Soulless mate



 

 
Dolores e Alastor sono un incastro strano che non ha motivo di esistere.
Lui è bello, purosangue, gioca a Quidditch, e ha una lingua affilata che borbotta troppe parolacce.
Lei è bruttina, mezzosangue, è lo zimbello di tutti e la preferita di nessuno, e ha una voce stridula che pronuncia solo parole falsamente dolci.
Non hanno niente in comune, però si piacciono.
Forse perché, con lei, lui si sforza di essere meno brusco e dire qualcosa di carino – Non sei un rospo, forse una ranocchia.
Forse perché, con lui, lei riesce a essere sfacciata – Vaffanculo, Moody, sei uno stronzo!
Lui con lei un po’ si controlla. Lei con lui un po’ il controllo lo perde.
“Siamo anime gemelle” – questa è la conclusione a cui Alastor arriva per scherzo, prima che la fine degli anni a Hogwarts li porti su due dimensioni opposte.

 

 

 

 
Dolores e Alastor non sono più così diversi: lui ha guadagnato punti in bruttezza e lei in schiettezza.
Lui non ha più una gamba, né un pezzo di naso, ha graffi sulla pelle e un occhio magico capace di vedere dappertutto.
Lei ha cominciato a dire bugie, a scendere a compromessi, e ha occhi da rospo capaci solo di vedere fiocchi rosa confetto.
Sono brutti allo stesso modo. Sono taglienti allo stesso modo.
Si cercano e si trovano – amplessi sconosciuti che altri chiamerebbero orrore.
“Siamo anime gemelle” – questa è la conferma che ha lui, ma che non dice ad alta voce. Perché stavolta non è uno scherzo e la potenza di quella realizzazione lo distrugge.

 

Alastor e Dolores sono stati diversi e sono stati simili.
Si sono rincorsi per eguagliarsi, ma poi si sono superati – lui è troppo brutto, lei è troppo stronza.
Lui ha perso talmente parti di sé da sembrare un mostro.
Lei ha cominciato a scatenare leggi razziste finché un mostro non lo è diventata davvero.
“Sai, una volta pensavo che fossimo anime gemelle” – Alastor ammette finalmente, con ironica sincerità, buttando giù un intero shot di Whisky Incendiario.
La nuova Inquisitrice di Hogwarts ridacchia sorseggiando il suo sherry. “Cos’è successo ora, Malocchio? Hai trovato una nuova vita oppure… ehm… una nuova anima gemella?”
Moody grugnisce e si impone di alzarsi dal tavolo dei Tre Manici di Scopa – di non cedere al desiderio putrido e malsano di sentirla soffiare come una gatta mentre la possiede per l’ultima volta.
“No, ho solo capito che tu una cazzo di anima non ce l’hai”.


 

Alastor e Dolores sono stati qualcosa, ma ora non sono più niente.
Di lui rimane solo un corpo senza degna sepoltura, e di lei un medaglione che riesce a renderla perfino più sprezzante del normale.
“Che cos’è quell’occhio nella porta?”
Quando Mafalda glielo chiede, Dolores spalanca per un attimo gli occhi.
Una volta lei e Alastor erano un incastro strano – e strano appare adesso quell’occhio magico incastrato nella sua porta.
“Apparteneva alla mia anima gemella” dichiara con un sorriso. Ad alta voce e senza reticenze, perché sa di non essere capita dalla collega – né da quell’occhio che ormai non può più percepire nulla.