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Autore: ailyn    21/05/2020    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Hinata fissava le foto poste sopra la mensola in salotto, mentre calde lacrime le rigavano il bellissimo viso. Dentro a sé, nel profondo, aveva sempre sospettato, sempre saputo, ma mai avrebbe immaginato una ferita tanto profonda, un’umiliazione così pesante, il suo orgoglio ruggiva, la sua anima di Hyuga scalpitava"
SasuHina - NaruSaku
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ciao a tutti. Dopo anni di inattività ho deciso di tornare a scrivere. Spero che questa fic vi piaccia. Buona lettura

CAPITOLO 1: SCOPERTA

Hinata fissava le foto poste sopra la mensola in salotto, mentre calde lacrime le rigavano il bellissimo viso. Dentro a sé, nel profondo, aveva sempre sospettato, sempre saputo, ma mai avrebbe immaginato una ferita tanto profonda, un’umiliazione così pesante, il suo orgoglio ruggiva, la sua anima di Hyuga scalpitava.

Era sempre stata una brava persona, i più la definivano un angelo così puro da essere quasi unico in quella terra ninja, in cui combattimenti, assassini e onori regnavano sovrani nell’animo della gente, anche in periodo di pace spie e guardiani si davano da fare per eliminare qualunque minaccia. Nessuno, però, conosceva veramente Hinata. Nessuno immaginava che dietro la sua bontà, la sua innocenza, la sua timidezza, si nascondeva un animo forte e una volontà di ferro con cui cercava costantemente di migliorarsi e rendersi una persona sempre migliore.

Ora però sentiva che tutto ciò che aveva fatto, tutte le sue battaglie contro il suo lato oscuro, erano state un’inutile perdita di tempo. Molte cose successe potevano essere evitate se lei si fosse lasciata andare, ma le parole di sua madre, quelle pronunciate a lei sola in punto di morte, ogni volta le mettevano un freno. “Tesoro mio” aveva sussurrato “è un brutto mondo quello in cui viviamo e che io sto per lasciare. Non lasciare che gli insegnamenti della nostra famiglia ti rendano fredda. Sii gentile con tutti e non arrecare mai offesa, sii luce mai oscurità e prenditi cura di tua sorella.”

Luce. Semplice essere luce, vero? Aveva cercato di esserlo per trent’anni della sua vita, aveva combattuto contro sé stessa e perfino nei momenti più bui in cui veniva denigrata per la sua debolezza, aveva preferito subire piuttosto che far del male.

Questo però ha rappresentato il suo fallimento. Si era ridotta ad una casalinga che si occupava solo dei bambini e sopportava le lunghe assenze del marito, troppo impegnato nel suo ruolo di hokage per occuparsi di lei e della sua famiglia. Aveva rinunciato ad essere una kunoichi, una guerriera, una protettrice, diventando madre affettuosa e moglie tradita.

Sì, perché Naruto il ragazzo che aveva sempre ammirato, amato e osservato di nascosto aveva deciso di tradirla, di ferirla, di calpestare la sua dignità di donna, di guerriera e il suo orgoglio di Hiyuga.

Ora tutto ciò che il suo subconscio le aveva sussurrato per anni si era materializzato nella sua forma più devastante: era sempre stata solo un rimpiazzo.

Un odio profondo e viscerale si appropriò del proprio cuore mentre il byakugan si manifestava nella sua forma più completa: le vene si espandevano ai lati dei sui occhi per poi ritrarsi, contrarsi all’interno delle pupille. I suoi occhi stavano cambiando, si stavano sviluppando, come non era mai successo nella storia della casata Hiyuga, assumendo un colore azzurro acceso, mentre le pupille venivano contornate da una forma di cerchio da cui partivano sei punte.

Cercò di calmarsi Hinata, ritraendo il byakugan. Doveva ragionare e cercare di capire quale fosse il miglior modo di procedere. Naruto l’aveva tradita, su questo non c’erano dubbi. Dopotutto l’aveva visto con i suoi occhi con Sakura mentre abbracciavano un bambino dai capelli biodi come il grano e gli occhi verdi di, su per giù quattro anni che, a quanto aveva capito era stato affidato a Kakashi perché se ne prendesse cura, dato che l’uomo era seduto vicino a loro.

Non erano in una zona in vista, ma Hinata non aveva bisogno di essere vicina per vederli.

Era andata al palazzo dell’Hokage per parlare con suo marito, dato che non rincasava da giorni, del fatto che Himawari desiderava recarsi in gita a Suna insieme agli altri ragazzi dell’Accademia, ma la segretaria le disse che era impegnato e che non poteva riceverla. Un presentimento si fece largo nel suo cuore notando l’occhiata dispiaciuta della donna e decise di sorridere e uscire dal palazzo. Saltò sul tetto di un’abitazione vicina e attivò la sua abilità innata. Fu così che li vide. Fu così che il suo mondo crollò.

Era tornata a casa scossa, ferita, apatica. Aveva guardato le foto e in quel momento, osservando Himawari e Boruto che sorridevano felici verso l’obiettivo, aveva capito cosa fare.

Andò in camera da letto e aprì una scatola riposta in un angolo dell’armadio, tirandone fuori il cambio che utilizzava per le missioni e il coprifronte. Raccolse i corti capelli in una coda alta e legò l’oggetto di metallo sopra la fronte, adagiandovi sopra la frangia. Si guardò allo specchio notando il cambiamento nel suo sguardo. Maturo, deciso, freddo. Uno sguardo da guerriera. Uno sguardo da Hiyuga.

A passo svelto uscì di casa a saltando da un tetto all’altro e raggiunse il palazzo dell’Hokage. La segretaria la guardò stupita e dopo, un’iniziale sgomento, provò nuovamente a impedirle di entrare.

Un solo colpo bastò per farle perdere i sensi e Hinata non cercò nemmeno di attutire la caduta del corpo della donna. Non la degnò di uno sguardo e aprì la porta dell’ufficio dell’hokage.

Quando entrò la faccia dei presenti sbiancò di colpo e i loro occhi sgranarono osservando la Hiyuga che fiera li osservava in maniera glaciale soffermandosi sul bambino e su Kakashi.

“Hokage-sama. Sono qui per porre alla vostra attenzione la mia volontà di tornare ad essere una kunoichi”

Un silenzio di tomba cadde nella stanza, mentre i tre la guardavano esterrefatti

“Forse è meglio che io vada” disse Kakashi, allungando le mani per prendere il bambino dalle braccia di Naruto

“No, rimanga Kakashi sensei” li stava stupendo. Hinata lo vedeva nei loro occhi, osservava il loro sconcerto e la loro titubanza e sempre più orgogliosa e nobile si stagliava di fronte a loro

“Hinata, per favore. Lascia che ti spieghi” Naruto si stava rendendo conto di cosa stava succedendo a quanto pare.

“Non sono qui per sentirle Hokage sama. Da me riceverà la fedeltà che devo all’Hokage di Konoha, ma oltre a questo per me da oggi non valete nulla. Vi esorto a ricercare missioni adeguate al mio livello e di affidarmene il più in fretta possibile. Avete due giorni di tempo, in cui io mi trasferirò assieme ai miei figli a Villa Hiyuga. Se entro questo lasso di tempo non avrete trovato una missione adatta, l’intera vicenda non si limiterà alla stipulazione di un divorzio pacifico e segreto, ma tutti i media avranno un resoconto dettagliato di come l’Hokage abbia un figlio bastardo con la moglie di Sasuke Uchiha, suo, peraltro, migliore amico nonché eroe di guerra.” Parole dure e concise. Fredde e calcolate. Hinata si ergeva davanti a loro e sembrava possente, importante, fiera e nobile.

“Hinata…” sussurrò Sakura cercando di avvicinarsi a lei, tendendo il braccio.

La mora le sorrise senza allegria, facendole accapponare la pelle “hai mai visto il mio animale, Sakura?” le domando impassibile.

La donna la guardò senza capire e scosse la testa, mentre guardava la Hiyuga che estraeva due kunai e afferrandoli con le mani opposte si apriva due lunghi tagli nelle braccia, facendo poi una serie di sigilli complessi e velocissimi che nessuno di loro aveva mai visto

“richiamo” disse semplicemente, congiungendo le braccia e sulla sua spalla dopo un puf e una nuvola di vapore, comparve un uccello in miniatura, dalle lunghe piume rosse. Naruto e Sakura guardavano l’animale stupiti, poiché non conoscevano quella specie, mentre Kakashi sbiancava e guardava attonito la donna davanti a lui

“Una fenice” sussurrò, stupefatto “si conosce solo un precedente che aveva stipulato un contratto con questo genere di animale”

“sono animali fantastici le fenici” disse Hinata, accarezzando le piume del volatile che abbassò il capo in segno di gradimento “muoiono e risorgono dalle proprie ceneri, sono furbe e intelligenti e ad ogni rinascita si rafforzano” una pausa, carica di tensione riempì la stanza “avete due giorni” ribadì poi, dando le spalle ai tre ed incamminandosi verso la porta

“ah, dimenticavo.” Disse beffarda, fermandosi e voltando leggermente il capo “ho tramortito la tua segretaria. Dato che c’è una kunoichi medico, può tranquillamente soccorrerla”

Uscita dal palazzo si diresse verso casa e, una volta arrivata cominciò a raccogliere la propria roba e dei suoi figli velocemente; Rapida e silenziosa stipava tutto il necessario in scatole e valige, ma all’improvviso si bloccò mentre un ghigno sadico si disegnava sulle sue belle labbra. Prese un foglio e velocemente scrisse una lettera in una calligrafia ordinata, richiuse il foglio in un rotolo ed evocò nuovamente la fenice

“Fanny, per favore, porta questa lettera a Sasuke Uchiha” sussurrò guardando l’animale dritto negli occhi “ha il diritto di sapere” continuò, mentre la creatura magica la osservava severa per poi prendere fra il becco il rotolo e volare via.

Fu in quel momento che la porta di casa si aprì e due voci allegre raggiunsero la donna che scese ad accogliere i figli, decisa. I bambini la guardarono stupiti, poiché avevano visto loro madre vestita da tenuta da missione solo in foto e non riuscivano a capire la motivazione per la quale aveva tirato fuori quegli indumenti e il coprifronte

“mamma” disse Boruto confuso, osservandola “che succede?”

La donna li guardò e sospirò pesantemente “venite in salotto, vi devo comunicare alcune cose”

I due bambini si seddero sul divano mentre la madre prendeva posto davanti a loro sulla poltrona e, sospirando nuovamente, chiuse gli occhi per poi riaprirli mostrando una tristezza e una rabbia smisurati

“è successo” cominciò “che feci uno sbaglio immenso anni fa credendo che vostro padre mi amasse. Probabilmente non dovrei dirvelo, probabilmente dovrei lasciare che la fiducia e l’ammirazione che nutrite per l’Hokage rimanga immutata, ma non posso nascondervi la verità poiché diventerei complice di una menzogna troppo grande e incolpereste anche me in futuro” fece una pausa, osservando gli sguardi sorpresi e timorosi dei bambini, ma facendosi coraggio continuò nel dare risposte ai figli “oggi ho scoperto che vostro padre ha un’altra donna, da cui ha avuto un figlio. Non vi dirò chi è questa donna, né dove è stato cresciuto questo bambino. Questo non spetta a me rivelarvelo.”

“Cosa stai dicendo mamma?” sussurrò Himawari mentre gli occhi le si riempivano di lacrime stringendo la mano di suo fratello che digrignava i denti furioso

“non è semplice, bambini miei. Ma dobbiamo mostrare al mondo che siamo forti e orgogliosi. Ho chiesto di tronare a fare la kunoichi, poiché è quella la mia natura, e sto cominciando a raccogliere le nostre cose in modo da trasferirci a Villa Hiyuga”

“stai scappando?” domandò Boruto fissando intensamente la madre che sorrise

“No, tesoro. Non sto scappando. Ma voglio evitare di fare mosse avventate e rimanendo al villaggio potrebbe succedere. Voi siete grandi e con vostro nonno e vostra zia sarà come avermi sempre vicino. Potete sopportarlo, io non sono sicura di farcela senza commettere errori irreparabili”

Il silenzio calò nella stanza mentre i bambini assimilavano le informazione date dalla madre: Himawari era sconvolta e non riusciva a capire come il suo papà avesse potuto fare una cosa del genera, dopotutto la bambina era troppo piccola per capire come l’amore può nascre, mutare, intensificarsi o morire. Boruto, invece era semplicemente furioso… nella sua testa insultava il padre in modo molto colorito mentre i suoi occhi osservavano la madre, non potendo fare a meno di essere orgoglioso di lei. Hinata non aveva fatto scenate, non si era abbassata a piangere e disperarsi, non si era spezzata dal dolore. Hinata aveva reagito e aveva fatto prevalere il buonsenso e l’orgoglio, dopotutto c’erano molti modi di vendicarsi senza abbassarsi.

“cosa stiamo aspettando?” disse il ragazza, sorridendo energico “finiamo di mettere via le nostre cose, Dattebasa!”

Hinata sorrise e si precipitò ad abbracciare i figli orgogliosa di come li aveva cresciuti

  
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