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Autore: lmpaoli94    18/05/2020    0 recensioni
Balto, ormai divenuto vecchio e rimasto con poche energie, si isola dal mondo umano e dal mondo animale rimanendo a bordo della sua vecchia casa: la nave naufragata dove abitava con suo zio Boris e gli altri due simpatici orsi polari.
Quella notte d’inverno sente che le forze lo stanno abbandonando, ma il suo spirito forte e la voglia di vivere lo faranno ringiovanire per la prossima missione da intraprendere: salvare un suo simile dalle acque ghiacciate di Nome.
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Balto, Boris, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sentendo alcuni ululati e boati nelle sue vicinanze, Balto trovò la forza di rialzarsi e ad accorrere verso il suo amico Arly che era stato ferito in maniera grave.
< Arly, che ti è successo? >
< Balto… Riesci ancora ad essere nel momento giusto al posto giusto per salvarmi. >
< Non dire così. Se potevo salvarti, dovevo accorrere prima. >
< Non è colpa tua, non preoccuparti. Ah! >
il povero Arly aveva le costole incrinate e si muoveva a malapena.
< Chi ti ha fatto questo? >
< Non lo so. Avevano il volto coperto… Però ho alcuni sospetti. >
< Parlamene più tardi. Adesso hai bisogno di riposarti e di venire medicato. Fortunatamente Boris ha portato alcune rimedi che possono esserti utili. >
< Non so davvero come sdebitarmi. >
< Vieni con me. Ce la fai a camminare. >
< Ci provo. >
Ma appena Arly metteva le sue zampe nella fredda neve, quest’ultimo cadeva malamente e dolorante.
< Io non ce la faccio a portarti dentro. Ma forse mio zio può aiutarti. Boris! >
Sentendo il richiamo del cane – lupo, la vecchia oca accorse immediatamente.
< Balto, che succede? >
< Vieni subito qui. Arly è ferito. >
Non facendo altre domande, Boris acconsentì a tale richiesta mentre le sue preoccupazioni crebbero ancora di più.
< Com’è successo tutto questo? > domandò l’oca.
< Un’imboscata. Ma adesso non c’è tempo per spiegare. Arly ha bisogno di cure. >
 
 
Trascinando il povero animale dolorante dinanzi ad un fuoco caldo mentre Boris lo stava curando, Arly non riusciva ancora a credere di essere ancora vivo dopo i fatti degli ultimi giorni in cui poteva lasciarci la pelle.
< Adesso va un po’ meglio? > domandò Balto appena Boris finì tutte le medicazioni del caso.
< Sì… adesso sì… >
< Ora puoi spiegarci l’ennesimo motivo in cui ti cacci nei guai, ragazzo. Noi siamo tutto orecchie. >
< Boris, non essere così rude con lui. Che colpa può averne? >
< Che colpa, Balto? Il tuo amico sta ficcando il naso in faccende che non lo riguardano minimamente. E tu sai meglio di me in quale questione si sta interessando. >
< Arly, è vero quello che sta dicendo Boris? >
< Balto, io voglio soltanto aiutarti… >
< Non devi farlo! Ti avevamo avvertito. >
< Lo so. Ma il crimine di Jenna e della sua famiglia non può rimanere impunito! Perché non vuoi capire? >
< Perché non ho più voglia di soffrire nella mia vita. Ho avuto fin troppi problemi e il mio cuore  ela mia anima non reggerebbero a simili rivelazioni. >
< Arly, gli animali di Nome ti hanno voluto avvertire alla loro maniera: stai alla larga dal passato. Per il tuo bene. >
< Una volta che sarò guarito, tornerò in azione. È una promessa. >
< Non dirai sul serio, spero. >
< Balto, hai bisogno di giustizia… E visto che sono continuamente in pericolo di vita, ma questo non mi fermerà. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Adesso basta, ho sentito abbastanza > sbraitò Boris < Se vuoi rischiare la tua vita, fai pure. Ma non gettare anche me e Balto nel tuo vortice. Come ha detto mio nipote, abbiamo sofferto abbastanza. >
< Non preoccupatevi. Non lo farò. >
< Adesso basta parlare di questo. Parlarne non farà altro che farci del male. Tu pensa a riposarti, Arly. Poi dovrò chiederti di andartene da qui. >
< Balto, ti prego… >
< Ho preso la mia decisione. E non torno indietro > fece Balto prima di lasciare la sua abitazione e rimanere completamente solo.
< Hai visto, Arly? Sei contento? >
< Sarò contento quando tutta la faccenda finirà. >
< Smettila di fare il detective, Arly. Non ti si addice proprio > disse infine Boris lasciandolo immerso al suo dolore fisico.
 
 
Mentre Boris cercava di parlare con Balto, quest’ultimo stava cominciando a capire che doveva smettere on tutto questo silenzio.
Arly aveva ragione: c’era bisogno di giustizia.
< Balto, posso parlarti? >
< Boris. Tu che cosa stai pensando in questo momento? >
< Credo che il tuo amico ha ragione: abbiamo tutto da perdere… Ma in fondo noi siamo vecchi. Il nostro, o meglio il tuo unico desiderio, è sapere che cos’è successo alla tua Jenna e come è divampato quell’incendio. >
< Ho paura di scoprire questa verità, Boris… Ma in fondo Arly ha fatto molto rispetto a quello che ho fatto io per lui. E lo devo a me stesso e a quella povera creatura. >
< Balto, lo sai che rischierai la vita, vero? >
< Lo so bene… Boris, se entro questa sera io non tornassi… >
< Non dirlo nemmeno per scherzo. Io verrò con te. >
< No. Devi badare al povero Arly. >
< Arly si sta riposando e non posso lasciarti solo in nessun modo. Vedi di capirlo alla svelta perché non ci sarà niente che possa farmi cambiare idea. >
Vedendo la determinazione di Boris, Balto alla fine decise di non insistere ulteriormente.
< Va bene. Vicini fino alla morte. >
 
 
< Chi dobbiamo cercare, Balto? >
< Una nostra vecchia conoscenza che non vediamo da molti anni: Stanley. Sono sicuro che Arly è entrato in contatto con l’animale più vecchio della città. >
Entrare all’interno della città di Nome, fece uno strano effetto al vecchio cane – lupo.
< Balto, perchè ti sei fermato? >
< Non so se ce la faccio, Boris… E’ troppo doloroso per me. >
< Vieni vicino a me e non avere paura. >
Appena la gente più anziana riconobbe il vecchio cane – lupo, una piccola folla si radunò attorno a lui con grande stupore.
< Balto… E’ proprio lui! >
< Credevamo che fosse morto… Com’è possibile? >
< Non potendo parlare, il vecchio cane – lupo non badò alle feste della gente, rifugiandosi nei vicoli più bui dove la resa dei conti lo stava attendendo.
< Hai visto, Balto? I cittadini non ti hanno dimenticato. >
< L’ho visto, Boris. Ma questo non è la mia prima preoccupazione… Stanley! Dove ti trovi? > gridò a gran voce Balto < So che ti trovi qui. Sento il tuo vecchio odore. >
< Non c’è bisogno che tu gridi, Balto > fece il vecchio cane da slitta < Eccomi qua. >
< E’ da molto tempo che non ci vediamo, Stanley. >
< Ti ha forse mandato il tuo nuovo amico Arly? Perché so molto bene che sei stato tu a raccontare la storia di Jenna e della sua famiglia. >
< Sì, sono stato io… E tu e i tuoi compagni non avevate nessun diritto di picchiarlo. >
< Ah no? Il tuo amico deve farsi gli affari suoi, soprattutto se e un estraneo di Nome. >
< L’ha fatto per aiutarmi > protestò Balto < E da quel fatto ho capito che la verità deve venire alla luce. >
< Quale verità? Lo sai meglio di me che è stato un incidente… Vuoi forse contraddirmi al riguardo? >
Capendo che si stava cacciando nei guai, Boris richiamò l’attenzione di suo nipote per andarcene immediatamente.
< Fermatevi! > gridò Burt mentre l’attenzione si spostava verso di lui.
< Burt, che cosa vuoi? >
< Stanley, perché continuare con questa farsa? Balto ha bisogno di sapere… >
Mentre i suoi occhi stavano per diventare rossi di rabbia, Stanley mollò un morso a l giovane cane facendolo capitombolare a terra.
< Fai silenzio! >
< Burt, che cosa vuoi dire? >
< Mi dispiace Balto… non avrei dovuto… >
< Dovuto cosa? Non capisco! >
< Burt, se parlerai, ti diserederò da essere mio nipote. >
< Mi dispiace nonno, ma è così che deve andare… Balto, l’incendio che ha ucciso Jenna e i suoi padroni è stata tutta colpa mia. >
< Continua. >
< Quella notte, mentre mi divertivo con alcuni miei compagni a giro per la città, inavvertitamente ci rinchiudemmo all’interno di una sala caldaia mentre divoravamo la nostra carne rubata.
Mentre eravamo fuori controllo ed euforici per la bravata appena fatta, io e alcuni miei amici facemmo salire la temperatura della caldaia fino a portarla ad una gradazione incontrollata che fece scoppiare un incendio all’interno di quella stanza.
Preoccupati, io e i miei amici scappammo a gambe levate mentre il fuoco divorava l’abitazione sotto il mio sguardo disperato.
Solo il giorno dopo capì che avevo ucciso la povera Jenna e tutta la famiglia che aveva accolta… Dopo quel fatto, io e mio nonno ci siamo ripromessi che non ne avremmo mai parlato… fino a questo momento. >
Ascoltando attentamente la storia di Burt, Balto provò solo disprezzo verso di lui, cercando di contenere la sua rabbia.
< Hai ucciso delle povere persone e la mia Jenna solo perché la tua mente stupida ti ha portato a fare gesti sconsiderati… Se potessi avere più forza di volontà nel mio corpo, avrei potuto vendicare la loro uccisione. Ma non si può uccidere con la violenza. È sbagliato… Per questo ti pregherei di andartene immediatamente da questa città. La tua brutta faccia non deve essere più mostrata anche dopo la mia morte. >
< Anch’io ho pensato a questo > rispose Burt a testa china < E non mi puoi trovare che d’accordo. >
< Burt, ti prego… >
< Stanley, non hai nessun diritto di proteggerlo. È colpevole. >
< Balto ha ragione, nonno io ho sbagliato e in qualche modo devo pagare… Mi dispiace per tutti i grattacapi che ti hi causato. Dovevo essere punito subito. >
< Meglio tardi che mai > fece Arly arrivando all’improvviso < Hai deciso di confessare per il tuo crimine. Ed è questo quello che conta. >
< Arly, dovevi rimanere a riposo > fece Boris.
< Sto bene… E spero che anche Balto… >
< Grazie per la tua confessione, Burt. Adesso posso andarmene tranquillo > rispose Balto prima di lasciare la città.
< Balto, adesso dove te ne vai? > gli domandò Boris.
< Balto, che ti succede? >
< Sento che adesso la mia ora sta per giungere…  Non voglio che voi mi vediate in questo stato. Ho bisogno di rimanere da solo. >
< Balto, ne avevamo già parlato… >
< Ed io non sono mai stato d’accordo, Boris… Arly, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me. Ma ho ancora un desiderio da confessarti? >
< Dimmi, Balto. >
< Bada a Boris. Non lasciarlo da solo. >
< Certo. Nessun problema. >
< Balto, non te ne andare… ti prego… >
< Boris, sono nato da solo e morirò da solo. Questo è il mio destino… Ti pregherei di acconsentire alla mia ultima volontà. >
Con le lacrime agli occhi, alla fine Boris e Arly decisero di lasciarlo andare.
< Addio, Balto. Sei stato un cane – lupo pieno di onore e di coraggio. Nessuno ti dimenticherà > disse infine Boris prima di vedere suo nipote scomparire in mezzo alla tormenta di neve che si stava abbattendo sulla cittadina dell’Alaska.
< Balto! >
La voce di Burt risuonò in lontananza come un macigno.
< Ho fatto come mi hai chiesto… Però odio rimanere da solo. Posso unirmi a te? >
capendo com’era profondamente dispiaciuto, Balto capì che non poteva dirgli di noi.
< Vieni pure, Burt. Non posso dirti di no. >
< Grazie. Grazie davvero. >
   
 
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