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Autore: katai20    19/05/2020    1 recensioni
Starland è un racconto dal Genere: Avventura, Fantasy, Fantascienza e Mistero
Nel 1907 una misteriosa iniziativa, nominata Progetto Bogendorf, viene istituita dalla Triplice Alleanza per accrescere il potere Ingegneristica e competere con le Nazioni rivali. 2 ragazzi, Ennio e Ambrogio riescono a vincere la partecipazione all'evento in compagnia di altri giovani prodigio come loro, in un Transatlantico diretto verso la base del Progetto. Starland deve molto alla sua componente Misteriosa pertanto non voglio rivelare altre informazioni lasciando che siano i lettori a scoprire la vera trama una volta che il Transatlantico avrà raggiunto la destinazione.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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7 agosto 1907, Mar di Corsica 

La Principessa Jolanda era l’orgoglio dell’Ingegneria Nautica Italiana, vantava due motori a vapore costruiti in un Piroscafo di 150 metri di lunghezza per 18 di larghezza, spartiti in 3 ponti passeggeri dotati di corrente elettrica, telegrafo e telefono. Gli interni delle prime classi ospitavano ristoranti, sale da gioco e salotti, impreziositi da arredi in ebano bianco, tessuti lavorati dai più importanti Studi Artigiani e tavole imbandite per un buffet privilegiato, colorato da scottanti paste dal grano pregiato, pesce speziato fresco non salato, carni succose ed esotiche e dolciumi variopinti in elaborati castelli culinari. La musica riecheggiava briosa nel silenzio cullato dalle onde del Mar Mediterraneo e diventava piacevolmente sottile nel ponte di prua dove Ennio appoggiato sul passamano rifletteva solitario.

“ Quattordicimiladuecentotrentacinque… La vita media di una persona dovrebbe salire fino ai sessantacinque anni nel prossimo futuro. Ma visto che ho la scalogna sicuro devo sottrarmi almeno cinque anni. Domani compirò ventuno anni. Sessanta meno ventuno è trentanove, per trecentosessantacinque giorni l’anno è quattordicimiladuecentotrentacinque. Ho quattordicimiladuecentotrentacinque giorni per trovare un senso alla mia vita… In cosa posso investire intelligentemente questo tempo? “

Ennio era un giovane adulto dai lineamenti atipici. Il rapporto tra altezza e spessore del cranio creava una bilanciata simmetria che rendeva il volto più compatto e meno allungato in un impatto iniziale che trasmetteva una bizzarra percezione geometrica. L’elemento che più saltava all’occhio era il suo naso. Oltre ad avere una cute distintamente più scarlatta rispetto al pallore olivastro della sua epidermide, palesava una bizzarria unicità, era praticamente un perfetto prisma rettangolare dagli angoli leggermente arrotondati che montava due narici laterali in 5 facciate piallate dalla natura con una limatura quasi illogica. La bocca era minuta e alta rispetto al mento aguzzo, la mascella era squadrata e gli zigomi erano alti e gonfi. Gli occhi erano perentoriamente socchiusi in un vezzo che comunicava una distinta indolenza annoiata, antipatica a molti dei suoi conoscenti. Le profondi iridi Blu Reale le aveva ereditate da suo padre mentre le invadenti occhiaie brune erano proprie. Le folte sopracciglia segnavano l’inizio di una alta e piatta fronte che sembrava quasi spingere gli altri componenti del volto per vincere spazio. I capelli, Marrone Bordeaux erano spaccati da una riga laterale destra che li orientava bassi e corti da un lato e con un ciuffo a volta classica dall’altro in un’acconciatura schematica e poco vistosa, quasi sfacciatamente anonima.

L’abito era elegante come la situazione lo richiedeva. Vestiva una comune camicia latte sotto un pregiato Gilet in Velluto Corvino senza maniche a 4 bottoni decorati ocra, prestato da suo nonno e dei pantaloni dello stesso tessuto con inopportuni risvoltini che impedivano ai calzari di toccare le sue Oxford lustrate. Emergeva sfacciato un papillon bruno sciolto, emblema della mal sopportazione di Ennio a questo tipo di formalità.

Il giovane con le braccia incrociate e poggiate sull’asta superiore e il piede sinistro, audace sull’asta inferiore, si perdeva isolato nella grandezza del panorama notturno, di quel mare delicatamente mosso e riflesso dalla fulgida luce della luna in un paesaggio mutevole, ritmato dalle pieghe delle onde, tagliato dall’orizzonte che divideva l’acqua dal cielo annuvolato ma infinito, abbracciato dal canto dondolante delle maree.

“ Fai ancora il solitario? “ Disse Ambrogio intervenuto alle sue spalle. Ennio si girò meccanico.

“ Buon compleanno “ Completò Ambrogio con il suo solito sorriso fanciullesco e spontaneo favorendo a Ennio una fetta di torta ai mirtilli con sopra una candela accesa mentre nell’altra mano conservava un pasticcio ai canditi per sé stesso.

Ambrogio era l’unico e migliore amico di Ennio, i 2 vivevano una relazione che valicava persino il concetto di fratellanza, l’uno sapeva i pregi e i difetti dell’altro meglio del detentore ed erano abituati a indovinare le loro reciproche repliche prima ancora di iniziare una discussione o incrociare gli sguardi.
Ambrogio, ventuno anni, era quanto più vicino ci fosse all’incarnazione estetica di un angelo in forma umana. I lineamenti delicati dipingevano un viso benevolo e altruista perennemente scolpito da uno speranzoso sorriso bambino. La carnagione era maialina, Il mento tondeggiante e sfuggente, le guance gonfie e amarante, il naso minuto e all’insu, mentre i grandi occhi bui, brillavano sempre di ottimismo e letizia sotto una fitta frangia bruna. Un segno distintivo erano le sue lentiggini rosa antico. Erano quattro o cinque per guancia, poche ma dilatate tanto da riempire tutte le gote e divise da sottili corsi non lesionati. Ricordavano vagamente dei mosaici in pietra.
Il vestito era sempre corvino in uno smoking slim non abbottonato, una camicia latte e un papillon annodato a dovere. In oltre Ambrogio indossava sempre la sua coppola gonfia di color Marrone Talpa, seppur stonasse pesantemente col suo completo era impossibile dissuaderlo dal non portarla.

“ E’ già mezzanotte? “ Disse Ennio mentre accettava il dolce

“ No, ma avevo voglia di dolce. In oltre stavano iniziando a scarseggiare i dessert, hai presenti il Signor Ugazzi? “

“ Quello della Catena alberghiera? “

“ Si lui. Sta svuotando la sala. Dicono che da quando ha smesso di fumare non fa che mangiare dolciumi “

“ Bravo, così invece di morire tra 10 anni di tumore ai polmoni, muore tra 5 anni di infarto per la glicemia “ disse Ennio masticando col solito sguardo sentenzioso

“ Non essere cinico, e poi spegni la candela prima di… “ Ambrogio venne interrotto da una visione catastrofica. I risvoltini sui pantaloni di Ennio. Iniziò a piegarsi per osservare da vicino il misfatto portandosi il piatto poggiato sul cappello sostituendo le mani nei capelli.

“ Oh no, no no… dimmi che è uno scherzo “

“ Se mi tocchi i risvolti ti do un calcio “ cercò di chiudere incurante Ennio. Ambrogio si alzò acuendo la voce dall’agitazione in un viso segnato da una preoccupazione smodata mentre si guardava attorno.

“ Da quanto sei qui? ti ha visto qualcuno? hai fatto gesti inconsulti? “

“ Ambrogio, respira “

“ Perché sei conciato in quella maniera!? “ disse guardando Ennio negli occhi perso nell’incomprensione

“ La farfalla mi stava stretta e poi lo sai che odio il tessuto dei pantaloni che tocca le scarpe “

“ E la spilla! Dove l’hai messa la spilla? l’hai buttata in mare!? “

“ Ma sei scemo. Ce l’ho in tasca “

“ E allora mettitela no!? “

“ Non mi và. Sto mangiando la torta “ Rispose Ennio innocente e fastidioso. La spilla a cui Ambrogio si riferiva e che lui indossava nella piega dello smoking, era un ornamento in ferro tinto in rame dorato, raffigurava un triangolo alato sopra un vessillo.

“ Io, tu, oink! “ Tartagliò Ambrogio col solito grugnito involontario che emetteva quando si agitava. Respirava esageratamente anteponendo la lingua all’aria fino a riprodurre il verso di un maialino. Dopo una pausa, disse toccandosi la fronte:
“ Per una volta, per una volta soltanto vorrei stare accanto al mio migliore amico senza essere giudicato male preventivamente “ Ennio si prese un attimo. Poi rispose

“ Ambro perché te ne importa così tanto dell’opinione di questa gente? Poco fa io ed i miei genitori abbiamo condiviso il ponte inferiore con una coppia di Salentini Senzaspilla, persone ance molto alla mano e simpatiche… ma tra una domanda e l’altra quando sono arrivati a chiedere che mestiere facesse mio padre, non sono riusciti a nascondere un attimo di sordo silenzio nel flusso della discussione in seguito alla risposta, come se gli avesse detto che andava nelle case a rubare. Per me quell’attimo vale più di tutta la merda che hanno secerto in quelle stupide chiacchiere “ Ennio si scompose leggermente e tagliò deciso una fetta di torta

“ Bhe se dobbiamo andare per luoghi comuni allora ce ne sarebbero di cose da dire pure sul nostro ceto sociale “

“ Il punto è che abbiamo vinto ormai. Non dobbiamo più sottostare ai dettami di nessuno. Quindi perché abbassare ancora la testa? Perché indossare ancora la maschera? Perché indossare… una spilla “

“ Ennio, se non vuoi metterti quella spilla per i Senzaspilla va bene ma almeno per la durata di questo viaggio potresti indossarla… per un amico? Ti prego, ti prego, ti prego… ti prego “ Il viso fanciullesco di Ambrogio era talmente puro da smuovere un vile e conosciuto senso di colpa con cui Ennio ci aveva fatto il callo. All’ennesimo “ ti prego “ Ennio rispose:

“ Forse. Ci penserò “ Ambrogio saltò addosso ad Ennio e lo abbracciò come un bimbo abbraccia i genitori tornati a casa

“ Si! Grazie, grazie, grazie! “

“ Ambro, io posso pure mettermi la spilla ma se mi abbracci così penseranno che siamo strani uguale. E poi non hai risposto alla mia domanda “

“ Si scusa “ Disse Ambro strofinandosi le guance e ricomponendosi, poi continuò:

“ Allora, tanto per cominciare nel loro ambiente possono maturare conversazioni che non vertono solo sullo sport, sulle donne o sulle invidie altrui “

“ Ah si? “ disse sfottente Ennio

“ Si! Per esempio, origliando tra i tavoli si possono scoprire molte cose… come il fatto che il Premio Nobel per la chimica del prossimo anno è già stato promesso a Ernest Rutherford secondo suo suocero. Dicono che stia conducendo degli studi in Canada che metterebbero le basi per un nuovo modello atomico screditando l’ipotesi di Thomson. Interessante vero? “

“ Hmm… “ disse Ennio nascondendo il suo interesse per non dare ragione ad Ambrogio

“ Poi, il cugino di un certo Giovanni Caproni ha avuto una soffiata riguardo la nascita di un ramo Ricerca e Sviluppo nel campo dell’Aviazione Italiana per far nascere un reparto Militare. Dice ce stanno studiando degli Aeroveivoli predisposti per l’utilizzo bellico in Libia “

“ Così presto? “ disse Ennio guardando il cielo “ Potevano lasciarli liberi di volare per qualche altro anno… “

“ E poi qualcuno ha scoperto dove è diretta questa nave… “ Una scintilla illuminò gli occhi di Ennio dischiudendoli leggermente

“ Sei curioso? “ disse volpino Ambrogio avvicinandosi a Ennio mentre questo fingendo malamente indifferenza masticava un boccone

“ Scegli, il papillon o i risvolti? “ Disse Ambrogio

“ Eh? “

“ Se fai sistemare una di queste 2 cose ti dirò cosa hanno scoperto, allora? “ Ennio voltò lo sguardo indispettito. Dopo qualche minuto i piatti erano poggiati per terra con solo le briciole e le posate e Ambrogio stava annodando il papillon sul collo di Ennio mentre la spilla era conficcata nel Gilet e la camicia aveva il colletto abbottonato

“ Certo che ti piacciono proprio sti risvoltini eh?”

“ Dunque? “

“ Allora: Una volta giunti nella Principessa Jolanda molti Senzaspilla davano per scontato che le loro conoscenze o il Capitano stesso gli avrebbero rivelato la meta del nostro viaggio, invece tutto il personale si è rivelato inaspettatamente muto e non collaborativo. Questo ha indispettito molti nobili che hanno iniziato a indagare tramite vie traverse, tra questi, l’imprenditore Andrea Brunovolpe, magnate enogastronomico che a quanto pare sarebbe riuscito a reperire la Base del Progetto Bogendorff. In pratica ha ordinato al suo maggiordomo di segnalare a dei marinai un guasto nei bagni in comune della seconda classe, ma quando uno di questi è entrato a verificare non ha trovato un’anomalia, bensì una busta contenete 5 banconote da cinquecento mila lire e una banconota da mille lire con su scritto “ dove? “ accanto a una penna. Quando il marinaio è uscito dal bagno la busta aveva all’interno solo la banconota da mille lire con su scritto nel lato opposto alla domanda, la risposta: Brema. “

“ Brema? Avrei detto Amburgo o Berlino “

“ Infatti è la stessa cosa che sono riuscito ad origliare dalle persone sedute accanto a Brunovolpe nel loro tavolo e pure dubito abbia mentito, ci farebbe solo una brutta figura nel dare un’informazione sbagliata. Brema essendo situata sul fiume Waser a 60km dal Mare del Nord è la seconda Città portuale più importante della Nazione fungendo da perno commerciale mentre è ad Amburgo che si concentra lo sviluppare nell’avanguardia dei cantieri navali. Oltre a questo, la città è famosa solo per la fiaba “ I Musicanti di Brema “ dei fratelli Grimm, dove la vicenda è ambientata. Nella piazza centrale è addirittura presente una scultura in legno, si dice che accarezzando la testa dell’asinello questo porti fortuna. Forse la Germania consapevole di questa disparità vuole aprire nuovi cantieri navali a Brema per creare una linea difensiva “ Ambrogio strinse il nodo del papillon e si appoggiò all’asta respirando l’aria salata del mare mentre guardava il cielo con Ennio godendosi degli attimi di silenzio

“ Quindi Brema “ Disse Ennio

“ Già “

“ Peccato… avrei voluto accarezzare la testa di quell’asinello “

“ Ma ti ho appena detto che… non stiamo andando a Brema? “

“ Che delusione, adesso ti spiego “ Ennio si abbassò e dalla borsa che era sempre stata ai suoi piedi prese e indossò un paio di guanti in pelle. Il volto era rammaricato dalla risposta di Ambrogio, per un attimo aveva sperato che qualcun’altro nell’equipaggio fosse riuscito trarre le sue stesse conclusioni, ma in fondo se lo aspettava che ciò non era possibile. Iniziò a tirar fuori dalla borsa uno strano strumento, era una corda avvolta in un sostegno cilindrico con sulla punta un orpello in metallo

“ Tieni, reggi qua “

“ Cos’è quello? “ Chiese Ambrogio

“ E’ un Solcometro artigianale, serve per misurare i Nodi Marittimi. Nell’esposizione Universale di Milano dell’anno scorso hanno mostrato dei nuovi modelli ad elica ma questo strumento fatto in casa andrà più che bene “ disse lanciando l’orpello in mare mentre Ambrogio teneva il supporto di legno e lui contava i nodi scorrendo la corda

“ Tanto per cominciare dobbiamo partire dalla consapevolezza che questo segreto militare è dovuto alla necessita di nascondere la Base del Progetto Bogendorff alle Nazioni Concorrenti all’Industrializzazione contemporanea, quindi il personale non ci rivelerà mai la destinazione di questo Piroscafo sia perché rischierebbero la radiazione o addirittura l’esecuzione capitale e sia per l’etica militare molto radicata nel loro animo che gli rigetta ogni forma di tradimento. E’ ovvio che Brema è un nome deciso a tavolino dai superiori per sviare le persone dando subito una comoda risposta per sedare le ricerche. Quindi le uniche informazioni su cui dobbiamo basarci non sono quelle dirette ma quelle indirette, per ‘esempio ti sei accorto come i marinai qui si allacciano le scarpe? “

“ No, penso che solo te ti metti a vedere certe cose “

“ Tu come ti allacceresti una scarpa se fosse un Marinaio? “

“ Mi piegherei per… “

“ Sbagliato. Forse nei Navigli turistici, ma qui siamo in un Piroscafo Multiclasse, l’Equipaggio è preposto per servire i Senzaspilla e non possono sporcarsi gli abiti secondo il Codice Marittimo. Per questo le scarpe vanno allacciate col piede sollevato sulle Banchine, in modo da non avvicinare la divisa al terreno per macchiarla… eppure solo in questa Nave nessuno persegue questo dettame quando devono stringersi i lacci. Sai perché? “ Ambrogio cercava invano una risposta, poi Ennio proseguì:

“ Perché indossano calzini di lana “ Ambrogio iniziò a fare due più due

“ Secondo il Glossario dell’equipaggiamento Navale a questi uomini viene fornito uno zaino contenenti quattro completi stagionali, quattro biancherie intime, un o spazzolino, un coltellino e un vasetto con della schiuma da barba, un pettine per i pidocchi, un kit per il primo soccorso con bendaggi e siringhe anestetiche, degli asciugamani e appunto sette paia di calzini stagionali… è evidente che per via di un spensierato risparmio a questi uomini sono stati forniti calzini invernali ma tenute estive che probabilmente verranno sostituite con tenute invernali una volta raggiunta la Norvegia. “

“ La Norvegia? “

“ Si. La Norvegia è reduce da una scissione Nazionale con la Svezia che ha portato la nascita di una Monarchia retta da HaakonVIII Principe di Danimarca. E’ un Regno famoso per la sua indipendenza e neutralità, non so cosa abbia a che fare col Progetto Bogendorff, ma i suoi Fiordi protetti e la sua condizione politica la rendono un alleato inaspettato e perfetto per La Triplice Alleanza, è lì che stiamo andando e… 19 Nodi. Lo sapevo che i 22 Nodi erano tutta pubblicità… “ Disse Ennio mollando la presa e prendendo il solcometro dalle mani di Ambrogio.

“ Quindi non andremmo a Brema? “

“ No a Brema probabilmente sbarchiamo davvero ma sarà solo per fare rifornimento di carbone viste le fredde acqua del Nord e forse anche per imbarcare personale, viveri, indumenti e coperte. Se le carte Nautiche dell’Università non sono scritte da cani dovremmo arrivare sulle coste della Norvegia circa tra… “ calcoli spropositati volavano nella testa di Ennio “ Tra tredici giorni, se la velocità è costante e sono bravi a manovrare nelle acque gelide “ Ambrogio rimase sgomento innanzi a quanto detto. Tutto quello che Ennio gli aveva detto tornava e conoscendolo era probabilmente la risosta giusta.

“ Quante mila lire hai detto che aveva dato Brunovolpe al tizio? “

“ C… Cinquecento mila lire “

“ Hm… Sarà pure un imprenditore miliardario ma non ha tanto naso per gli affari… se lo chiedeva a me gli rispondevo gratis e gli davo pure la risposta giusta “ Entrambi i giovani stettero in silenzio per un po' contemplando la bellissima serata, incuriositi per ciò che il futuro avrebbe riservato loro.

“ Ahah… “ Ambrogio interruppe il momento con una risata liberatoria

“ Ce l’abbiamo fatta Ennio… non sto sognando vero? Siamo davvero qui? “ Ambrogio si coprì la bocca con la mano, come se si stesse vergognando di quel decontestualizzato momento di euforia fanciullesca

“ No. Ce l’abbiamo fatta. Non è un sogno. Siamo davvero qui “ Rispose fermo Ennio. Ambrogio allargò l’accennato sorriso e strizzò gli occhi in una dolcissima espressione trainata dall’appagamento e dal sollievo innanzi alla realizzazione del loro sogno. Poi disse:

“ Mi sembra di vivere un sogno, ancora non ci credo, mi tremano le mani, mi frena la lingua, eppure voglio urlare ancora di gioia “ Ennio allora, si rivolse verso il vasto mare e disse

“ Sai Ambro, ho sempre odiato il sorriso altrui, il tuo, quello di tua madre e della mia famiglia sono gli unici sorrisi che voglio vedere. So di non significare niente per le altre persone, perché la stessa cosa vale per me, non me ne frega niente di loro, di chi sono o cosa pensano… eppure non so come spiegarlo… ma ho sempre trovato della perfidia nella felicità altrui. Sorrisi senza gioia, senza un senso, creati per ferire e sguazzare nella vanità. Ma questa volta Ambro. Questa volta stiamo attraversando il Mare. “ Ennio si girò verso Ambrogio con un fiero e inusuale sorriso sicuro “ Quando torneremo a Matera, saremmo noi a sorridere “ Ambrogio aveva gli occhi lucidi dalla commozione e senza trattenersi, rispose col suo solito genuino sorrido:

“ Sì! “ disse Ambrogio con voce roca ma dolce. Poi disse ancora “ Però Ennio c’è una cosa che non capisco… “

“ Cosa? “

“ Hai citato me, mia madre e la tua famiglia, perché hai escluso mio padre ? “ Pur sapendo la risposta Ambrogio voleva snocciolare la questione giocosamente

“ Oh… Perché tuo padre è un idiota Ambro “

“ No, non è un idiota… ha solo qualche difetto ma non è tutto questo disastro infondo “

“ Invece sì e tu lo sai “ disse inflessibile Ennio

“ No non lo è “

“ Invece si “

“ Ti dico di no “

“ Invece sì. È un po’ che te lo voglio chiedere, quelli che sono? “ Disse Ennio indicando qualcosa in acqua sotto di loro

“ Cosa, Cosa, quelli sono… waaa, oink! “ Ambrogio inspirò fino a grugnire nuovamente. Colto di sorpresa dallo stupore, estrasse rapido il taccuino con la grafite da dentro lo smoking e iniziò a schizzeggiare tremolante e sbrigativo i tratti delle creature che accostavano la Principessa Jolanda

“ Perché non me lo hai detto subito che erano lì! “ Ambrogio era un fanatico degli animali, mammiferi, rettili, volatili, pesci, qualsiasi bestia, persino le più noiose e umili catturavano l’interesse del ragazzo catalizzando completamente la sua attenzione. Non c’era niente da fare, quando si trattava di animali Ambrogio si infatuava perdutamente della creatura che aveva davanti e veniva attanagliato dal desiderio di conoscerla e riprodurla tramite dei disegni nel suo fidato taccuino portatile.

“ Non ho mai visto una roba del genere, cosa sono dei delfini? Ma perché sono così luccicanti? “ Chiese Ennio

“ Queste sono delle Stenelle Striate, fanno parte della famiglia dei Delphinus Delphis, vivono in branco e possono raggiungere la velocità di 40km/h. Sono animali molto intelligenti e non si avvicinano ai porti per paura dell’uomo ma sfruttano le onde generate dai grandi Transatlantici per farsi trascinare senza sforzi. Il loro bagliore è dovuta alle Dinoflagellate, dei plancton che hanno sviluppato un sistema di autodifesa bioluminescente tramite gli Scintillioni che sono delle strutture che compongono la regione corticale del loro reticolo citoplasmatico producendo questa luce azzurra che funge da termometro per la catena alimentare, in pratica allontana determinati predatori ma ne avvicina altri, come appunto i delfini “

“ in pratica hanno sviluppato un modo per essere notati e venire mangiati dalle altre specie ? “

“ esatto, i capodogli si allontanano ma per i delfini sono un invito ancora più ghiotto, fanno tenerezza poverini vero? “

“ diciamo… “

“ Lo sapevi che i Delfini nel periodo dell’accoppiamento regalano al loro partner un mazzo di spugne? Più il mazzo è colorato e esotico e più la femmina viene attratta dal maschio “

“ La natura non risparmia a nessuno questa rottura di co… etchù! “

“ Ma tu hai freddo? “ Improvvisamente Ambrogio si scordò dei Delfini e divenne apprensivo e materno “ Vuoi che ti porto una giacca più spessa o un cappello ? “
“ No Ambro sto bene così “ Disse Ennio col tono di colui che era abituato a dire quella frase quotidianamente

“ Una sciarpa! Ti porto una sciarpa! Non far scappare i Delfini, devo finire di ritrarli “ Disse Ambro mentre correva in direzione degli alloggi

“ No Ambro sto… a posto… oh… “ Sospirò Ennio impotente davanti all’iperattività di Ambrogio. Si mise appoggiato all’asse del corrimano mentre guardava il cielo nuvoloso… Era tornato il canto delle onde, a Ennio piaceva quello spazio tutto suo dove poter godere in privato della nottata, della musica in lontananza, della luce soffusa, dell’orgoglio meritato dal compimento del suo traguardo e il solletico nella pancia dovuto alle aspettative per il futuro. Ancora una volta Ennio era talmente perso nell’infiacchirsi dall’essere sordo ai passi della persona che si stava dirigendo sulla parte opposta della prua, passando accanto a Ennio. Sentì troppo tardi il suono elegante dei tacchi e fu colto impreparato dal suo incantevole profilo…
 
 

 

   
 
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