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Autore: Lost In Donbass    19/05/2020    1 recensioni
Midnight Olson è ribelle, testarda, violenta, sregolata. Non ha freni, non li ha mai avuti.
Denis Shostakovich è rabbioso, sfacciato, arrogante. Non è in grado di fermare la sua vita di eccessi.
Lei è una studentessa, lui il cantante della band metalcore più in voga del momento. Non si conoscono, e se si conoscessero si odierebbero. Ma caso vuole che Richard, fratello di lei e bassista nella band di lui, si porti dietro la sorella per strapparla ai guai nei quali si è cacciata. Così i mondi di Denis e Midnight vengono in contatto, e c'è da mettersi le mani nei capelli. Tra litigate epocali, tradimenti, violenza gratuita, droga, luci della ribalta e soprattutto tanta musica metalcore, ecco a voi la storia d'amore più sregolata di sempre. Perché noi siamo il rock'n'roll e non abbiamo intenzioni di fermarci. Nemmeno da morti.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO OTTO: NOT THE AMERICAN AVERAGE

Clothes trailing from the backdoor
To the bedroom, and I don't even know your name.
Give me all you've got, make this night worth my time

[Asking Alexandria – Not The American Average]

 

 

-Hey, dolcezza. Sei riuscita a eludere la sorveglianza di Shostakovich?

La voce di Asher era nettare per le mie orecchie. Feci una giravolta sui tacchi e me lo trovai davanti, bellissimo con la camicia semi slacciata e gli skinny jeans, i capelli spettinati ad arte e quel sorriso maturo che farebbe morire il più etero degli uomini. Gli sorrisi, e sbattei gli occhi pesantemente truccati

-Non ci disturberà più. Comunque, wow, che posto.

Allusi con la testa all'albergo super lusso dove avevo prenotato una camera solo per noi dove trascorrere la notte. Non vedevo l'ora di essere in atteggiamenti discutibili con lui. Lo bramavo, lo volevo, lo desideravo disperatamente.

-Solo il meglio, pasticcino.

Mi afferrò per la collottola e mi trascinò in un bacio untuoso e passionale. Gli allacciai le braccia attorno al collo e mi lasciai sopraffarre dalle sue labbra sottili e dalla sua lingua. Probabilmente fu uno dei baci migliori che ricevetti in vita mia, ma di nuovo, nella mia mente si sovrappose l'immagine di Denis e delle sue labbra da donna. Feci vagare le mani sul suo petto, anelando a un contatto ancora maggiore e lui rise sulle mie labbra.

-Trattieniti per dopo, tesoro.- si staccò da me e mi leccò il lobo – Ci divertiremo tutta, tutta la notte. Pensi di reggere?

Un brivido mi attraversò la spina dorsale. Oh, al diavolo Richard e il suo coprifuoco. Quella notte l'avrei passata attaccata ad Asher e niente mi avrebbe staccato da lui.

-Semmai sei tu quello che deve fare i conti col proprio corpo.- ribattei io e gli toccai appena il cavallo dei jeans – Forza, andiamo.

Mi prese per la mano e mi trascinò all'interno dell'albergo più chic che avessi mai visto. Non lo ascoltavo nemmeno mentre salivamo le scale, troppo impegnata a guardarmi intorno con gli occhi spalancati. Tutto quello sfarzo mi era sconosciuto. Era capitato che qualche ragazzo mi invitasse a passare una notte in albergo, ma erano sempre posti squallidi che assomigliavano più a motel da highway americana che altro.

Quando entrammo nella stanza, poi, soffocai un'esclamazione meravigliata. Un enorme letto a baldacchino troneggiava in mezzo alla stanza, uno specchio a parete occupava un angolo della camera. E poi i tappeti, e le poltroncine rosse, e un tavolino di cristallo con un mazzo di fiori in mezzo, e la bottiglia di champagne con le fragole accanto, e la finestra che si apriva su tutta Londra … non potevo crederci. Sicuramente Denis non mi avrebbe mai riservato tutto quelle attenzioni. Sentii le braccia di Asher circondarmi da dietro e le sue labbra poggiarsi sul lobo del mio orecchio, succhiando appena

-Allora, dolcezza, è di tuo gradimento?

-E' eccezionale!- strillai, mi voltai, e lo baciai. Lui mi strinse a sé e potevo sentire il suo profumo di colonia e menta. Delizioso.

-A volte essere una rockstar di fama mondiale serve.- sussurrò sulle mie labbra, facendomi scivolare le mani sotto il vestito. Un brivido mi scosse. Ogni momento che Asher mi toccava era come essere investita da un treno: mi lasciava stordita, e morta dal desiderio di averlo.

-Comunque, prendiamocela pure comoda. Abbiamo tutta la notte.- concluse, staccandosi da me e facendomi mugolare di disappunto. Ma aveva ragione. Sicuramente era meglio diluire il momento clou vero e proprio per gustarselo di più. Valutai che non avrei seguito il coprifuoco di Richard – intanto, conoscendolo, sarebbe andato a dormire alle nove e mezza, con i suoi ritmi da ottantenne fissato con lo yoga, e non si sarebbe di certo svegliato per controllarmi. Lo sapevo che dormiva con tappi e mascherina per gli occhi. Più ci pensavo, più mi pareva gay. Va beh, avevo di meglio da fare che pensare a Richard. Mi sedetti su una delle comodissime poltroncine, e lui mi versò un flute di champagne che accettai con un sorrisone. Non ero mai stata trattata con tutte queste premure, quindi non sapevo bene come comportarmi. Sperai solo che lo champagne non mi facesse venire il singhiozzo come tutte le volte che lo avevo bevuto.

-Ma … tu e Denis avete dei trascorsi?- chiesi, accavallando le gambe e facendo in modo di sollevare un po' il vestito. Notai che lo notò, perché si lecco inconsapevolmente le labbra.

-E' una storia molto stupida.- mi disse, appoggiandosi allo schienale e bevendo un sorso con una grazia principesca – Noi e i Questioning Virginia abbiamo condiviso il tour europeo, entrambi come headliner, ma Denis non teneva le mani a posto. Chiariamo, assolutamente nulla contro i gay, ma cominciava a diventare imbarazzante. Tanto più che io sono etero convinto, e lui allungava le mani, e mi faceva avances sconce, e altre piccolezze del genere. Tesoro, Denis è un idiota. Non te lo meriti.

Mi guardai le unghie smaltate, e pensai che sì, forse mi meritavo meglio dell'ucraino, ma ripensando a quel pomeriggio, alla giravolta, al momento del nostro quasi bacio, non riuscivo a considerarlo un completo cretino. Forse mi stavo affezionando?

-Sì, forse.- mi limitai a dire. Poi sfarfallai le ciglia – Comunque, non pensiamo a lui. Concentriamoci su di noi.

Posammo i calici e io mi alzai, andandomi a sedere in braccio a lui. Gli accarezzai il viso e lui mi strinse una coscia

-Insieme ci divertiremo un sacco, dolcezza.- mormorò, con la voce roca – Le 120 giornate di Sodoma impallidiranno al nostro cospetto. Vero, Justine?

Mi irrigidii senza nemmeno capire perché. I suoi occhi avevano assunto una luce che non era più quella divertita ed eccitata di prima, e la voce era diventata quasi un ringhio. Le sue labbra, un ghigno che non presagiva nulla di buono. Mi trovai congelata, cercando di capire cosa volesse dire con quel Justine. E Sodoma, cosa c'entrava? Cercai di spremermi le meningi, perché qualcosa mi ricordava ma non riuscivo a capire cosa. Mi sentii leggermente a disagio, come se le sue mani fossero diventate improvvisamente fredde e le sue gambe non erano più comode come prima.

Ma di colpo lui mi baciò, con una dolcezza nuova, mi mise una ciocca dietro l'orecchio e mi sussurrò

-Sei pronta, tesoro?

Tutta l'inquietudine che mi aveva colta prima scemò. Adesso sorrideva, sembrava quasi dolce mentre si allungava per prendere una fragola e mettermela tra le labbra. La morsi e lo baciai, facendogli assaporare il gusto della fragola. Il bacio divenne più corposo, lui mi prese in braccio e mi gettò a peso morto sul letto. Ora si iniziava a giocare, non vedevo l'ora. Mi misi in ginocchio sulle coltri e mi sfilai il vestitino che avevo comprato quel giorno, e lo lasciai rimirare il mio intimo audace. Ebony sarà stata una strega, ma la roba che aveva era davvero di qualità. Immaginai che ad Asher piacesse lo spettacolo, perché si leccò le labbra e si slacciò la camicia, lanciandola sul pavimento. Era completamente tatuato, e io, beh, io adoravo i tatuaggi. Mi spinse sul letto e cominciò a baciarmi, mentre io gli graffiavo la schiena e giocavo con la zip degli skinny; sorrisi sentendolo gemere quando infilai la mano nei pantaloni e lo toccai appena, e sorrisi ancora di più quando lui passò a slacciarmi il reggiseno e scendere con le labbra in una lunga scia di baci che si avvicinavano alla mia pancia. Ribaltai le posizioni e mi inginocchiai in mezzo alle sue gambe, levandogli i jeans, e lo toccai da sopra la stoffa dei boxer, baciando via i suoi gemiti; con uno scatto lui si tolse l'intimo e, guardandomi con quegli occhi straordinariamente grigi e straordinariamente eccitanti, mi fece cenno di cominciare a giocare. Non aspettavo altro, pensai, mentre socchiudevo le labbra sulla sua punta per cominciare a farlo impazzire. Pensava davvero che fossi solo una ragazzina sprovveduta? Ero tutto meno che quello, e penso che i suoi gemiti ne fossero la prova. Non mi fece nemmeno iniziare davvero a fare quello che avevo in mente che si mise seduto e mi spogliò completamente. Non mi vergognavo della mia incredibile nudità di fronte a lui, come non mi vergognavo delle sue dita che avevano cominciato la loro discesa e dei gemiti che gli soffiai nel collo. Lo spinsi sul letto e cominciò l'avventura.

 

Mi svegliò lo squillo del mio cellulare dopo poco che mi ero assopita tra le sue braccia. Avevamo passato delle ore incredibili in quel letto, alternate tra passione selvaggia, qualche chiacchiera, e altro champagne. Ero brilla, e adesso l'unica cosa che volevo fare era dormire accanto a lui, in quel letto morbido e sporco dei nostri umori. Gli tenevo la testa sul petto e lui dormiva, respirando piano. Subito pensai di non rispondere, ma lo squillo insistente era davvero fastidioso, così mi disincagliai dal suo abbraccio e tesi la mano alla cieca verso la borsa.

-Lascia perdere, Midnight … - brontolò Asher.

-Faccio in fretta, promesso.- cinguettai, e gli lasciai un bacio sulle labbra, prima di alzarmi e rispondere. Era Richard. Ed erano le due di notte. Sarà stato sicuramente preoccupato per non avermi visto rincasare – cavolo, allora forse non era andato a dormire alle nove e mezza.

Asher aveva aperto gli occhi e mi guardava con aria truce, come a dirmi di mettere giù, tornare a dormire un po' e poi ricominciare.

-Midnight!

L'urlo trapanante di Richard mi sfondò il timpano. Sbuffai

-Richard, cosa vuoi? Prima che tu me lo dica, sto bene, non è successo niente, torno tra poche ore, ti giuro che …

-Midnight!- urlò di nuovo – Vieni subito a casa!

-Ti ho detto che sto bene! Dai, fratello, perché sei sempre così …

-E' successa una cosa tremenda!- continuò a strepitare – Denis ...

Tratteneva il pianto e io mi irrigidii. Denis?! Cosa gli era successo?

-Denis cosa?!- urlai.

Qualche pianto strozzato e poi un sussurro

-L'ha investito la corriera. L'hanno ricoverato d'urgenza in ospedale.

  
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