Chiese Star.  

“Sinceramente no. In realtà sono molto curioso, perché vorrei conoscere ogni angolo di Hogwarts... ma questo è il segreto della nostra torre segreta. Mi piace così.” Spiegò lui. 

La ragazza gli sorrise, pensava esattamente la stessa cosa. Chiusero il passaggio e andarono svelti nella loro Sala Comune; i compiti attendevano. 

  

….... 

 

Quel venerdì mattina James si svegliò stanco, avevano studiato fino a tarda notte e non si erano occupati della Mappa, il tutto per fare bella figura al test pratico di Trasfigurazione. Erano Animagus! Trasfigurazione non aveva più segreti per loro, tranne che per Peter... e Remus. 

In ogni caso anche quella giornata iniziò in modo normale. Il test era alle prime ore ed andò benissimo a tutti i Malandrini, Peter compreso. La McGranitt sembrava estremamente soddisfatta e prima che James uscisse dall’aula gli fece notare che aveva assegnato pochi compiti per il weekend nella speranza che si concentrassero sugli allenamenti.  

E James lo fece, quello stesso pomeriggio, non gli fu difficile impegnarsi al massimo. Anzi, gli sembrava di avere una ragione in più. Forse era stato il sorriso che Mocciosus gli aveva lanciato mentre tornava al suo posto dopo aver consegnato al professor Walker il tema sui Lupi Mannari. Quel fatto, accaduto appena qualche ora prima, gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Nemmeno la corsa ridicola di Peter in costume per i corridoi riuscì a fargli passare la rabbia. Eppure Sirius aveva decretato il loro amico il vincitore della sfida, il suo corpo paffutello era sicuramente piuttosto imbarazzante da mostrare in quel modo. “Scoprirò il segreto del tuo amico.” si era permesso di dire Mocciosus con quello stupito sorrisetto sul volto. Inutile dire che prima di recarsi agli allenamenti James individuò il Serpeverde tra la folla e lo pietrificò facendolo finire faccia a terra, inoltre si godette un po' quella vendetta prendendolo in giro di fronte agli altri studenti che passavano di lì. Sirius rideva come un matto. Era così bello sentire Sirius ridere dopo quello che gli era successo accadeva di rado. 

Dopo l’allenamento più intensivo dell’anno James si dedicò alla Mappa insieme ai suoi amici. Saltarono la cena e mangiarono dei panini nella Stanza delle Necessità, ma ne valse la pensa perché conclusero la Mappa. Anche se non ci fu un grande aiuto da parte di Peter che se ne stava in un angolo ad esercitarsi con la bacchetta in chissà quale incantesimo.  

“E’ finita!” Esclamò James elettrizzato. “C’è tutto, ogni cosa! Pete, inutile amico, vieni almeno a vedere.” 

Peter non rispose, ma si sentirono degli squittii eccitati. I quattro si voltarono lentamente e trovarono un topo proprio lì dove qualche secondo prima stava Peter.  

“Figlio di puttana... ce l’ha fatta!” Esordì Sirius, non una delle sue migliori uscite.  

“Grandioso Peter! Non insultare le madri altri Sir Villano Black.” Esclamò Star con due toni ben distinti; il primo gioioso il secondo furioso.  

“Fantastico!” James si avvicinò al ratto proprio quando questo si ritrasformava nel ragazzo dagli occhietti acquosi.  

Codaliscia...” Mormorò Remus mentre i suoi amici festeggiavano.  

“Come scusa?” Fece James con l’espressione di chi sta per avere un’epifania. 

“Ha la coda liscia, è la prima cosa che mi è venuta in mente.” Spiegò Remus.  

“E’ perfetto, ecco il suo soprannome.” Si esaltò James. “Ora possiamo firmare la Mappa con i nostri nomi da Animagus.” 

“Idea geniale!” Star corse alla mappa e la piegò per bene, poi passò la piuma a Remus. “Fai tu, hai la scrittura più elegante.” 

“Si ma come la chiamiamo?” Domandò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Mappa dei Malandrini ovviamente.” Rispose James. 

“I Malandrini siamo noi, si riconosce subito. Chiamiamola solo Mappa del Malandrino, d° l’idea che sia una mappa per combina guai e non una mappa fatta da noi.” Ribatté Sirius 

“Mappa del Malandrino mi piace, ma possiamo incantarla affinché sia visibile solo dopo aver pronunciato una parola d’ordine.” Suggerì Star. 

Siii!” Accettarono gli altri in coro.  

“Allora propongo: Giuro Solennemente di Non Avere Buone Intenzioni.” Aggiunse la ragazza, i suoi amici furono inondati dai ricordi per un attimo e poi Remus sollevò la penna pronto a scrivere.  

“Metti Messier e Madame davanti ai nostri nomi, aumenta il mistero.” Propose timidamente Peter.  

“Si, suona bene.” Concordò James.  

Così Remus tracciò le seguenti parole sul fronte vuoto della mappa ben ripiegata: 

Messier LunastortaCodaliscia, Felpato, Ramoso e Madame Piumadoro, sono fieri di presentarvi: La Mappa del Malandrino” 

“E’ così poetico!” Lo adulò Star.  

“Perché hai messo il tuo nome per primo?” Brontolò Sirius. 

“Non lo so... ho seguito l’istinto.” Cercò di scusarsi Remus arrossendo.  

“È perfetta." Lo tranquillizzò James, poi con un colpo di bacchetta ne ridusse le dimensioni fino a renderla facilmente trasportabile. Sirius afferrò una pergamena su cui aveva copiato alcuni incantesimi trovati nel libro del Reparto Proibito e pronunciò un intricato incantesimo e subito dopo la frase scelta.  

“Dobbiamo sceglierne una per farla sparire.” Notò Remus.  

“Fatto il Misfatto. Lo hai detto tu dopo aver esplorato lo studio di Lumacorno.” Ricordò James.  

“Va bene, allora ci provo io.” Remus estrasse la bacchetta e lesse l’incantesimo che Sirius gli indicò. Le scritte scomparvero dalla pergamena, così come tutti i loro disegni. Inutile dire che i ragazzi erano un po' tesi; e se non fosse più riapparso niente? 

James si schiarì la voce prendendo coraggio. “Giuro Solennemente di Non Avere Buone Intenzioni.” Enunciò puntando la bacchetta su quella che era stata una mappa particolarmente accurata di Hogwarts. E con sollievo di tutti l’inchiostro riapparve, ogni singolo dettaglio tornò a essere impresso sulla superficie giallastra.  

“Ottimo.” Sussurrò James visibilmente soddisfatto. 

Bhe, ragazzi... avrei scoperto un’altra cosa che potrebbe esserci utile; c’è questo incantesimo che rileva le persone in un luogo e le traspone su carta. Star... Dacci un’occhiata.” Rivelò Sirius porgendo alla ragazza un foglio fittamente scritto.  

I Malandrini passarono le ore successive a leggere e rileggere il trafiletto, fecero varie prove su fogli bianchi, modificarono l’incantesimo poco a poco. Erano ormai le tre di notte ma nessuno voleva cedere; quello poteva essere l’incantesimo che avrebbe reso la loro mappa la mappa più utile e geniale dell’intero universo.  

“Ci siamo.” Decretò Star dopo aver analizzato a fondo il foglio della loro ultima prova. “MA farlo per tutta Hogwarts, valido sempre, in qualunque momento, con chiunque entri... bhe, non sarà semplice. Dobbiamo farlo tutti insieme.” 

“Sei la strega più potente al mondo, probabilmente, perché dovresti avere bisogno di noi?” Le fece notare Sirius. 

“Perché voi siete dei maghi straordinari, e so che potete farcela, e poi perché non posso usare tutto il mio potere, lo sai. In più abbiamo ideato l’incantesimo insieme, vi prometto che userò la quantità di magia necessario affinché la mappa sia infallibile, ma dobbiamo farlo insieme. Non ce l’avrei fatta da sola, non in una notte, quindi...” La giovane allungò le mani verso i suoi amici e sorrise.  

James e Sirius le afferrarono le mani, Remus posò una sua mano sulla spalla di Sirius e Peter su quella di James. Tutti insieme puntarono le bacchette verso la pergamena e Star chiuse gli occhi. Pronunciarono l’intricata formula che avevano creato e attesero. Dopo pochi secondi, sotto i loro occhi increduli, piccole orme di inchiostro con cartigli con dei nomi apparvero sulla mappa. Ogni singola persona nel Castello era rintracciabile da quel piccolo pezzo di pergamena.  

“Oh... questo sarà davvero utile per fare degli scherzi.” Commentò James, il cuore gli batteva a mille, posò con leggerezza le dita sulla superficie porosa e riuscì a malapena a trattenere le lacrime.  

“La userai per dare il tormento a Severus, vero?” Chiese Remus rassegnato interpretando correttamente lo sguardo del suo amico. 

“Ci puoi scommettere.” Decretò James. 

Un sorriso malandrino apparve sul volto di Sirius e Star e Remus si stupì nel notare quanto fossero simili in quel momento. Fortunatamente Peter si ritrasformò in topo senza nessun motivo in particolare, cosa che fece scoppiare a ridere tutti gli altri. Anche se in realtà sapevano che la loro allegria derivava dall’essere riusciti a finire la mappa, e con grande successo. Inoltre, alle quattro di mattino tutto sembra estremamente divertente.  

 

 

 

********************************** 

 

Finito gente! 

Spero sia un capitolo più avvincente dello scorso.  

Grazie a @hsksodnnsbbs per essere entrata in mood Umbridge e avermi fatto concludere il capitolo. 

Ciao ciao a tutti  

  
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