Serie TV > Poldark
Ricorda la storia  |       
Autore: Demy77    21/05/2020    4 recensioni
Cosa accade dopo il finale amaro della terza stagione? Ho provato ad immaginare in che modo Ross e Demelza, analizzando i propri sentimenti, cerchino di superare la crisi , non senza qualche aiuto…
Sarà pubblicata in due ,massimo tre capitoli, per comodità di lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cos’è l’amore? Una proprietà da accumulare, o piuttosto una benedizione da condividere? Ha tradito il suo amore per te, offrendone una parte a me?”
Quelle domande continuavano a risuonare nella testa di Ross. Aveva trascorso una notte quasi insonne, rigirandosi nel letto e tormentandosi per ciò che Demelza non gli aveva detto e che lui, limitandosi ad abbracciarla in silenzio, aveva purtroppo intuito.
“Non domandarmi niente” – gli aveva chiesto. Eppure vi era stato un tempo in cui non era capace di nascondergli neppure la più piccola emozione che le agitava il cuore.
“Tieniti i tuoi segreti, io terrò i miei”, gli aveva urlato contro la mattina, prima di sparire per ore. Aveva davvero temuto di non rivederla più. Poi era tornata, e lui non aveva potuto fare altro che stringerla a sé, teneramente ma con disperazione, come aveva stretto Julia la notte in cui era volata in cielo, con la stessa paura di non poter trattenere accanto a sé qualcuno che amava più della vita.
“Sono tornata, eccomi qui”. Ma era davvero tornata? Era presente fisicamente a Nampara, ma il suo cuore dov’era? Ross strinse i pugni. Possibile che sua moglie fosse stata sul punto di gettare tutto all’aria per… quel damerino? Non sopportava il pensiero di loro due insieme e soprattutto, non sopportava l’idea di averla persa… La colpa era esclusivamente sua, non di Demelza. In fondo lei era stata onesta, come sempre: gli aveva addirittura confessato che provava qualcosa per Hugh, ma lui aveva sottovalutato il pericolo, aveva ritenuto di non dover far nulla, solo aspettare che quella infatuazione passasse. Demelza era una bella donna, dalla forte personalità, ed era abituato alle attenzioni degli altri uomini nei suoi confronti. Aveva confidato in lei e nel suo buon senso; forse aveva avuto anche la presunzione che Hugh non fosse in grado di competere con lui… e se invece avesse commesso un terribile errore?
Poteva rimproverare solo se stesso, pensò Ross. L’aveva quasi gettata tra le braccia del rivale. Aveva promesso che Elisabeth non si sarebbe più intromessa nella loro relazione, eppure aveva tenuto nascosto a Demelza il loro incontro nella chiesetta di Sawle  e quel bacio sulle labbra, che per lui non significava davvero nulla. Era stato un bacio d’addio, privo di passione, il definitivo saluto al sogno d’amore di ventenne in cui per troppo tempo si era cullato. Dio solo sa cosa aveva invece pensato chi li aveva visti, non trovando niente di meglio da fare che andare a spifferare tutto a Demelza!
Era stato uno stupido quando sua moglie lo aveva affrontato: non aveva saputo trovare le parole giuste per tranquillizzarla, e neppure l’aveva rincorsa per chiarire, lasciandola andare via arrabbiata e delusa. Solo qualche giorno prima, poi, le aveva gridato a muso duro di cercarsi pure un altro, se era quello che voleva, perché non sarebbe mai stato un cagnolino obbediente. Mossa decisamente insensata: sapeva che Armitage era innamorato di Demelza, e sapeva pure che lei aveva un debole per lui…
Ciò che gli faceva più male non era tanto il pensiero che Demelza potesse averlo tradito – in che termini e fino a che punto non lo sapeva e neppure voleva saperlo -: era devastato al pensiero di essere stato soppiantato da un altro nel cuore di sua moglie … Cominciava a capire, ora, come doveva essersi sentita Demelza quella notte di maggio anni prima. Anche lui avrebbe dovuto combattere contro un amore idealizzato, o imparare a conviverci, pur di tenere Demelza al suo fianco? Avrebbe dovuto mettere a tacere il suo orgoglio per amore? Sarebbero riusciti a ripartire nonostante tutto, come un tempo?
Sapeva che le risposte che cercava non poteva averle dalla bocca di sua moglie.
Sellò Seamus, montò a cavallo e partì a spron battuto.
***
Il vapore della tinozza fumante la avvolse. Sprofondò nell’acqua con le spalle e i capelli e chiuse gli occhi. Il delicato profumo dei sali da bagno le solleticava il naso. Prese a strofinare energicamente la pelle delle braccia e delle spalle e via via tutto il corpo, nella consapevolezza che un colpo di spugna non sarebbe bastato a cancellare tutto quello che era accaduto.
Demelza sospirò. Quello che era fatto, era fatto. Non si poteva piangere sul latte versato. Si era trattato solo di uno stupido momento di debolezza: lo sapeva lei e lo sapeva pure Hugh. Era tutto finito. Ma Ross, avrebbe capito? Non si erano ancora incontrati quella mattina, perché dormiva ancora quando lui era uscito. Per il momento egli aveva accettato e rispettato il suo bisogno di silenzio, non aveva preteso nulla, le era stato vicino come un bravo marito dovrebbe fare. Cosa sarebbe accaduto dopo? Quell’episodio avrebbe creato un baratro tra di loro? Sarebbero rimasti insieme come due estranei? Sarebbe peggio che morire, pensò Demelza…
Amava Ross da dieci anni ormai. Era sempre stato un uomo complicato, capace di farla passare in un attimo dal paradiso all’inferno, e negli anni trascorsi accanto a lui aveva conosciuto sia vette di insperata felicità che abissi di profonda disperazione. Non se ne era mai lamentata, lo aveva accettato come se fosse una verità indiscutibile, perché lui era fatto così. Poi era arrivato quel giovane, romantico poeta, che con la sua corte, gentile ma inesorabile, aveva fatto emergere l’insoddisfazione che serpeggiava nel suo matrimonio; aveva provato a resistere ai sentimenti che provava nei suoi confronti, ma alla fine si era arresa e non sapeva neanche bene spiegare il perché. 
Delusa e furiosa dopo la lite con Ross, si era trovata davanti Hugh che le dichiarava il suo amore. Durante quella passeggiata sulla spiaggia lui l’aveva implorata di regalargli un po’ di gioia prima di sprofondare nel buio della cecità; con i suoi discorsi forbiti quel giovane tenente l’aveva convinta che fosse possibile donargli un piccolo frammento di cuore senza sentirsi sleale nei confronti dell’uomo cui aveva giurato eterno amore. Lei era stata indotta a credergli, ma era davvero così? Se non c’era nulla di male, allora perché non aveva la forza di confessare a Ross cosa era successo su quel prato? Era rimorso quello che ora sentiva dentro di sé, o aveva solo paura delle conseguenze?
Proprio lei che aveva tanto biasimato Ross quando era tornato a casa all’alba dopo aver dormito a Trenwith. Ripensò alla rabbia con cui gli aveva assestato un pugno, alle urla, ai cocci rotti, agli sciocchi tentativi di lui di giustificarsi… non era forse quello che cercava di fare lei ora, autogiustificarsi e minimizzare? Di colpo si sentì triste, profondamente triste.
Dopo essere stata con Hugh aveva camminato tanto, cercando di calmare il tumulto che era nel suo cuore. Fin da subito aveva deciso che non poteva raccontare la verità a Ross: quello che era, in una certa misura, consentito ad un uomo non era scusabile in una donna, ed anche una persona dalle larghe vedute come suo marito non avrebbe potuto accettarlo. Il suo orgoglio ferito nel profondo gli avrebbe impedito di perdonare un atto simile.
Nonostante tutto era tornata a casa, perché il suo posto era quello: con suo marito e con i suoi figli. Non lo aveva fatto per dovere, solo perché Ross le aveva infilato una fede al dito, ma perché lo desiderava. Fin dal principio aveva saputo che Hugh non era una vera alternativa a Ross, ma gli era in un certo senso complementare. In ogni caso, quell’uomo apparentemente fragile aveva avuto la capacità di scardinare una fortezza che sembrava inattaccabile, e questo era ciò che più turbava Demelza.
Una lacrima le rigò le guance.
Si tuffò nuovamente nell’acqua ormai tiepida per sciacquare il viso. Nella stanza accanto Prudie sfaccendava, pronta a cogliere un suo cenno per portarle un telo da bagno. Era curioso che proprio la sua cameriera, che con faciloneria l’aveva incoraggiata più volte con Hugh lasciando intendere che Ross se lo meritava, avesse stampato in volto, quella mattina, uno sguardo tra la commiserazione e il disappunto. Probabilmente si sentiva in colpa per aver raccontato alla padrona di Ross ed  Elisabeth e per la superficialità con cui l’aveva spinta a “rotolarsi nei prati con quel bel ragazzo”, ora che era accaduto per davvero. Chissà poi che parole aveva trovato per spiegare a Ross la sua assenza la sera prima…
Era troppo dover affrontare anche Prudie. Demelza pensò che non voleva né sentire né spiegare nulla, doversi giustificare, mostrare pentimento. Se aveva sbagliato, era un errore solo suo e non voleva essere compatita. Le mura di casa la opprimevano: sentì il bisogno di uscire a cavallo e di non pensare, almeno per un po’.

 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Poldark / Vai alla pagina dell'autore: Demy77