Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Shellcott    18/05/2020    10 recensioni
Storia partecipante al contest “Ogni amore ha la sua pietra preziosa” indetto da Zukiworld sul forum di Efp.
Harry e Ginny durante una giornata particolarmente faticosa. Il tutto amplificato dal tremendo errore commesso da uno dei due.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Ginny Weasley si materializzò nell'atrio del ministero era parecchio nervosa.

Eppure quella mattina si era svegliata e i presupposti per un'ottima giornata c'erano tutti.

Era il suo decimo anniversario di matrimonio, il sole splendeva nonostante fosse prevista pioggia ed Harry, pur non essendo in casa quando lei aveva aperto gli occhi, aveva fatto trovare la colazione pronta per lei e i loro figli.

Certo, lo faceva sempre quando usciva presto per andare in ufficio, ma quella mattina la donna volle credere che ci avesse messo un po' più di sentimento data l'occasione speciale.

Quindi finse di non rimanerci male quando non trovò neanche un biglietto.

Sopportò anche James e Al che litigavano e Lily che piangeva, mentre aspettava che la baby sitter arrivasse.

Un inizio di fastidio cominciò a manifestarsi quando arrivò in redazione e scoprì che doveva andare a seguire la partita Tornados contro Chudley Cannons: erano ultimi e penultimi in classifica, quindi si prevedeva una partita particolarmente noiosa.

Inoltre l'inizio era fissato nel tardo pomeriggio e rischiava di arrivare tardi per qualsiasi cosa avesse organizzato Harry.

“Sempre che abbia organizzato qualcosa” pensò pessimisticamente.

Fortunatamente, poco dopo pranzo, la sua segretaria le portò un biglietto proprio da parte del marito.

Le chiedeva se prima di tornare a casa poteva aspettarlo all'ingresso del Ministero che gli serviva una mano per portare delle scatole di documenti.

Non era la prima volta che si trovavano nell'atrio per rincasare insieme dopo una giornata di lavoro, ma Ginny era sicura che quella volta Harry avesse qualcosa in mente, quindi si tranquillizzò.

Durante la partita però le cose peggiorarono.

Il sole venne presto coperto da grossi nuvoloni neri e un'intensa pioggia cominciò a scendere a cascata sulla testa dei presenti.

Non fece in tempo a scagliare un incantesimo di protezione che aveva già buona parte dei vestiti bagnati e il taccuino su cui prendeva appunti abbastanza zuppo da non riuscire a leggere cosa aveva scritto fino a quel momento.

Non che ci fossero poi molti appunti da prendere: la partita finì prima del previsto per 150 a 0. Nessun gol segnato, nessuna parata decisiva, ne bolidi scagliati contro giocatori. Solo la presa del boccino, più dovuta al caso che al talento del cercatore secondo l'occhio esperto di Ginny, pose fine all'agonia degli spettatori.

Quindi la donna riuscì a smaterializzarsi all'asciutto dentro l'atrio del Ministero. Dopo aver avvisato la reception del suo arrivo si mise seduta ad aspettare il marito.

Nell'attesa ricominciò a pensare a cosa avrebbe potuto preparare come sorpresa Harry.

Magari quelle scatole che doveva portare erano dei regali per lei.

Oppure l'avrebbe portata a cena nel ristorante che aveva aperto da poco a Diagon Alley.

Erano due settimane che lanciava messaggi subliminali sperando che il marito cogliesse la sua volontà di passare li il loro anniversario.

Quando però si rese conto che era passato parecchio tempo da quando era arrivata cominciò ad irritarsi.

Giunsero le nove di sera e Ginny prese coscienza che a quell'ora non avrebbero trovato posto per cenare in nessun ristorante.

«Ehi eccomi, scusa!» esclamò Harry uscendo dall'ascensore con due grossi scatoloni di cartone in braccio «Ho avuto una giornata infernale. Puoi tenerli per favore?»

Senza attendere la risposta lui le mollò le scatole tra le braccia.

«Grazie, non sapevo come fare a smaterializzarmi da solo con tutti questi documenti!»

«Quindi...» Iniziò Ginny sbirciando dentro una scatola con il coperchio messo male «Sono solo documenti?» Concluse con tono deluso

«Cos'altro dovrebbero essere?» Chiese Harry guardandola quasi infastidito «Sono dossier che devo finire di catalogare entro domani. Mi sa che appena arrivo a casa devo rimettermi a lavorare!» Esclamò con aria stravolta

«Stasera?» sbottò lei.

«Quando altrimenti? O stasera o stanotte» Rispose alzando gli occhi «Domattina devono essere pronti! Dai andiamo che è tardi» Concluse avvicinandosi per smaterializzarsi.

Poi improvvisamente si fermò.

«Cavolo! Mi sono dimenticato!»

«Cosa?» “Forse che è il nostro anniversario?” concluse Ginny mentalmente, fulminandolo con lo sguardo.

«Devo mandare un Patronus a Kingsley, arrivo subito!» Urlò Harry mentre si allontanava dalla ragazza.

Lo vide scuotere la bacchetta mentre il cervo argenteo spuntava fuori. Mormorò qualcosa abbassando notevolmente la voce.

“Se ne è scordato davvero” Concluse la ragazza tra sé.

Non ci poteva credere.

Da quando stavano insieme si era sempre ricordato tutto. Ogni compleanno. Ogni anniversario. Addirittura aveva proposto una tradizione anche per il giorno del loro primo bacio: andavano in una radura sulle colline, liberavano un boccino e si sfidavano a chi lo prendeva prima.

Tutto si sarebbe aspettata tranne che scordasse i dieci anni di matrimonio.

Lo guardò mentre tornava.

Aveva le braccia indolenzite per il peso delle scatole.

Appena fu abbastanza vicino gliele passò rudemente, quasi lanciandole.

«Perché ti sei allontanato?» Chiese con voce scontrosa.

«Segreti ministeriali» si giustificò Harry sistemandosi meglio le scatole «Non posso parlarne in pubblico, specialmente se c'è una giornalista nei paraggi» Aggiunse in tono scherzoso.

«Si da il caso che non stia lavorando» Rispose Ginny mettendo più rabbia che poté nelle parole «e ora io sia solo tua moglie» Aggiunse alzando la voce per calcare l'ultima parola.

«Gin, tutto bene?» Chiese Harry guardandola con aria interrogativa

«Ho avuto una pessima giornata anche io» Rispose sbrigativa «Andiamo dai» e prendendolo sotto braccio si smaterializzarono.

Una delle fortune di vivere a Godric's Hollow era di stare in una comunità esclusivamente magica.

Non erano costretti a materializzarsi in qualche vicolo buio per poi raggiungere la casa a piedi, così arrivarono direttamente davanti al vialetto d'ingresso.

Alzando lo sguardo Ginny si rese conto che tutte le luci di casa erano spente.

«Dove sono i ragazzi?» Chiese allarmata.

Harry avrebbe dovuto passare da casa per preparare il pranzo ai figli per poi lasciarli con Molly e Arthur per il resto del pomeriggio.

Era già capitato che facessero tardi e i suoi genitori avevano sempre aspettato in salotto il loro ritorno dopo aver messo a letto i nipoti e la lampada dietro il divano si vedeva chiaramente dalla finestra.

Ora però tutte le luci erano spente.

Si voltò verso il marito.

Era certa che avesse combinato qualcosa.

Magari si era dimenticato di avvisare i suoi genitori e i tre figli erano rimasti soli tutto il giorno.

O anche peggio non era tornato a casa a pranzo e la baby sitter li aveva denunciati per abbandono di minore.

«Sono da Ron e Hermione. I tuoi oggi non potevano venire» dichiarò lui alzando le spalle.

«Potevi avvisarmi!» Gli urlò contro rabbiosa, voltandosi e dirigendosi verso la villetta accanto dove abitavano il fratello e la sua famiglia.

«Dove stai andando?» Le chiese Harry inseguendola con fatica dato il peso delle due scatole.

«A prendere i miei figli!»

«Mi ha detto Ron che volevano rimanere a dormire con i cugini»

«Vabbé allora vado a salutarli»

«Ma staranno dormendo ora» Harry le stava dietro ansimando e provando a farla ragionare

«Stai zitto!» Urlò lei voltandosi con il viso contratto dalla rabbia.

Rimasero immobili uno di fronte all'altro fissandosi.

Harry aveva gli occhi spalancati e quasi non respirava.

«Sai che giorno è oggi?» Chiese Ginny sussurrando.

«Venerdì?» Tentò lui cauto

«È il nostro anniversario e ti sei dimenticato!» Concluse lei, con più calma di quanto si aspettasse. Poi fece per andarsene e tornare verso casa loro, ma Harry si spostò mettendosi davanti.

Lei fece un passo a destra per evitarlo, ma nuovamente lui si mosse per bloccarle la strada.

«Mi lasci andare a casa? Sono stanca!»

«No»

«Perché?»

«Mi tieni un attimo le scatole?»

«Scordatelo, fammi andare a casa!»

«Ginevra! Prendi queste scatole, per favore»

Lei lo guardò stupefatta.

In tanti anni che stavano insieme le volte in cui l'aveva chiamata Ginevra si potevano contare sulle dita di una mano.

Di solito era Gin, quando litigavano diventava Ginny.

Ginevra solo quando voleva farsi ascoltare.

Per questo capitava raramente, lei lo ascoltava quasi sempre, quindi non serviva.

«Per favore» Ripeté Harry

Ginny allungò le braccia e lui vi posò delicatamente le scatole.

«Lo sai vero di essere di essere una guastafeste?» Le chiese guardandola.

Poi estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e colpì leggermente le due scatole.

La ragazza sentì il peso svanire e vide le due scatole di cartone rimpicciolirsi fino a diventare una sola. Era decisamente più piccola, circondata di carta blu notte e con un fiocco argento.

Alzò lo sguardo su Harry

«Due anni fa mi avevi detto che non ti facevo mai sorprese» Esclamò lui sogghignando «E quando te ne organizzo una mi urli in mezzo alla strada»

«Come facevo a saperlo?» Mormorò lei «Credevo ti fossi scordato» Aggiunse giustificandosi

«Bastava che entrassi in casa e l'avresti scoperto» Concluse lui alzando le spalle

«Scusa se mi sono preoccupata per i ragazzi, eh!» Rispose Ginny piccata

«Vogliamo andare dentro? Le sorprese non sono finite con quella scatola» ribattè il marito ignorandola.

Le prese la mano e se la tirò dietro.

«Comunque i nostri figli, insieme a Rose e Hugo, dormono dai tuoi genitori» Rivelò Harry «Ron stasera era di turno ed Hermione mi ha aiutato tutto il giorno con la tua sorpresa. È lei che ho avvisato che stavamo arrivando con il Patronus, non Kingsley»

«Quindi mi hai mentito tutta la sera!» Rispose lei.

Continuava a dover trovare una scusa per arrabbiarsi con Harry, per non dover pensare di aver sbagliato.

«In realtà è da ieri sera che ti sto dicendo piccole bugie a fin di bene» Ormai avevano raggiunto di nuovo il vialetto d'ingresso «Oggi non sono andato a lavorare, ho preso ferie. E ho parlato con il tuo capo redattore chiedendogli se ti potesse mettere alla partita dei Tornados così sapevo saresti tornata tardi»

Ginny spalancò gli occhi stupita mentre salivano i gradini che conducevano al patio.

«Poi però sei arrivata troppo presto» Continuò lanciandole un'occhiata divertita «Dovevamo ancora finire di organizzare in casa, fare il pacchetto e trasfigurarlo. Senza Hermione non ci sarei mai riuscito»

Si erano fermati davanti alla porta d'ingresso e si stavano fissando come poco prima, ma la rabbia era sparita dagli occhi di Ginny.

«Mi perdoni?» Chiese Harry sorridendo

«Prima devo vedere cosa c'è qua dentro!» Rispose lei fingendo di essere ancora offesa e alzando il pacchetto che teneva in mano.

Il ragazzo rise e con un colpo di bacchetta spalancò la porta.

Ginny non riuscì a trattenere la meraviglia.

Dal salotto erano spariti tutti i mobili tranne un tavolino tondo al centro della stanza e due sedie. Sul tavolo una tovaglia azzurra cadeva fino al pavimento, un candelabro al centro reggeva tre lunghe candele che Harry accese con un colpo di bacchetta e piatti e posate per due.

«Buon anniversario, Gin!» Esclamò

Lei spostò lo sguardo dal salotto al marito e gli si gettò al collo stampandogli un bacio sulle labbra.

Quando si staccarono lei lo guardò negli occhi ed esclamò:

«Posso aprire il regalo ora?»

Harry scoppiò a ridere ed annuì.

Ginny armeggiò qualche secondo con il fiocco prima di estrarre impaziente la bacchetta e scioglierlo con la magia. Strappo la carta e alzò il coperchio.

Un bagliore celeste si sprigionò.

All'interno un piedistallo marrone reggeva quelle che sembravano due miniature: un cervo ed un cavallo poggiavano la testa l'uno sul collo dell'altro.

Sembravano fatti di vetro, ma quando provò a toccarli si accorse che il dito ci passava attraverso. Erano come se fossero di fumo azzurro che emanava una luce tenue e delicata.

Alzò lo sguardo su Harry e vide che li stava fissando con la stessa meraviglia che aveva provato lei,

«Non li avevo ancora visti al buio» Si giustificò «Ti piace?»

Lei annuì.

Non serviva dicesse nulla. Sapeva che il marito poteva leggerle dentro quello che provava.

La rabbia e la stanchezza che si erano accumulati durante il giorno erano sparite ed ora non desiderava altro che stare li, abbracciata ad Harry, ad osservare i loro Patronus in miniatura.


Nota dell'autore: Salve a tutti. Questa è una One Shot scritta e pubblicata per partecipare al mio primo contest, organizzato da Zukiworld. Il contest parla d'amore e che coppia potevo scegliere se non Harry e Ginny.
Spero che vi sia piaciuta, è stato un po' faticoso scriverla, ma molto molto divertente. 
Fatemi sapere che ne pensate, grazie e a presto! :)

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shellcott