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Autore: LadyPalma    18/05/2020    10 recensioni
[Questa storia partecipa a "Il contest autobiografico" indetto da Ile_W sul forum di EFP]
È un frammento della storia più vecchia del mondo: la studentessa che si innamora del professore.
Perché la vita vera, in fondo è fatta anche di clichè. //
“Qualcuno si offre per fare l’esercizio?”
Sento il cuore martellarmi nel petto: sa prima di me quello che sto per fare.
“Professore, posso provare io …”
“Sempre lei? Dovrei proporle un contratto da assistente di questo passo!”
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Come una gazza ladra



 
 
Parli anche oggi per due ore, speditamente e in modo logico come è richiesto dal tuo lavoro. I tuoi occhi grigi sfiorano rapidamente tutti – anche me – e non guardano davvero nessuno – neanche me.
Ma questo è un bene, perché così riesco meglio a fare il mio di lavoro.
 
 
“Qualcuno si offre di fare l’esercizio?”
Sento il cuore martellarmi nel petto: sa prima di me quello che sto per fare.
“Professore, posso provare io …”
“Sempre lei? Dovrei proporle un contratto da assistente di questo passo!”
 
 
Giuro che a volte la tua pungente e cinica ironia è l'unica cosa che può farmi sorridere – e che la tua voce profonda è l'unica cosa che brilla in questo posto. Non chiedo il permesso, ma oso rubare in silenzio ricordi di te. Cos'altro potrebbe fare una gazza ladra davanti a uno leone dalla scintillante criniera che potrebbe ucciderla? 
 
 
“Come mai ha posto l’esempio di un cantante?”
Sorrido, o almeno ci provo – ma sono consapevole che al massimo mi è uscita fuori una specie di smorfia. Taccio e tu incalzi. Ti piace mettermi in difficoltà – ti piace farlo con tutti e io non sono un’eccezione. Per te non lo sarò mai.
“Non mi dica che vuole fare la cantante! Una volta tanto che qualcuno dimostra un minimo di acutezza mentale…”
Oso guardarti e ritento il sorriso. È forse una specie di complimento?

 
 
Rubo gli accenti delle tue parole, le briciole dei tuoi sguardi e i frammenti dei tuoi gesti. Rubo tutto e poi porto, rapida, il mio prezioso bottino nel deposito della mia memoria. Tu non te ne accorgi e, anche se lo facessi, non potresti farci nulla perché tutto ciò che rubo non esiste già più – non nella sua forma originaria, per lo meno. Adesso ogni dettaglio empirico è diventato sogno, speranza, ricordo, e in questa trasfigurazione niente di ciò che ho preso è tuo. È mio, solo mio.
Nella mia mente, tu sei mio.
E in questo modo, chissà di quanti altri sei. 
 
 
“...E questo è quello che credo di aver capito del suo articolo sulla questione”.
“Sì, direi che un 20% globale lo ha compreso”.
Non è per questa tua frase che sorrido come una scema tornando a casa, ma per quella che mi dice poco dopo la mia collega Melania.
“Non avrei mai pensato di vedere *** così soddisfatto!”

 
 
E intanto continui a parlare – e io continuo a rubare – perché in fondo spero che un giorno la refurtiva diventerà un regalo spontaneo. A te non importa molto se io esisto, lo so, però poi succede che ogni tanto il tuo sguardo si posa su di me per davvero, per più del necessario… E allora mi sfiora l'illusione che forse anche tu potresti essere un ladro.

 
“Il suo compito è perfetto. Procedo con il trenta, professore?”
Esiti per un attimo, lanciando uno sguardo prima al tuo assistente e poi a me.
“Io direi anche la lode… Oltre all’esame in sé bisogna contare anche l’impegno a lezione. È stata l’unica in qualche modo… presente”.

 













 
NDA: Questa è una storiella a cui non si dovrebbe dare neanche una lira, me ne rendo conto da sola, ma l'occasione di questo contest "autobiografico" è stata l'occasione perfetta per gettare un'occhiata indietro con un po' di nostalgia e tanta tenerezza verso la me di qualche anno fa. Le emozioni sono vere e, assicuro, anche gli stralci di conversazione. Condividere senza vergogna questo clichè in cui sono cadura è sintomo della mia capacità di rileggere quel mio sentimento con distacco ora e forse anche una punta di divertimento.
Clichè o non clichè, questo è il mio angolino di vita che ho scelto di condividere: ripeto, non è originale, ma non sempre le esperienze concrete lo sono. Spero possa essere stata comunque una lettura quanto meno piacevole e che magari qualche lettore abbia vissuto o stia vivendo anche adesso magari una simile situazione.
   
 
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